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Autore: gigio_animato00    27/11/2016    0 recensioni
LA STORIA CONTIENE SPOILER SULLA FINE DI XYZ
Un'anima, due cuori. è così che si sente Ash di ritorno dalla lega di Kalos. Infatti, per una volta il nostro corvino non potrà pensare solo al suo sogno di diventare allenatore di pokémon, ma dovrà fare i conti con i suoi sentimenti
Ash non si era mai reso conto di avere un cuore. O meglio, non si era mai reso conto della funzione che questo aveva. Un grosso magazzino carico di esperienze, sentimenti ed emozioni che era sempre lì, e che ricordava tutto. Però, lo spazio è limitato. Non puoi continuare a buttarci dentro informazioni, e sperare che ci sia sempre posto. Le cose più vecchie e inutili, brevi momenti che avevano importanza solo all’epoca, possono essere anche cancellati … Ma quando ti trovi ad avere solo cose importanti, come fai spazio alle cose nuove?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Misty, Serena, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Pioggia. Questo e poco altro si vedeva dalla finestra della camera del ragazzo di Biancavilla. Le gocce scendevano veloci, tranne alcune che invece si soffermavano sul vetro, per poi procedere lentamente verso il bordo. Ash aveva sempre contemplato la vista del panorama della sua cittadina, ma quella volta la guardava con occhi diversi, assenti, che parevano guardare più dentro di sé che fuori. Mai gli era capitato di essere così vicino a casa, ma allo stesso tempo così distante.

< Amore scendi, la colazione è pronta > Disse Delia. La madre era entrata in camera con cautela e il ragazzo non l' aveva nemmeno sentita entrare. Ash annuì, ma la madre conosceva bene il figlio. Lo prese per le orecchie e gliele torse così forte da costringerlo a girarsi.

< Ho capito,ho capito, scendo subito mamma. Tempo che mi vesto e sono sotto. > La madre accolse le suppliche del figlio e lo lasciò andare, stampandosi un enorme sorriso sulla faccia. 

Una volta arrivato sotto, Ash sembrava un'altra persona rispetto a qualche minuto prima. Il ragazzo ora era vestito e radioso, tant’è che la madre si insospettì.

< Cos’è oggi sei lunatico? > chiese versando una tazza di tea al figlio < fino ad un attimo prima sembravi sotto effetto di antidolorifici per quanto eri pacato e calmo. Quasi non ti riconoscevo >. < No, nulla > disse il ragazzo, senza però riuscire a nascondere del tutto un velo di imbarazzo < è solo che non è così bello essere accolti a casa da un temporale>.  Ash aveva ragione. Erano passati tre giorni dal suo rientro a casa da Kalos, e da allora non aveva smesso di piovere un attimo. Prese a sorseggiare il tea < comunque oggi avevo intenzione di andare a trovare il Professor Oak, e sicuramente non saranno due gocce a fermarmi > disse sorridendo < mi sarebbe piaciuto passare a trovare anche Brock, peccato che non ci sia … >.L’amico infatti era andato ad Hoenn, probabilmente a seguire qualche ragazza, e non avrebbe fatto ritorno che tra un mese.  < Potresti, già che ci sei, andare a trovare anche Misty > la madre la buttò lì, con noncuranza < Sai… è passato tempo dal vostro ultimo incontro … lei è diventata proprio una bella ragazza … > il tono della madre dava a credere che poco le importasse della cosa, ma Ash era consapevole che in realtà lei non aspettava altro che lui abboccasse all’amo. < Buon per lei > Concluse lui dopo aver finito la sua bevanda < Vorrà dire che passerò a trovarla e constaterò di persona > Ash sorrise in modo poco naturale, ma almeno così sapeva  di riuscire a coprire il colore delle guancie, indipendentemente da quale fosse.                                                                                    < Sarà meglio che vada, non aspettarmi per pranzo > Disse Ash alla madre, chiudendosi la porta alle spalle. La madre era abbastanza irritata dal fatto di non essere riuscita a carpire le informazioni agognate.

Ash si incamminò. Nuovamente era da solo, nuovamente provava la pioggia, anche se ora sulla sua pelle. Questo lo ributtò nei suoi pensieri, da cui la madre lo aveva strappato. Camminava senza rendersene conto, tanto era assorto. Sensazioni diverse se lo contendevano, facevano la lotta nel suo cuore; lo stesso cuore che più volte lo aveva convinto di qualcosa, per poi smentirsi subito dopo. Lo stesso cuore che, in quel momento così particolare, era sotto la pioggia. Una pioggia che però, solo lui poteva sentire,  ma che neanche lui poteva capire.

Ash non si era mai reso conto di avere  un cuore. O meglio, non si era mai reso conto della funzione che questo aveva. Un grosso magazzino carico di esperienze, sentimenti ed emozioni che era sempre lì, e che ricordava tutto. Però, lo spazio è limitato. Non puoi continuare a buttarci dentro informazioni, e sperare che ci sia sempre posto. Le cose più vecchie e inutili, brevi momenti che avevano importanza solo all’epoca, possono essere anche cancellati … Ma quando ti trovi ad avere solo cose importanti, come fai spazio alle cose nuove? Cerchi di fargli occupare il minor spazio possibile, concentrandole, comprimendole e schiacciandole per far posto, ma non le cancelli. Loro sono lì, perfettamente funzionanti e occupano ancora spazio, anche se non te ne accorgi, almeno finché non devi infilare una cosa che crea conflitto, e, a quel punto, le cellette che tenevano i ricordi separati si infrangono, creando chaos e confusione.

Ed era proprio in questa confusione che il cuore di Ash si trovava quando giunse al laboratorio del Professor Oak.

Non era cambiato nulla, del resto, così doveva essere. Bussò alla porta. Uscì il Professore, al quale si illuminarono gli occhi alla vista del ragazzo.  < Ash! Ma che piacere, sei cresciuto tantissimo > Disse Oak passando una mano tra i capelli umidi di ash < Entra, non stare lì fuori, piove che Dio la manda >  Ash entrò e, con sua grande sorpresa, trovò Gary nello studio del professore intento a leggere uno dei tanti libri che trattavano l’argomento “lotte tra pokèmon” . < Ma che piacere, il perdente ha deciso di farci visita > Lo canzonò Gary. < Simpatico come sempre, cioè poco, Gary > La risposta del ragazzo spiazzò il nipote di Oak, che bofonchiò qualcosa. Non capitava spesso che Ash avesse l’ultima parola. Ash ripensò ai litigi con Misty. Nonostante se ne dicessero d’ogni, si volevano bene. Probabilmente anche per Gary era così.

< Non litigate voi due! Ash vieni che ti faccio vedere i tuoi Pokèmon >

Il ragazzo seguì il professore fino a dove teneva i Pokèmon affidatigli. Ne fece uscire gran parte nel cortile interno. < Snorlax, Heracross, Sceptile ! > corse ad abbracciarli. Gli erano mancati, come tutti gli altri del resto.

Passò un bel po’ di tempo a salutare i suoi vecchi amici. Gli tornarono in mente molte cose : il Caterpie così odiato da Misty …  La lotta con Tobias e di come Sceptile fosse riuscito a sconfiggere il suo Darkrai. Gli scese una lacrimuccia ripensando anche a Greninja, che aveva lasciato là, a Kalos.

Salutò Oak ( quello che rivolse a Gary non si poteva definire un saluto ), e si incamminò verso la sua prossima tappa, la palestra di Misty.

Ancora una volta era da solo. La pioggia scendeva decisamente in modo più placido, il che era un buon segno che presagiva  la fine del temporale. Era ancora presto per mangiare, ma nonostante questo Ash iniziava ad avere fame. Fece una piccola sosta al riparo di un albero. Mentre mangiava uno dei panini che si era portato dietro, si riprometteva di non pensare. Il fatto è che, anche se cercava di non farlo vedere, ormai non era più un bambino. E anche se non aveva ancora raggiunto l’obbiettivo da lui propostosi, non esisteva più il “solo e unicamente il mio sogno”.

Riprese a camminare. Ma dopo appena pochi passi, il suo fedele amico giallo, che lo aveva silenziosamente seguito fino a quel momento, fece un gesto inaspettato, lo morse. Ash imprecò. < Ma cosa ti salta in mente! > rimproverò il topino che lo guardava con faccia affranta. Il ragazzo continuava a camminare, ma senza accorgersene, tutti i precedenti pensieri se ne andarono, lasciandolo solo con la sua mano ferita. Il dolore non lo faceva riflettere.

Arrivò a Celestopoli. Da quanto tempo non rivedeva quella città. Gli era sempre piaciuta, perché era un posto tranquillo che aveva un posto nel suo cuore. Gli ritornarono in menti i bei momenti di sei anni fa. Era passata una vita, ma le immagini di quei momenti erano vividi nel suo cuore. Arrivò davanti alla palestra. Fece un passò, e fu come trapassato da una breve scossa. Un qualcosa di rapido ed indecifrabile. Riprese.

Arrivato davanti alla porta bussò.  < Uff … Spiacenti, non siamo in grado di disputare incontri in questo momento … > queste furono le parole con cui fu accolto Ash mentre una ragazza dai capelli rossi gli apriva la porta. Non appena lo vide, sgranò gli occhi verdi. Quei bellissimi occhi verdi. < Ehm … Ciao Misty … Sai sono tornato dal mio ultimo viaggio e … > non fece in tempo neanche a finire la frase che la ragazza gli era già saltata al collo. Quel gesto fece arrossire non poco Ash.

< Ash mio Dio, da quanto tempo > disse Misty, ancora ancorata al suo collo. Il ragazzo non disse nulla, per evitare di fare figuracce. < Cos’è tutto sto chiasso? > dalle scale scese Tracey,  che rimase genuinamente sorpreso alla vista del ragazzo < Non ci credo Ash, non pensavo che ti avremmo più rivisto ormai > gli disse sorridendogli.

Scesero anche le sorelle di Misty. Fecero accomodare Ash in un salottino dove gli porsero del Tea.

< Ash, cos’è che ti riporta a Kanto dopo tanto tempo > gli chiese la più giovane delle sorelle. Finalmente il ragazzo poté guardarle veramente. Era una ragazza diversa. Non era più il maschiaccio che lo aveva accompagnato nel suo viaggio. I suoi capelli erano più lunghi e li lasciava cadere fino alla schiena. Anche se non li stava toccando, percepiva il senso di perfezione che lasciavano al tatto. Il suo viso si era allungato ed aveva lineamenti più femminili. L’unica cosa che non era cambiata erano i suoi occhi. I suoi occhi verdi così profondi da perdercisi dentro. Con il tono di voce più controllato che riusciva a trovare disse < Prima o poi a casa bisogna tornare. E poi avevo bisogno di pace. Kalos è di un caotico che non avete idea > e fu a questo punto che intervenne  Tracey < A proposito, che ne dici di farci vedere i tuoi nuovi Pokémon? > Ash accolse la proposta del ragazzo al quale si illuminarono gli occhi.

< Uscite amici! > e con un gesto rapido lanciò le sue pokéball in aria. Gli altri non poterono fare a meno di percepire, dalla precisione e sicurezza con cui le estrasse, che era migliorato. Uscirono Talonflame, Noivern, e Hawlucha.

< Come mai sono solo tre? Non ti sarai mica rammollito? > chiese Misty perplessa.   < Te l’ho sempre detto che i miei Pokémon sono combattenti > rispose con una punta di amarezza < Ne ho altri due che ho lasciato a Kalos per proteggerla >. La ragazza capì cosa intendeva. Si ricordò di Pidgeot, che Ash aveva liberato per proteggere lo stormo. Capì quanto questo era costato al ragazzo.

< Che dici Ash ti va di venire malmenato in una lotta? > la proposta di MIsty lo spiazzò, ma senza attendere troppo rispose < Se ti va di essere umiliata, che sia. Fammi strada > i due si avviarono verso il campò, con gli altri a seguito.

 

Intanto ad Hoenn, una ragazza con i capelli biondi, era intenta a prepararsi in camerino prima di uno spettacolo. < È  quasi ora > disse al suo Braixen, che la guardava incuriosito. Rivolse uno sguardo alla finestra, immaginando la folla che la applaudiva. Poi i suoi pensieri caddero su qualcos’altro. Qualcosa di magico.     

   
 
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