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Autore: ely91    05/04/2005    6 recensioni
Un tema di una mezzosangue come tutte le altre... un tema di una serpeverde che sogna di tornare alla sua vita babbana, insoddisfatta del mondo magico che non la rende protagonista della vita che vorrebbe...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEMA: DESCRIVI QUESTI 7 ANNI QUI AD HOGWARTS: SOGNI, RIMPIANTI, DOLORI E GIOIE

TEMA: DESCRIVI QUESTI 7 ANNI QUI AD HOGWARTS: SOGNI, RIMPIANTI, DOLORI E GIOIE.

 

 

Non aprire mai il tuo cuore a chi non conosci: verrà trafitto, quel cuore, e nessuno potrà sanarlo.

 

Sono seduta sulla comoda poltrona della sala comune di Serpeverde. Che ci faccio qui? Me lo sono chiesta molte volte ma non ho mai trovato risposta alle mie domande. Sono arrivata qui ad Hogwarts come una qualsiasi figlia di mezzosangue. Nessuno si accorgeva particolarmente di me. Non voglio perdere tempo a descrivere le mie gioie o le mie aspettative, perché è passato così tanto tempo… e così tante emozioni sono andate a sovrapporsi ad altre, che mi sarebbe impossibile ricordare con precisione le sensazioni di quel viaggio.

Ricordo che arrivammo di notte. Era molto buio e io non avevo mai conosciuto o creduto nella magia o nei mostri: per me era come una grande scoperta improvvisa. La traversata sul lago, la Sala Grande gremita… e il Cappello Parlante.

L’inizio di tutto.

- Kelly Fry -

Una come tante, sola come poche. Spaurita, eccitata, diffidente, col cappello in testa aspettavo una sentenza per me ancora indifferente. Pochi secondi che mi avrebbero segnato la vita:

- Serpeverde -

Applausi contenuti per una mezzosangue.

 

Per chi non mi ha accettata, per chi mi ha usata e derisa… approfitti della mia ambizione di distaccarmi da un casa che non mi è mai appartenuta.

 

Cosa ne potevo sapere del cattivo nome che portava la mia casa? Verde… per me era il colore della speranza. Ah, come ci rido sopra ora.

Ero comunque sola e le mie compagne di stanza non faticarono a usarmi perché ero più brava di loro. A spettegolare come papere senza sapere che stavano contribuendo solo alla crescita dell’odio che covavo per quella casa, per quella scuola. Tutto diventava di giorno in giorno più ostile. Ero rinchiusa tra due mura di spine: da una parte le mie amiche, dall’altra le compagne delle altre case che diffidavano e mi tenevano a distanza come avessi un morbo contagioso.

Per tanto in questo tema esprimerò tutta la mia indignazione per il giudizio errato del Cappello. Ora non mi ci vedo in nessun’altra casa, ma perché pagare per la mia ingenuità e la mia mancanza di malizia? Perché non Tassorosso? O Corvonero? Perché sottostare agli abusi di un ragazzo di Serpeverde che incarna una serpe indegna di esistere?

Non ci sono state gioie qui ad Hogwarts: quando mi innamoravo di un ragazzo lui si discostava da me appena scorgeva l’ombra del mio distintivo. Non mi piaceva niente del mondo della magia, della mia scuola e se pensavo al mio futuro lo immaginavo in un tribunale, come avvocato. Da babbana, come avevo sempre sognato.

Se è questa la presentazione del vostro mondo ad una ragazza che ci si dovrà trasferire, allora è meglio cambiare itinerario. Quelle come me scappano via, ritornano al mondo babbano e se ne fregano di saper immobilizzare strani mostri o di far volare gli oggetti.

Non medito vendetta verso la società e neanche verso i miei compagni.

Con questo tema si conclude un viaggio della mia vita durato sette anni.

Non mi aspettavo nulla quando sono arrivata qui e non ho ricevuto niente. Perché rimanere in un mondo che continuo a non comprendere? Vivo la realtà di essere una sporca serpeverde e una mezzosangue: qui vengo considerata anche una straniera. Perché impormi ad un mondo che detesto? Perché non ritornare a casa mia e rimanere una ragazza inglese come tante, ambiziosa di diventare un avvocato di successo?

E se un giorno mia figlia sarà una strega gli negherò Hogwarts. Gi negherò le sofferenze che mi hanno legata e traumatizzata.

Non sto esagerando: ci vuole fortuna in tutto. Non è andata come forse vi aspettavate andasse; prenderò i M.A.G.O. che mi servono per non ripetere l’anno e il mondo magico perderà una piccola e sporca serpeverde che nel suo mondo alternativo può diventare molto di più.

Addio professori, che continuerete a fare il vostro lavoro, aprendo le porte di questo mondo a chi ha un futuro scritto tra le strade di Diagon Alley o di Hogsmeade.

Addio compagni di casa, che continuerete a comportarvi da serpeverde con tutti ignorando il vero significato di vita fino a quando morirete.

Addio bacchetta, che arderai in un camino babbano non appena tornerò a casa.

Questo è un segnale di aiuto che vi lancia la vostra società in crollo: chi arriva qui per conoscere la propria identità è molto tentato di volerla nascondere a se stesso e di voler tornare al poco affascinante mondo babbano: questo non è sicuramente un punto a favore del più grande preside del mondo, Albus Silente. Che forse a volte si preoccupa solo delle circostanze grandi, come lui.

Addio scuola, addio.

 

 

 

Qualche rigo per pensare a quello che ho imparato in questi sette anni:

 

 

 

Incantesimi inutili e ridicoli.

Aiutatemi voi, illustri professori.

Io ho finito le parole. E anche il desiderio di cercarle.

 

 

 

Kelly Fry.

  
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