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Autore: Nami93_Calypso    24/11/2016    4 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti

Quando Bibi uscì dal Casolare lasciò andare il fiato. Non si era resa conto di essere tanto tesa. Ma, del resto, era inevitabile. L’aria che si respirava nella Radura era talmente tirata da essere quasi irrespirabile e le urla strazianti di Law non erano d’aiuto.
Fece qualche passo fuori dalla porta portando le braccia sopra la testa per stiracchiarle. Poco distante, nel crepuscolo della sera, intravide due persone sul limitare del bosco.
Una delle due stava fumando una sigaretta.
La turchina corrugò la fronte a quella constatazione quasi non avvertendo il consueto mal di testa. Era la prima volta che vedeva qualcuno fumare lì. In realtà, per quanto ricordava, poteva anche essere la prima volta che vedeva qualcuno fumare. Come ci arrivavano lì delle sigarette?
Incuriosita si avvicinò.
Quando fu abbastanza vicina si accorse che la figura seduta a terra con la schiena contro un albero, le gambe piegate davanti a sé e le braccia stese sulle ginocchia, una sigaretta in bocca che gli illuminava lievemente il viso e che creava pennacchi di fumo che salivano verso l’alto, era Sanji. Vicino a lui, in piedi, con una spalla appoggiata al tronco del medesimo albero stava Rebecca, lo sguardo fisso a terra. Stavano entrambi in silenzio.
-Ehi- li salutò Bibi per informarli della sua presenza.
L’altra ragazza le sorrise per accoglierla mentre il biondo si tolse la sigaretta dalle labbra.
-Come sta Law?- le chiese.
La nuova arrivata si lasciò andare a terra a gambe incrociate.
-Onestamente non lo so. Stavo aiutando Sabo a medicarsi-
Il silenzio calò di nuovo tra loro. Bibi poteva leggere chiaramente la tristezza nei loro occhi.
Era davvero una situazione difficile. Non era facile vedere un proprio compagno in quello stato, specialmente quando quella persona è il capo che gestisce e manda avanti tutto.
-Forse voi potete aiutarmi- fece, nella speranza che parlare potesse essere d’aiuto –Potete spiegarmi cos’è la Mutazione?-
Anche Rebecca si sedette vicino a loro mentre Sanji lasciava andare una nuvoletta di fumo.
-Quindi gli hanno iniettato il Dolosiero?- chiese.
La turchina annuì.
-Quando un Dolente ti punge ti inietta un veleno e l’unico rimedio è il Dolosiero, anche se la guarigione non è così immediata. A Law spettano due o tre giorni di febbre alta e sofferenza, dovremo sorbirci le sue urla ancora per un po’. E, come se non bastasse, quando si sveglierà non sarà più lo stesso- spiegò il biondo.
-Cosa intendi?- domandò Rebecca guardandolo incuriosito. Lei era nella Radura da poco, non aveva mai assistito a una Mutazione.
-Pare che chi attraversa la Mutazione riacquisisca dei ricordi-
A quelle parole entrambe le ragazze rimasero sbalordite. Bibi stava per dire qualcosa quando il biondo proseguì.
-Ma nessuno di loro ne vuole mai parlare, anche a distanza di tempo. Pare che siano troppo shockati per farlo-
-Ma se avessero informazioni rilevanti?- si scaldò Rebecca sporgendosi verso di lui.
Quello scosse il capo.
-Spero non siano così sciocchi da tenerci nascoste informazioni che potrebbero aiutarci a uscire da qui. Comunque abbiamo già provato in tutti i modi di farli parlare ma non c’è stato verso-
Le due ragazze abbassarono il capo, demoralizzate. Avevano intravisto un barlume di speranza che era subito svanito nel nulla.
-Chi altri ha subito la Mutazione?- domandò Bibi osservando Sanji spegnere la sigaretta contro una pietra poco distante dalla sua mano.
-Kidd e un altro paio di ragazzi che non sono più qui per poterlo raccontare- rispose quello.
La turchina sentì raggelarsi il sangue nelle vene.
-Cosa gli è successo?- domando Rebecca, la voce spezzata.
Si chiese come fosse possibile che fosse lì da quattro mesi e non sapesse quelle cose.
-Uno è impazzito. Ha infranto la nostra legge più importante ed è entrato nel Labirinto e non lo abbiamo più visto tornare. L’altro…- il ragazzo si interruppe, domandandosi quanto e come fosse il caso di dire –Diciamo che non ha retto lo stress e la paura- optò per un modo delicato di svelare l’amara verità del suicidio del Raduraio. Stava pur sempre parlando con delle fanciulle, non voleva turbare i loro animi innocenti –Sono argomenti di cui preferiamo non parlare-
Intanto, Bibi, stava metabolizzando il fatto che Kidd avesse subito la Mutazione. Forse quello poteva spiegare il suo strano comportamento che, effettivamente, non era solo nei suoi confronti. Certo, verso di lei aveva un astio insensato e smisurato ma in molti le avevano detto che non era da prendere troppo sul serio.
-Dai- fece Sanji sollevandosi in piedi e spazzolandosi i pantaloni dalla terra e dall’erba –è meglio se andiamo a dormire- porse una mano alle due ragazze per aiutarle ad alzarsi.
Era stata una giornata emotivamente pesante e sarebbe stato meglio per tutti loro riposare perché il giorno dopo sarebbero stati senza il loro capo e avrebbero dovuto dimostrargli che sapevano cavarsela anche senza di lui.
Quando raggiunsero il Casolare Zoro e Sabo dissero a tutti che, per quella notte, era meglio che anche chi dormiva dentro dormisse fuori. Infatti, dato il clima sempre mite, molti radurai dormivano nel bosco e, per evitare di sorbirsi tutta la notte le urla di Law, era meglio che tutti dormissero fuori.
Così, Bibi e Rebecca che solitamente condividevano una delle poche stanze del Casolare con Nami, presero dei sacchi a pelo e si sistemarono nel bosco vicino a Rufy ed Ace.
Il mattino dopo furono svegliate dalle prime luci dell’alba e dal rumore delle Porte che si aprivano.
Bibi non sapeva quale lavoro avrebbe dovuto provare quel giorno, nessuno le aveva detto nulla e nessun Intendente era andato a cercarla. Finita la colazione si era messa alla ricerca di Zoro per domandarglielo quando incontrò Chopper che le disse che quel giorno avrebbe dovuto provare il mestiere dei medicali ma, essendo il loro Intendente fuori uso, era meglio rimandare.
Così la ragazza decise di passare la giornata negli orti aiutando Rebecca e Usop. Di certo a Zoro non sarebbe importano, aveva ben altro a cui pensare, e Nami non si vedeva da nessuna parte. La misteriosa sparizione della ragazza la incuriosì per tutto il giorno finchè, arrivati a cena, non espresse i suoi dubbi.
-Ragazzi, ma Nami dov’è?- domandò, seduta al tavolo con Rebecca, Rufy, Ace e Marco.
-Sorveglia Law- spiegò Ace –Zoro ha ordinato che qualcuno stesse con lui costantemente e l’avvisasse del minimo cambiamento-
-Quindi non sta mangiando?- domandò sbalordito Rufy.
Senza pensarci due volte la turchina si alzò e si diresse verso Sanji a chiedergli una porzione in più da portare a Nami.
Salì le scale con un vassoio con tutte le pietanze e si sorprese di non sentire le urla di Law. Aveva passato tutta la giornata fuori quindi non aveva idea di quando avesse smesso.
Arrivò alla porta della stanza in cui il capo era convalescente e stava per entrare ma, quasi d’istinto, si fermò.
L’aria che si respirava nella stanza aveva un che di intimo, personale, e sentiva che se fosse entrata avrebbe varcato un limite invisibile. Rimase sulla porta a osservare.
Law era disteso sul letto, immobile, pallido, madido di sudore e sembrava molto più magro del giorno prima, per quanto fosse possibile. Aveva un respiro affannoso e ogni tanto un arto o la testa scattavano incontrollati. Accanto al letto, su una sedia, stava Nami: era persa in contemplazione, non staccava un attimo gli occhi dal volto del moro. Reggeva in mano un asciugamano che ogni tanto utilizzava per asciugare la fronte e le guance sudate del ragazzo.
Bibi rimase rapita dall’intensità di quel momento. Con quei gesti Nami stava esprimendo molto più che semplice preoccupazione e cura. C’era un affetto smisurato nei suoi gesti attenti e nei suoi occhi stanchi e cerchiati dalle occhiaie.
Ancora ferma sulla porta si perse a pensare.
Per quante leggi vigessero in quel posto, per quante l’Adunanza potesse decretarne, c’erano cose che non potevano controllare. Una di quelle erano i sentimenti. Certo, era stato utile e ragionevole fissare una legge che impedisse le relazioni amorose nella Radura, ma sperare di anticipare e controllare i sentimenti di una persona era impensabile.
Nami era lì da più di un anno, non c’era da meravigliarsi se aveva stretto con tutti loro dei legami diversi. C’erano persone con cui era amica, persone che non sopportava, persone che erano i suoi confidenti, persone di cui si fidava. E poi, c’era qualcuno per cui provava qualcosa di più di un semplice affetto fraterno. Non poteva farci niente.
Bibi si perse a pensare su quanto potesse essere difficile quella situazione per lei, obbligata a seguire la regola proposta proprio dal ragazzo per cui provava qualcosa.
Chissà se anche Rebecca aveva una situazione simile? Chissà se sarebbe mai successo a lei? Lei che già una volta aveva avuto un fidanzato e che era morto. Un fidanzato di cui però non ricordava nulla, nemmeno il sentimento che provava per lui. Chissà se sarebbe mai stata in grado di riprovare quel sentimento.
-Ha smesso di urlare da un po’, ma credo che a breve riprenderà-
La voce di Nami la svegliò dallo stato di trance in cui era caduta.
La rossa la stava guardando con un sorriso stanco e gentile in volto.
-Ti ho portato da mangiare- annunciò l’altra entrando nella stanza e ricambiando il sorriso.
Appoggiò il vassoio sul comodino.
-Nami, non vuoi riposarti un po’?- domandò all’altra, seriamente preoccupata per il suo benessere. Ma quella scosse il capo con decisione.
-No, sto bene-
Nei suoi occhi c’era determinazione.
-Grazie per avermi portato da mangiare-
Le due ragazze si scambiarono un lungo sguardo e Bibi potè dire di aver sentito un po’ di complicità tra loro, come se ora condividessero un segreto. Cosa più importante, Nami si fidava di lei.
Lasciò giù i piatti e recuperò il vassoio prima di lasciare la stanza.
Scesa al piano di sotto tornò in cucina dove non trovò più nessuno se non Sanji e qualche altro raduraio che stavano sistemando la stanza, così decise di uscire all’aperto.
Una volta fuori vide che nel mezzo della Radura gli altri ragazzi avevano acceso un falò e vi stavano tutti intorno, ridendo, scherzando, bevendo, qualcuno anche cantando. Chissà dove avevano imparato quelle canzoni, se se le erano inventate e se davvero fossero mera invenzione e una reminiscenza di un ricordo.
Probabilmente, dopo gli ultimi giorni e i tanti avvenimenti, tutti avevano bisogno di rilassarsi e tirare il fiato.
Si diresse verso di loro quando qualcuno le arrivò alle spalle.
-Pive!- la salutò qualcuno dandole una pacca sulla spalla.
Era Sabo. Proveniva dalle docce e infatti aveva ancora i capelli umidi.
-Ciao, Pive- ricalcò il tono su quell’ultima parola nel tentativo di fargli capire che la infastidiva quel nomignolo, ma ottenendo come unico risultato quello di farlo sorridere divertito.
-Volevo dirti una cosa- fece poi, tornando serio, incamminandosi insieme a lei verso il falò.
-Dimmi-
-Volevo ringraziarti per ieri-
La ragazza lo guardò.
-Per avermi aiutato con le ferite e…- fece una pausa, lievemente imbarazzato al ricordo –Per tutto il resto-
-Figurati- fece lei prima di dargli una leggera spallata come già una volta aveva fatto –Non negherei mai il mio aiuto a un povero pive come te- lo canzonò.
Quello la guardò con gli occhi sbarrati, fingendosi offeso, ma poi, quando ebbero raggiunto il gruppo, le scompigliò i capelli dispettosamente.
Si avvicinarono dove stavano Rebecca, Rufy, Ace, Usop, Marco, Chopper.
Rufy avevano in mano una scodella piena di polpette che si contendeva con Ace al suo fianco; Rebecca e Marco chiacchieravano in modo disteso e rilassato; Usop raccontava qualcosa con grande enfasi al piccolo Chopper che pendeva dalle sue labbra.
Sabo si sedette su un tronco tagliato e disteso che fungeva da panchina e Bibi si sedette per terra accanto alle sue gambe con la schiena appoggiata al legno. Si rilassò contro la superficie dura ascoltando le conversazioni intorno a lei.
Marco stava raccontando a Rebecca un aneddoto della Radura precedente all’arrivo della ragazza, di uno scherzo che avevano fatto in piena notte a un povero Fagio appena arrivato e che il biondo aveva cercato di sventare non essendo d’accordo con quella crudeltà gratuita.
Usop riferiva a Chopper una macabra descrizione di un suo incontro notturno con un gruppo di Dolenti che, ovviamente, aveva avuto la peggio davanti alla superiorità del ragazzo. Ovviamente era una frottola, ma il ragazzino non sembrò accorgersene.
Davanti a lei Rufy e Ace stavano litigando per il cibo. Rufy allungava le braccia lontano dall’altro per tenere la scodella fuori dalla sua portata ma quello lo aveva preso per il collo, stringendolo con un braccio, e gli stava strofinando le nocche sul capo. Si vedeva che erano molto amici e che quello era solo un momento di una lunga serie di momenti simili.
Bibi si trovò a sorridere guardando la loro spensieratezza.
-Bisticciate proprio come due fratelli- le uscì di bocca senza che se ne accorgesse.
Tutti si zittirono e la guardarono.
Usop chinò il capo, Rebecca passava lo sguardo tra lei e i due ragazzi, Ace le sorrise lievemente e Rufy scoppiò in una fragorosa risata.
-Per quanto ne sappiamo- disse il ragazzo con le lentiggini –Potremmo anche esserlo-
Bibi lo guardò e appena registrò le sue parole sgranò gli occhi e si portò una mano a coprirsi la bocca.
-Oh cielo! Scusatemi!-
Che stupida che era stata! Non aveva pensato che quello era un commento indelicato. Nessuno di loro sapeva nulla del proprio passato, della propria famiglia, di quello che facevano e di chi erano prima di andare lì.
-Io sarei sicuramente il maggiore!- esordì Ace per scacciare l’imbarazzo continuando la sua lotta con l’altro.
Bibi si portò le gambe al petto, chiudendosi a riccio per la misera figura appena fatta.
Sabo, accanto a lei, le passò una mano sul capo, ma non come prima per dispetto bensì con dolcezza, una carezza per rassicurarla.
-Non preoccuparti- le bisbigliò all’orecchio chinandosi verso di lei –Sono cose a cui tutti pensiamo, non è certo la prima volta-
La ragazza sollevò lo sguardo incerto su di lui.
-E poi lo sai. I pive come te hanno ancora molto da imparare-
Le sorrise per farle capire che non la stava prendendo in giro ma che stava solo cercando di rincuorarla e lei gliene fu grata.
-A volte mi chiedo come mi sono procurato questa cicatrice..- fece con fare pensieroso passandosi una mano sull’occhio sinistro. In effetti Bibi non si era mai chiesta se se la fosse fatta lì nella Radura o precedentemente. Prima che potesse dire qualsiasi cosa fu interrotta.
-Perché ci hanno mandato qui?-
Le parole di Rebecca raggelarono tutti che, nuovamente, si zittirono e catalizzarono i loro sguardi in un unico punto.
Il commento di poco prima l’aveva destabilizzata, risvegliando in lei i tanti dubbi e domande che tutti si facevano e che solo chi era lì da tanto aveva imparato a gestire.
Sospirò scrollando il capo.
-Scusatemi, non volevo rovinare l’atmosfera. E so che nessuno ha una risposta, però…-
Non terminò la frase.
-Abbiamo tante teorie in merito- disse Marco, sedendo più dritto. Forse era il caso di affrontare quell’argomento, soprattutto in presenza degli ultimi arrivati, come Rebecca, Usop e Bibi.
Sabo annuì –I Creatori potrebbero essere dei sadici che si divertono a mandare qui la gente.
-E che senso avrebbe mandarci provviste e ciò di cui abbiamo bisogno?- domandò Usop, indignato da quell’ipotesi.
Il biondo si strinse nelle spalle.
-Per divertirsi ad osservarci vedendo cosa facciamo-
-Osservarci?- domandò Bibi.
-Non hai mai visto le scacertole?- le chiese Chopper.
Lei scosse il capo, confusa.
-Sono delle piccole telecamere argentate che hanno una forma a metà tra uno scarafaggio e una lucertola che se ne vanno in giro per tutto la Radura- spiegò Rebecca.
-E sopra hanno scritta la sigla W.I.C.K.E.D- aggiunse Rufy.
-Che è da dove vengono i Creatori- spiegò Ace.
-E crediamo che con quelle loro ci spiano- concluse Sabo.
-È normale che tu non le abbia ancora viste- spiegò Marco –Sei qui da troppo poco-
-Aspettate- li interruppe Bibi portando le mani davanti al volto –Mi state dicendo che chi ci ha mandato qui, i Creatori, ci osserva costantemente?-
Ricevette segni d’assenso con la testa.
Ora capiva perfettamente la domanda dell’altra ragazza.
-Perché? A che scopo?- si scaldò.
-Un’altra ipotesi- esordì Ace –è che siamo tutti dei criminali e che questa sia una sorta di punizione, una prigione-
Bibi lo guardò sconcertata. Era assurdo. Erano tutti dei ragazzini, cosa mai potevano aver fatto per finire lì?
Il suo sguardo ricadde sul piccolo Chopper, evidentemente turbato da quel discorso, e la turchina rifiutò totalmente quell’idea. Era impensabile.
-Se così fosse non ci avrebbero dato una via di fuga- s’intromise Usop.
-Ti riferisci al Labirinto?- domandò Sabo.
Il nasone annuì e i tre velocisti si scambiarono un rapido sguardo.
-Già, ma non è così facile trovarla-
-Quindi voi credete che il Labirinto sia per noi una via di fuga?- chiese la turchina.
-Per forza- fece Ace –Un Labirinto ha sempre un’uscita-
-Noi velocisti usciamo tutti i giorni mica per niente. Lo mappiamo- spiegò Sabo.
-Da quasi tre anni- aggiunse Marco.
La bocca di Bibi si spalancò. Da tre anni studiavano quel Labirinto e ancora non avevano trovato un’uscita? Vedendola in difficoltà Ace giunse in suo aiuto.
-Il fatto è che il Labirinto cambia, ogni notte, per questo non è così facile-
Il silenzio cadde nuovamente sul gruppo mentre ognuno rifletteva su quanto appena detto.
Bibi mise insieme tutte le nuove informazioni. I Creatori, o WICKED, li avevano mandati nella Radura, senza ricordi, un posto circondato da un Labirinto che probabilmente nascondeva una via di fuga e li teneva sotto stretta osservazione.
-E se- fece, tentennante –Questa fosse una sorta di prova da superare? Voglio dire, che senso ha mandarci qui, darci i mezzi per sopravvivere, osservarci e darci una possibile via di fuga?-
-Sì, abbiamo pensato anche a questo- disse Marco –Ma rimangono comunque tutte ipotesi-
-Avete mai provato a usare la Scatola come via di fuga? Da lì si dovrebbe arrivare ai Creatori!- fece Usop con tono trionfante.
Tutti, meno Bibi, scossero la testa.
-Ci abbiamo provato- spiegò Sabo –E, no, non è una via di fuga-
-È solo la via per una morte certa- fece Marco.
-Fatti un giro alle Faccemorte, pive- aggiunse Ace.
Usop sbiancò, terrorizzato all’idea del cimitero, ma prima che qualcuno potesse aggiungere altro furono interrotti dall’arrivo di Zoro.
-È ora di dormire pive-
Il gruppetto si alzò in piedi, chi polemizzando, chi sbadigliando, chi mettendosi a chiacchierare allegramente con Zoro che si avviò con loro verso il bosco, come se gli argomenti tetri di prima non ci fossero mai stati.
Mentre entravano nel folto degli alberi, al buio, Bibi si trovava in fondo al gruppo.
Improvvisamente, mentre cercava di capire dove stesse andando e tentava di evitare gli alberi, qualcuno la afferrò saldamente da un braccio e la fece voltare bruscamente.
Confusa si ritrovò a pochi centimetri dal viso pallido di Kidd, i suoi occhi dorati brillavano di una luce sinistra.
-Adesso anche Law vedrà chi sei veramente- sibilò –E tu verrai esiliata-
Così come era arrivato se ne andò, dileguandosi nel buio tra i tronchi degli alberi.
Un collegamento si formò improvvisamente nel cervello di Bibi. La Mutazione dava ricordi e Kidd l’aveva subita. I suoi sogni, i suoi ricordi, la collegavano in qualche modo ai Creatori. Che lui l’avesse vista con loro? Per questo ce l’aveva tanto con lei?







Angolo di Calypso:
Hola!
Eh, avevate forse dubbi?! C'è la SaboBibi ma c'è anche un po' di LawNami! Giuro, solo un pochino! Ripeto che in questa storia l'amore e il romanticismo hanno un ruolo marginale, spicca solo in alcuni capitoli.
Un sacco di feels in questo capitolo, ci voleva proprio. Tra Law e Nami, Nami e Bibi, Rebecca e i suoi momenti di cedimento, Ace e Rufy. Spero di essere riuscita a trasmettere tutto.
Sempre sia lodato Oda-sensei che ci ha dato Marco!! Ti serve qualcuno che diriga un momento serietà e tenga insieme tutti i pezzi?! Ecco a voi Marco!
Ci tengo un sacco a ringraziare tutti coloro che seguono la storia, mi fa sempre tanto piacere sapere che vi sta coinvolgendo e appassionando tanto!
Alla prossima!
   
 
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