To My Dear Juliet

                                                      pt. 2

 

Col piccolo fagottino tra le braccia, estrassi le chiavi dalla tasca destra dei miei jeans logori, e infilai quella d'oro nella serratura. La porta si aprì con un leggero scatto che giunse alle orecchie della piccola e la svegliò.

-Ciao, piccina- le sussurrai, chiudendomi la porta alle spalle, cercando di fare meno rumore possibile. -Siamo al caldo ora-.

Mi guardai intorno, in cerca di qualche segno di vita: sul tavolino davanti al divano c'era solo qualche residuo di polvere bianca e una carta di credito sporca.

-Cazzo- sussurrai. Poi strinsi la bimba forte al petto e mi avviai verso il bagno.

Non avevo idea di cosa fare, non sapevo come ci si dovesse comportare con un neonato. Tuttavia, tolsi la piccola dall'insieme di coperte che la avvolgeva, e la lasciai solo con la sua tutina rosa addosso. A vedere l'orsacchiotto disegnato sul davanti, mi venne da ridere.

-Come siamo carine-. Dio, stavo parlando come una cazzo di nonna alla nipote scema. Patetico.

Sono proprio una checca, pensai.

Poi mi lavai le mani per bene, col sapone alla vaniglia che aveva comprato Ronnie la settimana prima, e spogliai la bambina per vedere se doveva essere cambiata. Che poi, anche se così fosse stato, non avrei avuto nulla con cui cambiarla.

Per fortuna sembrava tutto a posto, quindi le sciacquai solamente le manine sporche, la rivestii e la portai in camera da letto.

Ronnie era sdraiato sulle coperte, con addosso solo i boxer, e aveva la bocca spalancata con un rivolo di bava che scendeva. Cazzo, la droga come riduce le persone.

Appoggiai la piccina sulla poltrona, mi avvicinai al letto e presi a scrollare il mio ragazzo.

-Ronald, svegliati-.

Lui aprì un occhio, visibilmente irritato. -Cazzo vuoi, Max, lasciami dormire Cristo- sbottò, girandosi dall'altra parte.

-Pezzo di deficiente- gli risposi io, scavaldandolo per guardarlo in viso. -Abbiamo un problema-.

-Cioè?- chiese lui, tenendo sempre gli occhi chiusi.

-Cioè se alzi il tuo fottuto culo da tossico lo vedi-.

Lui sbuffò, si stropicciò i grandi occhi scuri e si alzò a sedere. Poi iniziò a guardarsi intorno, e quando incontrò qualcosa sulla poltrona nera, i suoi occhi uscirono dalle orbite.

-Che cazzo...- chiese alzandosi e raggiungendo la piccola.

-Max, che cazzo ci fa un neonato in casa nostra?-.

-L'ho trovata fuori dal portone, ed è una femmina, prego-.

-Fuori dal portone? E perchè cazzo l'hai portata qui? Non potevi, che ne so, portarla all'ospedale?-.

-Ronnie, stava ghiacciando, e non tutti ce ne battiamo i coglioni come te-.

Lui sbuffò di nuovo e chinò il viso su quello della piccola. Poi le sue labbra si stesero in un sorriso.

-Però è bellissima- affermò, guardandola con occhi dolci. Lei si aggrappò con una manina al dito di Ronnie. Io sorrisi.

-Sai come si chiama?- mi chiese il mio ragazzo.

Io ci pensai un attimo.

-Juliet-.

 

 

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Ed ecco il secondo capitolo di questa geniale (sì, geniale huahuahuah) fic che io (Gre) e la Walks stiamo scrivendo all together now xD. Come vedete la storia sta prendendo una forma, più andremo avanti a scrivere più tutto vi risulterà chiaro... anche se alla fin fine nemmeno noi sappiamo cosa succederà in seguito xD è l'istinto che scrive per noi u.u (vero Walks?U.U). Ok, spero in tante belle recensioncine e ringrazio le due ragassuole che hanno precedentemente lasciato la traccia del loro passaggio (grazie, girls *-*). Enjoy.

Gre