Anime & Manga > Naruto
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Autore: RedFoxx    26/11/2016    4 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
RedFoxx
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma vi avevo avvisati all'inizio :) purtroppo è un periodo dove sono abbastanza presa e una sera per non lasciarvi per troppo tempo soli ho scritto questo capitolo. Buona lettura,

Redfoxx


 

Ramen


I due ragazzi tornarono al loro dormitorio, dopo esser passati al supermercato. Sasuke vide la tristezza di Naruto nell’aver ricordato la morte dei suoi genitori. Gli diede una gomitata leggera, giusto per attirare la sua attenzione.

 

«Ti capisco. Anche i miei genitori sono morti.»

 

Naruto, sorpreso da quella rivelazione, si voltò verso l’altro. Non se l’aspettava. Si immaginava la vita di Sasuke perfetta, quindi che comprendesse una bella famiglia.

 

«D-davvero? E come sono morti?»

 

L’indelicatezza del biondo lo fece sorridere.

 

«Te lo racconterò un altro giorno.»

 

Arrivati in dormitorio, Sasuke si diresse nella cucina della mensa, mentre Naruto annunciò che si sarebbe fatto una doccia.

 

L’esorcista stava cucinando una frittata, quando sentì la porta aprirsi. Vedi il biondo entrare a petto nudo e avvicinarglisi, con una delle sue magliette in mano.

 

«Senti Sasuke, potresti prestarmela? Domani nella pausa pranzo vado a prendere qualche vestito.»

 

Il moro vide che aveva ancora i capelli bagnati e le guance arrossate per la doccia calda. Notò aveva un fisico più muscoloso di quanto la divisa lasciasse intendere. Il suo sguardo tornò su, all’altezza degli occhi azzurri dell’altro. Sperò che l’altro non si fosse accorto dell’occhiata.

 

«Certo, fai pure. Domani se vuoi ti accompagno e mangiamo qualcosa in centro.»

 

La coda di Naruto guizzò ad accompagnare il sorriso del ragazzo, che lo ringraziò. Si mise la maglia e si avvicinò ulteriormente, per vedere cosa stesse cucinando.

 

«Cosa stai preparando?»

 

«Una frittata con zucchine. Intanto controlla che il riso sia pronto.»

 

«Parlando di cibo, domani in centro andiamo a mangiare ramen?»

 

«Ramen? A me non piace tanto sinceramente.»

 

Naruto sgranò gli occhi e lo guardò come se avesse detto la peggiore delle parolacce. Si portò platealmente una mano la petto, come a simulare un malore per la sorpresa.

 

«Cosa odono le mie orecchie? Che eresia hai osato dire, bestia di Satana!»

 

Gli puntò un dito contro, con fare inquisitorio. Sasuke alzò un sopracciglio, le bacchette per girare la frittata sospese per aria.

 

«Guarda che qua tra i due sei tu la bestia di Satana. Anzi, di Kurama preciserei. Ora smettila e controlla il riso. Domani quando sarà il momento, decideremo.»

 

Naruto assottigliò gli occhi con fare circospetto e curvò la bocca mostrando profonda delusione. Controllò comunque il riso, assaggiandone un po’.

 

«é pronto!»

 

«Anche la frittata. Mangiamo.»

 

Tagliò la frittata a metà e la divise in due piatti, uno dei quali lo porse al biondo e si sedettero ad un tavolo. Mangiarono e stranamente chiacchierarono, con tranquillità. Anzi, Naruto parlava della giornata scolastica, delle impressioni dei nuovi compagni e di cosa avrebbe comprato il giorno dopo. Sasuke lo ascoltava, intervenendo raramente. Finito di mangiare, tornarono nella loro stanza. Il moro accese la lampada della sua scrivania e cominciò a fare i compiti.

 

Naruto si stese sul suo letto, osservando il soffitto bianco. Stufo, si voltò verso l’altro ragazzo. Lo notò concentrato, una molletta a trattenere le ciocche che altrimenti gli sarebbero state davanti gli occhi. Portava anche un paio di occhiali e glielo fece notare.

 

«Da quando porti gli occhiali? Non te li ho mai visti addosso.»

 

Sasuke gli rispose, senza staccare gli occhi dai fogli.

 

«Perché non mi hai mai visto studiare.»

 

«Mmm.»

 

Naruto inclinò la testa, come un animale curioso. La coda si muoveva sinuosa mentre lo studiava. Sasuke era discretamente muscoloso, sicuramente dovuto agli allenamenti e alle numerose missioni. Il profilo era armonioso e il viso aveva tratti decisi, ma eleganti. Non faticava a credere che le ragazze fossero innamorate di lui.

 

«Ti stanno bene».

 

Giunse alla conclusione il biondo. L’altro continuò a scrivere, il grattare della penna sui fogli che riempiva i silenzi della conversazioni.

 

Il biondo si accasciò sul letto, facendo un sospiro molto rumoroso. Si stava annoiando terribilmente lì, così decise di stuzzicarlo un po’. Si tirò su a sedere, le braccia tese dietro di lui a sostenerlo e gli rivolse un ghigno malizioso.

 

«Ti fanno più...sexy.»

 

La mano di Sasuke si bloccò, la penna sospesa sul foglio. Lentamente si girò a guardare l’altro. Non sapeva come ribattere. Non si sarebbe mai aspettato un’uscita del genere da quello che era, fino a pochi giorni prima, il suo obiettivo da catturare. Illuminato scarsamente

 

«Suvvia Sasuke, che reazione spropositata per un complimento!»

 

Sbuffò quando lo vide tornare a concentrarsi sui libri.

 

«Credo che andrò a fare una passeggiata.»

 

Con un balzò saltò giù dal letto e afferrò la custodia con Brisingr, che mise sulla spalla. Si alzò la maglia per arrotolare più comodamente la coda sul petto.

 

«No, fermo.»

 

Naruto si voltò per guardarlo, immobile, tenendo ancora gli indumenti e la coda bloccata a metà giro.

 

«Dimmi.»

 

«Non puoi uscire.»

 

«Perché mai? Giuro che non esco dal perimetro. Parola di demone.»

 

Alzò la mano destra, mostrando le tre dita, come il gesto scout. L’espressione di pura innocenza che gli si dipinse in volto fece insospettire Sasuke.

 

«Devi fare i compiti anche tu. Inoltre sono il tuo sorvegliante, non devi allontanarti da me.»

 

Il biondo abbassò le mani, un guizzò di fastidio sfrecciò nei suoi occhi.

 

«Senti, quando ho accettato il patto, non avevano detto però che avrei fatto una vita da recluso. Ho diritto ai miei spazi! Mi seguirai perfino in bagno?!»

 

Il tono ironico fece arrabbiare Sasuke, che si alzò per fronteggiarlo meglio.

 

«Credi forse che io mi diverta a tenerti d’occhio sempre? Anch’io avevo i miei ritmi, ma gli ordini dei Kage non si discutono.»

 

«E quindi? Dovrò averti appresso, qualsiasi cosa io faccia? Per tutta la vita?»

 

Sasuke incrociò le braccia al petto e gli rivolse uno sguardo duro.

 

«No, solo finché non darai prova che ci si può fidare di te.»

 

Naruto si bloccò. Volse lo sguardo e ridacchiò. Sasuke rimase sconcertato, ma poi si accorse che il suo era un riso amaro.

 

«Fidarsi di me? Nessuno si fiderà mai di me, qualsiasi cosa io faccia. Sono la progenie di Kurama. Appena gli esorcisti hanno avuto notizie di una possibile mia esistenza, mi hanno subito sguinzagliato dietro alcuni di voi, per catturarmi.»

 

Il biondo gli si avvicinò e gli puntò l’indice al petto.

 

«E tu eri a capo di questi. Fino a poco fa catturarmi era il tuo lavoro. Ero il nemico. Sei il primo che non si fida di me e sei quello che mi vive più a stretto contatto al momento.»

 

Sasuke si raddrizzò, sovrastando l’altro.

 

«Molto bene Naruto. Vuoi fiducia? Guadagnatela. Dimostra a tutti chi sei realmente. Dimostra che essere mezzo demone, non pregiudica tutto ciò che sei. Punta in alto e fatti accettare.»

 

Naruto abbassò la mano senza staccare i suoi occhi da quelli dell’altro. Poi ghignò, ma non in modo strafottente. Era semplicemente divertito.

 

«Discorso incoraggiante, non c’è che dire. Te lo eri preparato o hai improvvisato?»

 

Sasuke alzò un sopracciglio, sentendo l’altro ironizzare.

 

«Serietà mai tu, vero? Comunque, se vuoi ancora fare quella passeggiata, farei due passi anch’io.»

 

Naruto indicò con un cenno la scrivania dietro l’esorcista, ancora piena di libri e fogli.

 

«E i compiti? Non vorrei mai che al tua media scolastica ne risenta, a causa mia.»

 

Sasuke andò al tavolo, chiuse i libri e spense la lampada.

 

«Il mio fegato ne sta già risentendo. Dai, cammina.»

 

Lo spinse verso la porta ed uscirono, chiudendo a chiave l’entrata del dormitorio.

 

Imboccarono la stessa strada che facevano per andare a lezione. Camminavano fianco a fianco, le mani in tasca.

 

«Sai Naruto, voglio metterti in guardia.»

 

Il biondo si fece attento, non staccando gli occhi dalla strada.

 

«Tsunade ed io abbiamo parlato, quel giorno al tribunale. Mi ha confessato che anche tra i Kage c’è chi non apprezza l’idea che tu resti in vita, anche se l’ha nascosto egregiamente.»

 

Naruto annuì.

 

«Ottimo direi.»

 

«Sono spaventati. Non conoscono la tua forza e cosa tu potresti fare. Hanno paura di ciò che non sanno.»

 

«L’avevo sospettato. Me lo stai dicendo perché…?»

 

«Per metterti doppiamente in guardia. Avere un Kage contro, non è una cosa da prendere alla leggera.»

 

«Vorrà dire che mi proteggerai, giusto?»

 

Il biondo gli diede una gomitata sul fianco, in modo scherzoso.

 

«Certo, se sarà necessario. È il mio compito infondo.»

 

Continuarono a camminare, uscendo dal campus. Sbirciarono le vetrine dei negozi chiusi, immersi nel buio.

 

«Sai Sasuke, ho deciso..»

 

L’altro lo guardò, in attesa.

 

«Voglio diventare il Santo Paladino. Almeno sarò forte e saprò gestire qualsiasi situazione Kurama abbia intenzione di propormi. E poi così la gente mi accetterebbe, anche conoscendo la mia vera natura.»

 

Sasuke lo guardò e poi scoppiò a ridere. Rise talmente tanto che cominciò a piangere e a tenersi la pancia con le braccia.

 

Naruto parve offeso dalla reazione dell’altro e cominciò a picchiarlo, non troppo forte, con la katana chiusa nel fodero.

 

«Temeeee. Cosa ridi?? Smettila!! Non ti parlo più!»

 

Sasuke si stava riparando con le braccia, continuando a ridacchiare.

 

Naruto si fermò e gonfiò le guance, come un bambino.

 

«Teme, smettila immediatamente, o scatenerò i miei funesti poteri su di te!»

 

«Va bene, va bene, la smetto. Non vorrei mai saggiare la tua ira.»

 

Si calmò, prendendo un respiro profondo. Il biondo sembrava offeso dalla sua reazione.

 

«Perché ridevi così tanto?»

 

«Quando ti ho detto di puntare in alto, non pensavo così tanto. Però devo ammettere che sarebbe un bello scacco all’ordine. Il figlio di Kurama come Santo Paladino. Hai il mio sostegno.»

 

Il broncio lasciò spazio ad un’espressione incredula.

 

«Serio?»

 

«Assolutamente.»

 

Naruto, felice come se fosse la mattina di Natale, lo abbracciò di slancio.

 

«Grazie, teme!»

 

«Ehi dobe, cos’è tutta questa confidenza?»

 

Sciolsero l’abbraccio e ripresero a camminare.

 

«Sasuke, volevo chiederti una cosa. Tsunade ha detto che quelli che sanno della mia vera natura sono pochi. In realtà non sono così pochi. La tua squadra di ricerca, altri esorcisti vari incontrati lungo la strada.»

 

«Infatti non tutti sanno la verità. Alla mia squadra era stato detto che eri un soggetto pericoloso. Abbiamo raccontato che ti divertivi ad evocare demoni e a scatenarli contro le persone comuni. Altre volte siamo ricorsi ad erbe o altri oggetti per cancellare la memoria o modificarla. In realtà davvero in pochi lo sanno.»

 

Naruto annuì, assimilando tutte le informazioni.

 

«Forza dobe, rientriamo che domani abbiamo lezione.»

 

il biondo roteò gli occhi al cielo.

 

«Va bene, mamma.»

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, 12.30

 

 

«Bene ragazzi, studiate fino a pagina 394. La prossima volta vi farò delle domande su questi ultimi capitoli. Andate pure.»

 

Naruto scrisse svogliatamente la consegna sul diario e lo buttò nello zaino.

 

Sentì qualcuno chiamarlo e vide Sasuke in piedi vicino la porta della sua classe.

 

«Ciao, dobe. Andiamo? Che tra due ore hai le lezioni.»

 

Naruto annuì col capo e lo seguì fuori, sentendo i sospiri di sottofondo delle ragazze della sua classe.

 

Il biondo alzò gli occhi, ritenendo la reazione spropositata. Sistemo zaino e custodia sulla spalla, da non dargli fastidio.

 

«Naruto, direi di andare in centro città per fare compere.»

 

Il biondo annuì.

 

«Ci andiamo in macchina?»

 

Il moro scosse la testa, tirando fuori dalla tasca un mazzo con tantissime chiavi, ognuna di dimensioni e colori diversi.

 

«Ancora più velocemente. Useremo questa.»

 

Ne prese una in particolare e la mostrò al biondo.

 

«Come quella per la scuola?»

 

«Esattamente. Il principio è quello. Ho chiesto il permesso alla preside di portarti fuori due ore e per velocizzare il tutto useremo questa.»

 

Ormai erano giunti in un corridoio poco traffico. Si misero davanti ad una porta chiusa e Sasuke infilò la chiave nella toppa. Quando la girò si sentì lo scatto della serratura e spinse la porta, rivelando non più l’aula, ma una stanza piena di cianfrusaglie. Vi erano mobili ammassati alle pareti, scatoloni e oggetti strani facevano da suppellettili. Un telo copriva quella che avrebbe dovuto essere un armadio e copriva gran parte dello spazio.

 

«Andiamo.»

 

L’esorcista chiuse la porta e si fece strada tra il ciarpame. Giunsero all’interno di un negozio di souvenir e l’uomo al bancone salutò Sasuke, che rispose

 

«Ciao Frank! Facciamo un giro, torneremo tra un paio d’ore.»

 

L’uomo fece un cenno col capo e tornò a leggere i risultati sportivi sul giornale.

 

Usciti, s’immersero nella caoticità della città. Naruto respirò a pieni polmoni l’aria e colse tanti odori diversi. Il biondo si guardò intorno e vide con sollievo di conoscere quella zona.

 

«Vieni Sasuke, conosco un baracchino qui vicino che fa il miglior ramen della città.»

 

Lo prese per mano lo trascinò, facendosi largo tra la folla. Sasuke sentì la mano calda dell’altro afferrarlo e si lasciò trasportare, chiedendo scusa di tanto in tanto ai passanti scansati in fretta dal biondo.

 

«Dobe, cerca di muoverti senza uccidere le persone. Se dovrò scusarmi ancora, ti tagliò la coda e la uso come guinzaglio.»

 

Naruto sentì un brivido attraversargli la coda attorcigliata intorno al busto e per un secondo appoggiò la mano sulla maglietta, in corrispondenza del ciuffo finale.

 

«Teme, non dirlo neanche per scherzo.»

 

Il moro sbuffò, ma vide che l’altro aveva leggermente rallentato, fendendo la folla con meno irruenza.

 

Dopo poco giunsero ad un chioschetto modesto, una tenda bianca a celare parzialmente le persone già sedute. Il nome, Ichiraku, svettava scritto in rosso. Sasuke vide che vi erano già 4-5 persone sedute a mangiare e tanti che prendevano il ramen d’asporto per poi mangiarlo altrove. Naruto, che lo teneva ancora per mano, lo portò verso due sgabelli vuoti e si sedettero. Una ragazza si avvicinò e porse loro il menù, ma quando riconobbe Naruto, si aprì in un gran sorriso.

 

«Ciao Naruto. É tanto che non ti vedevamo. Tutto bene?»

 

«Tutto bene Ayame. Tu come stai?»

 

«Molto bene grazie. Io e papà siamo molto impegnati, come sempre.»

 

«Vedo. Ayame, questo è Sasuke, un mio compagno di scuola.»

 

La ragazza chinò leggermente il capo e il moro fece altrettanto.

 

«Piacere di conoscerti, Sasuke.»

 

«Piacere mio.»

 

Naruto prese i due menù e li porse alla ragazza.

 

«Sai, a Sasuke non piace molto il ramen e devo farlo ricredere. Prenderemo il solito, per entrambi.»

 

Ayame scrisse l’ordine su un foglietto e si allontanò.

 

Naruto partì in quarta, raccontando all’altro come aveva scoperto quel posto e i suoi piatti preferiti. Sasuke si limitò ad ascoltarlo, annuendo ogni tanto.

 

Arrivarono le ciotole di ramen e cominciarono a mangiare. A metà, Naruto non sapeva più come trattenersi e chiese all’altro

 

«Allora? Cambiato idea?»

 

«é buono, lo ammetto. Sicuramente non è il mi piatto preferito, ma penso sia il ramen migliore che abbia assaggiato.»

 

Naruto era sollevato. Si sentiva sotto esame, senza motivo. Un po’ come quando si fa ascoltare ad un amico una canzone che ci piace tantissimo e temiamo che non possa piacergli.

 

«Bene. Teuchi ne sarà felice.» e indicò con le bacchette il signore, che in quel momento stava tagliando le verdure.

 

Finirono le loro porzioni, pagarono e tornarono sulla strada principale, in direzione del centro commerciale. Non ci misero molto e comprarono lo stretto necessario. Carichi di borse, tornarono al negozio e poi nella stanza sul retro, dove nuovamente Sasuke tirò fuori il mazzo di chiavi. Scelta la chiave giusta, la usò e sbucarono in un ufficio.

 

«Questo è il mio ufficio. Ogni professore del corso per esorcisti ne ha uno. Lasceremo le borse qua e andrai direttamente a lezione, visto l’orario.»

 

Dopo aver appoggiato le borse a terra, guardò l’ora sull’orologio al polso.

 

«Anzi, faresti meglio a correre. Sei in ritardo di 5 minuti.»

 

Guardandolo e sorridendo serafico, aggiunse «Buona lezione.»



Ecco qua! Lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate. Sono consapevole del fatto che questo capitolo non sia niente di che, ma prometto che i prossimi saranno migliori :)

  
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