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Autore: WriteMary    25/11/2016    4 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le Meadowlands erano quelle tipiche zone di transizione tra due biomi.
Un verdeggiante paesaggio collinare che precedeva gli umidi terreni delle foreste pluviali, mentre a est erano cinte dai massicci montuosi che schermavano i freddi di Tundratown.
Erano una zona periferica, residenza di tutti quegli animali che preferivano una vita tranquilla e un mite clima primaverile.
Le strade erano tracciate in larghi tornanti, in successione tale da rendere le sterzate quasi alienanti.
Nick non conosceva bene la zona, ma era certo che doveva pur esserci una via più diretta, tanto da pensare che il lupo avesse imboccato quella strada di proposito, cosi da concentrarsi sulla guida pur di evitare le domande della volpe.
Fu a un attraversamento che Ulv dovette arrestarsi, cosi da dare la precedenza a una classe di cuccioli in evidente gita scolastica.
“C’erto che poteva risolversi in modo migliore, non credi?” commentò Nick con finta distrazione.
Ulv strinse le zampe sul volante, sentendosi come in obbligo di rispondere. “Immagino di si.”
“Non so da quanto tu conosca Thorley, ma spero che tutto quel buon carattere sia solo dovuto a tu sai cosa.”
“Puoi anche dirlo ormai, mi pare non ti sia fatto molti problemi in centrale.”
“Esattamente come non te ne sei fatti con Judy.”
Il lupo ispirò tra i denti come scottato. “Touché Nick, sempre stato abile con le parole?”
“Quando vivi in un mondo più grande di te impari a difenderti in più modi.”
“Credi… abbia sbagliato?” chiese in tono più basso.
“Non dirò si; ma sono dell’idea che il modo migliore di non far sapere qualcosa sia dirla a nessuno. Quindi in un certo senso è colpa di Thorley; è stato lui a confidarsi per primo.”
Ulv intendeva assume un espressione esterrefatta, ma riuscì solo a mostrarsi divertito dalla stoccata della volpe. “Oh, sei anche bravo a rivoltare la frittata.”
“Sono una volpe acuta; tu invece un lupo con poco senso del branco.”
“Ah! Ora ti stai prendendo troppe libertà Nicholas.”
“A proposito di libertà, com’è che sei l’unico con cui Thorley si confida?”
“Ti dirò; il modo migliore per non far sapere qualcosa è dirla a nessuno.”
“Oh-oh Ulv, Touché.”
 
Ulv fermò l’auto nei parcheggi del Florealm, un ampio vivaio alternato da superfici serrate e scoperte, idonee alla coltivazione di più specie vegetali.
I due agenti passarono oltre l’ingresso, dove a un bancone circolare una marmotta era intenta a terminare il pagamento di uno capriolo.
“Buon giorno signora. Dipartimento di polizia, stiamo cercando la signora Ratèl”
“Oh cielo! Si tratta del panda rosso vero?”
“Temo di si.” Le rispose il lupo. “Siamo qui solo per alcune domande.”
“Non stiamo facendo altro in fondo.” Commentò Nick guardandosi distrattamente attorno.
“Se la cercate andate pure nella serra continentale. Ma posso farvela chiamare se volete.”
“Non si scomodi signora.” Insistette Ulv sorridendole. “E’ sufficiente che ci indichi la direzione.”
La marmotta gli indirizzò nella serra, dove i due agenti trovarono la mellivora chinata su dei vasi in tenuta da lavoro.
“Signora Ratèl, si ricorda di noi?” Si introdusse la volpe.
Melanie ruotò il capo, abbastanza da vederla alzare gli occhi al cielo.
“Ricordo che avrei dovuto presentarmi in centrale se convocata.” Rispose spolverandosi la terra dal grembiule.
“Vero, ma abbiamo preferito scomodarci noi questa volta.”
“Che nobiltà d’animo, come posso sdebitarmi.”
“Stiamo cercando una pianta.” Disse Ulv estraendo dalla tasca il suo taccuino. “in particolare una Pyra… Pyracantha Colùbra.”
Al nome il tasso del miele alzò un sopracciglio, rassettando il grembiule a gesti più lenti. “La Colùbra eh. Seguitemi.”
La mellivora li condusse in una zona esterna, dove su lunghi tavoli erano disposte in file parallele vasi di medie misure.
Questi ospitavano arbusti dalle piccole foglie a spatola, fusti ramificanti e rami sottili irti di grosse spine.
Poche di esse avevano fiori bianchi riuniti in mazzetti, mentre la quasi totalità presentavano piccole bacche colorate,  differenziate di genere a seconda della tipologia: gialle, arancioni e rosse.
Tutte queste però furono superate da Melanie che raggiunse invece un altro tavolo ai margini dell’area, dove erano disposte piante apparentemente identiche.
“Ecco quello che cercavate.”
“Possiamo farle delle domande a proposito della pianta.”
“Ovviamente.” Rispose appoggiando la schiena al tavolo.
“Lei sa di vendere una pianta velenosa?” domandò Nick.
“E ciò sarebbe rilevante perché…”
“Perché è stato accertato che Bentley sia stato ucciso con i frutti di questa pianta.” Rispose il lupo con tono leggermente severo.
“Ah! Quindi siete venuti a puntare il dito. Cos’è, questo è l’unico vivaio di Zootropolis?”
“Risponda alla domanda per cortesia.”
“Certo che lo so, esattamente come so che lo è anche l’oleandro. Eppure in entrambi i casi la vendita non è vietata, perché sta all’intelligenza degli animali non mangiare tutto ciò che cresce da terra.”
“Ci hanno detto che questa è una specie particolare, eppure non vedo differenze con le altre.” Disse Nick confrontando la pianta con le altre alle sue spalle.
“La natura è subdola, ma onesta.” Disse la Mellivora staccando un paio di frutti rossi. “A prima vista sono uguali ai frutti delle altre varietà, ma questi presentano attorno alla calicina una macchia scura che ricorda quasi una pupilla. Ecco perché è chiamata anche Occhio d’albino.”
“Quindi per riconoscerla è necessaria una certa competenza.” Disse Ulv.
“Quella, oppure una rapida navigata in rete.” Fece notare la volpe.
“Un'altra peculiarità è l’odore.” Proseguì Melanie bucando un frutto con l’artiglio.
“Hey! Faccia attenzione!” S’espresse Ulv pronto a toglierle i frutti dalla zampa.
“Si calmi agente, sono pericolosi solo se ingeriti.” Disse porgendo la zampa. “Dia un occhiata.”
Il lupo si avvicino cautamente, ma ritrasse subito il muso quando l’olfatto percepì  l’acre odore provenire dai frutti.
“Pessimo vero, solo la polpa di questa specie ha quest’odore. Un altro campanello d’allarme.”
“Chiunque si accorgerebbe di quest’odore!” Commentò scrollandosi il muso. “Dubito che Bentley possa aver mangiato un piatto con dentro questa roba.”
“Potrebbero averlo mascherato.” Suppose Nick.
“Credimi, servirebbe qualcosa di altrettanto forte per nascondere questa puzza, e dubito che ciò renderebbe un qualsiasi piatto invitante.”
“C’è altro che posso fare per voi?” domandò Melanie incrociando le braccia.
“Si.” Le rispose il lupo. “Potrebbe cercare di ricostruire in dettagli, quello che è successo durante il pranzo?”
“Di nuovo?”
“Di nuovo.”
Nick alzò gli occhi al cielo, certo dell’inutilità della domanda.
Finse interesse mentre la mellivora rispiegava esattamente le stesse cose; al che si chiese se Ulv volesse portare a galla una qualsiasi contraddizione o se, come lui, non sapesse da che parte girarsi.
Il suo cellulare iniziò a vibrare, offrendo alla volpe quella perfetta via di fuga che tanto sperava.
Fece un piccolo cenno al collega e si allontanò dai due animali.
Sullo schermo lesse sollevatola scritta Coniglietta ottusa, annessa alla foto che tanto lo divertiva.
“Pronto Carotina, sai che mi hai appena salvato la vita.”
“Ancora nei guai Nick?” rispose lei già in vena di scherzi.
“Non me ne parlare, ho sempre quella coniglietta alle calcagna, non so più che fare. ”
“Non saprei, le hai provate tutte, sembra proprio ostinata.”
“A proposito di ostinati, come va col tappeto a strisce.”
“Aspetto che si raffreddi… credo si stia dando del tempo.”
“Non state indagando?”
“No siamo ancora in centrale e appena potete cercate di raggiungerci. Sembra ci siano nuove dal Biodiversità.”
 
Clawhauser sussultò preso alla sprovvista.
Un pesante cestello portabottiglie era stato posato bruscamente al suo bancone.
Il ghepardo osservò confuso le sei bottiglie scure, poi alzò lo sguardo verso l’elefante in uniforme. “E queste?”
“Sono bottiglie.” Rispose frettoloso. “Chiama qualcuno del laboratorio. Chiunque tranne Hurriet mi raccomando.”
Clawhauser fece un distratto cenno con la testa mentre avvicinava curioso il muso a una delle bottiglie ma venne subito fatto arretrare dalla proboscide dell’agente.
“E’ alcol?” domandò avendo percependo l’odore. “C’è una festa? Non credo si possa portare alcolici sul posto di lavoro.”
“Chiama!”
Clawhauser prese immediatamente il microfono, ma nella fretta sbagliò tasto e diffuse l’annuncio a tutto il dipartimento, ricevendo come risposta sguardi e distanti risate dagli uffici superiori.
Sorrise imbarazzato all’elefante che s’era portato la proboscide alla fronte, e cercando di evitare il conseguente rimprovero, notò un lupo artico portare a fatica altri due cestelli.
“Certo che potevi portarle tutte e tre.” Disse affannato.
“Sei gracile, fare un po’ di palestra non ti fa che bene.”
“A te tutti sembrano gracili, pachiderma.”
Notati gli animali dalla balconata sovrastante, Judy li raggiunse alla segreteria speranzosa.
“Scusate, voi… siete dell’unità cinofila?” domandò notando il contrassegno sulle uniformi.
“Si, stiamo supportando le indagini sul caso Bentley.” Rispose l’elefante.
“Oh siete voi allora; Judy Hoops agente assegnata al caso, piacere.”
“La famosa Hoops!” disse l’elefante stringendogli la zampa con la proboscide. “Piacere Ivory, mentre il mingherlino qui è…”
“Huskey!” enunciò Ulv varcando l’ingresso. “E’ un po’ che non ci si vede.”
“Come te la passi Ulv, nuovo partner?” Chiese riferendosi alla volpe che lo seguiva.
“Nicholas lui è Huskey, eravamo compagni di stanza all’accademia di polizia. Mentre lui e…”
“Ivory, unità cinotecnica.” Fece cenno con la proboscide il pachiderma.
“Un elefante nell’unità cinofila?” Domandò Nick incuriosito.
“Problemi?”
“No affatto, solo inaspettato.”
“E’ normale, quando si parla dell’unità cinofila si pensa subito a lupi e coyote, pochi sanno che gli elefanti hanno l’olfatto due volte più sensibile dei canidi.”
“Non ti stancherai mai di puntualizzarlo vero.” commentò Huskey.
“Se non fosse stato per me saremmo ancora al Biodiversità a perdere tempo.”
“Per l’appunto, so che avete trovato qualcosa.” Riprese Judy.
“Oh! Giusto scusa, queste.” disse indicando le bottiglie.
“Bottiglie? Cosa contengono?”
“Un alcolico. Quando avete fatto presente al capitano di aver identificato il veleno, ci ha fatto procurare un campione della pianta e organizzato un ispezione. Sembrava non ci fosse nulla, poi tra le bottiglie usate ho percepito un filo di quell’odore schifoso.”
“Un filo?” domandò Ulv. “Se stiamo parlando degli stessi frutti posso assicurarti che è molto più che un filo.”
“Si si lo so. Chi ha messo il veleno è stato furbo, l’alcol ha mascherato l’odore, sono riuscito a percepirlo appena e non essendo sicuro da quale bottiglia provenisse le ho prese tutte.”
“Il laboratorio provvederà ad analizzarle, ho sentito che Benjamin ha già provveduto a contattarlo.” disse la coniglietta rivolgendo un sorriso al Ghepardo.
“In sintesi andare fino alle Meadowlands si è rivelato inutile.” Puntualizzò Nick.
“Mi spiace.” Rispose Judy. “Ma in fondo non tutte le piste portano necessariamente a qualcosa.”
“Annegherò i miei dispiaceri nel cibo allora.”
“Giusto in fondo abbiamo del tempo prima degli esiti, vi unite anche voi?” disse estendendo l’invito anche ai tre animali.
L’elefante rispose con spallucce mentre Huskey lo spingeva inutilmente a seguirlo; il solo a mantenere le distanze fu Ulv, che invitò velatamente Judy a restare indietro.
“ Scusa Judy, sai dov’è Thorley?”
“Oh, di sopra in ufficio. Ho preferito lasciarlo stare per il momento.”
“capisco.”
“Senti Ulv… mi dispiace, non avrei dovuto tradire la tua riservatezza.”
“No sciocchezze, in fondo sono stato io il primo a farlo, non preoccuparti.”
 
Ulv si accostò alla scrivania sedendosi sul lato, cosi che la coda andasse a disturbare la tigre, costringendolo ad appoggiarsi allo schienale della sedia.
“Hai intenzione di passare la giornata a capire quale tra i fogli sia il più bianco?”
Thorley rispose con un sospiro, inclinando appena il capo in sua direzione. “Mi sembra di aver già fatto abbastanza per oggi.”
“Tu? Non ero io quello che ulula al mondo le cose?”
“Scusami, sai che non amo sentirmi con le spalle al muro.”
“Oh, quindi lo spingermi era un modo per rendermi partecipe?”
Fu una domanda tagliente, tanto a freddo che Thorley serrò una zampa stropicciando il tessuto dei pantaloni.
“No!” rispose serrando lo sguardo.“Non dovevo.” Riprese a bassa voce temendo di attirare gli sguardi degli altri animali. “Non a te.”
Ulv gli posò una zampa sulla spalla, certo di cosa la tigre stesse alludendo.
La mantenne, cosi da farsi meglio percepire e scelse di concentrarsi sul problema più imminente. “Anche a me dispiace Thor, non avrei dovuto farne parola con Judy, solo che non puoi continuare così. Capisco che tu abbia delle remore ma sia Judy che Nicholas sono gli ultimi animali con cui ti devi vergognare di quello che è successo.”
“Ma ho…”
“Thorley, non lo sanno.”
“No?”
“Non era necessario che lo sapessero da me.”
“Da te?”
“Devi riuscire a toglierti questo peso, io… ammetto di aver forzato le cose, e mi dispiace. Ma ti ho dato una spinta, ora devi essere tu a continuare.”
“Penso di aver dimostrato di essere un gran stupido.”
“E io d’essere un lupo con poco senso del branco.”
“Come?”
“Lascia stare, perché piuttosto non ti unisci a noi? E mi raccomando, basta col chiudersi a riccio, nessuno ha voglia di pungersi.”
 
Huskey squadrò Thorley stringere la proboscide di Ivory, certo che la distanza non avrebbe reso palese la sua espressione.
bevve piccoli sorsi dal bicchiere, appoggiandosi al boccione del’acqua mentre seguiva con gli occhi la tigre accomodarsi.
“Non capirò mai come Ulv riesca ancora ad avere a che fare con quello li.”
“Thorley?” Chiese Nick mentre gettava il bicchierino nel cestino. “Nonostante tutto Ulv non sembra averci problemi.”
“E’ sempre stato troppo comprensivo. Al posto suo a quella tigre non avrei più rivolto la parola.”
Nick alzò un sopraciglio, incerto di cosa il lupo stesse parlando. “Ti riferisci a oggi?”
Huskey rivolse lo sguardo alla volpe, mostrando la fronte leggermente corrugata. “No.” rispose secco stringendo il bicchiere fino ad accartocciarlo. “Lascia stare, solo… stacci attento.”
Nick mantenne l’espressione: era ancora incerto dell’opinione da attribuire a Thorley, eppure era a conoscenza di dettagli che Huskey non poteva sapere, il che face apparire le parole del lupo dettate da motivi di cui non voleva essere reso partecipe.
In fondo di Huskey non sapeva nulla e per lo più non era amante di quegli animale che fin da subito vogliono far pesare le loro opinioni.
Si creò però una distrazione quando nella sala entrò Dasy Novemton e nell’analista la volpe vide la scusa perfetta per allontanarsi da Huskey.
Judy stava per fare cenno alla volpe di raggiungerla, ma Nick era pressoché già arrivato al tavolo.
“Dasy, è qui per una pausa?” Domando Ivory.
“Magari, sono qui per le analisi sulle bottiglie.”
“Di già?” Chiese Judy incredula. “E’ stata velocissima.”
“Solo perché non ho fatto nessuna analisi; svuotando ciò che restava del contenuto delle bottiglie ho trovato sul fondo di una di esse sette frutti della Colùbra, tutti bucati, sicuramente per mischiare il veleno all’idromele.”
“Idromele.” Disse Nick schioccando una zampa. “E’quello che hanno bevuto Bentley e gli altri.”
“Il veleno era nella bevanda non nel cibo quindi.” Disse Ulv pensieroso “Solo che…”
“E’ impossibile.” Puntualizzò Thorley. “A meno che non abbiano mentito, tutti e tre hanno bevuto dalla stessa bottiglia.”
“Vero.” Confermò la volpe. “La lontra è stata l’unica a non bere, ma se fosse stato River ad avvelenare la bevanda, dovrebbero esserci tre vittime, non una sola.”
“Forse il veleno era sufficiente perché ne morisse uno solo.” Suppose l’elefante.
“Anche se fosse.” Fece notare Judy. “Con queste modalità sarebbe stato impossibile mirare a un bersaglio preciso; sia L’opossum che la mellivora avrebbero avuto le stesse probabilità di morire.”
“Hai detto opossum e Mellivora?” Domandò l’analista sorpresa.
“Si, erano al tavolo con la vittima quindi…”
“A perfettamente senso.” Esclamò L’armadillo battendo le zampe come acchiappando l’intuizione. “Certo il colpevole deve essere ben informato, sono peculiarità che con la civilizzazione sono ormai superflue e note solo in campo medico.”
“Di cosa sta parlando?” Domando Thorley confuso.
“Sia L’opossum che il tasso del miele sono animali che dispongono in certa misura un’immunità ai veleni naturali. Per natura la mellivora è in grado di metabolizzare il veleno dormendo per circa due ore, mentre l’opossum possiede nel sangue un peptide in grado di neutralizzarne gli effetti.”
“Cielo.” Comprese Ulv. “Quindi sia Barnes che Ratèl avrebbero potuto avvelenarsi senza problemi, ed entrambi sarebbero stati certi che sono Bentley ne sarebbe rimasto ucciso; cosi come poteva saperlo River.”
“A questo punto ci basta scoprire solo chi ha messo i frutti nella bottiglia.”
“Nel locale le telecamere non sono puntate sui tavoli, solo alla cassa e agli ingressi.” Fece presente Huskey.
“Vero.” Dette ragione Judy “Ma abbiamo tre sospettati e a meno che tutti non siano complici ci basterà confrontare le risposte di un'unica domanda.”
“Una sola?” domandò il lupo artico.
“Rifletteteci: le bottiglie di vino o altri alcolici arrivano sigillate e vengono stappate solo giunte al tavolo.”
Nick batté le zampe giunto alla stessa conclusione “ Quindi ci basta scoprire solo chi ha aperto la bottiglia!”
“Esatto.” 
   
 
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