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Autore: Darth Ploly    22/11/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I fumi dell’oppio si sollevano delicatamente rilasciando un’aroma gradevole. Ho sempre apprezzato molto il suo odore e, sebbene non ne sia mai stata una consumatrice, mi fa piacere restare in questa stanza in compagnia dei miei clienti, anche solo per sentirne il profumo.  Eppure è ormai da un po’ che non ne traggo lo stesso godimento.
Dal giorno della morte del padre, Albert ha iniziato una lunga caduta nella parte peggiore di sé, cercando rifugio nell’annebbiamento dei sensi provocato dalla pianta. È devastato dall’idea di non essergli stato vicino nei suoi ultimi istanti, si sente debole e inutile. Proprio ora che dovrebbe mostrare la sua forza e prendere le redini della famiglia per contrastare Trixie, lui non riesce a reagire. Persino alla riunione dei Quattro organizzata da Pinkmane è parso disinteressato e svogliato. Dopo quella sera ho anche deciso di non permettergli più di farsi del male nel mio locale, ma lui sa bene che, a parte me, nessuna delle ragazze del locale si sognerebbe di mettere in discussione una sua richiesta: è pur sempre un Grifone. E allora eccolo di nuovo qui a cercare di sfuggire alle sue paure e ai suoi doveri.
“Mi sembrava di averti proibito l’ingresso in questa sala” Gli dico avvicinandomi al lettino su cui è disteso.
“Tu non … non puoi proibirmi nien … niente” Biascica lui, completamente fuori di testa dopo appena mezz’ora dall’apertura del locale.
Stupido, stupido ragazzo! Non si rende conto del suo potenziale. Se solo volesse, potrebbe diventare persino più grande del padre.
“Forse ti è sfuggito, ma io sono la proprietaria del Jolly. Fin quando resterai sotto questo tetto dovrai obbedire alle mie regole. Ora alzati ed esci subito da questa sala. Dai, ti offro qualcosa di forte”
“Non mi serve nulla. Voglio solo restare da solo”
“Ma non te lo puoi permettere! Il tuo lavoro ti aspetta, la famiglia dei Grifone ha bisogno di un nuovo capo. E poi ci sono i Quattro! La loro stabilità dipende da te”
“Mai come in quesssto momento”
Una voce inconfondibile alle mie spalle annuncia l’ingresso del Sibilante in sala. Il suo verde mantello risplende illuminato dalle fiamme delle candele rendendolo una presenza sinistra.
“Qualcosa ti turba, Sibilante?” Gli domando.
“Purtroppo sssì. Mi dissspiace esssere portatore di brutte notizie, ma sssono ssstato contattato poco fa dai Gufi e ho avuto l’incarico di informare i Quattro delle ultime novità”
La cosa non mi piace: da che io ricordi, Spike non ha mai contattato qualcuno per condividere spontaneamente le proprie informazioni. E soprattutto non gratuitamente.
“Parla, dunque”
“Presssto detto: Nandermane ha sssollevato il commissario Dash dall’incarico e domani mattina verrà dato l’annuncio ufficiale. Sssembra che il sssuo comportamento nelle indagini sssull’attentatore sssia ssstato consssiderato “inaccettabile”. Non è un licenziamento ma tanto basssterà a Trixie per ottenere ancora più potere e prestigio”
Per un attimo mi manca il fiato e sono costretta a sedermi sul lettino al mio fianco. Persino Albert sembra più lucido e interessato. Dopo solo un giorno dall’attacco alla pasticceria, quel bastardo di Nandermane ha preso una decisione radicale. Sicuramente sarà stato convinto dall’intervista a Rich pubblicata oggi.
“Hanno trovato un capro espiatorio. È evidente che l’attacco sia stato organizzato da Trixie e da Rich!”
“Evidente lo è per noi, Rarity. Gli altri cittadini collegheranno la bomba alla passsticceria a quella nel taxi. Per giunta sssembra che la Melodia fossse a conossscenza di un altro tentato attacco. La sssituazione ormai può sssolo peggiorare”
Il Sibilante ha ragione. Trixie ha calcolato tutto e noi non siamo riusciti a prevenire alcuna sua mossa. Ci ha giocati.
“E adesso che si fa?” Chiedo preoccupata all’assassino.
“È necesssaria un’azione decisssa da parte dei Quattro. Bisssogna aiutare non sssolo quella ragazza, ma anche la Melodia e i poliziotti fedeli a Dash. Sssarà ssstrano ma deve nassscere un’unica forza” Poi si rivolge al povero Albert “Non te lo direi in altre occasssioni, ma abbiamo bisssogno di te. I Quattro devono esssere una guida per tutti”
“Albert …” Torno a osservarlo, un pony indolente come non lo è mai stato. Devo fare qualcosa, devo essere forte. Per lui, per i Quattro, per tutti.
“Sarò io ad aiutarti, Albert! Da solo non ti riprenderesti in tempo, quindi permettimi di lavorare al tuo fianco: lascia che io sia la tua rappresentante!”
Il Sibilante emette un verso strano per poi iniziare a tossire. Quando si calma dice: “Con tutto il rissspetto, Rarity, quel che proponi è asssurdo”
“È l’unico modo che abbiamo” Ritratto io “E poi non temere: gestisco il Jolly da anni e so come comportarmi con mafiosi e criminali”
“Quesssto non vuol dire essserlo. La vita da mafiossso non è come quella della venditrice di oppio”
“Allora imparerò! I Quattro sono i migliori in questo campo, giusto?”
Questo scatena una profonda ilarità nel Sibilante, che ride con forza fin quasi alle lacrime. Alla fine però risponde: “Ci sssarà da divertirsssi”
Soddisfatta, ricerco l’approvazione di Albert.
“Tu che ne dici invece?”
Incrocio i suoi occhi e lui, pian piano, accenna un sorriso.

L’abitazione di Dash è immersa nell’oscurità. Tutte le tapparelle sono abbassate, l’aria entra a stento. Dash è seduta in un angolo della sua camera con il muso chino; sopra di lei è appeso il poster autografato dei Wonderbolts, la famosa squadra acrobatica aerea per cui ha una grande passione fin da quando era una puledrina. Tempo fa mi disse che quando da piccola era triste o arrabbiata trovava conforto guardando questo poster e la sua vasta raccolta di fotografie della squadra capitanata da Fleetfoot. Vederla qui ora mi fa star male.
“Dash … hey, Dash …” La chiamo, ma lei non solleva nemmeno la testa.
Quando questa mattina ha annunciato alla città che avrebbe momentaneamente abbandonato il suo incarico, mi si è gelato il sangue. Dopo aver concluso l’annuncio, Dash ha silenziosamente evitato i giornalisti ed è volata a casa, fortunatamente senza essere seguita: tutti erano più interessati a quel che avrebbero detto Nandermane e Trixie. Sono corsa qui senza perdere tempo, pensando a tutte le cose successe negli ultimi giorni e a quel che hanno causato. Quel che io ho causato.
La richiamo di nuovo, stavolta con voce più insicura. Il silenzio che segue è straziante.
“Ti ho vista prima, in piazza” Continuo “Hai dimostrato una forza incredibile, Dash, nessuno potrà negarlo. Io … sono desolata, Dash. Quel che è successo è solo colpa mia. Non avevo idea che ti avrebbero … sì, insomma …”
“Ti avevo avvisata” Sussurra lei con voce cupa “Hai forse creduto che mi stessi preoccupando inutilmente, Octavia?”
“Io … io pensavo che …”
“Ti dico io cosa pensavi: pensavi che la mia prima preoccupazione fosse catturare quel misterioso pony mentre tu volevi occuparti di Trixie. Ti è mai venuto in mente che anche io volessi prima fermare lei? Ovviamente no. Eri accecata dall’ira e non hai ragionato a mente lucida. Io mi sono fidata di te perché speravo che tu fossi la Octavia che conosco, la Melodia che ha risolto il caso Pinkamena. Invece ho sbagliato e queste sono le conseguenze. Sai quale sarà il prossimo passo?”
“No” Sussurro io.
“L’epurazione” Esclama sollevando finalmente il muso “Trixie obbligherà tutti i miei collaboratori a occuparsi di noiosi e inutili incarichi d’ufficio. Non ci sarà nessuno in grado di contrastarla all’interno della polizia. E questo solo perché le hai permesso di avere un’arma da usare contro di noi”
Fa male quando sei costretta a confrontarti con la realtà. Dash ha ragione. Ha ragione su tutto. Se ci penso, mi rendo conto che gli errori che ho commesso sono gli stessi di cui la accusavo ai tempi di Pinkie: testardaggine ed egoismo. La sola differenza è che lei non volle fidarsi di Twilight Sparkle, una folle scienziata dal torbido passato, mentre io non mi sono fidata di una delle mie più sincere amiche, fedele alleata fin dai tempi della scuola di polizia e pegaso dall’incrollabile senso di giustizia. E adesso, senza nemmeno rendermene conto, potrei aver condannato Ponyville più di quanto non abbiano fatto Rich e Nandermane. E tutto questo perché? Per aver pensato di nuovo di essere … sola.
“Non volevo si arrivasse a tanto” Provo a difendermi, ma mi sento ridicola.
“Neanche io, eppure ci siamo. Io sono impotente, la polizia è schiava di Trixie e tu sei sempre più debole. Trixie ti sta isolando da tutti, ti sta sottraendo ogni sostegno e tu da sola non puoi vincere. Tu sei … Icarus, Octavia. Ricordi il mito di Icarus, vero?”
Annuisco. È una delle storie più celebri della mitologia di Equestria.
“Tu sei Icarus e Trixie è il sole. Icarus cerca di raggiungerlo, ma lui è un semplice pony di terra e le sue sono misere ali di cera. Il calore del sole le scioglie e lui cade in mare fallendo nel suo intento. Stai attenta al sole, Octavia: ha sciolto già un’ala e ha provato a danneggiare l’altra. Proteggi la tua ala, perché è indifesa, nonostante sia intrepida e volenterosa. Abbi cura di lei”
Stavolta la sua voce ha un tono più dolce. Nonostante tutto è ancora preoccupata per me e Derpy.
“Adesso cosa farai?” Le chiedo.
“Chi lo sa! La mia ricerca di testimonianze del giorno dell’attacco a Rich non ha portato ad alcun risultato e nessun alleato di Trixie sopravvissuto a quella notte si trova in città. Molti sono morti, altri sono in carcere, un paio hanno messo la testa a posto. E io sono alla ricerca di una pista”
“E a che ti servirebbe? Ormai sei fuori dai giochi”
“Fuori dai giochi, dici?” Ripete, alzandosi lentamente “Non ho intenzione di fermarmi, Octavia. Non permetterò che il mio posto vada a quella maledetta”
I suoi occhi, fissi nei miei, sembrano lanciare fiamme. Non l’avevo mai vista così furiosa e determinata.
Alzo lo zoccolo e lei ricambia con grinta il saluto. In cuor mio prometto a me stessa che non commetterò più errori; è tempo che la Melodia ritorni a suonare.
Sto per andarmene, quando capisco come posso aiutare Dash.
“Derpy mi ha descritto il pony che ha piazzato la bomba dai Cake. È un unicorno dal manto arancione che mi ha ricordato Sunburst. Ha la criniera rossa e il pizzetto, proprio come lui. Credi che potrebbe interessarti?” Concludo con un occhiolino.
Lei mi risponde con un sorriso. Quando mi giro però mi richiama: “È una descrizione molto accurata considerato che, secondo le ricostruzioni, il pony aveva un lungo giaccone. C’è qualcosa che mi stai nascondendo?”
“Sì” Rispondo onestamente “Ma lo faccio per proteggere la mia ala di cera”

Nel folto della Everfree Forest si trova una grande, buia grotta. Al suo interno si snodano lunghi corridoi abbelliti da meravigliose stalattiti e stalagmiti che rendono la discesa nelle profondità della terra un’esperienza irripetibile. Uno dei sentieri conduce addirittura a un lago sotterraneo, più piccolo di quello tanto amato dagli abitanti di Ponyville ma non per questo meno affascinante. Ancora oggi i nonni raccontano ai puledrini che le acque di questo lago sono in grado di creare una copia perfettamente uguale del pony che vi si immerga. Ovviamente è solo una storia, ma contribuisce a mantenere un’aura di mistero. Purtroppo la visita della grotta senza una guida esperta non è consigliata, sia per la facilità con cui ci si può perdere, sia per il rischio di frane.
Ma Doctor Whooves non è un pony come tutti gli altri.
Guidato dai miei sensi di drago, raggiungo l’ampia area dove si trova il lago. Qui, immobile, Whooves si specchia nelle limpide acque. Nel tunnel alle sue spalle vedo alcuni apparecchi tecnologici tra cui le sue ali, oggetto della mia invidia fin da quando l’ho visto volare dritto verso la luna quella sera in città. Non è facile per un drago accettare che non potrà mai volare, ancor di più quando vede riuscirci perfino un pony di terra.
“Una magnifica dimora” Dico avanzando verso di lui.
Piuttosto che venirmi incontro, Whooves preferisce aspettarmi.
“È stata una sorpresa. La Everfree Forest è un luogo incantevole, dotata del fascino del mistero, e questa grotta non fa eccezioni. Come hai fatto a trovarmi?”
“Merito della fortuna, venuta con le sembianze di un incarico per i Gufi, e della tua distrazione” Gli spiego “Ho avuto il compito di sorvegliare i movimenti della giovane Derpy Hooves. È stato sorprendente scoprire che aveva un appuntamento proprio con te”
Lui ride divertito: “Tradito dalla mia galanteria! Mi sembra di essere un combattente delle antiche leggende”
Ride ancora un po’, poi si siede e mi invita a raggiungerlo al suo fianco. Restiamo in ascolto del rumore delle gocce d’acqua che scendono dalla volta sopra di noi sulle lastre di roccia venutesi a formare nel corso dei secoli. Era una vita che non passavo del tempo con Whooves.
“Come sta?” Mi domanda alla fine.
“È spaventata, ma niente di più. Ha evitato che quella bomba ferisse qualcuno, è stata brava”
“Ne sono lieto” Dice, e mi sembra sincero.
“Non sei stato tu, vero?”
“No. Non compierei mai un atto del genere senza lasciare agli altri un modo per salvarsi. Dove sarebbe altrimenti il divertimento?”
Lo immaginavo. Whooves ha sempre cercato il divertimento in ogni istante della sua vita. Il brivido dell’incertezza, il desiderio di scoperta, tutto purché sia divertente.
“Perché ti sei avvicinato a Derpy? Volevi carpirle delle informazioni?”
“Su cosa? Ho visto una ragazzina piangere da sola e ho voluto aiutarla. Cosa potrebbe sapere di tanto importante? Probabilmente è ancora una studentessa”
“Ti sbagli: è una detective, la socia della Melodia della Giustizia”
Lui si volta verso di me con espressione incredula, ricercando la verità nei miei occhi. Quando si accorge che non mento, ridacchia e dice: “Che coincidenza incredibile. Giuro che non ne avevo idea. Io volevo solo essere …”
“Gentile?” Concludo io. Lui deglutisce e fa un cenno di assenso.
Chi avrebbe mai pensato che il suo lato buono si sarebbe espresso in questo modo? Che in fondo sia davvero cresciuto in questi anni? Sarebbe tutto più facile se avessi la certezza di non star parlando allo stesso Whooves che mi fece quasi ammazzare dalla mafia.
“E adesso che si fa?” Gli domando, cogliendolo alla sprovvista.
“Che intendi? Mi hai trovato, no? Hai vinto! Portami dalla polizia, dalla Melodia o non so. Conosci questa città molto meglio di me”
“Non trattarmi da idiota, Whooves” Sibilo stringendo i denti “Sono da solo nel tuo covo e tu sei uno dei pony più geniali che io abbia mai conosciuto: potresti scappare, imprigionarmi, forse uccidermi, ma invece ti comporti come se non avessi scampo. Perché?”
“Come? Vuoi che lo ripeta? Mi hai preso! Sono le regole del gioco!”
“Quale gioco? Tu hai sfidato Octavia, non me! So come ragioni, Whooves, perciò non trattarmi da idiota!” Perdo la pazienza e con un rapido gesto della coda getto dei sassi nel lago di fronte a noi; dalla mia bocca si solleva del fumo mentre continuo: “Ho smesso anni fa di essere lo zimbello degli altri. Il draghetto che tutti deridevano è diventato un predatore notturno, potente e temuto quanto i maggiori criminali della città. Sono il Signore dei Gufi e farai bene a ricordartelo! E adesso spiegami tutto!”
Lo metto in soggezione. Persino Doctor Whooves è costretto a chinare il muso davanti a me.
Aspetto pazientemente la sua risposta e, quando arriva, è più di quanto io sia disposto a tollerare.
“Quando sentii parlare per la prima volta della misteriosa organizzazione di spionaggio nata a Ponyville, capii subito che eri diventato quel che avevi sempre sognato. Io invece, sebbene fossi riuscito a ottenere conoscenze e indipendenza, ero comunque ancora vittima della mia passione per le sfide. L’aver vissuto totalmente da solo per tanti anni aveva però affinato le mie capacità tanto che non ne perdevo più neanche una. Ho sfidato al suo gioco ogni tipo di malfattore, criminale e mafioso che ho incontrato e ho sempre vinto. Tutto ciò però non mi stimolava più, come puoi immaginare, e allora ho deciso che sarei stato io a organizzare le sfide: i miei avversari sarebbero stati i più famosi investigatori di Equestria e solo il migliore avrebbe potuto arrestarmi. Per questo sono venuto qui per Octavia: gli altri non si sono rivelati all’altezza delle aspettative. Credevo che lei potesse vincere davvero, avevo sentito ottime voci sul suo conto”
“Credevi … o volevi?” Domando, notando delle variazioni nel suo tono di voce.
Lui osserva ancora il suo riflesso; nei suoi occhi alberga la sofferenza.
“Non posso più continuare così, Spike. All’inizio era divertente vedere i detective e i poliziotti che cercavano di trovarmi, ma poi sono arrivati gli incubi” Mentre parla, il suo corpo inizia a tremare mentre gli occhi gli si riempiono di lacrime “Vedevo i pony rimasti feriti negli incidenti da me provocati, vedevo i musi straziati dal dolore e dalla paura; sentivo le urla disperate dei passanti, i gemiti dei feriti, il pianto dei puledrini. Una notte sono comparsi anche i nostri compagni, Spike! I loro corpi erano perforati dai proiettili e perdevano sangue senza finire. Ho provato a smettere di giocare, ma non ci sono riuscito: è più forte di me! Speravo che Octavia riuscisse dove gli altri avevano fallito, ma invece ha chiesto l’interruzione del gioco e … non sapevo cosa fare! Ma ora ci sei tu! Tu mi aiuterai, vero?” Con un gesto rapido mi afferra una zampa posteriore e si allunga verso di me con sguardo allucinato “Noi siamo amici, vero? Mi aiuterai!”
“Mi fai schifo” Rispondo con disprezzo. Mentre mi osserva incredulo, lo colpisco con forza facendolo allontanare. Sul muso compaiono tre segni leggeri che iniziano presto a sanguinare.
“Sei rimasto lo stesso egoista di un tempo. Hai fatto i tuoi comodi finché ne sei stato capace e ora vuoi evitare le tue responsabilità contando sugli altri. Mi hai deluso profondamente”
“T … taci!” Prova a ribattere “Tu non sai cosa si provi a essere …”
“Cosa? Ho vissuto sulle mie squame ogni forma di maltrattamento, sono stato povero, solo, disprezzato, ma alla fine ho prevalso. Credi davvero di potermi insegnare qualcosa?”
No, non può e lo sa bene. Nessuno ne ha passate tante quanto me. Rendendosi conto della stupidità di quello che stava per dire, indietreggia lentamente e io osservo strisciare il verme che si ostentava farfalla dietro il suo lucente paio di ali meccaniche. Possibile che si sia trattato solo di apparenza?
Gli volto le spalle e muovo i miei passi alla volta del sentiero per l’uscita. Dopo un attimo di smarrimento, Whooves mi richiama ma io non mi volto.
“Te ne vai davvero?”
“Sì. Non perdo tempo con chi non lo merita”
“E allora cosa posso fare? Dimmelo, maledizione! Non lasciarmi solo con … loro!”
Questa volta mi fermo e rifletto per qualche secondo, poi spiego con voce seria: “Non sono fantasmi, Whooves, è solo rimorso. Puoi continuare a scappare fino a impazzire oppure diventare divenire spietato al punto tale da non provarne mai più per il resto dei tuoi giorni. Dimmi: credi di essere diventato tanto sanguinario da liberarti così dei tuoi incubi?”
“No! Sai che non è così”!
“Allora accogli il rimorso in te e cerca rifugio nel tuo lato buono. Da qualche parte dentro te c’è quel pony che ha provato pietà nei confronti di una ragazzina che piangeva da sola nel buio della notte. Sii quel pony, Whooves, e potrai salvarti”
La nostra discussione termina così. Mi allontano in silenzio entrando nell’oscuro tunnel di roccia; alle orecchie mi giungono i lamenti di un genio disperato.
Mostrami quel che sai fare, Whooves. Mostrami quanto sia errata la nuova opinione che ho di te.
 
 
 
 
 
 
Nota d’autore: Dato che mi è stato chiesto tra le recensioni, volevo spiegare il funzionamento delle pistole all’interno della storia. Immaginate una pistola senza grilletto. Al suo posto c'è una sorta di bottoncino o comunque qualcosa su cui si possa far pressione. Il pony afferra l'arma stringendola tra lo zoccolo e la zampa (diciamo all'altezza del nostro polso) e fa pressione sul bottoncino provocando lo sparo.
Lo spazio del polso viene usato anche per impugnare altri oggetti, come i due sai usati da Octavia. Non ho potuto spiegarlo all'interno del racconto perché in una narrazione in prima persona avrebbe stonato il ribadire quel che per loro è una normalità.
Spero di esservi stato utile.
   
 
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