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Autore: iaia_86    17/05/2009    1 recensioni
Nella ridente cittadina di Konoha, uno dei più importanti Villaggi segreti della Terra del Fuoco, viveva un Clan dannato. La famiglia Hyuuga portava un enorme segreto sulle proprie spalle, la "Maledizione dello Zodiaco". Nessuno ne era a conoscenza, a parte gli Hyuuga stessi. Il loro segreto sarebbe dovuto rimanere tale ed essere seppellito nella tomba insieme all'ultimo discendente di quella Casata.
Prima Classificata al Contest 'Naruto&Fruits Basket' indetto da hotaru
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Haku, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 2
Ecco il secondo ed ultimo capitolo di questa storia, spero sia di vostro gradimento!
Ermellino: Grazie milleXD Il Kami è un personaggio inventato, poiché purtroppo non si conoscono molti personaggi della Famiglia Hyuuga oltre a quelli citati.
valehina: Ti ringrazio per i complimenti, ma è tutto merito della giudice (hotaru) se è uscita questa storia che unisce Naruto e Fruits Basket!
hotaru: Ho già risposto sul forum a questa recensione splendida e sì, probabilmente avrei potuto dire qualcosa in più su Hiashi, ma poi sarebbe venuto fuori qualcosa di ancora più lungo, che nella mia mente c'è tra l'altroXD Magari potrei fare uno spin-offXDD
Un bacione, iaia.




Capitolo Secondo.                                  




Era arrivato il giorno della fine dell'anno. Quella sera ci sarebbe stato il Banchetto dello Zodiaco e Villa Hyuuga era in fermento. I preparativi procedevano spediti ed ognuno cercava di organizzare al meglio le ultime cose per l'imminente raduno.
Quell'anno, essendo l'anno del Coniglio, era Hinata a doversi occupare della danza di apertura dell'evento. Per alcuni giorni aveva provato ad aggiustare una coreografia degna di tale nome, aiutandosi anche con le reminiscenze degli anni passati.
Purtroppo, ad un solo giorno dal banchetto, ancora non era riuscita a trovare una musica che si addicesse ai pochi passi che aveva delineato. Come se non fosse già abbastanza umiliante, sua sorella aveva scoperto il suo ritardo e si premurava di ricordarglielo ogni volta che la incontrava.
Quando poi suo padre l'aveva fatta chiamare per chiederle notizie, il suo cuore aveva iniziato a battere forte. Non voleva essere un peso per l'uomo, ma proprio non sapeva come fare per sistemare la situazione. Si era ritrovata nel cortile per gli allenamenti, con lo sguardo perso nel vuoto e le lacrime che pungevano contro le palpebre per essere liberate.
Fu in quello stato che Haku la trovò. Si avvicinò cautamente e le si sedette accanto, cercando di non disturbarla ed al contempo di farle percepire la sua presenza.
- Haku-kun, non ti avevo sentito arrivare -
- Scusami se ti ho spaventato, Hinata-chan. Ti ho visto abbattuta e mi stavo domandando il motivo -
Si voltò immediatamente ad osservare il ragazzo, senza parlare. Vide i lunghi capelli scuri leggermente smossi dal vento, le iridi nocciola osservarla con uno sguardo dolce, tranquillo, e l'espressione di sorridente serenità. Questo riuscì a calmarla notevolmente. Si aprì in un sorriso di scuse e rispose alla sua domanda implicita.
- Entro questa sera devo avere pronta la coreografia della danza di apertura del banchetto dello zodiaco, e non sono riuscita a combinare nulla di buono -
- E' solo questo il problema? Se vuoi posso darti una mano. Con mia madre danzavo spesso -
I suoi occhi si dilatarono nel momento in cui comprese la proposta di aiuto che le era stata rivolta. Si affrettò a scuotere il capo in ringraziamento.
- Hai*, mi sarebbe di grande aiuto -

Era da quasi un'ora che si trovava sotto il porticato del cortile ad osservare le movenze delicate delle due persone che vi si stavano allenando. Una triste melodia cinese inondava lo spazio aperto con una sinfonia di flauti di canna e percussioni lente.
Al centro dell'arena, Haku ed Hinata provavano quella che sarebbe dovuta essere l'esibizione di sua cugina. Entrambi indossavano un kimono femminile che serviva al moro per spiegare alla ragazza come muoverne le maniche durante ogni passo.
I movimenti aggraziati che compivano li rendevano simili a divinità eteree, e non riuscì a scostare lo sguardo neanche un secondo da quella visione. Sorrise riflettendo sul fatto che i due fossero le uniche persone a lui veramente care, oltre ovviamente a Naruto che reputava suo unico amico.
Si ritrovò triste al pensiero che non avrebbe potuto osservare quello spettacolo la sera, quando sua cugina sarebbe stata bellissima, calzata in un fine furisode* verde pallido dalle lunghe maniche con le rifiniture color pesca. Invidiava coloro che se ne sarebbero beati.
Non si accorse di essere scrutato da due paia di occhi, almeno finché la voce calda e serafica di Haku non raggiunse le sue orecchie.
- Neji-kun, vorresti dare una tua opinione riguardo la danza che stiamo provando? La coreografia è completa, quindi basta un'ultima prova per memorizzare i movimenti ed Hinata-chan dovrebbe essere pronta per la serata. Guarderai? -
Rimase interdetto, evidentemente il ragazzo si era accorto di lui già da prima e solo ora lo aveva tirato in causa. Come avrebbe potuto rifiutare? Sbuffò leggermente, facendo un cenno affermativo con la testa e si preparò ad osservare.
Il moro si avvicinò ai tre suonatori che nel frattempo non avevano smesso di memorizzare le note scritte da lui stesso apposta per l'occasione, e gli chiese se era possibile fare una prova generale.
Dopo di che, si riportò accanto ad Hinata e le si posizionò dietro.
Quando partì la musica, vide i due muoversi con una fluidità ed una precisione strabiliante. Rimase ammaliato dai gesti fugaci alternati a quelli ampi delle maniche che sembravano avere vita propria e danzavano accompagnandoli. I lunghi capelli di entrambi volteggiavano insieme ai loro corpi creando degli effetti illusori di luci ed ombre.
Non poté fare a meno di stupirsi per quello spettacolo stupendo a cui stava avendo la possibilità di assistere, e ringraziò mentalmente sua cugina ed Haku per avergli fatto quel regalo in una giornata tutt'altro che positiva.
Quando la musica terminò, si ritrovò a pensare che era durata troppo poco e che avrebbe voluto vedere ancora i due snodarsi in quella danza paradisiaca.
Di fronte allo sguardo indagatore del moro ed a quello speranzoso di Hinata, Neji non poté far altro che sorridere debolmente ed esporre quello che pensava.
- Magnifico, veramente. Hinata-san, non immaginavo che nascondessi questa grazia innata sotto la superficiale goffaggine che ti è propria. Sono sicuro che nessuno avrà alcunché da ridire stasera -
La vide abbassare lo sguardo imbarazzata e poi annuire, più convinta di prima.
- Arigatou*, Neji-nii-san*. Mi spiace veramente tanto che non potrai partecipare al banchetto... -
Quella frase lo fece tendere inconsapevolmente, mentre tentava di rispondere mantenendo la compostezza sua tipica.
- Purtroppo queste sono le regole, Hinata-san. Sono comunque contento, perché ho potuto assistere ad uno spettacolo altrettanto emozionante, con ben due divinità completamente e solo per me. Vi ringrazio infinitamente, entrambi. Ora vado, immagino di non essere più il benvenuto in questi luoghi, almeno fino all'alba -
Si era già voltato per allontanarsi quando la voce insicura di Hinata lo raggiunse.
- Neji-nii-san, mio padre non ti ha avvisato? -
- Di cosa avrebbe dovuto avvisarmi? -
Era in allerta. Il tono preoccupato della cugina non prospettava niente di buono.
- Stasera non dovrai allontanarti dalla Villa. Sono ordini di Yuki-sama -
Questa notizia gli fece scorrere nelle vene uno spiacevole brivido. Quando il Kami* ordinava cose simili, era sempre perché aveva in mente qualcosa di perfido. Lanciò uno sguardo ad Haku e si voltò.
- Cercherò di tenerlo a mente -
Detto questo, sparì dietro una delle porte.

Aveva appena terminato di indossare l'abito elegante per il Banchetto, un furisode a sfondo nero con ricami bianchi e rossi. Il grande obi carminio lo andava a chiudere e due fermagli tra i capelli, di cui uno con l'ideogramma del Topo, completavano l'acconciatura e tenevano alzati sulla testa i capelli corvini.
Osservò la linea dura della mascella, al contempo delicata, e gli occhi chiari chiedendosi quale colore sarebbe stato bene sulla sua pelle. Raccolse un cofanetto dalla toletta e l'aprì delicatamente. Scelse un ombretto rosato e lo passò con precisione sulla palpebra, poi prese il mascara ed allungò le ciglia. Voleva essere perfetta per il suo Kami e nulla glielo avrebbe impedito.
Sospirò pesantemente prima di passare un lucida labbra trasparente ed osservare il suo riflesso. Mai come in quel momento si sentiva sola. Il peso dell'onore e del segreto degli Hyuuga la opprimeva come un macigno sulla testa mentre si predisponeva ad abbandonare la sua stanza per dirigersi nell'ala della Villa in cui si sarebbe svolta la riunione.
Passò davanti alla porta socchiusa della stanza di sua sorella, e si fermò un istante ad osservare la sua timida bellezza. In quello stupendo kimono sembrava decisamente un'altra persona e l'acconciatura elaborata che un Haku sorridente stava ultimando la rendeva ancora più bella ai suoi occhi. La invidiò, perché lei aveva un amico come il ragazzo che ora la stava aiutando a passare un leggero strato di trucco dai toni pesca che riprendevano i ricami dell'abito; perché lei aveva avuto il coraggio di amare suo cugino quando tutto il resto della famiglia lo allontanava; perché, sebbene Hinata fosse la primogenita, era su di lei, Hanabi, che il padre riponeva tutte le speranze del Clan. E quali speranze, dato che erano costretti a vivere sottostando ad una maledizione? Che i loro caratteri venivano modificati in base all'animale di cui erano portatori? Che a lei era capitata la tortura di essere l'animale che aveva tradito la fiducia degli altri, inimicandosi così Gatto e Bue? Quell'animale allo stesso tempo amato ed odiato dal loro Kami.
Si allontanò dall'uscio con l'inquietudine nel corpo. La serata si prevedeva lunga e ricca di avvenimenti.

Si trovava sul tetto della zona Est della Villa, adorava quel luogo. Sedersi rilassato sulle tegole marroni ed osservare ciò che lo circondava. Probabilmente questo suo amore nasceva a causa della sua natura felina, ma non se ne preoccupava troppo.
Alzò la testa al cielo per osservare le prime stelle dell'ultima notte dell'anno che si affacciavano nel cielo scuro, in cui uno spicchio di luna faceva la sua comparsa.
Sospirò, pensando che anche quest'anno sarebbe rimasto tutta la notte su quel tetto, sentendo i suoni del Banchetto che si svolgeva all'interno.
Era maledettamente doloroso sapere di essere diverso da tutti loro, sapere che mai sarebbe stato accettato dalla sua famiglia sebbene grazie a Naruto avesse imparato a lottare per ottenere ciò che gli stava a cuore. Pensare al biondo gli fece venire in mente la festa che sicuramente era già iniziata nella tenuta dei Nara.
Chiuse gli occhi, immaginando come sarebbe stato bello potervi partecipare, invece di rimanere lì in un limbo di inezia. Purtroppo, quest'anno Yuki-sama aveva espressamente richiesto la sua presenza alla Villa durante quella notte, per cui anche volendo non avrebbe potuto allontanarsi.
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare. Quando vide l'espressione dolce di Haku si rilassò e gli permise di avvicinarsi.
- Sembri pensieroso, Neji-kun -
- Non più del solito, Haku-san -
- Haku, solamente Haku per te -
Si voltò stupito in sua direzione, scontrandosi con un sorriso radioso che lo fece sussultare. Aveva capito perfettamente il significato di quelle parole ed aveva paura delle ripercussioni che avrebbero causato. Si voltò nuovamente verso la luna.
- Siediti, Haku. Non rimanere lì in piedi -
Il tempo che impiegò per sistemarglisi accanto gli parve immensamente lungo ed, allo stesso tempo, atteso. Nel momento in cui le loro spalle si sfiorarono, rabbrividì, conscio finalmente della vicinanza tra il loro corpi.
- Sei preoccupato, Neji? -
- Non proprio, o almeno spero non ce ne sia bisogno -
Con la coda dell'occhio lo vide osservarlo attentamente, per registrare ogni piccolo segnale di menzogna.
- Sai che con me puoi aprirti, vero? -
- Non mi serve qualcuno con cui aprirmi -
- Ma qualcuno che ti ami, non è così? -
Sussultò violentemente, ma tentò di mantenere una facciata impassibile, pur sapendo che con Haku non sarebbe servita a molto.
- Non ne ho bisogno -
- Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami -
Tacque, senza sapere come ribattere. Si sentiva solo, da tutta la vita. Con il tempo aveva conosciuto persone che gli erano rimaste accanto. RockLee e TenTen prima, Naruto, Sakura e quella banda di scalmanati dei Team 8 e 10 in seguito. Aveva imparato con difficoltà a relazionarsi con loro nella giusta maniera, con Hinata ad aiutarlo indirettamente e Naruto a dargli la forza di andare avanti.
Con il moro era stato diverso. Da subito si era creato tra loro un rapporto speciale, così amava definirlo. Non c'era bisogno di parole, poiché Haku intuiva ogni suo desiderio solo osservandolo e faceva di tutto per soddisfarlo.
- Haku, ti sei mai sentito solo? -
- Hai...devi sapere che prima di essere trovato da tuo zio, vagavo per il Paese dell'Acqua senza una meta, vagabondo; litigavo con gli animali per accaparrarmi il cibo necessario a sopravvivere e proprio quello è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo. Hiashi-sama è stato come un raggio di sole nella mia vita. Mi ha ridato la speranza che avevo smarrito in seguito alla morte dei miei genitori, regalandomi una vita che ero già sicuro di aver perduto -
Si sentì osservato, così si voltò solo per trovarsi con il viso del compagno a pochi centimetri dal suo.
- Non dovresti sentirti solo, Neji. Tu hai Hinata che ti ama come un fratello se non di più, Naruto che è un ottimo amico ed io non ti lascerò tanto facilmente -
- Di questo non ne sarei troppo convinto - sussurrò preoccupato, prima di girarsi dall'altra parte, interrompendo il contatto visivo.
Era sicuro che anche lui, se avesse visto la sua vera natura, lo avrebbe allontanato disgustato. Nessuno gli resisteva accanto dopo aver visto. Persino sua madre era morta prematuramente dallo strazio di avere un figlio del genere.
Si sentiva in colpa, ed arrabbiato con il suo Clan e con quella dannata maledizione che non permetteva a nessun membro dello Zodiaco di vivere una vita felice.
Tornò col pensiero al motivo scatenante di quella situazione. Suo padre gliene aveva parlato quando era ancora piccolo, per spiegargli il motivo della sua condizione.

Erano tempi molto lontani, quando ancora Konoha non era stata creata, quando ancora lo Sharingan non esisteva ed il Byakugan era l'unica arte oculare degna di nota, dato che i possessori del Rinnegan vivevano perseguitati per le loro doti che si dicessero essere divine.
Fu proprio un possessore di questo potere mostruoso a gettare la maledizione sul Clan Hyuuga.
All'epoca, Capo Clan della famiglia era il famoso Hiro Hyuuga, conosciuto per la sua magnanimità e benevolenza. Ovviamente, come tutti gli individui pii, era soggetto a raggiri.
Tutto avvenne la notte di Capodanno di moltissimi anni prima.
Un Uchiha, tale Toraku, bussò al cancello principale della Tenuta Hyuuga, la stessa in cui ancora adesso risiedevano.
Chiedeva asilo per la notte e la promessa di una ricompensa.
Il Capo Clan, sicuro della buona fede dell'uomo, acconsentì a lasciarlo restare per la notte.
A quei tempi, si parlava di un eremita che risiedeva in una valle poco distante, quella che in seguito si sarebbe trasformata nella Valle dell'Epilogo, in possesso del Rinnegan. Nessuno ci credeva veramente, poiché tutti ritenevano che fosse solo una legenda priva di significato.
Per capire il motivo della maledizione, bisognava andare ancora più indietro nel tempo, al giorno in cui di fronte ad un possessore di Rinnegan, l'allora Capo Clan della famiglia Hyuuga, Hiroshi, giurò solennemente che mai il segreto della loro capacità oculare sarebbe stato rivelato ad anima alcuna. Era una loro capacità innata e solo loro doveva rimanere. Da lì nacque il marchio di appartenenza alla Casata Cadetta, per evitare che i nemici si impossessassero del loro segreto.
Tornando all'infausta notte sopra citata, con un abile raggiro, l'Uchiha riuscì ad estorcere parte del segreto del Byakugan ad Hiro, che ignaro di aver appena trasgredito ad un giuramento continuò a conversare allegramente con l'altro uomo. Questo almeno fin quando dal nulla videro apparire l'eremita del Rinnegan, oltraggiato dalla mancanza di fede al patto. Con i suoi poteri immensi decise di punire i trasgressori con una punizione equa alla colpa di cui si erano macchiati. Preannunciò uno sterminio del Clan che aveva rubato i saperi dell' 'occhio bianco' trasformandolo in scarlatto come segno distintivo, ed a coloro che si erano lasciati raggirare lanciò la Maledizione dello Zodiaco. In ogni periodo, si sarebbero sempre avuti un rappresentante per lo spirito di ogni animale dello zodiaco, i quali si sarebbero trasformati nei suddetti animali se abbracciati da persone del sesso opposto, causando così l'impossibilità per coloro che ne venivano colpiti di poter essere amati. La sorte peggiore era però quella del Kami, costretto a diminuire la sua durata di vita per accollarsi parte delle colpe degli animali, e del Gatto, costretto a nascere con sembianze deformi e ad essere odiato da tutti per il suo tradimento nei confronti del Kami.
Da quel momento, per gli Hyuuga, iniziò un periodo di rinnegamento del problema, che causò sanguinose lotte interne e convinse il Capo Clan a dare il destino più crudele a membri della Casata Cadetta.

Le parole di Hizashi risuonavano ancora nella sua mente, insieme alla consapevolezza di essere uno dei membri del Clan con il destino più triste della storia.
Sentì gli occhi inumidirsi e decise di frenare l'emotività che lo stava sopraffacendo, solo per non dover mostrare la sua parte più debole ad Haku.
Uno strano ragionamento lo portò a pensare che quel ragazzo aveva lo stesso nome del loro occhio maledetto. Bianco.
Tornò a volgere il viso in sua direzione, solo per trovarsi con le labbra del ragazzo sulle sue, che scostò immediatamente. Dal giorno della scoperta della maledizione, aveva cercato razionalmente di capire i sentimenti che provava per lui, ma ogni discorso finiva sempre con l'impossibilità per loro di vivere una storia. Ora invece si era ritrovato ad essere baciato proprio dalla persona che voleva allontanare per paura di una sua reazione negativa alla scoperta della verità.
Non era pronto per rivelare il suo vero aspetto ad Haku, ma ugualmente non voleva prenderlo in giro.
Si rese conto di essere rimasto immobile sotto lo sguardo preoccupato dell'altro, che subito prese parola.
- Scusami se ti ho spaventato. Avevo notato la tristezza sul tuo volto ed avrei solamente voluto alleviarla un poco. Mi spiace averti irritato con il mio gesto -
- Gomenne*, Haku. Io non credo di essere pronto ad affrontare tutto quello che sto provando. Ho...paura -
Improvviso, arrivò l'abbraccio caldo del moro. Lo aveva stretto tra le braccia e passava lente carezze sulla sua schiena e sui capelli.
- Non devi giustificarti, Neji. Arriverà il momento in cui ti sentirai pronto ad affrontare, ed io sarò lì -
Il dolce sorriso che gli regalò lo fece fremere, prima che una risata imbarazzata raggiungesse le sue orecchie.
- Scusatemi, credo di aver interrotto qualcosa -
La voce di Naruto era inconfondibile. In quel momento ed a quella velata provocazione, non riuscì a fare nulla di meglio che staccarsi rapidamente, ma composto, da Haku e voltare lo sguardo verso di lui, realizzando con sollievo di non essere arrossito.
- Naruto-kun, cosa ci fai qui? -
Lo vide passarsi una mano nervosamente tra i capelli della nuca e sorridere in maniera ebete prima di rispondere.
- Beh, ti ho detto che ogni anno ti vedo festeggiare il Capodanno da solo su questo tetto. Ho solo pensato di venire a passarlo con te -
- E la festa dai Nara? -
- Magari possiamo passare da loro domattina, sono sicuro che faranno baldoria per almeno un paio di giorni, sempre che Tsunade-obaa-chan* non decida di mandarci tutti in missione proprio il primo giorno dell'anno. Ti immagini che brutto che sarebbe? -
Il biondo si stava nuovamente perdendo in una prolissa narrazione delle reazioni che l'Hokage avrebbe avuto sapendo della mega festa a cui non era stata invitata.
Sentì la musica dall'interno della Villa affievolirsi, segno che la Danza di Apertura del Banchetto stava terminando. Si chiese se fosse andato tutto bene e se Hinata fosse riuscita a dare il meglio, come aveva fatto durante la prova. La festa sarebbe durata fino all'alba, tanto valeva andare a prendere qualcosa da mangiare per sé ed il suoi amici.
- Aspettatemi qui, vado a prendere un vassoio con del cibo. E' ora di cena ed è giusto che anche noi festeggiamo -
Vide i due ragazzi annuire, così scese agilmente dal tetto e si diresse con passo elegante e deciso verso le cucine, sperando che qualcuno avesse pensato a preparare un po' di scorte.

Era ormai quasi passata mezz'ora da quando Neji si era allontanato dal tetto ed iniziava a preoccuparsi. Le parole che Hiashi-sama aveva rivolto a lui e Naruto gli tornarono in mente prepotentemente. Gli aveva raccomandato per il loro bene di non allontanarsi mai troppo da suo nipote durante quella sera.
Un brivido di presentimento scorse lungo la sua spina dorsale. Si volse in direzione del biondo, solo per vederlo annuire ed alzarsi velocemente. Mentre percorrevano i corridoi della Villa non poté fare a meno di porgli una domanda.
- Anche dopo aver scoperto della trasformazione di Hinata, vuoi continuare a starle accanto ed amarla? -
Lo sguardo basito dell'altro lo fece sorridere.
- Sono molto attento agli atteggiamenti delle persone e si vede da lontano che ne sei innamorato -
Lo vide arrossire, prima di fare un cenno affermativo con la testa e spiegarsi.
- Non mi interessa. E' una stranezza sulla quale posso tranquillamente passare sopra. L'unica cosa negativa è che non sarò in grado di abbracciarla nella sua forma umana, ma potrò sempre farlo quando è un coniglio - disse ridendo piano.
- Tu non hai neanche questo problema, Haku-san. Neji-kun è del tuo stesso sesso, potete abbracciarvi quanto volete -
Sussultò a quelle parole, prima di rivolgergli uno sguardo sereno. Aveva pienamente ragione, ma sentiva che ancora qualcosa sfuggiva completamente al suo controllo, qualcosa di molto importante.
Stava ancora facendo quelle riflessioni quando giunsero d'innanzi alla porta della cucina.
La sua attenzione fu immediatamente attirata da una voce melliflua e leziosa, che lo fece fremere. Si sforzò di ascoltare le parole che venivano dette con un tono elegante, che nascondeva una vena di sadismo prepotente.
- Neji-kun, questo è stato veramente un incontro fortuito, non credi? Non abbiamo mai molte occasioni per incontrarci e parlare -
Non percepì la risposta a quella provocazione, probabilmente Neji aveva abbassato il volume, fino ad un lieve sussurro. Questo accadeva solamente con qualcuno che gli incuteva una violenta paura. Si chiese chi mai potesse essere il suo interlocutore per assoggettare il forte ed orgoglioso Neji Hyuuga in quel modo.
- Lasciatemi andare -
Quella frase squarciò il silenzio precedente, era stata gridata con disperazione. Non attese oltre, dopo aver scambiato un lieve cenno d'intesa con Naruto, spalancò l'uscio, rimanendo immobile di fronte allo spettacolo che si ritrovarono ad osservare.
Una persona alta, sicuramente uno Hyuuga, era in piedi di fronte a loro. I corti capelli argentati gli lambivano le spalle nude, poiché il sontuoso kimono che indossava era leggermente calato. Gli occhi sembravano avere la stessa tonalità della folta capigliatura e sulla sua fronte svettava il simbolo della Casata Cadetta.
Una mano pallida ed affusolata era stretta attorno al collo diafano di Neji, che respirava a fatica ed aveva gli occhi socchiusi e la bocca contratta in una smorfia di patimento.
Vide quello sguardo gelido posarsi su di loro, prima che un ghigno si aprisse sulle labbra vermiglie.
- Ma bene, gli ospiti d'onore sono finalmente giunti. Possiamo procedere -
Mentre terminava la frase, portò la mano al polso inerme di Neji, incidendo con un'unghia la pelle delicata e lasciando colare alcune gocce del suo sangue. Velocemente ne raccolse qualche stilla con il polpastrello dell'indice e lo portò alla sua fronte libera dal coprifronte, disegnando con precisione il kanji del rilascio,
.
Ciò che accadde in seguito lo fece star male. Vide Neji dimenarsi in preda ad un dolore che sembrava eccessivo da sopportare. Una smorfia deformò il suo volto ed un urlo strozzato lasciò la sua gola, trasformandosi presto in un ustolio tormentato.
La pelle del corpo andava piano aggrinzendosi e ricoprendosi di sporadici peli marroni. Il naso si stava schiacciando fino a prendere la colorazione e la forma di uno animale e le labbra si assottigliarono visibilmente. Quello superiore si divise esattamente a metà e venne ricoperto da ispidi baffi, mentre nulla rimaneva dei lunghi capelli del ragazzo, ora sparsi al suolo.
Sulla testa due deformi escrescenze, simili ad orecchie, mentre il viso si allungava in avanti, trasformandosi in un muso. Nel momento in cui quell'essere, che stentava a convincersi essere Neji, si voltò in sua direzione, si rese conto della cosa più spaventosa. Al centro dei suoi occhi bianchi, ora più piccoli ed affilati, sorgeva una pupilla allungata.
Portò una mano alla bocca, cercando di trattenere il pianto che cercava di impossessarsi del suo corpo. Cosa avevano fatto al suo Neji?
Percepì lontano il sussurro del ragazzo che amava, ora più simile ad un miagolio.
- Mirenai* -
Vide quella creatura iniziare a correre veloce, allontanandosi da loro, ma non riuscì a muovere un passo per seguirla. Rimase immobile, lo sguardo fisso sul pavimento e gli occhi umidi.
- Quella è l'altra natura, segreta, di chi nasce Gatto. Solo il possessore dello Spirito del Gatto assume quella forma mostruosa. Vi ha disgustato, vero? Io l'ho trovata rivoltante, la prima volta in cui l'ho vista -
Una risata alta e maligna perforò le sue orecchie e come risvegliatosi da un'illusione, tornò a percepire ciò che lo circondava. Naruto accasciato a terra, non era riuscito a trattenere un conato di vomito.
- Chi sei tu? -
- Non si da del tu ad un dio,piccolo insolente! -
Lo schiaffo lo raggiunse inaspettato, ma servì a farlo tornare completamente in sé.
- Così voi siete Yuki-sama, il capo dello Zodiaco -
- Sei un ragazzo intelligente, spero che ora avrai capito che devi lasciare in pace questa famiglia. Siamo dannati, non abbiamo bisogno di falso amore per vivere -
Senza rispondergli, si accucciò accanto al biondo, sorreggendo la sua fronte e aiutandolo a rialzarsi.
- Naruto, ce la fai a correre? -
Lo vide annuire energicamente, per quanto permesso. Si voltò in direzione del Kami e sputò fredde parole al suo indirizzo.
- Siete veramente convinto che basti una cosa del genere per far scemare i sentimenti che ci legano a Neji? Ed ora, con permesso, abbiamo un amico da aiutare -
Lo lasciarono lì, troppo sorpreso per ribattere ed uscirono da quella casa alla ricerca dell'altro.

Correva velocemente, un solo pensiero nella testa.
'Mi ha visto, Haku mi ha visto. E' finita, ormai è tutto finito'.
Si lasciò andare ad un urlo frustrato, incapace di reggere ancora il peso della sua condizione. Distruggeva tutto ciò che intralciava il suo passaggio, mentre cercava di allontanarsi dalla tenuta degli Hyuuga il più velocemente possibile. Nella sua testa risuonavano le parole che tanto odiava sentire.

Quel ragazzino non ha nemmeno pianto al funerale.
E' colpa sua! E' perché è il portatore dello Spirito del Gatto che sua madre è impazzita, lasciandolo solo.

Povera donna! Anche io avrei avuto la stessa reazione con un abominio del genere come figlio.


- Zitti! Tacete! Non è stata colpa mia, non è stata colpa mia!! -

- Lo so. E' per questo che ho deciso di allevarti, anche se non potrai dimenticare il rancore che ti logora per la morte di tuo padre, ed io non potrò prendere le sue veci per colpa delle stupide regole di questo Clan. Però ti sarò accanto, Neji e cercherò di proteggerti da te stesso e dalla Maledizione. Lo faccio soprattutto per mio fratello, Hizashi -

Tremò al ricordo di quella frase, suo zio da quel momento non gli aveva fatto mancare nulla, tranne l'amore di una famiglia. Ma si era già rassegnato a quel dato di fatto, nessuno avrebbe mai amato veramente un mostro come lui, o almeno non la sua forma reale. Si era illuso che probabilmente con Haku e Naruto sarebbe potuto essere diverso. Quanto aveva sbagliato. Gli ritornava in mente l'espressione sul volto del moro nel momento in cui l'aveva osservato e sentì lacrime amare solcargli la pelle ruvida, felina.
- Neji... -
Solo un sussurrò, ma lo udì perfettamente. Si voltò rapido nella direzione da cui aveva avvertito provenire la voce, solo per ritrovarsi un Haku affannato a qualche metro di distanza. Il suo sguardo faceva male, molto più di un kunai conficcato nel petto. Non avrebbe saputo dirne il motivo, ma non riusciva a catalogare la sua espressione.
- Neji, perché sei scappato così prima? Ho dovuto correre per raggiungerti -
Il tono della sua voce aveva qualcosa di innaturale, somigliava troppo ai complimenti che gli riservava sua madre, divisa tra l'amore per un figlio ed il timore per ciò che questo era.
- Vai via, Haku! Non voglio più vederti. Sparisci! -
L'ultima parola uscì come un ronfo violento.
Percepì la presenza di qualcuno alle sue spalle, così si voltò velocemente solo per ritrovarsi ad osservare un Naruto con lo sguardo triste ma deciso, un sorriso lieve sulle labbra.
- Noi non ti lasciamo, Neji -
Il respiro accelerò, faceva paura quella sensazione che si stava facendo largo dentro di lui. Decise di fare la cosa più sicura, fuggire da quelle emozioni che lo stavano distruggendo.
Spiccò un salto, ma sentì qualcosa di pesante immobilizzarlo al terreno. Naruto l'aveva afferrato per la vita e lo teneva stretto in un abbracciò.
Sguainò un kunai per allontanarlo, ma non ebbe l'effetto sperato.
- Credi veramente che fuggendo si sistemerà tutto? Sei convinto che continuando a vivere in solitudine sarai felice? -
Quello del biondo era un urlo violento e carico di aspettativa. La sua domanda faceva male, perché era proprio ciò che stava facendo, fuggire. Cercare di ripararsi dalla paura e dal dolore.
- Avanti Haku, diglielo. Digli la verità, digli cosa pensi di lui -
Puntò i suoi occhi felini sul moro, che fino ad allora era rimasto immobile. Lo vide muovere i primi passi stentatamente, poi con la sua solita grazia gli arrivò accanto e fece una cosa che mai si sarebbe aspettato.
Sorrise, un sorriso vero e dolce, solo per lui.
Solo una lacrima solcò il suo viso, mentre le parole del ragazzo gli trapanavano la mente con una potenza inaudita.
- Neji, ti amo. Non mi interessa quale sia il tuo reale aspetto fisico, né se tu sia bello o brutto. Mi sono innamorato dei piccoli gesti, del tuo orgoglio, del calore che emana il tuo corpo e che è lo stesso che sento provenire da te anche ora. Amo la tua onestà, il modo in cui arrossisci compostamente, cercando di non darlo a vedere ed anche il modo in cui provochi sottilmente le persone per avere una reazione che ti soddisfi. Pensavi veramente che ti avrei abbandonato per una sciocchezza simile? Credo che allora tu non mi conosca ancora bene -
Gli si inginocchiò accanto, e senza preavviso catturò le sue labbra in un bacio semplice, di cui sentì tutto l'affetto. Socchiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di Naruto, che ancora lo teneva stretto ed ora sorrideva, il suo solito sorriso spensierato.
Sentì in lontananza il conosciuto 'puff' che segnava la sua trasformazione in gatto. Evidentemente era stata una serata stancante, ma non se ne preoccupò. Era sicuro che Haku e Naruto si sarebbero presi cura di lui.


Onigiri
.

Polpetta di riso bianco dalla forma triangolare con un ripieno di pesce, solitamente salmone.
Adoro il salmone, forse per la mia natura di Gatto.

Ho scoperto che essere un onigiri non è male.
Certo, ti senti diverso se vieni inserito in un cesto di Frutta, ma insieme ai miei simili è tutto più facile.

Ho avuto la fortuna di incontrare altre polpette di riso disposte ad aiutarmi, ed ora sono felice.
Non c'è maledizione che tenga, quando la persona che amo mi è accanto e mi sostiene, quando ho degli amici fidati ed il rapporto con le mie cugine è tornato quasi normale.

Dico quasi, perché sebbene abbia tranquillamente ricominciato a parlare con Hinata, che a breve sposerà Naruto, con Hanabi c'è ancora qualche attrito.
Quei testoni sono persino riusciti a far cambiare Yuki-sama, con cui ora si possono avere conversazioni quasi normali.

Io comunque stringo i denti e non mi do per vinto.
Arriverà il giorno in cui la Maledizione dello Zodiaco non condizionerà più le vite dei membri della famiglia Hyuuga.

Aspetto fiducioso che quel momento arrivi e nel frattempo ho imparato a convivere con me stesso.
Di questo devo ringraziare soprattutto Haku.





* Hai : Si.
* Furisode : Kimono usato dalle donne nubili con lunghe maniche.
* Arigatou : Grazie.
* Nii-san : Fratello.
* Kami : Dio.
* Gomenne : Perdonami.
* Obaa-chan : Nonna.
* Mirenai : Non guardarmi.
   
 
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