Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: happy madness me    25/11/2016    0 recensioni
La vita di un adolescente può essere sia perfetta che disatrosa.
Ma se la tua vita, cambiasse da perfetta a disastrosa, senza garanzia di tornare ad avere una vita felice e quasi spensierata, per colpa di un.. ragazzo?
La storia di Nydia Rilee Rose, che passa dall'essere quasi perfetta, amici, famiglia e scuola, ad essere uno peggio dell'altro.
E poi c'è Kile, che di certo non aiuta...
Ma tra amicizie false, tradimenti e bugie, ce la farà Nydia ad arrivare quasi indenne alla fine del suo terzo anno di liceo, oppure non ce la farà ed arriverà "a pezzi"?
-Quando finirà tutto ciò? Perchè a me?- Nydia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nydia Non resisto a non dirvi cos’è successo con Kile… Kile è inglese, si è trasferito qui a Hants 2 anni fa, e subito a legato molto con mio fratello. Suona la chitarra quasi bene come Jimi Hendrix, improvvisa qualsiasi canzone al momento. Per questo è entrato subito nella band di mio fratello, anche lui chitarrista, i Thunders Muses. A me e ai miei amici non ha quasi mai rivolto parola (ma da subito sono stata attratta da lui), fino a un sabato sera di marzo, di quest’anno. Mio fratello mi ha portata con sé ad una festa riservata solo agli allievi di terza e quarta (allora andavo in seconda) perché al momento non aveva un’accompagnatrice. Io ho accettato volentieri, ma purtroppo i miei amici non potevano entrare, così sono stata l’unica ad andarci. Mi sono messa un bellissimo vestito blu, il corpetto fino a metà coscia attillato, e dai fianchi partivano dei veli lunghi fino alle caviglie, con la scollatura piuttosto marcata, lo ammetto. Avevo dei tacchi neri opachi e una borsettina nera con dentro soldi e telefono. Eravamo venuti con la macchina di Mick, quindi non avevo bisogno delle mie chiavi. Quando siamo arrivati, Kile era già all’entrata ad aspettarci, o meglio, ad aspettare Mick, perché quando ha visto che ero io ad accompagnare mio fratello, ha fatto una smorfia, senza nemmeno cercare di nasconderla. Entrati, la musica era assordante, ma c’era un pezzo dei Guns N’ Roses, e io li adoro, quindi mi sono subito messa a ballare. Mick mi ha fatto conoscere alcuno dei suoi amici che erano alla festa, ma poi ci siamo un po’ allontanati. Erano passati non più di 40 minuti, che quasi tutti erano già ubriachi, tra cui anche mio fratello che ci stava provando con una ragazza vestita di rosso. Io mi sono messa un po’ in disparte, con Kile, che marcio pure lui, si è degnato di rivolgermi la parola, essendo rimasto solo con me. All’inizio mi sono offesa perché mi sono sentita un po’ una ruota di scorta, ma poi l’alcol ha cominciato fare effetto anche su di me, ed ero felice. Essendo non del tutto lucida, quando si è avvicinato a me (potevo sentire la puzza di alcol dall’alito, quindi capite com’eravamo messi) non mi sono spostata nemmeno di un millimetro. Mi ha confessato che non ha molti amici perché è timido, mi ha detto che fa “downhill” e mi ha spiegato cos’era perché non l’avevo mai sentito nominare. Intanto che parlavamo ci siamo spostati vicino alla piscina, dove io mi sono seduta al bordo con i piedi nell’acqua tiepida e lui sdraiato accanto a me con la sua testa sulle mie gambe che mi guardava mentre chiacchieravamo del più e del meno. Sono rimasta sconcertata da quanto ha potuto essere una persone completamente diversa quella sera (e anche che non l’ho mai più rivista quella persona). Quando ci siamo rialzati per andare al tavolo per prendere qualcosa da bere, mi ha presa in braccio e ci siamo messi a girare, come le scene nei film americani, intanto che ridevamo a tal punto che qualche ragazzo si è voltato a guardarci. Arrivati al tavolo ho dato un occhiata in giro per trovare Mick, ed era ancora con la ragazza dal vestito rosso. Ora non si stavano più parlando, ma bensì slinguando. L’ho lasciato fare, e intanto ho rivolto la mia attenzione a Kile, che senza lasciarmi tempo di reagire mi ha ripreso in braccio e mi ha portata al centro della sala per ballare un lento. Era un lento diverso dagli altri, perché era il pezzo degli Oasis, Wonderwall suonata al pianoforte. Io gli ho messo le mie braccia sotto le sue e le ho incrociate dietro la sua schiena, per tenermelo stretto stretto, e gli ho poggiato la testa al petto (anche con i tacchi è più alto di me). Lui ha chinato la sua nuca poggiandola leggermente sulla mia, e ha fatto scivolare le sue mani dalle mie spalle lungo tutta la mia schiena, soffermandosi sui fianchi, per poi discendere giù al sedere. Lì si sono fermate e lì sono rimaste. All’inizio gliele ho scostate leggermente, ma poi era una sensazione piacevole e ci ho rinunciato. Abbiamo ballato fino quasi la fine del pezzo, finché poi non ci siamo guardati negli occhi, io con la testa rivolta all’alto verso di lui e lui con la testa che guardava (giù) me. Siamo rimasti così per un po’, ma solo un attimo, perché poi io mi sono alzata sulle punte per avvicinarmi al suo viso, e lui mi è venuto incontro finché le nostre labbra non si sono sfiorate. Le sue erano morbide e calde, e facevano pressione sulle mie. Ho cominciato a baciarlo con più forza, e lui anche, ma poi… -Ei Kile! Se hai intenzioni farti mia sorella, almeno prendetevi una camera!- Mick. Io e Kile ci siamo staccati bruscamente, entrambi leggermente arrossati e sorpresi da ciò che aveva appena detto mio fratello. Io ho guardato Mick con aria quasi scioccata, ma poi mi sono ricordata che è completamente ubriaco, e mentre io mi sono lasciata andare a ridere, Kile era imbarazzato, e allora gli ho detto che Mick era ubriaco, e a quel punto ha riso pure lui. Così, dopo che mio fratello mi ha detto di andare in macchina che era tardi, senza pensare impulsivamente dò ancora un bacio fugace a Kile ed esco dalla festa. Quando il mattino dopo mi sono rialzata, con un terribile mal di testa, mi sono ricordata cos’è successo la sera prima. Ho cominciato a sorridere come una stupida, illudendomi che forse finalmente ci sarebbe potuto essere qualcosa. Sono scesa in cucina, e ho trovato mio fratello con la stessa emicrania di me, ma al contrario di me, lui non si ricordava niente della sera prima, quindi aveva solo mal di testa. Per fortuna i nostri genitori erano fuori per il weekend, sennò ci avrebbero ucciso se ci avessero visti in quello stato. Abbiamo passato la domenica sul divano a guardare film con popcorn, poi io mi ero alzata e mi ero fatta una doccia, prima che tornassero i miei, per essere in uno stato presentabile. Ho preparato le mie cose per il giorno dopo, e mi sono addormentata pensando a cos’era successo quel sabato sera. Ma ovviamente, Kile era troppo ubriaco per ricordarsi cos’era successo, così ha ripreso a non rivolgermi la parola. Io ci sono rimasta malissimo, e per un paio di giorni ho faticato a mantenere il ritmo a scuola, poi però mi sono ripresa, ma è come se ancora mia mancasse qualcosa. Quest’estate ero riuscita a dimenticarlo, ho conosciuto Gus ed ero felice. O almeno credevo, prima di rivederlo oggi a scuola.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: happy madness me