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Autore: Loribi    05/04/2005    2 recensioni
Ciao a tutti, eccomi con una nuova storia, ma non voglio anticiparvi nulla, vi dico solo che questa, a differenza delle altre fanfiction che ho scritto, sarà a più capitoli...che dire, cominciate a dare una sbirciatina e commentate:)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi portava dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, n

Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi portava dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, non se lo meritava…Dio come mi aveva fatto male sentirmi dire che quel contatto, quel nostro bacio era stato uno sbaglio, non doveva succedere; e poi che io allora stavo ancora studiando era il pretesto più idiota che Orlando avesse potuto trovare per dirmi invece che non provava niente per me. Sì, perché quella era la verità, dopo quanto accaduto, dovevo per forza pensare che io non significavo niente per lui. Magari potevo attrarlo fisicamente, altrimenti non sarebbe stato così coinvolto in spiaggia, ma comunque non ero più che un oggetto. Mi aveva illuso, aveva giocato con me, non credevo fosse stato così stupido da non capire che mi ero innamorata di lui, ero troppo limpida per nascondere ciò che provavo…e lui che cosa aveva fatto invece? Niente di più che alimentare giorno dopo giorno il mio amore per lui; quante volte, da quando eravamo arrivati ai Caraibi, avevamo chiacchierato insieme, riso, giocato, anche sul punto di baciarci, quella volta nel deposito? E allora ricordo di essere stata io a fermarmi, non lui, perché era evidente che altrimenti ne avrebbe approfittato anche in quel caso. Ma ciò che al momento non riuscivo a perdonargli era il fatto che, se non ricambiava i miei sentimenti, avrebbe almeno dovuto parlarmene chiaramente, e subito anche; non farmi prima toccare il cielo con un dito con quel bacio, per poi dirmi che…oh che rabbia! Avevo il cuore a pezzi, la mente che a stento riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto, e a peggiorare il tutto erano i brividi di freddo che mi percorrevano il corpo bagnato; infatti ero corsa via subito, nonostante la pioggia che cadeva anche se meno fitta rispetto a qualche minuto prima. Insomma stavo malissimo, dentro e fuori.

Arrivai nella hall dell’albergo e, per mia grande fortuna, non trovai nessuno della troupe; evidentemente c’era stato qualche imprevisto, pensai comunque che era meglio così, pertanto presi le chiavi della mia stanza e andai al piano di sopra dove, messo in bella vista sul letto di Karla, c’era un biglietto con su scritto che era andata a cena in un ristorantino sul mare con il resto dei collaboratori. Per prima cosa decisi di togliermi quegli abiti zuppi da dosso; che strano, pensai, avevo vissuto una situazione del genere anche quella mattina, ma le circostanze erano state sicuramente più piacevoli…che scema, che scema ero stata solo a pensare che tra me e Orlando avesse potuto funzionare; ma come avevo fatto? Eppure ero stata sempre una ragazza con i piedi ben piantati per terra, certo, magari un po’ sognatrice come era normale d’altronde esserlo per la mia età, ma non avevo mai esagerato con la fantasia. Tranne che in questo caso. Orlando era bello, attraente, spigliato e inoltre faceva parte del mondo dello spettacolo, del cinema hollywoodiano; mentre io, io chi ero? Una ragazzina qualunque, appena uscita dal liceo che non sapeva ancora che fare della sua vita; come si sarebbero potuti conciliare due mondi così diversi? Ed io che per qualche istante avevo creduto fosse stato possibile…

Mi stavo raccogliendo i capelli in una coda alta davanti allo specchio quando mi accorsi del lampeggiare del mio cellulare che avevo affianco:

-Sì pronto-

-Oh ciao Maggie- dissi non al massimo dell’entusiasmo.

-Mi fa piacere notare che tu sia felice di sentirmi- mi rispose lei con tono sarcastico.

-Scusami Maggie, ma è che ho avuto una giornataccia-

-E’ successo qualcosa di grave?-

-Vuoi sapere cosa è successo? Semplicemente che oggi mi sono resa conto che Orlando è un imbecille, e sono anche fin troppo gentile ed educata a chiamarlo così-

-Che ti ha fatto?-

-E’ una storia lunga Maggie, dopo quanto è accaduto ora non so nemmeno più come comportarmi con lui, so solo che ormai il nostro rapporto non potrà più essere lo stesso di prima, ci siamo spinti troppo oltre ed ora tra di noi non può più esserci una semplice e disinteressata amicizia; insomma…come vedi non è il caso di parlartene a telefono, sarebbe troppo complicato- le dissi passandomi afflitta una mano fra i capelli e sospirando profondamente.

-Non avrete mica fatto sesso-

-Ma no! E comunque è stata una fortuna, altrimenti ci sarei stata ancora più male-

-Ah ok…beh, ma se dici che è una storia troppo lunga e complicata, perché non me la racconti di persona?- mi disse poi Maggie.

-Come scusa?-

-In pratica i miei genitori stanno organizzando un viaggio in Italia, con tappe città come Roma, Firenze…perché non vieni con noi? Insieme ci divertiremo tantissimo, come sempre-

La proposta di Maggie mi lasciò alquanto interdetta, non mi aspettavo un invito del genere.

-Sai in un primo momento non avevo alcuna intenzione di chiedertelo, sapevo che eri ai Caraibi e per di più con il tuo attore preferito quindi non pensavo che tu fossi disposta a venire con me. Però, dal momento che mi dici che è successo non so che tra te e Orlando, ma da come stai male vedo che si tratta di qualcosa di  molto grave, perché non molli tutto e ritorni a Londra?-

-Maggie non so che dirti…-

-Beh tu pensaci, non c’è bisogno che mi risponda subito-

-Però se venissi con te non sarei costretta a passare qui tutta l’estate vedendomelo sempre davanti e starci male ogni volta-

-Questo è vero-

-…e poi così lo dimenticherò di sicuro- sussurrai amaramente a me stessa.

-Come hai detto? Non ho sentito-

-No niente Maggie, parlavo da sola…comunque, forse hai ragione tu, mi farà solo bene tornare a Londra, e poi una vacanza con te mi aiuterà a distrarmi e a non pensare più a ciò che è successo; tutto come prima insomma- continuai con un tono di triste rassegnazione nella voce.

-Dai Jade, tirati su, non sono abituata a sentirti così triste!- mi disse Maggie affettuosamente.

-Magari fosse facile…-

-Non preoccuparti Jade, vedrai che ti passerà, forse deve solo passare un po’ di tempo, tutto qui-

-Già, è così-

-Beh Jade ora devo proprio staccare, c’è qui mia sorella che rompe perché le serve il telefono- disse poi Maggie scocciata.

-Va bene, allora ti faccio sapere io qualcosa, domani mi informo sull’orario degli aerei-

-Perfetto, prendi il primo volo per Londra e torna a casa, ti aspetto eh?- mi disse lei allegra.

-Ok Maggie, ciao e a presto-

-Ciao Jade-

Ecco, fra qualche ora ormai sarei tornata a casa, alla vita di tutti i giorni; che sensazione strana che avevo, ma non era certo una bella sensazione. Era stata un’esperienza che non avrei mai più vissuto quella di conoscere, almeno in parte, il mondo del cinema, lo svolgersi delle riprese, l’atmosfera che c’era sul set, avevo visto i Caraibi, e poi avevo conosciuto lui, Orlando Bloom; chissà se l’avrei più rivisto…

 

Il giorno dopo ero in camera che preparavo la valigia, sarei partita il pomeriggio stesso, l’aereo era alle 16.30 e dovevo anche darmi una mossa perché l’aeroporto distava una cinquantina di chilometri circa dall’albergo dove alloggiavo, ed erano già le 13.00. La sera prima avevo parlato con Karla, al suo ritorno si accorse subito che avevo gli occhi gonfi di pianto, e nonostante non fossi molto propensa a dirle cos’era successo, mi obbligò a raccontarle tutto, da quando mi aveva lasciata sola alla scogliera alla telefonata con Maggie. Karla ci rimase molto male, si vedeva che era più che dispiaciuta, ma non mi rinfacciò mai che lei mi aveva avvertito di andarci piano con Orlando, sapeva che sarebbe stato solo peggio per me; per quanto riguarda il mio ritorno a Londra, anche lei era d’accordo, se fossi rimasta lì fino alla fine dell’estate sarei stata solo male.

Ecco fatto, ero pronta, mi sembrava di aver preso tutto. Così, uscita dalla stanza, cominciai a trascinare il mio trolley per il lungo corridoio, per poi fermarmi per qualche istante davanti alla camera 118, la camera di Orlando. Non potei fare a meno di sorridere quando mi venne in mente la scena di me che arrossivo quasi fino a diventare viola quando quella volta, per aver sbagliato stanza, lo vidi uscire mezzo nudo dalla doccia, era il mio primo giorno ai Caraibi. Quello stupido, non riuscivo ancora a capire perché si era comportato così, e poi soprattutto perché io mi ero innamorata proprio di lui? Pensavo quelle cose quando fui poi riportata alla realtà da dei rumori nella stanza…ma che cosa stavo facendo lì impalata? Orlando sarebbe potuto uscire da un momento all’altro! Mi affrettai giù per le scale facendo attenzione a non cadere, poi salutai i componenti della troupe che non sospettavano minimamente il motivo per cui avevo deciso di andare via; erano un po’ dispiaciuti per la mia partenza, in effetti si erano un po’ tutti affezionati a me, ero la più piccola del gruppo.

-E tu che ci fai con questa valigia?- mi chiese stupito Johnny appena rientrato in albergo.

-Ho deciso di andare via-

-Come vai via?-

-Eh sì, ritorno a Londra, poi passerò il resto dell’estate con la mia amica, faremo un viaggio in Italia-

-Ma se non sbaglio questo non era previsto, tu dovevi rimanere qui fino ad agosto…è successo qualcosa con Orlando, vero?- disse lui convinto, aveva capito sin dall’inizio che tra me e Orlando c’era della simpatia.

-Diciamo di sì, perciò ho deciso di tornare a casa- gli risposi non nascondendo un velo di tristezza.

-E immagino che Orlando non sa che te ne stai andando-

-No, in effetti non lo sa-

-E io che gli dico se mi chiede che fine hai fatto?-

-Digli che sono ritornata da Maggie, lui sa chi è, e che andrò in vacanza con lei…sono cose che fanno tutte le ragazzine, digli anche questo-

-Cose da ragazzine?- le parole di Johnny furono accompagnate da una smorfia interrogativa.

-Sì, cose da ragazzine, vedrai che lui capirà benissimo-

Diedi poi uno sguardo all’orologio della hall, si stava facendo proprio tardi, era arrivato il momento di andare.

-Beh Johnny Deep, è stato un piacere conoscerti- gli dissi sorridendogli.

-Il piacere è stato tutto mio- mi abbracciò affettuosamente, abbraccio che io ricambiai con slancio.

-Ehi promettimi una cosa tu, quando passi per Londra, devi venirmi a trovare, ok?-

-Sicuro-

-Bene, ora è meglio che mi sbrighi, Karla mi sta già aspettando in macchina-

Salutai Johnny definitivamente, poi Karla all’aeroporto dove, dopo aver attraversato il gate, salii sull’aereo che mi avrebbe riportato alla mia solita vita.

-Addio Caraibi- sussurrai mentre l’aereo decollava…

 

  
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