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Autore: Arwen88    16/05/2009    7 recensioni
presentazione sai in pairing Sai entra nella band di Naruto pochi giorni prima del loro concerto, dopo le prove Naruto decide di portargli del materiale perché si possa preparare adeguatamente all'evento ma finisce per scoprire un doloroso segreto di Sai. Da quel momento Naruto inizia ad interessarsi al nuovo arrivato del gruppo.
***Fan fiction classificata settima a pari merito al Contest "Sai in pairing!" indetto dal Sai FC.***
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sai, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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sai in pairing INEDITO PER CONTEST **Questa fan fiction si è classificata settima a pari merito al Contest "Sai in pairing!" indetto dal Sai FC**

Non riuscivo a decidere su quale di questi due mettere e così alla fine li ho messi entrambi!! Son troppo belli!!!

Titolo: Perché abbiamo promesso, Pietra Nera.
Autore: Arwen88
Rating: Arancione.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Introspettivo.
Avvertimenti: One-shot, Alternative Universe, Shonen-ai. 
Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Shikamaru Nara, Kiba Inuzuka.
Trama: Sai entra nella band di Naruto pochi giorni prima del loro concerto, dopo le prove Naruto decide di portargli del materiale perché si possa preparare adeguatamente all'evento ma finisce per scoprire un doloroso segreto di Sai. Da quel momento il biondo inizia ad interessarsi seriamente al nuovo arrivato del gruppo.
Note dell’autore: Il titolo della storia si riferisce a Black Stone di Gackt, canzone di cui riporto la mia traduzione dall'inglese in fondo alla storia: nella fan fiction appartiene alla band di Naruto, in realtà appartiene solo ed unicamente al grande Gackt. Naruto qui non lo si vedrà fare il buffone (sono contraria a certi stereotipi), a mio parere nella serie Shippuden ha dimostrato ampiamente di essere maturato, anche il comportamento di Kiba è giustificato: l'amore rende ciechi e alcuni diventerebbero pure sordi pur di proteggere una propria pseudo-relazione.
Ci sono scene forti che mi hanno portata ad alzare il rating. L'artefice del dolore di Sai rimane senza un nome perché non ritengo si meriti nemmeno che gliene trovi uno e purtroppo in quella figura ci si possono riconoscere molte persone cattive, anche per questo non gliene ho dato uno. Ci tengo molto all'argomento trattato e spero di averlo fatto bene, perché in caso contrario mi vergognerei di me stessa.


                        Perché abbiamo promesso, Pietra Nera.


Naruto sollevò una mano: -Ancora una volta: da capo!-
Le bacchette di Kiba diedero il tempo e la melodia riprese dall'inizio.
La band provava ormai da quattro ore quando il biondino disse che per quella sera poteva bastare.
Kiba mormorò un basso "grazie.." sgranchendosi le mani e tutti cominciarono a stiracchiarsi chiacchierando con calma. Mentre rimetteva a posto la propria chitarra Naruto notò che, oltre Shikamaru e Choji, Sai stava rimettendo a posto il proprio strumento senza dire una parola a nessuno.
Il cantante lo fissò pensieroso: quel ragazzo smilzo e vagamente apatico gli aveva praticamente salvato la vita... Il loro secondo chitarrista si era preso la varicella a solo una settimana circa dal concerto e la band era piombata nella disperazione finché Shikamaru non gli aveva portato lì un suo compagno di facoltà presentandolo come "Sai", sin dalla prima prova il gruppo era rimasto entusiasta del talento del giovane e Naruto l'aveva subito accettato nella band.. tuttavia il ragazzo non mostrava mai i propri sentimenti e la sua musica ne risentiva.. senza contare il fatto che così non legava con gli altri e lui non riusciva mai a capire se trovasse le prove troppo pesanti. Il biondo decise di chiederlo direttamente a lui e si avvicinò al nuovo acquisto battendogli una mano sulla spalla:-Sai, tutto ok?-
Il ragazzo volse su di lui due grandi occhi neri e gli fece un breve sorriso.. che di gioia non aveva proprio niente:-Sì, perché?-
Naruto si grattò la testa:-Beh, pensavo che magari le prove potevano essere state un po' dure..-
Il moro negò col capo:-No, nessun problema.-
La spalla del cantante ricevette un colpo e voltandosi il biondo si ritrovò davanti Kiba:-Noi stiamo andando al bar, vi unite a noi?-
Ok, come frase era normale, l'unica cosa anomala fu l'occhiata scettica che il ragazzo rivolse al moro mentre finiva la frase: questo lo osservò brevemente con attenzione per poi scuotere la testa.
-No, grazie.-
Al cantante però non sfuggirono la nota amara nella sua voce nè il mezzo sospiro sollevato dell'amico.
C'era qualcosa che non andava, decisamente: la band lo stava rifiutando.
Il ragazzo si girò velocemente e urlò agli amici che li avrebbe raggiunti per poi concentrarsi sul moro al suo fianco.
-Senti, si può sapere che hai? Non sorridi mai, non commenti, non ti stufi, arrabbi, non imprechi.. non mostri mai nessuna emozione! Dovresti provare a sorridere...-
Sai gli rivolse uno sguardo indifferente prima di finire di chiudere la custodia della sua chitarra.
-Io non ho emozioni.-
Naruto sbuffò incrociando le braccia al petto:-Che cavolata, tutti hanno emozioni!-
Gli occhi d'onice si fermarono nei suoi:- Ti ho già detto che io non ne ho.-
Il biondo lasciò andare le braccia lungo i fianchi.
-Ma perché dici questo? Pensi forse che provare sentimenti sia da deboli?-
E finalmente lo sguardo del moro cambiò: con un piccolo ghigno soddisfatto Naruto si rese conto che in quegli occhi era spuntato un barlume d'interesse.
Era un buon inizio.
-In effetti sì: penso che sia da deboli. Nella vita non contano le emozioni, conta solo raggiungere i propri obbiettivi.-
Il biondo era completamente scioccato:-Ma chi ti ha detto una cosa simile?-
-Il mio tutore. Ciao.-
Il ragazzo prese lo strumento e prima che il compagno potesse fermarlo ormai era uscito.

Il cantante scosse il capo, incredulo: se uno veniva allevato con simili insegnamenti non c'era molto da stupirsi che poi da grande sembrasse uno psicopatico.
Il ragazzo stava per chiudere la saletta quando notò dei fogli su una sedia, avvicinandosi li riconobbe per i pezzi che aveva fotocopiato per Sai in modo che il giorno dopo, anche se non potevano riunirsi, lui avrebbe potuto comunque esercitarsi. Se li era dimenticati sulla sedia. Il giovane imprecò grattandosi la testa: ci teneva che il nuovo arrivato arrivasse alla serata coi pezzi bene in testa. Non gli rimaneva che una cosa da fare.

Naruto camminava per strada a passo svelto, ormai era buio e voleva arrivare a casa del ragazzo prima dell'ora di cena in modo da non disturbare. Sbuffò ripensando ad una mezz'ora prima: era entrato al bar dove c'era il resto del gruppo e aveva subito chiesto a Shikamaru se sapesse l'indirizzo del nuovo arrivato. L'amico non aveva fatto domande e l'aveva semplicemente cercato, ma Kiba non era stato altrettanto tranquillo: l'aveva guardato scioccato per poi chiedergli con voce più alta del normale se volesse veramente andare di notte a casa "dello psicopatico". Naruto si era veramente irritato, quello era un membro della band ora, meritava di essere trattato alla pari. Ma Kiba gli aveva lanciato un'occhiata strana, quasi ferita.
Il biondo aveva ancora in testa la sua domanda "È solo perché sta nella band?", davvero non era riuscito a capire a che si riferisse ma proprio in quel momento Shikamaru aveva trovato l'indirizzo e gliel'aveva dato.
Naruto aveva lanciato al ragazzo un occhiata perplessa prima di chiudere la conversazione e tornare in strada.
Ed ora eccolo lì nel quartiere dei ricchi a cercare la casa del moro.
All'improvviso si fermò e guardò prima il numero della casa di fronte a sé e poi il bigliettino che teneva in mano, aveva superato la casa giusta. Tornò indietro per poi fermarsi davanti ad un cancello metallico.
Sbuffò: probabilmente se avesse suonato sarebbe stato costretto ad incontrare quello psicopatico del tutore (perché sì, il tutore per dare certi insegnamenti doveva per forza essere psicopatico).. Un ghigno si dipinse sulle labbra del giovane e il ragazzo prese ad arrampicarsi sul cancello per poi atterrare
dall'altra parte
con un tonfo attutito. Si diresse velocemente verso quella casa silenziosa che era la sua meta.
Arrivato in prossimità della facciata di davanti si appiattì al muro: nella casa sembravano essere accese solo due luci, Naruto sbirciò dalla finestra illuminata al piano terra e vide un uomo dargli le spalle in quello che sembrava uno studio. Sai doveva essere nella stanza illuminata al primo piano.
Il ragazzo si guardò attorno, c'era un albero di lì a qualche metro, si avvicinava alla parete e là c'era una grondaia dalla quale avrebbe potuto arrivare alla stanza del ragazzo.
Probabilmente chiunque l'avrebbe trovato un piano stupido, soprattutto perché non aveva considerato la strada del ritorno e la pericolosità dello stare in piedi su una grondaia.. ma per Naruto non era solo geniale, era "divertente".
I primi dubbi gli vennero al secondo scricchiolio della grondaia ma ormai c'era quasi e così continuò. La finestra non solo era ancora illuminata ma era anche aperta e, quando la raggiunse, il biondino vi sbirciò dentro: sì, era decisamente la stanza di Sai, perfettamente in ordine e senza nemmeno una traccia di vita.
Ma Sai dov'era?
Naruto se lo chiese mentre poggiava le mani sul davanzale e si issava all'interno, ma presto ebbe la sua risposta e per poco non cacciò un urlo.
Il ragazzo era steso a faccia in giù a terra, affianco al letto, non portava più la maglia nera che aveva indossato fino a nemmeno un ora prima. Ma non fu questo a colpire di più il biondo: fu il sangue.
Sul pavimento c'erano piccoli schizzi di sangue e sembravano freschi, e dovevano esserlo a giudicare dalla schiena di Sai.
La pelle bianca era aperta da parecchie ferite rosse di sangue, il ragazzo stava fermo immobile.
Naruto gli corse accanto e si inginocchiò al suo fianco prendendogli un polso, appena fu sicuro che il cuore battesse capì che il ragazzo doveva aver perso i sensi e si guardò attorno disperato, corse al comodino e apertone il cassetto trovò ciò che cercava. Non era tanto ma era tutto ciò che poteva fare: aprì un pacchetto di fazzoletti e prese a tamponare quelle ferite, durante l'operazione si rese conto che quelli non erano gli unici segni su quel corpo. Naruto toccò coi polpastrelli quelle che erano decisamente vecchie cicatrici, ormai bianche. Si riscosse quando l'altro mosse appena la testa riprendendosi.
Subito il biondo si accostò a lui, il moro gli rivolse uno sguardo appannato.
-Sono io, Naruto: mi riconosci?-
Il ragazzo annuì appena.
L'espressione del biondo si rabbuiò:- È stato il tuo tutore a farti questo?-
Il moro esitò un attimo ma poi annuì ancora.
Se si fosse lasciato andare sarebbe sicuramente sceso a prendere a pugni quel vecchio ma ora Sai aveva bisogno di lui lì e Naruto cercò di calmarsi.
-Devo portarti all'ospedale.-
Sai chiuse gli occhi e aprì la bocca sussurrando piano:- No.-
-Perché? Sei ferito, devi farti..-
Il moro lo interruppe:- No.- riaprì gli occhi incontrando quelli azzurri dell'altro - Se vado all'ospedale daranno la colpa a lui.. ma.. è stata colpa mia.-
Il biondo sbuffò incredulo:-Cosa mai puoi aver fatto per meritarti una cosa simile?-
Il ragazzo richiuse gli occhi:- Ho cercato di sorridere.-
E tutto d'un tratto Naruto capì perché su quella schiena non c'erano cicatrici recenti: era passato molto tempo dall'ultima volta che Sai aveva sorriso.
-Facciamo un patto.- La voce del ragazzo era seria, aspettò che l'altro riaprisse gli occhi per continuare -Io per stasera non lo denuncio, ma tu verrai con me da una dottoressa che conosco e ti farai controllare.-
Il moro esitò, ma alla fine annuì.

Di ritorno dalla facoltà Shikamaru e Naruto camminavano fianco a fianco, il biondo aveva raccontato i fatti della sera prima all'amico: lui non era un granché nel capire certe cose ma sapeva che l'altro era un genio e che parlargli di quel problema l'avrebbe aiutato a risolverlo.
-Cosa ha detto la dottoressa?-
-Dice che le ferite non sono molto profonde, per almeno un paio di giorni però non potrà appoggiare la schiena. L'ha medicato e fasciato.- il biondo scosse il capo -Gli ha detto che chi l'aveva fatto meritava di essere denunciato.-
Il castano gli rivolse un occhiata seria:-E lui?-
Naruto rispose stizzito:-Ha detto che non l'avrebbe fatto. Che era stata colpa sua e non sarebbe più successo..- il ragazzo allargò le braccia -Shika, io non lo capisco! Perché lo difende? Perché si assume la colpa?-
Il ragazzo sospirò:-Talvolta può capitare che le vittime di abusi difendano coloro che gli fanno del male, soprattutto se l'abuso è anche psicologico: se quel tipo l'ha convinto sin da piccolo che sorridere è sbagliato e che all'errore è associata la punizione fisica, questo spiegherebbe il motivo per cui lui ora pensa che sia veramente colpa sua.-
Il volto del cantante esprimeva tutto il suo disgusto:-Vorrei prenderlo a pugni.-
Shikamaru scosse la testa:-Lascia perdere, non servirebbe a niente. Andrebbe denunciato, ma l'unico testimone si rifiuta.. purtroppo dipende tutto da Sai.- il ragazzo si voltò verso l'amico -Piuttosto, che ne è di lui?-
Il ragazzo agitò una mano:-Tutto a posto: l'ho convinto a rimanere a casa mia. Per il momento è al sicuro.. per lo meno fino al concerto: si è rifiutato di rimanere oltre.-
-Meglio di niente..-



Naruto uscì dal bagno sfregandosi un asciugamano sui capelli bagnati per la doccia appena fatta, si fermò un attimo e invece di entrare direttamente nella sua stanza si diresse invece in quella degli ospiti dove stava Sai. Bussò alla porta aspettando il permesso per entrare. Un "avanti" gli giunse ovattato dal legno ed entrò: il moro era seduto sul letto con le gambe incrociate, un libro in mano.
-Ti da fastidio se parliamo un po'?-
Il ragazzo soppesò la domanda:-No.. Non mi da fastidio.-
Il biondo si andò a sedere sulla sedia davanti alla scrivania, voltandola in modo da stare di fronte all'ospite. Continuò a sfregarsi i capelli meditando su quale potesse essere l'approccio migliore per parlare di ciò che era successo col tutore, non gli veniva in mente niente. Nel frattempo, visto che l'amico non dava segno di voler parlare, il moro tornò a concentrarsi sul libro.
-Come mai hai un tutore?-
Il giovane sollevò lo sguardo dalla storia che stava leggendo fissandolo negli occhi azzurri dell'altro.
-Mi ha adottato.- Ricevendo uno sguardo perplesso dal ragazzo Sai decise di spiegarsi meglio nella speranza che le domande cessassero presto lasciandolo tornare al libro. -Stavo in orfanotrofio sin da piccolo, un giorno lui è venuto e mi ha adottato.-
-Si è comportato sempre da bastardo?-
Il moro rivolse un occhiata gelida al ragazzo rispondendo con altrettanta freddezza nella voce:-Non si comporta da bastardo, semplicemente desidera che io rispetti gli insegnamenti che mi ha impartito.-
Naruto sbuffò:-E questo comprende l'essere massacrato di botte?-
-Quello è successo perché ho sbagliato.- Il biondo sentì la voce del ragazzo incrinarsi appena e si diede del deficiente. Decise di avvicinarsi e si andò a sedere sul letto vicino al moro.
-Cosa leggi?- Forse cambiare argomento per un po' avrebbe aiutato.
Il giovane lanciò un occhiata perplessa al biondo che gli si era avvicinato ma quando quella zazzera scompigliata si sporse davanti al suo viso per leggere l'intestazione del libro non poté fare a meno di sentirsi avvolgere dal profumo di vaniglia che quel ragazzo emanava. Era decisamente buono. Quando Naruto risollevò il viso verso l'amico, lo trovò con lo sguardo perso e le pallide guance vagamente tinte di rosa. Sai si tirò appena indietro quando si accorse di quelle iridi azzurre troppo vicine alle sue.
Il biondo sorrise furbescamente:-Ti piace la vaniglia?-
-È un buon profumo.-
Il ragazzo mise su un piccolo broncio:- Potresti sprecarti un po' di più...-
Il moro scrollò le spalle:-Scusa, ma non mi viene bene: è passato molto tempo dall'ultima volta che ho parlato molto.-
Naruto tornò serio:- Quando è stata l'ultima volta che ti sei lasciato andare?- notando però lo sguardo smarrito dell'altro si spiegò -Intendo dire l'ultima volta che hai parlato a lungo di te, sfogandoti, dicendo ciò che ti passava per la testa, senza restrizioni...-
Lo sguardo d'onice vagò per la stanza senza fermarsi su niente in particolare, riunendo le idee.
-Credo sia stato quand'ero piccolo, per un periodo una donna all'orfanotrofio ci faceva parlare molto... seduti su una poltrona le dicevamo tante cose..-

Il biondo rimase molto colpito dalla fragilità che emanava dal ragazzo al suo fianco. Dopo un attimo di esitazione diede voce ai suoi pensieri:-Se ti va, io posso stare qui ad ascoltarti...-
Il cantante si sentì trapassare da quello sguardo serio, calcolatore.. poi il giovane annuì e si stese piano all'indietro sulla schiena lasciando che il biondo si sistemasse meglio sul letto intanto che raccoglieva i propri pensieri.
Naruto si ritrovò seduto vicino alla testa del moro e, mentre questi chiudeva gli occhi pensando, lui passò il proprio sguardo su quel corpo magro, segnato troppo presto dalle sofferenze... eppure c'era una certa bellezza in lui.. un innata eleganza dei lineamenti e nel comportamento... qualcosa che nemmeno anni di violenze erano riusciti a far sparire e il ragazzo si ritrovò a ringraziare mentalmente che non tutto si fosse perduto.
Mentre Sai prendeva a parlare, lentamente, come se ogni parola dovesse essere pensata attentamente prima di essere detta, Naruto si ritrovò a vedere con gli occhi della propria mente i fatti a cui quelle labbra sottili davano vita.
Un infanzia iniziata con lo spettro di un incidente stradale che tornava a far visita negli incubi notturni di un bambino troppo piccolo per poter capire cosa succedeva attorno, anni passati in un edificio che sembrava troppo grande per uno scricciolo di appena un metro d'altezza, la tristezza che lo avvolgeva tutte le notti quando il sole tramontava e che arrivava insieme al freddo di un abbraccio che non arrivava e poi il cambiamento... Un uomo finalmente lo sceglieva per essere la sua nuova famiglia, ma qualcosa diceva al bambino già prima che la macchina lucente si fermasse in un vialetto scricchiolante di ghiaia che non andava tutto bene. Gli insegnamenti del nuovo padre erano duri, aveva seguito lezioni in una scuola privata e lì aveva conosciuto altri bambini e loro sorridevano cercando di convincerlo a giocare, ma il nuovo padre non voleva... E poi un giorno aveva scoperto cosa lo aspettasse nel caso sbagliasse mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti: aveva fatto male, male da sentirsi spezzare in due. E dopo quella volta ne erano arrivate altre... non aveva più accettato di giocare con gli altri anche se questo lo rendeva triste, e piano, col tempo, il dolore fisico era arrivato più di rado e poi era cessato. Ma Sai non ci riusciva, per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare quando si fosse reso conto che il dolore non arrivava più ma che al contempo non arrivavano nemmeno i sorrisi... sapeva solo che ad un certo momento non era più riuscito a ricordare che differenza ci fosse tra la gioia ed la tristezza.. non era riuscito più a sorridere, forse però non ci aveva più nemmeno tentato, né a piangere...
E aveva continuato a crescere, uno stirare di labbra che accontentava molti e che lo liberava da domande stressanti, troppo spesso ripetuto, fino a dimenticarne la motivazione che teoricamente l'avrebbe dovuto accompagnare... nessuno si era più avvicinato a lui... dicevano che era strano.. che forse aveva la mente malata perché non sorrideva.
Sai scostò le braccia che aveva portato sugli occhi mentre parlava, per spiegare a Naruto al suo fianco che era passato molto tempo da quando l'ultima persona gli aveva detto che avrebbe dovuto provare sentimenti e che proprio lui, con le sue parole, gli aveva fatto desiderare di provarci ancora una volta, anche se erano passati anni, ma ciò che vide lo lasciò senza parole.
Il biondo lo guardava con gli occhi seri, senza perdersi neanche una parola, le guance solcate da umide scie di lacrime.
Il moro si accorse solo in quel momento che una mano del ragazzo era tra i suoi capelli e che gli aveva donato gentili carezze passando le dita tra i suoi ciuffi d'ebano per tutta la durata del racconto.

Gli occhi neri scrutavano il viso dell'amico:-Perché hai pianto?-
Il biondo passò la mano libera sulle guance asciugandole per poi scuotere il capo rivolgendo all'amico un sorriso:-Lascia stare, ora sono felice che tu ti sia aperto con me. Potrai farlo tutte le volte che vuoi.-


-Basta...- La voce lenta di Shikamaru risuonò nella saletta durante un secondo di silenzio facendo sì che il cantante si voltasse verso di lui per poi osservare tutti i compagni, notando le espressioni stanche decise che c'era bisogno di staccare per un po'.
-Ok, facciamo una pausa di qualche minuto.-
L'amico appoggiò il proprio basso al supporto e si stiracchiò, presto anche gli altri lasciarono i loro posti per sgranchire i muscoli e rilassarsi chiacchierando.
Naruto vide il suo temporaneo coinquilino poggiare la chitarra e andare al proprio zainetto, aprirlo e, dopo averci brevemente frugato dentro, richiuderlo con un espressione leggermente imbronciata. Il biondo gli si avvicinò con calma:- Sai, tutto ok?-
Il moro si girò verso di lui e annuì brevemente:-Sì, sono solo un po' disidratato.-
-Tutto qui?- Il ragazzo armeggiò velocemente col proprio zaino fino a levarne una bottiglietta d'acqua -Puoi bere la mia acqua!-
Il bassista guardò con evidente desiderio l'acqua per poi rivolgere uno sguardo al cantante ma vedendone il sorriso aperto ringraziò a bassa voce, accettando l'offerta.
Naruto aveva appena dato la bottiglietta a Sai e lo guardava svitarne il tappo, felice di averlo potuto aiutare nel suo piccolo, quando un colpo sulla spalla non lo fece voltare: davanti a lui c'era Kiba, il volto scuro.
-Posso parlarti?-

-Cavoli, si gela qua fuori..- Naruto si strinse nel giubbotto seguendo l'amico in strada.
Il castano si voltò per affrontarlo:-Si può sapere che fai? O meglio: "perché".-
Il biondo lo guardò perplesso:-Si può sapere a che ti riferisci?-
Il ragazzo fece un gesto stizzito col braccio in direzione della porta dalla quale erano usciti:-Prima! Dare la tua acqua a quello! Non sai se ha malattie! Non lo conosci!-
Il cantante si risentì vagamente di quelle parole.
-Innanzi tutto non è "quello": ha un nome, si chiama Sai. E poi cosa dovrei fare secondo te? Lasciarlo morire di sete? E poi...-
-È uno psicopatico!- il castano interruppe l'amico con foga -E se poi..-
-Non è psicopatico!- Stavolta fu il biondo a interrompere le parole dell'altro, l'espressione furiosa sul suo viso lasciò senza parole l'amico -Non puoi giudicarlo solo per due o tre frasi che gli hai sentito dire o che hai sentito sul suo conto: apri gli occhi, devi giudicare con ciò che vedi! E non mi risulta che tu l'abbia mai visto comportarsi male.. Anzi a dirla tutta mi pare che tu proprio non l'abbia visto: è quasi una settimana che suona con noi e non mi sembra che tu l'abbia mai trattato come se facesse parte del gruppo, non hai mai cercato di conoscerlo, di parlarci! Si può sapere da cosa deriva tutta questa rabbia nei suoi confronti?-
La voce del castano suonò più calma e bassa rispetto a prima.. tuttavia ciò che colpì il biondo furono il tremore che vi sentì e le parole:- È per come è: sin da quando è arrivato sapevo che sarebbe successo, che ti saresti "affezionato" a lui.- Kiba sollevò lo sguardo dall'asfalto per fissarlo negli occhi azzurri dell'altro, un sorriso amaro sulle labbra.-Forse non te ne accorgi nemmeno tu.. ma finisci sempre per legarti a quelli che hanno più o meno chiaramente problemi. E ora dimmi perché: perché per una volta non puoi innamorarti di un ragazzo normale...-
Naruto scosse il capo in silenzio, gli occhi sbarrati per la sorpresa:- Kiba... io non..-
Il batterista emise una breve risata che somigliava vagamente ad un latrato:- Non dirmi che non ti piace! Pensi che sia al centro dei tuoi pensieri solo perché sta nella band?- il ragazzo scosse il capo prima di continuare -Ma se avrò ragione io, se ti ferirà..- il castano incatenò il suo sguardo in quello dell'altro -..in quel momento, verrai finalmente da me?-



Finalmente era la sera del concerto, tutta la band aveva i nervi a fior di pelle ed ognuno reagiva a modo suo: Choji aveva fatto fuori tre pacchetti di patatine in venti minuti, Kiba non faceva altro che battere le bacchette su qualunque superficie abbastanza vicina e Naruto camminava avanti e indietro... gli unici calmi sembravano essere Shikamaru e Sai, il castano fumava tranquillamente una sigaretta mentre il moro rimaneva semplicemente seduto composto su una sedia, la schiena dritta e l'espressione indifferente, seguiva con lo sguardo il biondo misurare a grandi passi la stanza.
-Credo che ci siamo quasi.- Shikamaru si scostò dal muro al quale era appoggiato:-Vado a dare un ultima controllata alla strumentazione.- Uscì dal camerino seguito dal suo migliore amico.
Poco dopo Kiba mormorò qualcosa ed uscì anche lui.
Naruto smise di camminare e rivolse uno sguardo attento a Sai: nella stanza erano rimasti solo due.
-Devo parlarti.-
Il moro fissò gli occhi nei suoi:-Conosco i pezzi.-
Il biondo scosse la testa:- No, non è di questo che ti devo parlare..-
Il ragazzo si alzò dalla sedia e con voce atona lo interruppe:-Credo sia meglio avvicinarsi.-

Erano già a metà corridoio quando Naruto riprese il discorso.
-È a proposito dei sentimenti.. e dei sorrisi. Dovresti sorridere più spesso, le persone che ti stanno vicine ne sarebbero contente. Ma non a quel tipo!- il tono del ragazzo si fece concitato mentre rivolgeva un occhiata furiosa all'altro -Quel vecchiaccio non si merita nemmeno mezzo di un tuo sorriso!-
Il moro sbuffò ed il biondo fu sicuro di intravedere un mezzo sorriso su quelle labbra sottili, si calmò e continuò a parlare.
-E dovresti anche provare a mostrare un po' più le emozioni...-
Sai lo interruppe:-Lo so, lo so: la mia musica ne gioverebbe... ma te l'ho detto, io non provo emozioni.-
Naruto fermò il ragazzo per una spalla e lo fronteggiò:-Questo non c'entra niente con l'esibizione, vorrei che tu mostrassi di più le tue emozioni perché.. ti farebbe bene e..- il biondo sentì le proprie guance arrossire ma continuò -Farebbe piacere anche a me...-
Il moro scosse la testa:-Io non..-
Sai si interruppe mentre l'amico lo spingeva delicatamente contro il muro premendo le labbra contro le sue.
Sentì la lingua del biondo scivolare sulle proprie labbra e per la sorpresa le dischiuse, lasciando così libero accesso all'altro. Si sentì investire da un fiume di sensazioni mentre percepiva quel corpo caldo premere contro il proprio e quel bacio crescere in passione, capì di essere sul punto di perdere il controllo di sé stesso.
Naruto separò la sua bocca da quella del moro solo quando ne fu costretto dal bisogno di ossigeno. Sentiva le labbra gonfie e un enorme piacere lo invase guardando il viso dell'altro, generalmente pallido, ora acceso di un rossore assolutamente adorabile.
-Anche tu provi emozioni.-
Gli occhi d'onice incontrarono quelli azzurri dell'amico, esitò un attimo ma poi negò col capo:- No.-
Ma il biondino lo sconcertò ancora quando un piccolo ghigno sorse su quelle labbra:-E allora perché mi tieni così forte..?-
Dopo un attimo di confusione Sai guardò le proprie mani: le teneva sulle spalle del cantante e dal colore delle nocche sembrava che le stesse stringendo veramente forte.
Sentì la propria voce esprimere in un soffio quello che lui si rifiutava di voler ammettere con se stesso:- Perché non voglio che ti allontani da me.-
Sollevò lo sguardo in quello dell'altro e vi lesse felicità mischiata a qualcos'altro che non riusciva a definire ma che lo rese a sua volta felice.
Il biondo sorrise con dolcezza e riavvicinando il viso a quello del moro soffiò sulle sue labbra:-Mi piace questo tuo sentimento... non preoccuparti, non vado da nessuna parte senza di te...-



Naruto sorrise alla folla mentre questa ondeggiava sotto il palco, illuminata dalle luci colorate.

La chitarra elettrica del cantante attaccò il pezzo forte del gruppo e il pubblico urlò ancora di più.

Quando mi voltavo indietro, ho sempre saputo che il tuo sorriso sarebbe stato lì
Ma prima che me ne accorgessi, quella realtà è diventata una gentile memoria

Kiba alla batteria ce la metteva tutta, Shikamaru muoveva la testa a tempo con la musica.

Quando chiudo gli occhi, il tuo viso sorridente è ancora lì
Sempre, mi hai dato più forza di qualsiasi altro
Pietra nera

Sai si accorse dell'incredibile energia che emanava il ragazzo biondo davanti a sé..
Forse era stata quella ad attrarlo.

All'improvviso, noi potevamo fare qualcosa di ribelle e stupido
Era indifferente e impulsivo
La realtà di quei giorni è diventata un insostituibile tesoro

Forse anche lui poteva fare una cosa stupida ed impulsiva...

Quando chiudo i miei occhi, il tuo viso sorridente è ancora lì
Sempre, mi curi quando sono ferito

Naruto gli aveva dato tanto, forse in quel modo l'avrebbe potuto ricambiare.

Sorrido perfino quando mi sento solo
Perché al mio fianco, tu sei...
Tu sei lì

Lui non l'avrebbe abbandonato: per lui poteva farlo.

Quando chiudo i miei occhi, il tuo viso sorridente è ancora lì
Perché io credo che prima o poi ci incontreremo ancora

Il cantante notò un cambiamento nella musica e capì che ora si sentiva anche il sentimento provato dal secondo chitarrista. Si voltò a guardare il moro.

Perché abbiamo promesso

Sai sorrideva, nessuna falsità: un sorriso aperto, fiducioso e felice. E Naruto lo ricambiò con gioia.

PIETRA NERA


Sono arrivata settima!! Sono arrivata settima!!! Sono davvero felice della posizione raggiunta! Ringrazio tutti coloro che leggeranno la mia storia e coloro che decideranno di lasciare un commentino. I miei complimenti alle altre partecipanti e alla giudice!!


7° Posto a pari merito - “Perché abbiamo promesso, Pietra Nera” di Arwen88
Stile e grammatica: 7.
Trattazione del tema: 8.
Personaggi: 8.
Originalità: 7.
Media tra i quattro voti: 7,5.
La lettura di questa storia ha sortito l’effetto di un abbraccio caldo, avvolgente. L’ho trovata sin dal principio romantica, nel senso convenzionale del termine, eppure abbastanza ben articolata da non apparire scontata. Il finale con le strofe della canzone chiude degnamente la narrazione.
Una one-shot Alternative Universe niente male, benché tratti argomenti piuttosto inflazionati.
Naruto, Kiba, Shikamaru e Choji formano una band, alla quale si è momentaneamente aggiunto un nuovo membro: Sai. Tuttavia è chiaro fin dal principio che egli non piace ai componenti del gruppo: è chiuso in se stesso, tanto da apparire antipatico e addirittura psicopatico. Non sorride mai, evita di esternare le proprie emozioni, di qualsiasi natura esse siano, e non cerca in alcun modo di avvicinarsi agli altri.
Solo Naruto è toccato dal suo comportamento ed è allora che decide di indagare su di lui, per scoprire chi si nasconde dietro quel muro di impenetrabile apatia.
Per togliere i dubbi all’autrice, posso assicurare che gli argomenti delicati sono stati toccati con il dovuto tatto, senza scadere nel noioso stereotipo melodrammatico da autrici angst immature. I personaggi principali sono IC, soprattutto Naruto, che, relazionato al sedicenne dello Shippuden, appare forse anche più maturo. Si capisce perfettamente che è lui attraverso tanti piccoli dettagli che lo caratterizzano –ad esempio, quando porge a Sai la bottiglietta d’acqua-. Per ciò che riguarda Sai mi ritengo abbastanza soddisfatta: la fragilità attribuitagli può calzare^^.
Mi ha lasciata leggermente perplessa lo stile impiegato: avrebbe potuto certamente portare a qualcosa di più, se meglio curato. Premetto di non aver trovato errori di grammatica, né sviste, però ho sentito spesso la mancanza di fluidità nel discorso.
Specifico che il numero dei punti di sospensione è tre, non due; inoltre si potrebbe cominciare la frase successiva con la lettera maiuscola. Comunque sia, spesso li ho trovati superflui, mentre in alcune frasi mancavano le virgole. I dialoghi invece, quando è stato utile, sono risultati davvero incisivi.
Ultima nota: personalmente non gradisco l’uso di “il biondo”, “il moro”, “il castano” per determinare i personaggi. Lo trovo poco elegante, stona quasi. Meglio ripetere il nome, o sostituirlo con “il ragazzo” et similia^^.
In conclusione posso affermare con certezza che mi è piaciuta molto, che avrebbe meritato di più… Basta un po’ di esercizio?
Un buon lavoro davvero, complimenti^^.
Kiss^*^
Totale: 30/40
  
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