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Autore: ErZa_chan    19/11/2016    1 recensioni
Lancio un altro grido, mentre percepisco il dolore che attraversa il mio corpo, sempre più forte.
Tengo gli occhi chiusi, il buio mi sommerge completamente: tutto quello che sento è l'orribile squarciarsi della mia pelle e lo scricchiolio disumano delle mie ossa. [...] Il cuore mi batte all'impazzata e perdo totalmente la concezione della realtà: il mondo intorno a me diventa solo un ammasso indistinto di suoni e odori e sento di poter cedere da un momento all'altro.
No.
Devo resistere al dolore.
Non voglio morire.
Non posso morire.
Io voglio vivere.
________
Due ragazze francesi, prive di memoria, vengono ritrovate in un bunker sotterraneo durante una missione dello S.H.I.E.L.D. Non ci vuole molto perché scoprano di essere state vittime di orribili sperimenti e, affiancate dai migliori agenti del paese, cominceranno a scoprire che, nascosto nel loro passato, c'è qualcosa di molto più temibile di quanto pensino.
[Post-Avengers, Pre Capitan America TWS]
[OC(s)xAvenger(s)]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sette
 
I was born in that summer when the sun didn't shine
I was given a name that doesn't feel like it's mine
Lived my life as the good boy I was told I should be
Prayed every night to a religion that was chosen for me 

Promiseland-Mika

Veniamo svegliate da quello che definirei come papà Barton in azione.
Clint scuote gentilmente Anaëlle per una spalla e mi rigiro tra le lenzuola per guardarlo, tentando di non ridergli in faccia.
Non resisto per molto.
"Adesso esclamerai Buongiorno principesse?" gli domando, alzandomi in piedi.

Sento Natasha dietro di me che guarda la scena altrettanto divertita e mi giro sorridendole.
"Buongiorno biscia." mi saluta.

"Preferivo principessa a questo punto." sbuffo, gonfiando le guance indispettita.

Anaëlle e Clint si lanciano uno sguardo d'intesa prima di alzare gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
Sono sicura che, nell'ultimo periodo, quei due abbiano sviluppato un rapporto totalmente diverso da quello mio e di Natasha, forse più vicino a un legame padre-figlia. 
Ogni tanto mi chiedo come sarebbero andate le cose se avessi avuto io la possibilità di allenarmi con Clint...Anaëlle non mi racconta quasi mai nulla in proposito tranne quando viene a sapere di qualche aneddoto divertente o qualche informazione riguardante lo S.H.I.E.L.D, ma non mi sono mai curata più di tanto della cosa...diciamo che Natasha mi ha dato abbastanza grane, sopratutto all'inzio, da non aver tempo di essere gelosa del rapporto tra Clint e Anaëlle.

"La principessa gradisce della colazione?" mi domanda Clint, canzonandomi.

"Fammi pensare un attimo."-rifletto-"Vorrei delle uova, della pancetta, dei cereali col latte, della frutta, dello yogurt e dei pancakes!" rispondo a tono.

"Perfetto! Li vuoi a forma di stella, di dinosauro o di elefante?" 

"Orso polare." sibilo.

"Io vi voglio fuori da casa mia tutti tra venti minuti." si intromette Natasha sorseggiando il suo caffè. Clint prova ad obiettare qualcosa  ma Natasha alza lo sguardo dalla sua tazza e lo fulmina con lo sguardo-"Venti minuti." ribadisce e capiamo che c'è poco da scherzare.

**
L'Avengers Tower si staglia maestosa davanti a noi e non posso fare a meno di constatare che si tratti di una pacchianata oscena nel cuore di New York, ma pur sempre una pacchianata con un certo fascino.
La grande A blu risplende nel cielo e sono costretta a socchiudere gli occhi per poterla ammirare meglio. All'improvviso, mentre sto per distogliere lo sguardo, realizzo che nessuno ci ha mai menzionato il progetto Avengers, eppure ne sono perfettamente al corrente.
Natasha Romanoff, Clint Barton, Steven Rogers (il ragazzo biondo che ho visto quando siamo state trasportate alla base dello S.H.I.E.L.D?), Bruce Banner, Thor e Tony Stark.
I loro nomi riecheggiano nella mia mente con prepotenza e sono costretta a chiudere gli occhi mentre una fitta di violento mal di testa mi assale.

"Ehi, stai bene?" 

Anaëlle mi si avvicina e mi appoggia dolcemente una mano sulla spalla, con fare protettivo. 
Annuisco ma non sono così sicura di quel che sta succedendo: sono forse ricordi? E perché mai dovrei ricordarmi degli Avengers, di tutta la mia vita proprio di loro?
Una paura irrazionale mi assale mentre le parole di Natasha mi riecheggiano nella mente.

"I KGB dove ho vissuto da quando ne ho memoria, sperimentava sulle sue reclute e, spesso, ci cancellava i ricordi impiantandone di falsi al loro posto."

Il tintinnio dell'ascensore in arrivo mi riscuote all'improvviso: non mi sono neanche resa conto che siamo entrare nella torre tanto ero presa dai miei ragionamenti.
Ho paura.
La consapevolezza del terrore che mi sta assalendo mi fa mancare il terreno sotto i piedi a mi aggrappo alla prima persona che trovo vicina.
Anaëlle, penso, ma è quando mi ritrovo lo sguardo penetrante ti Natasha che mi scruta capisco di aver stretto il suo braccio. Faccio per lasciarla andare ma, evidentemente, c'è qualcosa nel mio sguardo che la allarma perché fa segno a Clint e An di proseguire senza di noi.
Le porte dell'ascensore si chiudono di nuovo e finalmente scivolo in ginocchio, le mani premute sulle tempie mentre la testa sembra volermi esplodere.

"Cosa succede, Camille?" mi domanda Natasha, accucciandosi accanto a me.

"Natasha Romanoff, Clint Barton, Steven Rogers, Bruce Banner, Tony Stark, Thor."- ripeto come una cantilena-"Nessuno ci ha mai parlato del progetto Avengers."- cerco di spiegarle, ma boccheggio.
Natasha, comunque, sembra aver capito al volo quello che intendo.

"Ricordi?" mi domanda, incalzante.

"Non lo so."-le rispondo sinceramente-"Natasha e se fosse questo quello che vogliono, chiunque siano?" Ci cancellano i ricordi, ci fanno trovare da voi tutti, ci fanno introdurre negli Avengers e poi ci...attivano."

C'è qualcosa nelle mie parole che mi suggerisce che quelle non siano solo ipotesi, sento una consapevolezza nel petto che mi disorienta.
Natasha mi guarda e, per la prima volta, vedo una reale preoccupazione nel suo sguardo.

"Lo avevo preso in considerazione."-ammette poi, dopo qualche secondo-"Io stessa ci sono passata, ma questo implicherebbe ben più di semplici esperimenti umani, Camille. Vorrebbe dire che si è creato un vero e proprio sistema paragonabile a quello del KGB in Francia." 

La sua voce freme e alzo lo sguardo giusto in tempo per cogliere un barlume di orrore nei suoi occhi. Posso solo immaginare cosa stia provando in quel momento e, all'improvviso, mi sento così stupida ad averne parlato a lei senza esitazione, senza considerare cosa potesse significare per lei.

"Non potete saperlo, Natasha. Pensavo lo S.H.I.E.L.D fosse più prudente di così." boccheggio.

"Lo  S.H.I.E.L.D non prende in considerazione organizzazioni segrete sepolte da decenni, Camille."- mi risponde duramente-"Comunque sia, ti assicuro che non c'è nulla da temere, ora come ora potrai anche saperti trasformare in una biscia arrabbiata, ma non riusciresti neanche a scalfire la superficie dello  S.H.I.E.L.D." mi rassicura, addolcendo il tono.

Annuisco, poco convinta:
"Voglio saperne di più, Natasha. Sento che c'è qualcosa in profondità, qualcosa che mi sfugge e non riesco a raggiungere." -formulo confusamente-"Forse, se riuscissi a capire se siamo una minaccia.."

Natasha mi ferma ancora prima che possa completare la frase:
"Se sarete una minaccia, ce ne prenderemo cura noi, Camille. Per adesso, limitati a ricordare ciò che puoi, qualsiasi cosa ci possa essere utile per delle indagini."

"Lo farai presente a Fury?" domando, speranzosa.

"Il prima possibile."-mi rassicura e sento parte del peso che ho sul petto alleggerirsi-"Adesso alzati, biscia, non ho firmato un contratto per farti da baby sitter." dice, tendendomi una mano.

"Stronza." sibilo mentre mi aggrappo alle sue dita affusolate e mi rimetto in piedi.
Mi aspetto un'occhiata di quelle gelide, invece Natasha incrina le labbra in un sorriso impercettibile, quasi compiaciuto, lasciandomi spiazzata.

"Andiamo, quel megalomane Stark ci aspetta." dice poi, mentre le porte si aprono nuovamente.
Ridacchio e la seguo fuori dall'ascensore.

**
Tony Stark è esattamente il genio miliardario che mi aspettavo, solo un po' più basso del previsto.
Ci accoglie nell'enorme soggiorno- soggiorno è riduttivo- dell'ultimo piano dell'Avengers Tower e non posso fare a meno di guardarmi intorno, stupefatta.
Non appena arrivo, Anaëlle mi si avvicina e mi stringe una mano, in maniera apprensiva, ma la rassicuro, promettendola che la metterò al corrente di quanto è successo.
E' Stark a interrompere il nostro dialogo fitto fitto in francese

"Ed eccole qui, le nuove reclute del nostro amato Pirata Nick." scherza. 
Il suo francese è esitante, ma comunque migliore di quello di Capitan America. Stark sembra esserne al corrente, poiché,all'improvviso ci lancia qualcosa, che afferriamo entrambe al volo.

"Non male, ragazzina."- dice, rivolto ad Anaëlle-"Com'è che funziona? Sensi super sviluppati? Super udito? Super velocità?" 
Posso cogliere una chiara punta di sarcasmo nella voce di Stark ma non mi irrita quanto sembra fare con Natasha, che non può fare a meno di fissarlo, torva.
Credo che questi due abbiano dei trascorsi decisamente poco piacevoli..

Anaëlle sorride:
"Tutte tranne la super velocità." risponde poi.
Stark sembra sorpreso, ma non troppo.
Osservo ciò che ci ha porto poco elegantemente prima e vedo che un auricolare, ma lievemente più articolato. Tony deve aver colto il mio sguardo interrogativo, poiché si infila il suo auricolare e ci incita a fare lo stesso con un cenno della mano. Obbediamo e lo vediamo annuire, compiaciuto.

"Traduttore simultaneo."-afferma poi-"Parlatemi qualsiasi lingua e la capirò." ci incita poi.

Natasha sibila qualcosa in russo e mi sorprendo di riuscire a capirla:
"Megalomane egocentrico." 

"Anche io ti voglio bene, agente Romanoff."-le risponde-"Ma ti preferivo decisamente come segretaria obbediente."
Non capisco a cosa si stia riferendo Stark ma vedo chiaramente una scintilla di rabbia negli occhi di Natasha:
"Io ti preferivo quando eri stato licenziato dalla tua stessa società." ribatte freddamente.

"Ouch!" -le fa eco Clint, ridendo-"Copito e affondato, Stark."

"Ogni tanto mi chiedo come faccia ad esserle amico, Legolas. Non hai paura che ti mangi mentre dormi?" incalza Stark

Clint si stringe nelle spalle con fare indifferente

"Uno ci fa l'abitudine, dormo con un occhio aperto."

Sento chiaramente la gomitata di Natasha nelle costole del povero Barton che scricchiolano in maniera inquietante..spero non abbia nulla di rotto.

"Quindi, fatemi capire bene."-esordisco-"Voi sareste gli eroi che salvano il mondo?"

"Vi comportate sempre così?" mi fa eco Anaëlle.

"Solo quando non c'è il Capitano, altrimenti guai a chi osa fare battute!"-risponde Stark-"E' rimasto all'umorismo degli anni '40." aggiunge, facendomi sorridere.

"Signore, vorrei ricordarle che ha un appuntamento alle 13.00"

Una voce meccanica risuona nella sala, facendo sobbalzare me e Anaëlle.

"Che cos'è?" domanda An, allarmata.

"Natasha, ricordavo la tua voce un po' diversa." dico, facendo riferimento alla battuta sulla segretaria.
L'occhiataccia di Natasha vale l'espressione di puro stupore e divertimento sulla faccia di Stark.

"Mi piace la ragazza, è una mini-me." dice, indicandomi con un cenno della testa.

"Dio ce ne scampi." sospira Clint.

"Io sono J.A.R.V.I.S"-si presenta la voce meccanica-"L'assistente virtuale di Mister Stark."

"E' inquietante." -commenta Anaëlle e non posso fare a meno di concordare-"In ogni caso, qualcuno ha intenzione di dirci cosa ci facciamo qui?"

Adoro quando fa le sue domande dirette e pertinenti ogni situazione.

"Forse volevano farci vedere questo circo, in fondo sono divertenti." le rispondo e lei si stringe nelle spalle come per darmi ragione.

"Fury ha ritenuto opportuno rivolgersi a te per il loro equipaggiamento, visto come sei riuscito ad ideare un costume su misura e funzionale per ognuno di noi." -spiega Clint-"Non credo che una normale tuta dello S.H.I.E.L.D possa reggere gli artigli di Anaëlle.."

"E le scaglie di Camille." aggiunge Natasha.

"Competizione per l'allievo migliore?" mi domanda Stark, indicandoli.

Mi stringo nelle spalle:
"Non che io sappia..ma tutto può essere tra quei due." commento e Tony mormora qualcosa in assenso.

"J.A.R.V.I.S, voglio un body-scan completo di Kaa il serpente e Balto il lupo"- ordina poi-"E procurati i loro file dello S.H.I.E.L.D."

"Immediatamente."

"Khaa, Balto, Robin Hood e Anastasia."- proclama Stark, guardandoci-"Se mai facessero un film dei cartoni Disney, sareste un cast perfetto!"

Natasha sbuffa seccata mentre io non posso fare a meno di reprimere un sorriso: da quando siamo arrivate, Stark è l'essere umano più...umano che incontro. Niente super spie glaciali, regole e contratti da firmare con una pistola praticamente puntata alla testa, il che è grandioso.

"Quando hai finito, tesoro, che ne dici di mettere una firma qui e approvare la ristrutturazione della nostra villa a Malibù?"

Una donna decisamente alta (forse grazie a quei tacchi a spillo neri su cui sta in equilibrio con una sicurezza impressionante) e dai capelli biondi raccolti in un'alta coda stretta entra nella stanza con disinvoltura, facendo con la testa un cenno di saluto a Clint e Natasha. Stark la raggiunge in un secondo e le posa un bacio sulla guancia.
"Comprende anche l'allargamento del garage?" le domanda, mentre firma velocemente.
La donna alza gli occhi al cielo:

"Del garage, della piscina e dell'area di atterraggio sul tetto per le armature." puntualizza poi, riprendendosi i moduli.

"E' per questo che la amo." -ci dice Stark, indicandola-"Efficienza."

"Ed educazione."-aggiunge lei, avvicinandosi e tendendomi la mano-"Sono Virginia Pepper Potts, amministratrice delegata delle Stark Industries."

Le sorrido e lo stesso fa Anaëlle e Pepper ci squadra coi suoi grandi occhi azzurri e sorride:

"Lo S.H.I.E.L.D vi recluta sempre più giovani." sospira poi.

Mi stringo nelle spalle e faccio per risponderle, ma è Natasha interviene prontamente:

"Sembrano più piccole di quello che sembrano, sopratutto Camille, ma sono più che maggiorenni."-dice-"E poi, io ho iniziato più giovane."

Ignoro la frecciatina, anche se mi annoto di ricambiarla a breve e mi concentro sulle due donne, cercando di capire quale possa essere il loro rapporto: sembrano essere in confidenza, ma percepisco un certo gelo tra di loro, come del rancore serbato per molto tempo.
Pepper sorride come rassegnata e annuisce in direzione di Natasha, senza aggiungere una parola.

"Se vi servisse un posto dove stare per un po', l'Avengers Tower ha qualche stanza da offrirvi." ci dice poi, sfoderando un sorriso di convenienza. Lo ricambio: da quando ho memoria, è la persona più gentile che abbiamo incontrato.

Quando Pepper se ne va, restiamo tutti in silenzio per qualche secondo, come se la sua entrata in scena avesse alterato l'equilibrio ed è la voce di J.A.R.V.I.S a riscuoterci da quel torpore.

"Mr Stark, ho completato il body-scan, le consiglio di iniziare a lavorare sulle tute al più presto."

"Tranquillo, J.A.R.V.I.S, sono un genio non ci metterò più di qualche ora, mi conosci."

"Appunto..." commenta sarcastico il maggiordomo e sorrido notando come un programma sia dotato di senso dell'umorismo.

"Sei così poco fiducioso,  J.A.R.V.I.S!"- lo rimprovera Stark, ma senza cattiveria-"Avrete un equipaggiamento che resisterà persino all'Hulk, anzi chiederò l'aiuto proprio di Banner per progettarlo!"

Il nome di Hulk mi suona familiare, ma non lo associo a un volto e non capisco il nesso tra lui e Banner, così io e Anaëlle ci limitiamo a ringraziare uno Stark ormai gi  preso dai suoi ologrammi blu proiettati nell'aria e seguo Natasha e Clint fuori da quel posto quasi surreale.

"Accetterete l'offerta di Pepper per quanto riguarda gli alloggi all'Avengers Tower?" ci domanda Clint.

"Si" risponde Natasha prima che io e Anaëlle possiamo anche solo formulare una risposta.
Ci vuole decisamente fuori dal suo soggiorno di casa sua al più presto e non voglio certo darle questa soddisfazione.

"No."-ribatto-"Troveremo un nostro appartamento." affermo convinta, girandomi in direzione di Anaëlle che non sembra molto convinta delle mie parole-"Sarà divertente, vedrai!"- incalzo e la vedo sospirare rassegnata.

"Vi do ventiquattr'ore."- dichiara Natasha, gelida-"Sbrigatevi a cercare un posto."

E' decisamente di cattivo umore, eppure poche ore fa mi ha salvato da un attacco di panico incombente con un sorriso stampato sul volto.
Annuisco e, quando mi gira le spalle e si appresta a seguire Clint verso gli ascensori, le afferro un braccio.
Devo smetterla di fare gesti così avventati, mi annoto mentalmente mentre si gira e sento un brivido percorrermi la schiena.

"Cosa c'è che non va?" le domando, concisa.

Lei mi scruta un attimo, poi scuote le spalle:

"Non sono affari tuoi." mi risponde.

Sento una delusione crescente invadermi il petto, ma non mi arrendo.

"Lo so, voglio solo capire." ammetto candidamente.

Natasha mi scruta con aria indecifrabile, poi sospira e prosegue verso gli ascensori e, proprio quando penso che mi abbia semplicemente liquidata così, la sento parlare.

"Due anni fa, una delle mie missioni prevedeva osservare Stark e mandare rapporti che lo riguardassero allo S.H.I.E.L.D poiché era considerato un soggetto instabile. Mi sono finta la sua segretaria, Natalie, per mesi e, quando ha perso la società, sono diventata quella di Pepper. Lei mi detestava all'inizio, probabilmente era gelosa delle occhiate che Stark mi lanciava ma, dopo che avevano litigato, abbiamo cominciato a legarci."- mi racconta-"E' stata una figura familiare per un po' di tempo." mi spiega.

"Poi ha scoperto chi sei veramente." concludo per lei, capendo.

Natasha annuisce:
"Non che mi aspettassi una reazione diversa, nessuno si fida più di me dopo che viene a conoscenza del fatto che sono un'agente dello S.H.I.E.L.D. Stark non dormirebbe più nella mia stessa stanza neanche a pagarlo oro il che è l'unica nota positiva della mia fama da assassina." conclude, sorridendo amaramente.

"Mi dispiace."-le dico, sinceramente-"Ma, se ti può consolare, non ti libererai di me così facilmente."

"Allora sono tranquilla."-ironizza-"Invadente." sottolinea, per l'ennesima volta.

"Magari posso essere una buona psicologa."

"I tuoi pazienti si suiciderebbero dopo la prima seduta."

"Stronza."

Una risata divertita segue il mio insulto e Natasha si allontana, lasciandomi lì, sola, con una sensazione indecifrabile che mi invade il petto e un mezzo sorriso che arriccia le mie labbra, mente scuoto la testa e la guardo andare via.
**
Ci mettiamo più di quattro ore, tra telefonate e ricerche online, a trovare un appartamento libero. 
Quando finalmente ci comunicano che possiamo visitarlo e iniziare il trasferimento il giorno stesso, io e Anaëlle tiriamo un sospiro di sollievo.
Do un'occhiata all'indirizzo e, per qualche assurda ragione, mi sembra familiare.
Ci metto un secondo a confermare la mia teoria e sorrido pensando a come il destino, talvolta si diverta malignamente.

"Dovremo dirlo a Clint e Natasha." mi suggerisce An, ma scuoto la testa.

"Oh, no, sono sicura che Natasha lo verrà a sapere molto presto da sola."
Lei mi guarda con aria interrogativa e mi accingo a spiegarle il piano che sto per mettere in atto.

**
Toc, Toc, Toc.

Natasha sbuffa, chiedendosi chi possa essere a quell'ora a bussare alla sua porta. 
In ogni caso, qualcuno molto fortunato da trovarla in casa, date le sue recenti missioni che la facevano stare all'esterno per settimane intere.
La russa tasta il coltello a serramanico nella tasca, giusto per essere sicura in caso si trattasse di qualcuno di poco gradito e si dirige verso l'ingresso, aprendo la porta, ancora legata con la catenella, di uno spiraglio necessario per guardare all'esterno.

"Si?" 

"Sorpresa!" esclamo, sbucando davanti alla soglia e stringendo una torta multistrato che sono riuscita a comprare una manciata di minuti fa.
Natasha biascica qualcosa in russo, tra cui un "che cazzo." che distinguo molto chiaramente grazie al traduttore di Stark che ho ancora incastrato nell'orecchio.

"Ho sentito che in America è tradizione portare un dolce ai nuovi vicini di casa."-le spiego-"E visto che io e Anaëlle ci siamo appena trasferite nell'appartamento al piano di sopra..."

Natasha mi guarda con aria indecifrabile, direi a tratit furiosa, poi mi dice, semplicemente.
"Sono russa, non americana."
E chiude la porta.
Rimango in piedi con la torta in mano, speranzosa.
Da quando il fatto che Natasha mi consideri conta così tanto per me? Da quando ci rimango male per una rispostaccia, io che le provoco e me le cerco?

"Okay, allora te la lascio qui." le dico alla fine, dopo una decina di minuti buoni.

Mi allontano salendo le scale ed è quando ho ormai superato la prima rampa che sento la porta scattare e, quando mi giro, la torta è sparita dalla soglia e un sorriso vittorioso è comparso sulle mie labbra.
Anche i russi cedono ai dolci, a quanto pare.




Chiacchiere dell'autrice:
Salve a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, dal prossimo inizia un po' di azione e la storia di An e Cam comincia a venire pian piano a galla! Un vostro parere sarebbe tanto gradito, intanto ringrazio tutti quelli che leggono e seguono, grazie <3

Erza
  
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