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Autore: Mei91    26/11/2016    4 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inu no Taisho inarcò un sopracciglio osservando prima la moglie, poi la donna che era appena diventata la consorte di suo figlio Sesshomaru, e con cui poco prima aveva scambiato due chiacchiere in modo così affabile. Aveva ben notato che in quella giovane c’era qualcosa di decisamente strano, ma di certo non si era aspettato di scoprire che fosse umana e che avesse addirittura un netto legame di parentela con la propria moglie.

Tutto ciò l’aveva lasciato totalmente sorpreso ma, di in fondo, non gli dispiaceva affatto che il figlio si fosse sposato con un’umana; forse, a suo dire, tale legame avrebbe potuto portare la tanto agognata pace in cui lui sperava, sia per il regno umano che per quello demoniaco.

Spostò lo sguardo prima su Sesshomaru che pareva essere del tutto impassibile alla nuova scoperta, e si trovò a sperare che quella donna gli potesse insegnare il vero significato della parola “amore”, come Izayoi aveva fatto con lui.

 

La sua attenzione si focalizzò sulla neo regina, che pareva essere diventata più pallida di un cadavere e non riusciva a staccare gli occhi da sua moglie. Intanto Izayoi aveva preso a mordicchiarsi il labbro, cercando una spiegazione logica da dare alla nipote, che pareva chiamarsi Rin.

Il parlottio dei sudditi giunse alle orecchie dell’ex Re Dei Demoni, che per evitare uno scandalo proprio nel giorno dell’incoronazione e del matrimonio del nuovo Re, agì d’istinto porgendo Inuyasha a sua moglie, che lo prese al volo, con gesti malfermi, tanto che Inu No Taisho temette di veder ruzzolare per terra il figlioletto, poi con calma mise un braccio attorno la vita della moglie, aiutandola a tenere anche Inuyasha, e una mano alla base della schiena di Rin, sospingendole entrambe verso l’enorme portone dietro il trono, facendole così entrare nella stanzetta privata, in modo da poter dar loro l’opportunità di parlare e chiarirsi in tutta tranquillità, senza che orecchie indiscrete origliassero i loro discorsi, infine puntò gli occhi su Sesshomaru.

“Seguici!” Fece con voce autoritaria l’Ex Re Dei Demoni mentre avanzava di qualche passo spingendo le due donne a fare lo stesso.

Inu No Taisho sorrise per un secondo quando percepì il sospiro estasiato di Rin. La sua ilarità aumentò nel sentirla poggiare la testa sul suo braccio: in confronto a lui, la ragazza era davvero bassa.

Spostò lo sguardo sulla moglie che si era stretta a lui: con una mano teneva Inuyasha, mentre l’altra l’aveva portata alla bocca per mangiucchiarsi le unghie a causa, Inu No Taisho ne era certo, del nervosismo, e sapeva anche che la moglie si stava scervellando per trovare qualcosa da dire alla neo consorte di suo figlio.

Non appena l’enorme portone si richiuse dietro le loro spalle Rin, resasi conto di essere completamente appoggiata all’ex Re Dei Demoni, annaspò nel panico staccandosi di scatto da lui.

“Come osi toccarmi lurido demone!” Urlò.

Sesshomaru inarcò un sopracciglio e così fece anche suo padre.

“Ehi signorinella, modera i toni!” La richiamò Izayoi scattando sull’attenti. Inu No Taisho guardò di sottecchi la moglie e sorrise. Per una volta in vita sua era bello sentirsi protetto dalla propria compagna.

Rin abbassò lo sguardo con fare colpevole ma si riscosse all’istante.

“Osi rimproverarmi zia!” Urlò.

“Oso! Oso! Vorrei farti notare che stai dando del lurido a mio marito!” Ringhiò Izayoi.

“Oh per i Kami, ma allora è vero!” Fece la ragazza guardando la zia con un’espressione quasi inorridita e portandosi una mano tremante davanti la bocca.

“Cosa?”

“Che questo orrendo demone ti ha plagiata e sedotta!” Esclamò Rin.

L’ex Regina abbassò lo sguardò su Inuyasha, poi si schiarì la voce.

“Ehm… tesoro di zia… piccola mia, ma ce li hai gli occhi o sei cieca come tuo padre? Se mio marito è orrendo allora io sono proprio una racchia!” Fece con impeto Izayoi, per poi continuare dicendo: “Guardalo bene! Secondo te, anche se demone, Inu No Taisho può mai essere un cesso?”

La sua espressione era divertita, del resto sapeva di essere l’unica in grado di mettere in imbarazzo Ruby Red.

“Ma certo! È innegabile: è un demone ed è orrendo!” Sentenziò con malcelata insicurezza la giovane.

“Rin, guardalo!” Ridacchiò Izayoi.

“No...”

“Cos’è? Per caso hai capito di aver detto un’enorme boiata?”

Rin arrossi.

“ZIA!!!” Protestò rossa in viso, ma non appena alzò lo sguardo si ritrovò a specchiarsi in due freddi occhi ambrati, ma affascinanti da morire. Il nuovo Re Dei Demoni si era leggermente avvicinato alla matrigna e la alla sua giovane sposa e, per un attimo, incrociò lo sguardo di quest’ultima come a intimarle di stare attenta a quello che diceva.

Per una frazione di secondo lui e Rin avevano stabilito un contatto visivo unico, raro, significativo, e infatti la ragazza aveva abbassato leggermente il volto con fare imbarazzato e istintivamente si era ritrovata a fare un gesto di assenso verso Sesshomaru.

Il Re Dei Demoni non la degnò di altre attenzioni perché si era immediatamente diretto verso la porta secondaria.

 “Sesshomaru, dove vai?” Chiese Inu No Taisho. Sesshomaru guardò il padre freddamente.

“Fuori!” Disse gelido estraendo dal suo fodero Tokijin ma non distogliendo mai lo sguardo da quello di Rin.  La neo regina rabbrividì al suono della voce del consorte, ma al contempo ne rimase anche terribilmente affascinata. Amava tutto ciò che era freddo. Si riscosse dai propri pensieri e si dette della stupida. La sola voce del nuovo Re De Demoni era stata in grado di mandarle per un attimo il cervello in pappa, ma lui aveva messo una mano sulla propria spada e Rin comprese che non era un gesto fatto a vuoto ma bensì una velata minaccia diretta a lei.

L’espressione della ragazza si fece dura: detestava i demoni e non aveva esitato a farlo capire, quindi si aspettava l’astio che un essere come quello poteva provare nei confronti di un essere umano, ma di sicuro non aveva la benché minima intenzione di mostrarsi debole o di non rispondere alle provocazioni.

“Tsk! Sono umana, la cosa non vi infastidisce?” Chiese drizzando le spalle e sollevando il mento, ricambiando infine il suo sguardo con altrettanta freddezza.

Sesshomaru la guardò con totale indifferenza e non le rispose.

“Sesshomaru…” Iniziò a dire l’ex Re Dei Demoni.

“Rin, che ci fai qua?” Borbottò Izayoi afferrando il braccio del marito e stringerselo al petto mentre Inu No Taisho prendendo nuovamente il piccolo Inuyasha, dormiente.

L’interpellata sgranò gli occhi incredula al gesto della zia e a quello “del demone”, non si era di certo aspettata di vedere con quanta apprensione e quanto amore la zia supportasse quell’essere e le dava un certo senso di inquietudine vedere un’umana amare a quel modo un demone e un demone ricambiare lo stesso amore sostenendo l’umana sua compagna ed essere ricambiata, ma soprattutto era difficile accettare quanta dolcezza ci fosse nei gesti che entrambi facevano nei confronti del frutto del loro amore proibito. Tutto ciò sembrava essere contro natura, un atteggiamento decisamente sbagliato.

“Ah, io che ci faccio qui? Ma cosa odono le mie orecchie! Io passo l’inferno, letteralmente, per venirti a salvare e tu mi chiedi che ci faccio qui?”

“Ma chi te lo ha chiesto? Io sto benissimo! Non ho bisogno di essere salvata!”

“Papà e tutti noi pensiamo che il Re Dei Demoni ti abbia rapita, torturata, violata… imprigionata… costretta a procreare e a far nascere un mezzo demone che non volevi e…” Le parole le morirono in gola mentre tutta l’angoscia e la preoccupazione provata per la zia sembravano pian piano assumere delle sfumature di inutilità.

Inu No Taisho sgranò leggermente gli occhi, cominciava a provare un po’ di pena per la ragazza, perché si era fatta il culo per andare a salvare la zia, rischiando la vita, mentre Izayoi, pareva del tutto insensibile alle fatiche e alle sofferenze patite dalla nipote, ma comprendeva bene anche l’atteggiamento della moglie. Rin infatti, da come lo aveva percepito l’ex regina, era andata lì per strapparla via dalla felicità che aveva cominciato a provare insieme a lui.

Sesshomaru inarcò nuovamente un sopracciglio, stavolta con fare infastidito.

“Chi lui? Lui violare me?” Esclamò la donna indicando Inu No Taisho.

Quando la giovane annuì Izayoi sospirò dicendo: “Ma se praticamente l’ho dovuto costringere, sedurre, torturare… martoriare… insistere talmente tanto affinché mi portasse a letto che secondo me alla fine ha acconsentito a fare l’amore con me per esasperazione. Altro che lui costringere me!” Spiegò divertita, poi di scatto divenne seria e il suo sguardo quasi spietato, tanto che la nipote deglutì.

“E poi… quale costringere a procreare? Inuyasha per me è un vero e proprio dono dal cielo. Rin, puoi permetterti di dirmi tutto quello che vuoi, puoi anche non essere d’accordo sul fatto che un demone, anzi no il Re Dei Demoni sia mio marito, ma non permetterti mai di dirmi che Inuyasha non era voluto, perché l’ho desiderato con tutta me stessa. Ho quasi dato la vita per lui. Capito? Non ero felice nel regno di Takemaru, ero solo la dama di compagnia di sua figlia. Se non fossi fuggita e non avessi incontrato l’amore della mia vita ai confini della barriera, avrei finito per condurre la vita rinchiusa in una gabbia dorata, sposata a qualche ricco mercante scelto per me da mio fratello. Avrei continuato a stare con te, e questo mi sarebbe andato bene, ma l’idea di essere una semplice dama di compagnia non mi entusiasmava e tu, Rin, questo dovresti saperlo bene. Ti ho ripetuto all’infinito che sono una donna che ama l’avventura, non una a cui tarpare le ali. Quando fuggii dal regno fu perché sentii tuo padre organizzare le mie nozze con Mogumo.  Rin, ti rendi conto? Con Mogumo: il figlio babbeo del nobile Tatewaki! Amante del bere e della guerra, crudele, e spietato. Se fossi rimasta che vita mi sarebbe aspettata? Semplicemente quella della cagna di compagnia di Mogumo, con il solo scopo nella vita di sfornargli i marmocchi, preferibilmente maschi, per dare eredi valenti alla casata Tatewaki. Se fossi rimasta, se Inu No Taisho non mi avesse salvata dal mio destino, a quest’ora starei conducendo una vita infernale, accanto a un uomo che non mi ama e che io non amo. A quel tempo, quando conobbi mio marito, mi trovai davanti ad una scelta: andare con lui nel regno dei demoni, ignara di quello che mi sarebbe potuto succedere, o tornare a casa e sposare Mogumo. A questo punto ho preferito l’ignoto, ma i Kami sono stati benevoli con me e io mi sono innamorata di Inu No Taisho e lui di me… e da lì ha cominciato a prendere corpo la mia felicità. Felicità a cui non sono disposta a rinunciare. Qui sono felice, sono libera, là ero in prigione. Non era così che volevo vivere. Non volevo fare la madre dei figli di Mogumo e sinceramente non posso tollerare che insulti così mio marito e mio figlio, senza nemmeno sapere come sono andate davvero le cose! Non tornerei indietro neanche per tutto loro del mondo! Neanche per te!” Concluse implacabilmente Izayoi mentre Inu No Taisho sgranava gli occhi incredulo alle rivelazioni che aveva fatto. Lui non era a conoscenza di ciò che avrebbe atteso sua moglie nel regno umano se lui non l’avesse per così dire rapita; puntò gli occhi sulla sua donna e le mise una mano sulla spalla stringendola possessivamente a sé, poi esortandola a frenare le parole. La sua ultima frase era stata davvero crudele nei confronti della ragazza.

Rin sbiancò da capo a piedi.

“Zia…”

“Si?”

“Vaffanculo!”

Diede le spalle alla zia e trottò a passo di carica verso l’uscita, trattenendo a stento le lacrime.

“Izayoi… ti sei resa conto di quello che hai appena detto?” Chiese piano l’ex Re dei Demoni.

La moglie lo osservò a lungo e nel frattempo riesaminò le proprie parole. Infine sbiancò.

“Oh Kami… mi sono spiegata male! Oh Kami! Aspetta…Rin… Rin… Rin… dannazione aspetta!” Urlò correndo nel corridoio del castello e intravedendo la nipote, che nell’udirla arrestò la corsa.

“Me ne torno a casa. Tu fai quello che cavolo ti pare e piace. Con te ho chiuso! Non mi vedrai mai più Izayoi!” Esclamò gelida Rin.

L’ex Regina annaspò. La ragazza non l’aveva mai chiamata con solo il suo nome senza aggiungere l’appellativo di zia, e in quell’attimo la donna comprese quanto avesse appena ferito sua nipote senza nemmeno rendersene conto. La giovane riprese a camminare a passo spedito.

“Rin…non puoi tornare a casa. Rin, cribbio e fermati…” La chiamò con voce quasi disperata, seguendola mentre Sesshomaru e Inu No Taisho camminavano a debita distanza dietro di loro.

“No, non voglio più starti a sentire!”

 “Non puoi… non puoi più tornare a casa. Ora sei la Regina dei Demoni!”

“Col cavolo. Voglio immediatamente la separazione!”

“Rin… non puoi…”

“Perché?”

Sesshomaru sollevò il viso odorando l’aria, l’odore di lacrime trattenute era decisamente forte. Decise di prendere la parola, senza provare la minima pena per l’umana che aveva appena sposato: “Perché non esiste la separazione tra i demoni!” Disse glaciale camminando verso di lei.

Rin trattenne il fiato e non appena il demone si fermò davanti a lei, sollevò il viso per guardarlo negli occhi.

“Andiamo!” Concluse autoritario.

“Non vengo da nessuna part…” Iniziò la ragazza, ma non appena colse una particolare sfumatura negli occhi di Sesshomaru, deglutì e si arrese iniziando a seguirlo. Nemmeno lei riuscì a spiegarsene il motivo, ma la fermezza di quello sguardo le impose di arrendersi e obbedire. Cercò di giustificarsi con se stessa per quella debolezza dicendosi che seguendolo avrebbe sicuramente capito qualcosa di più sul suo conto e su come sbarazzarsi di lui.

“Rin…” La chiamò Izayoi trattenendo un singhiozzo, ma lei la ignorò ampiamente, continuando a seguire quello che era suo marito.

“Inu No Taisho…” Sussurrò l’ex regina.

“Tesoro, le hai detto che Inuyasha è più importante di lei praticamente, e tu mi hai raccontato che Rin per te era come una figlia e che ti dispiaceva lasciarla. Mi hai detto che anche che lei ti considerava una madre dato che la sua non l’ha mai conosciuta, e tu hai perso la testa quando ti sei sentita insultata per Inuyasha, ma tesoro, c’è da dover capire anche tua nipote. Lei è venuta qua, sotto mentite spoglie, per salvarti credendoti in pericolo, ma tu ti sei schierata da subito dalla mia parte. Non che la cosa non mi abbia fatto piacere, al contrario! Poi di scatto la ragazza si è ritrovata moglie di Sesshomaru, qui si può dire che la colpa sia di mio figlio in quanto lui non fa mai le cose come da protocollo ma di testa sua: oggi doveva essere solo un colloquio e invece c’è stato un matrimonio e Rin si è sposata; in più senza possibilità di separazione. Inoltre Sesshomaru le ha intimato di seguirlo, e sappiamo bene sia io che te quanto paura possa fare il suo sguardo. La piccola si sente come in trappola e l’unica alleata che credeva possedere, ovvero tu, le si è rivoltata contro. È ovvio che abbia reagito in questo modo.” Spiegò saggiamente Inu No Taisho.

“Devo andare da lei!” Esclamò Izayoi facendo per andare verso il punto in cui si erano diretti i due neo sposi, ma il marito la bloccò prontamente

“Non ora tesoro. Sai anche che Sesshomaru un cuore lo possiede, no?” Sorrise il demone e la donna parve placarsi un attimo, ma il senso di colpa la stava divorando viva.

 

 

ANGOLO AUTRICE

ed eccomi qua con un nuovo capitolo di Dominus

Volevo ringraziare chiunque abbia messo questa storia tra le preferite, ricordate e seguite e ringrazio in particolar modo SuperSara per la sua straordinaria pazienza verso di me. Grazie di cuore sorella

Ringrazio anche chi ha speso due minuti del suo tempo per lasciarmi una piccola  recensione

Grazie di cuore alla prossima Mei

   
 
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