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Autore: Mrs_Cobain951    26/11/2016    3 recensioni
Alexander, dopo aver ammesso la sua omosessualità, è finalmente pronto a lasciare casa per andare al college e concentrarsi sugli studi.
Magnus è al terzo anno di college è un ragazzo molto esuberante e alla perenne ricerca dell'amore, che sia per una notte oppure no...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7 – Io ho bisogno di te.
Alec’s pov
Era scappato. E aveva fatto bene. Non voleva ripetere nuovamente l’esperienza di un bacio sbagliato. Ricordava perfettamente la nausea e il disgusto provati dopo il bacio datogli da Jace; aveva passato tutta la sua infanzia, e buona parte della sua adolescenza, convinto di essere innamorato del suo bellissimo fratello adottivo, eppure quel bacio era stato quanto di più sbagliato potesse esserci. Dovette così ammettere che il biondo aveva ragione, il sentimento che li legava era amore fraterno lo stesso che provava per Izzy o per Max, quella per il fratello, dunque, era solo una scusa con la quale si parava per non amare davvero. Con Magnus era diverso invece, lui gli faceva provare emozioni così intense, e avrebbe voluto baciarlo così tanto… ma non poteva, non doveva, lui e Magnus erano troppo diversi e poi quest’ultimo stava solo giocando con lui. Quel bacio sarebbe stato un altro errore. Ne era certo.
Assorto da questo turbinio di pensieri Alec entrò in camera trovando Dave che, non ostante l’ora tarda, si trovava a gambe incrociate sul letto intento a ricopiare gli appunti che aveva preso quel giorno in maniera più ordinata. Appena il nerd si accorse del rientro dell’amico sorrise malizioso. << Allora, com’è andata? >> fece alzando e abbassando le sopracciglia più volte. Dio com’era buffo.
<< Tutto bene. Devo ammettere che mi sono divertito, abbiamo parlato molto e- >>
<< Si, certo, molto interessante ma arriva al sodo Alec, ti ha o non ti ha infilato la lingua in bocca?? >> Lo interruppe bruscamente Dave. Alec divenne rosso come un peperone e iniziò a boccheggiare, nonostante si aspettasse perfettamente quella domanda dall’amico. Sospirò e cercò di darsi un tono rispondendo con quanta più calma e serenità. << Diciamo che ci ha provato. Solo che appena ho capito le sue intenzioni sono scappato. >>
<< Cosa!? Ma dico, sei impazzito?! Il ragazzo che ti piace prova a baciarti e tu cosa fai?! Scappi!? >> Esclamò con sconcerto David che nel frattempo aveva completamente dimenticato quello che stava facendo e si era alzato dal letto per fronteggiarlo.
<< No Dave, non sono impazzito ho fatto la cosa giusta. >> Vedendo l’espressione scioccata e perplessa dell’amico il moro continuò. << Lui sta solo giocando con me, io non voglio stare male perché, sinceramente, so che se provassi a stare al suo gioco per me diventerebbe una cosa seria. >> David provò a controbattere ma prontamente Alec riprese il discorso. << Oltretutto, sono venuto qui per studiare. Non mi posso permettere distrazioni. >> A quel punto Dave dovette demordere, il ragazzo difronte a se sembrava troppo ostinato e sapeva bene che, almeno per quella sera, non avrebbe ceduto; così rivolse un sorriso mesto all’amico in segno di resa e si rimise a ricopiare i suoi appunti mentre quest’ultimo si preparava per andare a letto.
Alec sapeva di aver ragione, sapeva che ascoltando il cervello non avrebbe sofferto, eppure tutto ciò non gli impedì di ammettere quanto davvero Magnus gli piacesse e quanto quella sera avesse voluto baciarlo.
Oltre l’aspetto fisico che, non ostante fosse molto particolare, era davvero mozzafiato in quella serata, in quello pseudo appuntamento, aveva scoperto che, sotto tutti quei strati di glitter e paillette, si nascondeva un ragazzo fantastico che aveva sofferto tanto ma si era rialzato e che riusciva a farlo sentire a proprio agio.
Cavolo, gli piaceva davvero tanto, ma Magnus non lo sarebbe mai venuto a sapere. Lui non voleva essere il passatempo di un ragazzo che non lo ricambiava; perché Alec ne era certo di questo. Magnus non lo ricambiava, e come avrebbe mai potuto, lui era un ragazzo così fuori dal comune, così bello e così pieno di persone altrettanto belle che gli facevano il filo. Mentre Alec, beh Alec era un ragazzo semplice, solitario e insicuro. Erano come il giorno e la notte, troppo diversi per fondersi. Almeno secondo il punto di vista di Alec.

Magnus' pov

Da quando Alec era praticamente scappato via, Magnus non sapeva più cosa pensare. Restò lì, seduto sul cofano della macchina a ripassare mentalmente tutto il loro appuntamento: cos'era andato storto? Che avesse detto qualcosa di sbagliato? Insomma, si era decisamente rifiutato di baciarlo, così non andava bene.
Sospirò e si decise a tornare finalmente dentro, anche se non voleva affrontare l'interrogatorio di Ragnor. Per sua sfortuna, il suo amico lo stava aspettando sveglio.
<< Mag! Com'è andata? >> chiese, con un sorriso a trentadue denti.
Il glitterato lo guardò storto e andò in bagno per struccarsi e avere un po' di privacy, ma proprio non se ne parlava. Venne raggiunto anche lì.
<< È andata così male? >> chiese Ragnor, poggiato allo stipite della porta. Magnus si passò il dischetto per il trucco sugli occhi e cercò di mantenere la calma. Avrebbe tanto voluto tirare in testa al suo amico tutte le boccette di shampoo nel bagno.
<< Preferirei non parlarne. >> disse infine, uscendo dal bagno. Si tolse i vestiti e indossò il pigiama, mentre Ragnor lo guardava come per fargli lo scanner. Per fortuna non aggiunse altro e spensero la luce, ma ovviamente Magnus rimase ancora sveglio. Non sapeva perché, ma quell’avvenimento lo aveva turbato. Sentiva come un fastidio al petto, mentre si scervellava per capire come rimediare a quella serata. La vittoria non sembrava poi più così vicina..
Fissò il soffitto per un bel po’, pensando all’appuntamento, ancora e ancora, cercando di capire i suoi errori. E pensò a come sarebbe stato tutto più semplice se questa scommessa non fosse mai esistita. Forse si stava già stufando di questo giochetto. Iniziava a sentirsi sporco. Pensò anche se avesse mai conosciuto davvero Alexander senza quella scommessa e il fastidio al petto aumentò. Continuò a rigirarsi nel letto, in preda ai suoi pensieri. Perché era scappato? Sembrava come spaventato, ma da cosa? Che sapesse della scommessa? No, impossibile.
Il giorno seguente saltò le lezioni, volendo evitare di incontrarlo o di parlare ancora con Ragnor che di sicuro aveva già avvisato il loro gruppo di amici dell’accaduto. Gli serviva del tempo per capire come portare avanti la situazione o chiuderla qui. Si, forse era la cosa migliore. Sarebbe andato da lui e gli avrebbe detto tutto. Lo avrebbe odiato e non si sarebbero più parlati, come sarebbe stato da principio. Ma a Magnus questo andava bene? No. Non sappe dire perché, ma non voleva questo. Giustificò questa cosa con il fatto che a lui non piaceva perdere e quindi si decise a trovare un modo per rimediare alla serata precedente.
Decise inoltre, di ignorare il cellulare che vibrava in continuazione per l’arrivo di tutti i messaggi di Raphael e Catarina che, preoccupati, gli chiedevano il perché di quel comportamento e come mai il suo appuntamento fosse andato tanto male. Ma non lo spense e continuò a buttarci un occhio di tanto in tanto per vedere se almeno uno di quei messaggi fosse da parte di fiorellino, ma nulla di nulla. Un suo messaggio di scuse o di spiegazioni sarebbe stato davvero di aiuto per sbloccare quella situazione.
Abbattuto, si alzò dal letto, dove era stato tutto il tempo, si vestì e si truccò, per nascondere il fatto di non aver dormito e perché nonostante tutto lui era sempre Magnus Bane e aveva comunque una reputazione da difendere. Si rifugiò sul tetto del dormitorio, dove sapeva che nessuno sarebbe andato a cercarlo, e si fumò una sigaretta nel tentativo di rilassarsi. Possibile che un ragazzo e una scommessa causassero tutto questo scompiglio? Si chiese se davvero cinquecento dollari valessero la pena. Si rispose di si, ma anche a questa decisione non seppe dare motivazione.
Aveva così tanta paura di essere stato lui ad averlo spaventato, magari aveva detto qualcosa di sbagliato o aveva fatto qualcosa che non era andato bene. Ma Alexander sembrava essersi sempre divertito, fino a quel momento. Sentì quella punta amare di delusione solleticargli lo stomaco, come accadeva ogni volta che ci ripensava. Era solo perché il piano non era andato come sperato, non per altro. Era questo che si diceva.
Sapeva che rimanere lì a rimuginarci non avrebbe risolto nulla, così si fece forza.
Deciso, buttò l’ormai mozzicone della sigaretta e con passo svelto scese di nuovo sotto e andò verso la sua stanza, quella di Alexander. Sapeva cosa doveva fare e nulla lo avrebbe fermato. Ma si sbagliava. Una volta davanti alla stanza, si bloccò. Non riuscì a fare nulla, era come se tutti i suoi muscoli gli gridassero di andare via d lì. Era il suo orgoglio che gridava, ed aveva ragione. Era il ragazzino che era andato via, perché doveva essere lui a rimediare alla situazione? Guardò i numeri in oro della porta e si voltò, tornando sui suoi passi.
.
David scosse leggermente il suo compagno, che si levò le cuffiette per ascoltarlo, e gli disse:<< Ehi, smettila di ascoltare la musica e ascolta per un secondo me. Sto andando a noleggiare un film che potrà tirarti su di morale, aspettami qui. >>
<< Ma oggi non dovevi uscire con Marta? >>
<< Già, ma non ho il coraggio di lasciarti solo ora, con Marta ho rimandato a stasera. >> disse Dave con un sorriso accondiscendente. Occhi blu fece un cenno di approvazione, accompagnato da un verso che sembrava essere un mugugno.
Dave uscì dalla camera con uno scopo ben preciso in mente, abbastanza diverso da quello comunicato ad Alec. Ormai il mantra del giovane nerd era diventato quello di riuscire a far mettere insieme i due ragazzi, perché David lo sapeva, lo aveva visto negli occhi di entrambi. Loro si piacevano.
Scese velocemente le scale uscendo dall’ala dei dormitori con l’intento di andare a cercare Magnus.
Non fu una ricerca tanto difficile, in quanto lo trovò vicino all’albero grande, appena fuori l’edificio dove si tenevano le lezioni di storia dell’arte e design. Stava fumando una sigaretta con lo sguardo basso, completamente solo, quello era il momento giusto.
<< MAGNUS! Presto mi serve aiuto! >>
Magnus sentendosi chiamare in quel modo alzò lo sguardo e lo volse verso il ragazzo che si stava avvicinando a lui con passo spedito. Riconobbe David, il cagnolino di Alec, perché gli stava chiedendo aiuto?
<< Cosa vuoi ragazzino? >>
<< Alec! >>  bastò quel nome, detto in quel modo quasi disperato, a far accapponare la pelle al maggiore e a chiudergli la bocca dello stomaco, cosa diavolo era successo al suo fiorellino!? << Che è successo ad Alexander!? >>
<< Non c’è tempo da perdere, ha bisogno di te, presto seguimi! >>
Alexander aveva bisogno di lui… Al diavolo tutto, il bacio mancato, la scommessa e i suoi fottuti sentimenti, lui per Alec ci sarebbe stato. Dunque Ragnor aveva ragione, a lui Alexander piaceva… Adesso aveva molte più spiegazioni da dare a sé stesso.
David si sentì un perfetto idiota, poteva inventarsi qualcosa di migliore per attirare Magnus nella propria camera, ma a quanto pareva a Magnus quella ridicola scusa bastò. Anche perché iniziò a seguirlo. Sentiva le mani sudaticce per l’ansia. Cosa si sarebbe inventato poi una volta davanti alla camera?
Magnus, dietro a David, falcava il terreno con tale decisione che chi lo guardava aveva quasi l’impressione che iniziasse a sprofondarci. Alexander stava male, era successo qualcosa. Ma cosa? Era andato lì davanti giusto mezz’ora fa..
Una volta entrati nel dormitorio, Magnus accelerò così tanto che superò facilmente David, entrando nella stanza senza farsi problemi. E lì David la vide: la sua occasione. Si tuffò sulla porta aperta e con uno scatto felino che neanche lui sapeva di poter fare, la chiuse.
 << Ora voi due mi ascoltate, vi piacete e questa è una cosa ovvia. Non perdete tempo a negarlo soprattutto tu, giovane padawan. Vi sto dando l’opportunità di parlare e chiarire il malinteso di ieri sera, perché, Magnus, devi sapere che Alec voleva baciarti ma è un padawan pauroso. >> riprese fiato per continuare, ma da dentro si sentì un urlo furibondo. << Taci, stronzo! >> David lo riconobbe, era Alec e per un momento temette per il suo futuro, ma sapendo di stare dalla parte del giusto, continuò ignorando l’amico. << Non provate a uscire, perché non c’è modo. Con il fatto che l’altro ieri ho perso le chiavi ho qui con me l’unico paio di chiavi della stanza e, come tu ben sai giovane padawan, il telefono in camera non prende più. Ora io vado e vi lascio alla vostra intimità. Ci vediamo tra quattro/cinque ore. >> 
Quando Dave se ne andò, i due realizzarono di trovarsi da soli in un luogo chiuso e che sarebbero dovuti starci per molto, molto tempo.
Alec continuava ad evitare con tutto se stesso lo sguardo penetrante di Magnus che, sentendo le parole pronunciate da David, iniziava a nutrire sempre più una speranza per loro due. Il primo a parlare, per scogliere la tensione creatasi per la situazione, fu il glitterato. << Perché sei scappato? >> gli uscì quasi come un lamento e si maledisse per non aver più autocontrollo su sé stesso.
<< Non ti deve importare. >> rispose freddo il Lightwood, nonostante la sua faccia fosse rossa. Alec ne era certo, avrebbe ucciso il suo compagno di stanza per quel tiro mancino. Non poteva credere a quello che aveva fatto, ma soprattutto a quello che aveva detto. E ora? Come negare? Come poteva mentire a quegli occhi così belli che sembravano scavargli dentro, doveva. Non importava come, ma non avrebbe ceduto. Non poteva permetterselo.
<< Invece sono l’unica persona a cui dovrebbe importare. >> rispose infastidito Bane. Ora aveva un’occasione, sapeva di piacere ad Alec, adesso con certezza. Lui voleva quel ragazzo, ma voleva anche vincere la scommessa. No. Basta tirare in ballo quella stupida scommessa. Voleva Alexander e basta.
<< Forse era a me che non importava. >> esclamò, con dolorosa indifferenza, il più piccolo. Alche l’altro sbottò furioso. << Smettila di mentire a te stesso, Alec! So di piacerti, l’ho sentito ieri sera e ne ho avuto la conferma oggi. Tu provi quello che provo io ogni volta che ti vedo, tu mi piaci Alexander! >>
A quel punto il giovane Lightwood esplose. << Si mi piaci, e allora? Adesso che hai ottenuto quello che volevi, lasciami in pace. >> Sentì gli occhi pizzicare, ma no, non avrebbe pianto, lui non piangeva mai.
<< No, non ho ottenuto quello che volevo perché quello che voglio sei tu. >>
<< E per quanto? Una notte? Due? No grazie, non sono interessato. >> sbottò con tono disperato il moro, alzandosi dal letto per fronteggiarlo. A quell’affermazione a Magnus si strinse il cuore, dunque era questo il motivo per il quale il suo fiorellino era scappato. Aveva paura di non valere tanto per lui, Dio, quanto si sbagliava. Si sbagliava ora, ma se lo avesse detto già la sera prima, quando Magnus ancora ignorava i suoi sentimenti, avrebbe avuto ragione. Quindi che dire? Che fare?
Il più grande fece qualche passo verso di lui e quando fu abbastanza vicino gli posò delicatamente una mano sulla guancia e con la stessa delicatezza accarezzò lo zigomo con il pollice. Contrariamente a quanto si potesse aspettare, Alec non si scansò a quel gesto, anzi chiuse gli occhi e con voce tremante, quasi supplicante, disse:<< Ti prego, non farmi questo. >>
Magnus si avvicinò maggiormente al suo volto e sussurrò con voce dolce: << Io non voglio farti del male Alexander, tu mi piaci davvero. Adesso ti prego lascia che ti baci. >> A quella frase, pronunciata in quel modo, un brivido corse sulla schiena di Alec. Lo voleva, nonostante tutto, lo voleva. Desiderava sentire quelle soffici labbra sopra le sue. Così, per la prima volta nella sua vita, spense il cervello e lasciò che il più grande si impadronisse delle sue labbra, azzerando la poca distanza tra loro. Inizialmente fu un bacio casto, le mani del glitterato si posarono sui fianchi del moro, mentre le sue braccia si aggrapparono alle proprie spalle come se ne andasse della sua vita. Dopo qualche secondo, forse un minuto, la lingua del più grande chiese il permesso alla bocca di Alec, che si aprì facendola scontrare con la sua. A quel punto Alec mise una mano nei capelli del glitterato, attirandolo più vicino a se e mugolò quando il loro bacio si trasformò in una danza di lingue e labbra sempre più coinvolgente ed eccitante. Il più grande sembrò apprezzare quella piccola iniziativa del meraviglioso ragazzo davanti a sé e prese a vagare con le mani sulla sua schiena, infilandole sotto la maglietta e lasciando dolci scie di fuoco che stavano dando alla testa al piccolo Occhi blu. Entrambi stavano provando emozioni mai sentite, così intense da far male. Fu quando Magnus, perso in quel piacere infinito che gli stava portando quel semplice bacio, che ormai di pudico non aveva nulla, scese con le mani fino alla patta dei pantaloni di Alec facendo per togliere il bottone dall’asola, che il più piccolo si risvegliò da quella dimensione quasi di trans e lo spinse via. Entrambi con il fiatone e con gli occhi sgranati si guardarono per qualche secondo. Il primo a parlare fu Alec, paonazzo. << Non posso. >>
<< Perché, Alexander? Ti ho già detto che non sto giocando con te, ti posso giurare che mi piaci davvero, tanto che dalla prima volta in cui ti ho visto non ho avuto occhi che per te e- >> aveva mentito, per metà, ma sempre mentito. Dove lo avrebbe condotto questa strada?
<< N-Non è p-per quello. >> lo interruppe Occhi blu, arrossendo di più, se possibile.
<< Allora cosa c’è fiorellino? >> chiese con tono apprensivo il più grande, vedendo in seria difficolta il ragazzo.
<< Ehm… è un po’ imbarazzante ma… I-Io s-sono vergine. In realtà questo si può definire il mio secondo bacio. >> Alec aveva raggiunto una tonalità di rosso da record, ne era consapevole e se ne vergognava, ma Magnus non riusciva a non pensare a quanto fosse tenero e al fatto che così i suoi occhi spiccassero di più. In un primo momento il glitterato si stupì, ma in senso positivo, quel ragazzo era così puro e unico nel suo genere. Si avvicinò al suo fiorellino e gli prese il viso tra le proprie mani, allacciando il suo sguardo con il proprio, e a fior di labbra sussurrò:<< Non c’è fretta, io posso aspettare. >>
<< N-Non voglio obbligarti, immagino che avrai bisogno dei tuoi sfoghi- >> << Shh, io ho bisogno di te, stupido Alexander. Nessuno mai mi aveva fatto sentire in questo modo. >> sussurrò Bane, prima di rituffarsi in quelle meravigliose labbra rosee, con passione e sentimento
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Angolo delle autrici timide
Ciao! Finalmente siamo riuscite a pubblicare questo capitolo. Non vedevamo l’ora! Magnus ha finalmente capito che la scommessa non vale Alexander e quest’ultimo si è riuscito a lasciar andare. Personalmente, ci siamo divertite davvero a scrivere questo capitolo, mettendoci tutto l’impegno e l’amore malec possibile. Ma fateci sapere cosa ne pensate voi! Un bacio e al prossimo capitolo,
                                                                    Mrs_Cobain951 & Zitella 9911

   
 
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