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Autore: Lisa Lawer    17/11/2016    4 recensioni
Un matrimonio andato a monte, due ragazzi troppo giovani per sopportare il peso di una unione forzata, la voglia di crescere come individuo... e l'amore sempre e comunque che trionfa su tutto, anche sul tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!! Grazie mille per le recensioni, mi hanno resa davvero felice!
Piccola nota per Shine: non mi hai per nulla offesa, Anzi quei pallini neri sono il mio incubo!  Miei dialoghi sono sempre rinchiusi tra i trattini (-)ma nel formato html, quelli iniziali, diventano pallini!!! Comunque forse ho capito il problema e quindi se non ne troverete più significa che ho vinto la mia piccola battaglia con la formattazione! ^_^
Se invece li troverete ancora li, mi scuso anticipatamente e ci riproverò nel prox capitolo!
Ci sarò riuscita? Lo scopriremo solo pubblicando! Buona lettura!
 
Capitolo 2.
Il tempo può passare molto lentamente… tranne quella volta! Il sabato arrivò in un baleno.
Akane erano due giorni che non dormiva, appena si era trovata da sola aveva chiamato sua sorella Nabiki per raccontarle tutto. L’altra era tranquilla, era sicura che Ranma non stesse tornando per il matrimonio e che certamente si trattava di una voce.
- Come hai deciso di comportarti? Ti fingerai malata? –
- E come potrei, Nabiki! Mi sentirei in colpa da morire! Ha fatto tutto questo casino anche per me! –
- E allora quale sarà la tua strategia? –
- Userò la “tecnica finale della scuola Saotome” ovvero la fuga a gambe levate! –
Nabiki era all’altro capo del telefono che rideva a crepapelle. – dai almeno non ti è passato l’umorismo! Senti Akane, vivi alla giornata, tanto non sarete mai soli. Cerca di rilassarti altrimenti Takashi potrebbe capire tutto.  E comunque,  anche se fosse che Takashi scopre tutto? –
-Ma come, saprà che gli ho mentito! –
- E capirai, qual è il problema! – disse esasperata – saprà che sei quella Akane Tendo, di quella scuola di arti marziali indiscriminate, ma il resto? Tanto tra te e Ranma non c’è più nulla e vi siete lasciati oramai da sei lunghi anni. –
 - Non gli ho mai detto del fidanzamento. –
- Senti Akane, non penso che lui abbia voglia di sbandierare ai quattro venti fatti della vostra vita privata che risalgono a 6 anni fa, soprattutto ora che lui è diventato un personaggio pubblico. –
- A questo non ci avevo pensato. Senti Nabiki, cambiando discorso… come sta lui? –
- Intendi papà? Sta benissimo e come al solito cerca di carpire informazioni su di te utilizzando sotterfugi. Mentre tu mi chiedi di lui e ti rifiuti di vederlo. Ahhh e io mi ritrovo in mezzo! –
- Grazie come sempre dei tuoi preziosi consigli sorellona. A presto!  –
- Ciao sorellina “che cerca sempre di cambiare discorso” in bocca al lupo… attendo tue notizie! –
Il momento era arrivato. Erano le dieci di sabato mattina. Lei e gli altri 5 colleghi della palestra, erano nella sala ad attendere l’ospite e tutti erano visibilmente eccitati. Takashi si era offerto di andarlo a prendere dall’hotel e quindi mancava anche lui.  Quando si aprirono le porte del dojo Ranma e Takashi fecero il loro ingresso e tutti si misero in piedi e si inchinarono rispettosamente.
Takashi – Ragazzi, è per me un onore conoscere e preservi la stella del momento della arti marziali indiscriminate, Ranma Saotome! –
L’applauso fu inevitabile.
- È un piacere conoscervi. –
- Venga, le presento personalmente i miei allievi diretti e insegnati di questa scuola. –
Presentò uno ad uno gli allievi, descrivendone i punti di forza e la disciplina di specializzazione. E poi arrivò ad Akane.
- Lei è la più giovane delle mie allieve, è arrivata solo 6 anni fa ed ora insegna anche alla classe dei più piccoli. È una piccola macchina da guerra. Lei è Akane Tendo. –
Entrambi non poterono fare a meno di sussultare quando finalmente incrociarono i loro sguardi. Akane fu bravissima a rimanere composta e a non far trapelare nulla dalla sua voce. Ranma era cambiato, era più alto, e come se fosse ancora possibile, i suoi muscoli erano ancora più definiti. Non indossava la sua solita casacca cinese, ma un tradizionale kimono giapponese. E… e dove cavolo era il suo codino? Akane era incredula! lo aveva tagliato! Nell’ultima apparizione in tv lo aveva ancora!
- Piacere  di conoscerla – disse Akane porgendogli la mano.
- Il piacere è mio – disse lui stringendogliela
Fecero durare il contatto quel secondo di troppo che provocò loro una scarica elettrica enorme.
Ranma per un attimo si perse negli occhi di lei, incantato da tanta bellezza. Ora il suo viso era maturo, era quello di una donna.
Iniziarono la lezione, il primo scoglio era stato superato! Ranma le aveva retto il gioco, quindi tutto poteva che andare in salita. Ma non era così facile. Almeno la prima ora, Akane, perse una miriade di volte il filo del discorso, la sua mente non riusciva a contrarsi perché troppo impegnata ad analizzare muscolo per muscolo il profilo perfetto del giovane. I sui occhi erano profondi come sempre e ora un velo di barba gli copriva le guance. Ranma evitava sempre di guardarla e cerca vi rivolgersi a lei il meno possibile.
Diede una dimostrazione anche pratica della tecnica che voleva insegnare loro e poi gli divise per coppie, mentre lui provava direttamente con Takashi. Si trattava di una tecnica molto difficile che solo con il tempo avrebbe appreso pienamente, ma in questi due giorni avrebbe dato loro le basi per poter riuscire a proseguire in autonomia.
All’ora di pranzo fecero una pausa veloce al dojo per poi proseguire con la lezione.
Nel pomeriggio tutti avrebbero provato a combattere contro il “maestro Saotome”.
Riuscì a battere i presenti in meno di un minuto, tranne Takashi, che seppe tenergli testa, e comunque riuscì a batterlo. Tutti furono allibiti dalla sconfitta di quest’ultimo che riconobbe la tecnica perfetta del giovane.
Poi fu la volta di Akane. Si misero uno di fronte all’altro e fecero l’inchino di rito. Era palese anche ai colleghi oramai, che Akane e Ranma assumevano la stessa posizione iniziale di attacco. Mantennero sempre lo sguardo visivo, erano incatenati uno all’altra. Nonostante tutto, proprio nel momento di combattere, Akane riacquistò tutta la sua lucidità. E ci mise tutta se stessa.
Ma questo combattimento andò in modo diverso da quello degl’altri.  Ranma attaccò per primo, “di certo” pensò Akane “ era sicuro che avrei iniziato io”.
Akane schivò il primo colpo e contrattaccò. Anche Ranma Schivò il colpo. Ed andarono avanti per un po’ riuscendo a schivarsi a vicenda, poi Ranma riuscì a penetrare nella difesa della ragazza, cercando in tutti i modi di metterla ko. Nonostante in questi 6 anni le loro tecniche fossero migliorate, soprattutto quelle di Ranma, entrambi non potevano dimenticare come l’altro combattesse. Ma dopo 10 minuti di combattimento, ben tre in più rispetto a quello con Takashi, Ranma mise Ko Akane, mettendosi a cavalcioni su di lei e bloccandole un braccio.
- Come ai vecchi tempi – sussurrò il ragazzo e non poté fare a meno di sorriderle. – sei diventata ancora più brava. –
- Già, merito del maestro Takashi. – disse lei, non perdendo il contatto visivo. Il cuore le stava per scoppiare dal petto. Non riusciva a crederci di averlo li, su di lei e che avessero combattuto come facevano anni addietro. Quanto gli era mancato!
A quelle parole Ranma si alzò subito, anche perché poteva sembrare sconveniente la posizione in cui si trovavano.
Partì un applauso entusiasta da parte di tutti i suoi colleghi, eccitati dal fatto che la più giovane e la più inesperta tra di loro fosse riuscita a tener testa al grande maestro.
Alle 19.00, finita la lezione del primo giorno, decisero tutti di incontrarsi due ore più tardi per andare a cena fuori. Ranma propose il ristorante dell’hotel dove alloggiava e tutti accettarono.
Arrivati a casa, Akane cercò di capire il motivo del fatto che Takashi fosse diventato improvvisamente silenzioso. Lo abbracciò – amore cosa succede? –
- Akane – disse lui sospirando profondamente e ricambiando il suo abbraccio. – erano anni che non venivo sconfitto in combattimento. –
- Davvero? –
- Già… quasi otto. E credimi, per me è sempre un onore confrontarmi con i grandi maestri, e nonostante sapessi che sarebbe andata a finire così, comunque la cosa mi brucia un po’. –
Lei lo strinse ancora di più a se – sei stato magnifico. –
- 7 minuti, e il tuo combattimento è durato 10 minuti! Ma lo sai che non riuscivo a riconoscerti? Da dove sono uscite quelle tecniche? –
- Ecco, sono vecchie tecniche che non mi piace utilizzare, ma mi è venuto spontaneo utilizzarle contro di lui. –
- Nemmeno contro di me ti sei mai impegnata tanto! Voglio vederti nuovamente in azione e sappi che ti sfiderò. –
- Va bene, come vuoi amore, ma sappi che ora ci dobbiamo preparare per andare a cena! – gli diede un bacio sulla guancia – forza, vatti a lavare! –
Quella sera Akane si mise un tubino color tortora con le maniche lunghe di pizzo e le decolté in tinta. Come sempre si truccò in modo leggero, osando con un filo di rossetto rosso. I suo capelli fluenti gli aveva lasciati sciolti e ondulati. Takashi rimase a bocca aperta, in rare occasioni Akane si vestiva così. – amore mio sei bellissima. Adoro quando ti vesti così. Ma anche in jeans sei stupenda. –
- Ti sei salvato in calcio d’angolo!  -  disse ridendo – grazie Takashi, anche tu stai molto bene. –
Lui era vestito in giacca e cravatta, alla fine il ristorante scelto era quello del Grand Plaza, quindi super lusso!
Arrivarono tutti puntuali e si accomodarono, riuscendo subito ad ordinare. Ranma riuscì a mettere la tavolata a loro agio creando un’atmosfera rilassata. Akane era seduta di fronte a lui, il quale cercava sempre di evitare il suo sguardo.
La ragazza si recò alla toilette per allontanarsi da quel tavolo, nonostante tutto le attenzioni dei suoi colleghi erano tutte rivolte su di lui. E si parlava solo di lui. Lei non voleva sentire, non voleva sapere… voleva solo che se ne andasse.
Entrò nel disimpegno che separava il bagno degli uomini da quello delle donne. Dato che era li decise di lavarsi le mani e magari avrebbe controllato il trucco.
- Mai distrarsi… -
Akane sollevò, spaventata, lo sguardo verso lo specchio di fronte a lei e vide Ranma alle sue spalle. I loro corpi non si sfioravano, ma poteva sentire il respiro caldo di lui sul suo collo.
“non l’ho avvertito… continuo a non avvertirlo nemmeno ora…”
- Ciao Akane… - continuò lui, con la sua bellissima voce roca che le fece venire un brivido lungo tutto il corpo.
La calma che aveva mantenuto dalla mattina, era ormai svanita. Questa sua vicinanza aveva vanificato tutto. Il cuore le batteva all’impazzata, il corpo era immobile. Riusciva solo a guardarlo attraverso lo specchio perché il coraggio di girarsi, non lo aveva. Dove era finita la spavalderia che aveva dimostrato durante il combattimento?
- Non avverto il tuo ki –
Lui rise – dopo sei anni, mi dici solo questo? – disse girandola verso di se. Ora i loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
- Ciao Ranma. – disse con un soffio di voce
- Come stai Akane? –
- Bene… grazie per avermi retto il gioco oggi. –
- Tranquilla… ho visto che alla cena sei arrivata con Takashi. –
- Si, io e lui conviviamo, è il mio fidanzato. –
- Non sembrava così al dojo. –
- A lavoro siamo professionali, fuori è un’altra cosa. –
I due erano ancora molto vicini, Ranma era inebriato dall’odore di lei. – sei stata brava oggi. –
- Ho solo voluto rispolverare qualche vecchia tecnica. Anche tu sei diventato molto bravo. –
- È bello rivederti. – disse accarezzandole una guancia. Akane chiuse gli occhi e si godette ogni singolo istante di quel momento – Anche per me – poi senza aggiungere altro si scostò ed uscì dal bagno per tornare al tavolo.
Ranma gli raggiunse qualche minuto dopo per non destare sospetti e continuò a rivolgersi a lei il meno possibile. Ma Akane invece non ci riusciva più. Era inebriata dalla sua voce, dal movimento di quelle labbra carnose e poi voleva che lui la guardasse, che guardasse solo lei come aveva fatto nel bagno! Voleva sentire il tocco delle sue mani sul suo corpo e… ed accadde tutto all’improvviso. La sua collega, seduta accanto a Ranma, si alzò dalla sedia per andare al bagno e non si accorse della cameriera che portava delle brocche d’acqua con ghiaccio per gli altri tavoli.
- Attento Ranma! – gridò Akane, attirando l’attenzione di tutti verso di lei. Ma fu tutto vano poiché l’acqua si versò tutta sul ragazzo.
Mentre la sua collega si scusava in tutti i modi possibili con il Maestro Saotome e con la cameriera, Akane cercava di riprendersi dal momento di terrore vissuto. Lui non si era trasformato. Eppure quella era acqua fredda, ne era sicura… quello sul tavolo era ghiaccio. Ranma non reagì, si limitò a guardare Akane intensamente negli occhi e capendo il suo sgomento  e i suoi dubbi, prese uno dei cubetti di ghiaccio sparsi sul tavolo e glielo mostrò sorridendo. Ranma non si era trasformato!
- Akane – disse Takahi, cercando di non  farsi sentire  – chiedi scusa. Da dove ti è uscito questo tono informale? –
La ragazza si ridestò dai suoi pensieri. – eh, cosa? Io… -
- Non si preoccupi! Non è successo nulla! – intervenne Ranma. – e ora scusatemi, mi assento qualche minuto, vado a mettermi una camicia asciutta. Faccio subito. –
In attesa che il maestro Saotome si cambiasse, i commensali ritardarono l’uscita dei primi piatti. Akane ne approfittò per prendere una boccata d’aria e godere della vista della città da una delle terrazze del ristorante che era situato al 46esimo piano del grattacielo. Takashi la raggiunse quasi subito. Lei non gli diede modo di dire nulla, lo attirò a se e lo baciò con passione ma anche tanta disperazione. Dentro di se era completamente sconvolta, non riusciva a capire. Chi era quell’uomo? Era davvero il Ranma Saotome che lei conosceva? In quei sei anni cosa era successo?
- Akane cosa ti prende? – chiese lui confuso, dopo che riuscì a staccarsi da lei
- Ma che domande sono? Ti volevo solo baciare, ho voglia di te. –
Takashi la guardò per un attimo dubbioso e poi tornò a baciarla. Non capiva, ma qualcosa di strano stava accadendo.
Ranma era nella sua camera intento a cambiarsi. Non sapeva se ridere o piangere: non voleva che Akane lo scoprisse a quel modo, ma la sua faccia stupita nel non vedere la trasformazione fu troppo soddisfacente.
Vide la sua immagine allo specchio e si chiese cosa avesse provato Akane nel rivederlo. Non era più il mezzo uomo/adolescente impacciato di sei anni prima. Ora era uomo… in tutto e per tutto! era stato un lungo percorso, ma quando tre anni prima riuscì a immergersi in quelle fonti maledette, la sua agonia finì. Poi iniziò anche la grande ascesa nel mondo delle arti marziali indiscriminate. La sua vita andava per il meglio ma ora doveva riprendersi colei per il quale aveva fatto tutto: Akane.
Prese il cellulare e fece una chiamata
- E allora? Non dovresti essere ad una cena tu? –
- il caso ha voluto che mi cadesse addosso una brocca di acqua fredda e ora mi sono dovuto cambiare. –
- noo, davanti a lei?
- esatto! –
- oddio! E come ha reagito? Sono anni che mi fai tenere questo segreto! Lo sai di dovermi una bella somma, giusto? –
- si, Nabiki, non preoccuparti -  disse lui ridendo
- dai racconta tutto! –
- non è il momento, devo tornare al ristorante. Inoltre sono certo che ti chiamerà lei domani! –
- questo è sicuro! –
- piuttosto, ci sono alcune cose che non mi avevi detto: ad esempio che Akane è MOLTO fidanzata! –
- sono dettagli –
- no che non lo sono, Nabiki! E poi non riesco a stare solo con lei! –
- Ranma lo avevi promesso! La devi riportare a casa! Me lo devi! –
- e come faccio!?! Fa finta di non conoscermi! Non ho modo per parlarle solo! –
- e allora sbugiardala! –
- si, così tua sorella mi odierà a morte! –
-Ranma, non mi interessa. Fai quello che ti pare, ma i patti sono patti! Devi convincere Akane a tornare a casa e deve fare pace con papà! Non vorrai mica rischiare di sposare me, giusto? –
- non sia mai! Averti come amica è più che sufficiente! –
- bene, questa amica cerchiamo di farla diventare cognata, va bene?! –
- va bene, ora vado, altrimenti penseranno che mi sono perso nell’armadio. –
-ciao cognatino, in bocca al lupo! –
 
La serata finì verso mezzanotte. Tutti andarono di corsa a casa poiché i giorno dopo c’era la seconda lezione in programma e non volevano arrivarci stanchi.
In auto, tra Akane e Takashi ci fu uno strano silenzio che proseguì fino a casa. Lei all’inizio non ci badò, presa dalla miriade di domande che avrebbe voluto fare a Ranma, poi vide che Takashi a mala pena la guardava negl’occhi.
- Amore, tutto bene? –
Lui la guardò gelido – non lo so –
- scusami, ma che risposta è? –
- senti, non so che dirti ma… oggi non sei tu! –
- Takashi, non capisco! –
- oggi sembri una ragazzina adolescente alla sua prima cottarella, che ha incontrato l’idolo della sua boy band preferita. –
- come, scusa?! – chiese lei infastidita
- guarda, ero contento di averti fatto una sorpresa, ma ora me ne sto pentendo!e poi che cos’era quel tono informale? Che figura! –
- suvvia! Stava per cadergli l’acqua addosso! Ho reagito d’istinto! –
-Akane, anche quando ci siamo messi insieme, ci ho impiegato due mesi a farti smettere di chiamarmi maestro, mentre lui lo chiami per nome alla prima occasione? –
- senti Takashi, stai esagerando! –
-io starei esagerando? Tu pendevi dalle sue labbra! –
- oh kami! Takashi, era il nostro ospite d’onore! Tutti facevano domande a lui, tutti VOI eravate interessati solo a lui, quindi non mi sembra di essere stata l’unica ad avergli dato attenzioni!  A me sembra piuttosto che tu sia geloso.. cos’è, la sconfitta ti ha fatto ammattire? –
- è sleale dire questo! –
- ma senti almeno quello che dici?
- so benissimo quello che dico e so benissimo quello che vedo!  Akane, sembri diversa! E poi come pensi che mi sia sentito quando ti ho visto utilizzare tecniche che non ti avevo mai visto usare? Sei nella mia Scuola e combatti con le tecniche di chissà chi! –
Lei decise di porre fine alla discussione. Lo abbracciò e baciò – per me ci sei solo tu,gli altri sono un contorno. E poi domani è l’ultimo giorno che sarà qui. Finita la lezione, potremmo dire addio al maestro Saotome! –
Lui si calmò, rincuorato  dalle parole di Akane e l’abbracciò ricambiando il suo bacio.
L’amore provato per Takashi era immenso, ma Ranma rappresentava tutto quello che lei era a Nerima.
La ragazzina impulsiva era ormai un ricordo, ma Ranma, con la sua sola presenza, le portava alla mente tutto.  Le gioie e i dolori della sua adolescenza riaffioravano con il solo suono della sua voce. Oggi per lei era stato inevitabile utilizzare le vecchie tecniche. Le stesse tecniche che lei rinnegava dal suo arrivo a Tottori. Da quando, per seguire Takashi e crescere, aveva preferito che il padre non la considerasse più la sua erede.  Aveva lavorato sodo per due anni e alla fine, al momento del diploma, quando si rese conto che a Nerima non c’era più nulla per lei, capì che non poteva lasciare quella città e che si doveva dedica al suo nuovo maestro. Quindi decise di restare li  e ora dopo sei anni, LUI era apparso come per magia distruggendo parte delle certezze costruitasi. Le domande erano un milione, ma questa era la sua vita. Ranma non avrebbe rovinato tutto e non lo avrebbe fatto nemmeno lei. Takashi era il suo futuro e la sua casa. Il passato non contava più.
 
Eccoci alla fine di questo capitolo! Spero che vi piaccia, intanto io proseguo con l’altro!
Un ringraziamento speciale va a baby, shine,gabele e alile! Alile ho adorato il tuo commento! Sono contenta di aver raggiunto lo scopo! Non ho risposto pienamente alle tue domande, ma ti chiedo di darmi tempo e man mano sarò più chiara, anche se già con questo capitolo hai ottenuto qualche risposta!
Arrivederci al prossimo capitolo,
baci
Lisa!
 
  
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