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Autore: _Pulse_    17/05/2009    4 recensioni
Uscì in accappatoio e si asciugò velocemente i capelli con un asciugamano. Era così strana quella situazione… Lei e i Tokio Hotel, in una sola casa, a convivere. Voleva proprio vedere ciò che ne sarebbe uscito fuori.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Nuovo capitolo! Finalmente ce l'ho fatta! Bene, spero che vi piaccia, ma vi annuncio che stiamo arrivando alla fine... questo è il penultimo capitolo! "Oddio, no!", "Com'è possibile?!", "Ma io ti uccido!"; sono preparata a tutto questo. Ma è la pura verità. Forza, non vi preoccupate, ci sarà sicuramente un seguito per i nostri strani e soprattutto confusi Tom e Jinny... Parola mia! °_O (C'è da fidarsi? A vostro rischio e pericolo!) Però ci sarà solo se recensirete in tanti, così almeno posso andare avanti tranquilla!! Come sono perfida... Muahmuahmuah! Bene, dopo la risata malefica (@_@) vi lascio e vi auguro una buona lettura! _Ary_

Ringraziamenti alla fine! ------>

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«Georg!»

«Mi dispiace tantissimo Bill, davvero, avrei voluto con tutto il cuore assistere ad un’altra delle tue crisi isteriche da primadonna, ma devo scappare!»

Bill si girò di centoottanta gradi sul divano e lo fissò stranito.

«Dove vai?», gli chiese.

«Farti i cazzi tuoi mai, eh?», sogghignò guardandosi nel riflesso del plasma e sistemandosi il colletto della maglietta.

«Dai, dimmelo!»

«Vado da una ragazza, razza di curiosone anomalo.»

«Che ragazza?»

«Una.»

«Non ti ricordi nemmeno il suo nome?», era quasi scandalizzato.

«Ha qualche importanza se si chiama Tina o Lucrezia?»

«Certo che ne ha!»

«E da quando?»

«Da… sempre? Credo.»

«Appunto, credi. Vai a fare un sondaggio su Facebook

«Ma io non ho Facebook.»

«Per forza, sei negato con il computer! Vai a fare un po’ di pratica invece di mettere il naso negli affari degli altri.»

«Uffa Hagen!»

«Non ti azzardare mai più a chiamarmi in quel modo!», gli puntò il dito con gli occhi ardenti.

«Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen, Hagen!»

Georg si portò una mano alla fronte e sospirò. Quando Bill voleva tutte le attenzioni per sé ce la metteva sempre tutta. Ma lui era più furbo, quando iniziava a fare il bambino non lo considerava ed evitava così un crollo irreparabile di nervi.

«Avvisami quando hai finito», lo avvertì andando alla porta.

«E no, dai! Non andare via!»

Bill si aggrappò al suo braccio e fece gli occhi cucciolosi, ma Georg conosceva quella tecnica e non era scemo come Tom o più o meno due milioni di ragazze, che comunque cadevano ai suoi piedi con molto meno, e non si sarebbe fatto abbindolare così facilmente.

«Bill, mi piacerebbe giocare con le bambole assieme a te, ma te l’ho detto, devo scappare.»

«Ah, sei sempre il solito sfigato!», sbuffò e si allontanò da lui con atteggiamento consono ad una primadonna in carriera.

«Chi è lo sfigato, scusa?!»

«Tu, tu, tu, sei tu!», canticchiò. «Ehi, potrei farci una canzone! Tu, sei tu, proprio tu! Georg, il più sfigato che ci sia al mondo sei tu, proprio tu!»

«Questo si chiama plagio, scemo.»

«Oh, non sono il primo a fare una canzone che ha per tema “Georg lo sfigato”?»

«No, hai solo cambiato il nome e l’aggettivo: “Bill la primadonna” l’ho scritta io.»

«Che?! Come ti permetti?! Te la faccio vedere io adesso!»

«No, non mi toccare, ti sei appena fatto la manicure!»

«E cosa credi che me la faccio a fare se non per poterti sfregiare a vita?!»

Tentò di graffiarlo in viso proprio come un gatto, ma Georg gli mise le mani intorno al collo e quasi non si mangiò parte dei capelli a punta di Bill. Lo tenne fermo e per lui certo non fu difficile: le gomitate che gli arrivavano sugli addominali erano come carezze pesanti, ma nemmeno troppo.

«Io l’ho sempre detto che devi fare un po’ di palestra. E se un giorno un gruppo di fan ti assalisse? Saresti spacciato perché non potresti difenderti!»

«È per questo che esistono le guardie del corpo, no? E lasciami, Hagen!»

«Come mi hai chiamato?»

«Hagen, Hagen, Hagen!»

Gustav entrò in salotto dalla taverna incuriosito da tutto quel fracasso e trovò Georg e Bill in una posa molto compromettente. Sarebbe stato uno scandalo se avesse avuto la fotocamera a portata di mano, ma per l’immagine positiva della band li avrebbe risparmiati, anche se la tentazione era forte.

«Ma che cosa state facendo?», gli chiese quindi.

«Gustav, salvami!», gridò acuto Bill, cercando di divincolarsi dalle braccia forti dell’amico.

«Dici che Tom si arrabbierebbe tanto se lo uccidessi seduta stante?», gli chiese Georg. Gustav alzò le spalle sorridendo.

«Dipende da come gli gira. Comunque, se devi farlo vai fuori, se no rischi di macchiare tutto. E poi ti toccherebbe anche ripulire la scena del crimine.»

«Oh, hai ragione. Grazie Gustav, tu sì che dai sempre ottimi consigli!»

«Oddio, aiutatemi! Georg mi vuole tagliare a fettine e vendere i miei organi vitali su e-bay!»

«Io pensavo di tagliarti in due con la sega elettrica, ti piace l’idea?»

«Basta che sia veloce e indolore.»

«Mmm, allora è meglio addormentarti prima.»

Gustav scosse il capo e sorridendo andò in cucina a prendersi una lattina di aranciata. La aprì e li trovò ancora a discutere beatamente della morte di Bill e a come si sarebbe svolto il funerale.

«Prima di sapere la lista degli invitati all’addio, posso sapere cosa ha causato questa furia omicida, Georg?»

«Bill è impiccione ed è un bambino viziato, in più non la smetteva di chiamarmi Hagen e dice che sono sfigato perché me ne vado da una ragazza.»

«Di cui non sa nemmeno in nome!», aggiunse Bill alzando le mani al cielo.

Gustav li fissò e dopo un sorso piegò la testa di lato e disse: «Ha ragione, Georg, sei uno sfigato.»

«Ah, due contro uno! Posso immergerlo nell’acido?», chiese Bill saltellando fra le braccia del suo quasi-assisino.

«No, Gustav, pure tu! Mi deludi profondamente!»

«Cose che capitano», gli diede una pacca sulla spalla. «E ora lascia andare la causa della nostra fortuna, oltre la musica ovviamente. Me ne occuperò io di lui. Ti assicuro che sarà una morte lenta e dolorosa: fra le braccia di tremila fan impazzite senza la presenza di nessuna guardia del corpo.»

«No, Gustav, questo no! Non si potrebbe discutere? Mi accontento della sega elettrica senza anestesia!», disse Bill spaventato.

«Si vedrà. Allora, me lo lasci? È in buone mani. Tu passa una bella serata, Georg.»

«Grazie Gustav, tu sì che sei un amico!», gli sorrise e lasciò il collo di Bill per dirigersi trotterellando alla porta.

Uscito, Bill guardò Gustav con gli occhi lucidi e lo abbracciò forte.

«Oh, Gustav, grazie mille! Mi hai salvato la vita! Ti voglio tanto bene, lo sai?»

«Un momento, chi ha detto che ti ho salvato la vita? Ho detto a Georg che avrei fatto il lavoro al posto suo.»

«Stai scherzando? Tom non sopravvivrebbe senza il suo piccolo gemellino! Ci pensi a lui?»

«Ricordi quella volta in cui aveva tentato lui stesso di ucciderti a furia di cuscinate? E menomale che aveva solo quell’arma a disposizione! Se avesse avuto una chitarra ti avrebbe randellato per bene.»

«No, Tomi non userebbe mai una delle sue chitarre, non le sporcherebbe mai!»

«Già, hai ragione. Comunque sei libero, ma vedi di non farti placcare così un’altra volta, io non farò proprio un tubo.»

«Oh, sei un amico eccezionale se mi risparmi così!»

«Già, ma basta abbracci, ti prego, o potrei cambiare idea.»

«Come preferisci, amico mio!»

Si sorrisero e Gustav annuì avviandosi verso il giardino. Aveva solo voglia si spaparanzarsi sull’erba a prendere il sole dopo l’eroico salvataggio del frontman.

Bill rise da solo pensando a quanto forti fossero i suoi amici e si lasciò cadere sul divano. Chiuse gli occhi e appena rilassò i muscoli sentì il campanello suonare.

«Gustav?», chiamò.

«Bill, alza il culo!»

«E se è Georg che è tornato per controllare il tuo operato?»

«Spalmati del ketchup in faccia.»

«Te lo puoi anche scordare!», gridò schifato.

«E allora sii uomo e vai alla porta.»

«Ok, ok, ma se morirò mi avrai sulla coscienza per l’eternità.»

«Sì, sì…»

Bill sbuffò e con enorme fatica si diresse alla porta. La aprì e si trovò davanti Camilla. Sorpreso, fece un mezzo sorriso.

«Ehi, ciao.»

«Ehm… ciao Bill.»

«Che ci fai da queste parti?»

«Non c’è Jinny?»

«No, è andata in ospedale con Tom per un controllo alla caviglia.»

«Oh, capisco. Chissà perché non me l’ha detto.» Chissà perché appena incrociò gli occhi di Bill lo capì e si trovò ad arrossire.

«Se vuoi puoi aspettarla qui, dovrebbero tornare a momenti.»

«Ok, va bene», sorrise imbarazzata.

Seguì Bill all’interno della casa e lo guardò mentre andava in cucina e apriva il frigo.

«Vuoi qualcosa?», le chiese.

«Uhm? Oh, no, grazie.»

Bill sollevò le spalle e si diresse in salotto dove si mise seduto sul divano a bere la sua Coca Cola.

«Gli altri dove sono? Intendo… Gustav e Georg, perché Tom e Jinny… Hai capito, no?», gli chiese coraggiosamente, anche se la sua voce aveva tremato in una maniera insolita.

«Gustav è in giardino a fare il lupo solitario al sole, mentre Georg è uscito. Andava da una ragazza di cui non conosceva nemmeno il nome! Puah.»

«Capisco. Tu non sei così, vero?»

«Certo che no! Io almeno i nomi me li ricordo!»

Camilla scosse la testa e sorrise appena.

«Allora… come va?», gli chiese ancora.

«Bene, tu?»

«Mmh, tutto ok. Ho sentito che ritornate in Germania.»

«Te l’ha detto Jinny?»

«Già.»

«Sì, tra un po’ ce ne andremo.»

«Ti dispiace?»

«Un po’. Stare lontano da Jinny sarà dura, ormai fa parte della famiglia.»

«Immagino», annuì ad occhi bassi.

«E poi, mi dispiace anche non averti conosciuta meglio.»

Al cuore di Camilla mancò un battito. Alzò lentamente la testa e incontrò il suo sguardo, che la fece sentire sia male che bene allo stesso tempo. Lui se ne sarebbe andato e chissà quando lo avrebbe rivisto e intanto aveva detto che le era dispiaciuto non conoscerla meglio.

«Sì, anche a me», soffiò.

«Camilla?»

«Uhm?»

«Ma io ti piaccio?»

Lo guardò sgranando gli occhi, le guance rosse come la sua maglietta. Impose a sé stessa di rimanere calma e si disse che per nessuna ragione al mondo doveva sentirsi imbarazzata. Lui chi era per farla sentire in quel modo? Bill. E non Bill dei Tokio Hotel, ma Bill, il ragazzo di cui si era… innamorata. Se fosse una fortuna o una sfortuna lo doveva ancora chiarire.

«Sì… cioè no! No, perché me lo chiedi?»

«Ok, ti piaccio», annuì sorridendo. Camilla non poté fare altro che arrendersi al suo fascino innocentemente irresistibile. 

«Sei tanto abituato a sentirtelo dire, eh?»

«Non più di tanto, veramente.»

«Non ci credo nemmeno se mi paghi.»

«Sono poche le persone che mi prendono per quello che sono, e non per quello che vedono all’apparenza.»

«Davvero?»

«Sì. È per questo che prima di avere un rapporto con una persona, anche di amicizia, devo fidarmi. Con Jinny non ce n’è avuto bisogno, a lei non piacevamo nemmeno!»

«Già, Jinny è Jinny», disse sconsolata.

«Ma nemmeno tu sei da meno.»

Un altro battito saltato per le sue parole troppo belle per il suo debole cuore innamorato.

Lo vide alzarsi con la coda dell’occhio e il suo cuore, questa volta, al posto di smettere di battere, iniziò ad andare spedito, più veloce della luce. Credeva di collassare, invece si sentì infinitamente bene quando le braccia del ragazzo le avvolsero il busto e la strinsero piano al suo petto.

«Questo non è un addio, Camilla, è un arrivederci», le sussurrò. Lei ricambiò la stretta e chiuse gli occhi sentendo il suo profumo dolce.

«Mi mancherai Bill, mi mancherete tutti, tanto.»

«Anche tu mi mancherai.»

Camilla rise sommessamente e Bill pensò che avesse davvero una bella risata e che si era sbagliato su quella ragazza: non era maliziosa come aveva dato a vedere, ma era forse anche più timida e fragile di Jinny. E lui, sinceramente, aveva sempre un po’ paura a maneggiare cristalli talmente fragili, ma ce l’avrebbe messa tutta, voleva provarci con lei. E quello non era che l’inizio.

«Che stupido che sei, puoi anche lasciarmi giù tanto ce la faccio…»

Jinny e Tom erano entrati in casa, lei in braccio a lui, sorridenti, ma si erano subito azzittiti vedendo Camilla e Bill stretti in un abbraccio che si sciolse subito quando si accorsero dei due nuovi spettatori. Imbarazzati non si guardarono e Jinny sorrise all’amica, che aveva gli occhi lucidi e un dolce sorriso.

«Camilla, che ci fai qui?», le chiese.

Tom la fece scendere e le porse di nuovo le stampelle, poi chiuse la porta alle sue spalle.

«Ahm… niente, volevo sapere se ti andava di andare a fare un giro in spiaggia, così, per parlare un po’.»

«Oh, sì, perché no? Tu mi devi dire un sacco di cose.»

Bill si sentì osservato e infatti Jinny gli aveva lanciato un’occhiata esplicita: l’argomento di cui avrebbero parlato lei e Camilla sarebbe stato proprio lui. Si sentì arrossire e così tornò a prendere la sua lattina di Coca Cola lasciata sul tavolino.

«Ehi, ma noi due mica dovevamo vederci quel film?», fece Tom malizioso, sfiorandole la spalla lasciata scoperta dal top.

«Stasera, Tom, non essere impaziente! Ora vado con Camilla, Ci vediamo dopo.»

«Ok, mi raccomando fate le brave.»

La baciò sulle labbra e lei e Jinny si avviarono, mentre i due gemelli rimasero a guardarsi in silenzio in salotto.

La porta si chiuse alle loro spalle e Tom fece un sorriso che non rincuorò per niente Bill, anzi lo mise in ansia.

«Sputa il rospo, che mi sono perso?»

«Niente, a parte che Georg voleva uccidermi.»

«Che novità. Intendevo con Camilla, è una bella tipa!»

«Tom! È la migliore amica di Jinny!»

«Sì, lo so, non ho mica detto niente io! Allora fretellino? Ti piace, eh?», gli diede una leggera gomitata.

«E anche se fosse? Tra poco partiamo», unì le braccia al petto.

«Potresti evitare di ricordarmelo? Grazie, molto gentile.»

«Non vorresti partire, vero?»

«No, ovviamente.»

«Ma tanto tu e Jinny…» Si guardarono negli occhi e Bill gridò.

«Non gridare, scemo!», gli tappò la bocca.

«No, Tom, non puoi farlo! Te lo vieto! Non puoi farlo, no, no e ancora no! No, mi rifiuto di credere che tu possa averlo anche solo pensato! Non puoi!» Aveva quasi le lacrime agli occhi.

«Bill, io non lo so… è complicato…»

«Ma che cosa c’è di complicato, Tom, spiegamelo!»

«Lo stesso motivo per cui tu e Camilla non state assieme.»

«Io e Camilla? Ma la nostra situazione è completamente diversa dalla vostra! Ti prego Tom, pensaci, voi due siete perfetti assieme! Non puoi… Non lo farai, vero?»

«Non lo so, Bill, non lo so. E sei pregato di non dire niente a Jinny, devo pensare.»

«Già, peccato che la soluzione ce l’hai già sotto il naso e non te ne accorgi!»

«Bill, ti prego.»

«Fai come credi, ma se fai del male a Jinny, io…»

«Non voglio farle del male!»

«Gliene farai comunque.»

Tom rimase in silenzio di fronte agli occhi ghiacciati del gemello e il rimorso gli strinse il cuore, così salì in fretta le scale e si chiuse in camera sua.

Era arrivato il momento di prendere una decisione. La decisione più importante di tutta la sua vita, forse.

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Ringraziamenti:

Scarabocchio_: Ciao! Ah, che bello, finalmente ci siamo conosciute su msn! Mi ha fatto veramente piacere! Tanto quanto ho visto che la prima recensione al capitolo scorso era la tua: wow! *__* Beh, per risponderti ti dico solo questo: Ja, Liebe macht doof und blind. (Frase presa dal testo della canzone Heul Doch by LaFee.) Che??? XD Che vorrebbe dire: Sì, l'amore rende stupidi e ciechi. Jinny è innamorata di Tom, sul serio... <3 e a volte preferisce non vedere certi difettucci di Tom. E lui, ovviamente, non riesca a capire questa cosa perchè la dimensione dell'amore non è proprio la sua... Ecco tutto. Grazie mille, continua a seguire!! Baci.

niky94: Eh, il nostro Tom è fatto così... ma almeno è sincero! Grazie, mi fa piacere se ti incuriosisco! Continua così, grazie! Baci.

Ladysimple: Hai messo la modalità bambina tenera? Eheh... Va bene. Quando Tom partirà... eh, bel casino! Ma non posso anticiparti nulla! Devi continuare a seguire (e a rencensire, ovviamente! XD) Baci, tvb!

tokiohotelfurimmer: Cavolo, ciao! Era un pò che non ci sentivamo!! Il mio indirizzo ti è arrivato? Ho utilizzato la modalità commenti, come avevo detto. Se non ti è arrivato troverò un altro modo, stai tranquilla! Invece, tornando alla tua recensione: Beh, è scontato dire che lo adoro anch'io? *__* Jinny ci sta male, sì, perchè Tom è fatto così e ci vorrà un pò prima che cambi, ma vedrai che l'amore trionferà!! (Parlo io, la solita romanticona che alla fine la prende sempre nel c**o, tanto per essere chiari XD Menomale che esiste l'immaginazione!) E il dialogo con Bill... che dire, mi è uscito proprio dal cuore... ho immaginato di parlare con il mio migliore amico e... puff, è uscito questo piccolo capolavoro (Come sono modesta, accipicchia! ^^). Un bacio e a presto, sia qui che in una tua lettera che aspetto!!

Semplicemente un GRAZIE enorme a tutti quelli che Leggono e anche un bacione, va', oggi sono felice. Forse perchè ieri i Tokio Hotel hanno vinto il Best TRL Artist of the Year ai TRL Awards di Trieste!! Wow, sono superfelicissima! Peccato per il Best Band... Ma non importa, chissene frega! Quello che abbiamo vinto è più importante!! Ok, ora vi lascio sul serio! Ciao e Grazie mille ancora! Al prossimo e, a questo punto, ultimo capitolo!

   
 
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