Fumetti/Cartoni americani > I Guardiani della Galassia
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Autore: _musette_top_    27/11/2016    0 recensioni
Dal testo:
“Possiamo intrufolarci dentro a quel cancello senza farci notare dalle guardie, ma ho bisogno di tre cose: il mantello del nanerottolo…”
“Ehi!” si lamentò Sam.
“…cinque dei sassi più grossi che riuscite a sollevare, e l’occhio di quello lì.”
Il procione puntò decisamente il dito verso l’orribile occhio fiammeggiante che torreggiava al centro regno di Mordor.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Io ho un piano.” Confabulò Rocket con sguardo complice.
“Veramente, anche io avrei un piano.”
“Zitto Pollock.” Tagliò corto Gamora.
“Possiamo intrufolarci dentro a quel cancello senza farci notare dalle guardie, ma ho bisogno di tre cose: il mantello del nanerottolo…”
“Ehi!” si lamentò Sam.
“…cinque dei sassi più grossi che riuscite a sollevare, e l’occhio di quello .”
Il procione puntò decisamente il dito verso l’orribile occhio fiammeggiante che torreggiava al centro regno di Mordor.
“No, tu non ne hai bisogno!”
“Sì, eh eh, sì che ne ho bisogno!”
“Fermi tutti, dov’è Drax?” domandò ansiosa Gamora.
SIGNORE OSCURO! APRI LA PORTA E AFFRONTAMI, CODARDO! TI STO ASPETTANDO!”
Drax si stagliava solitario di fronte ai cancelli di Mordor, a daghe sguainate, e scrutava minacciosamente oltre la soglia, sgolandosi intimidatorio e facendo risuonare la sua voce potente nella vallata.
Insomma, Drax aveva fatto una delle sue solite draxate.
Il nero cancello iniziò a muoversi con un boato terrificante, e orde di orchetti apparvero brulicanti e armati fino ai denti, pronti a riversarsi tutti insieme addosso al Distruttore e ai suoi basiti compagni di avventura.
“Okay, nuovo piano.” – urlò Rocket – “Scappiamo!”

 

La fuga fu precipitosa e fortunata in quanto la schiera di Sauron fu presto richiamata a riprendere il proprio posto presso i bastioni. Non era il momento di perdersi via per una manica di disgraziati.

 

Saruman, lo Stregone Bianco, era intento ad abbaiare ordini ai suoi Uruk-hai quando vide avvicinarsi l’insolito gruppetto della Milano e cominciò a borbottare ed imprecare con voce roca e profonda il suo sdegno: “ Voi, insignificanti vermi! Cosa osate entrare nel Regno di Isengard e venire a disturbare  e, il grande Saruman il Potente Stregone Bianco, signore di…” Non terminò la frase che venne colpito da un proiettile che gli lasciò un grosso buco sulla fronte. Strabuzzando gli occhi, lo stregone cadde di schiena, rimanendo stecchito.
Sam a quella scena si meravigliò e chiese: “ Che magia è mai questa?!”
 “ Una calibro ventidue” – Disse Rocket soffiando vicino alla bocca della sua arma fumante, seguitando – “ I pipponi dei vecchi rincoglioniti non mi sono mai piaciuti.”

 

Secondo Galaxy Maps, la seconda via più veloce per arrivare alla torre del loro nemico con la congiuntivite passava da Isengard, che avevano appena superato indisturbati, e da una fitta foresta che portava a un ameno passo alpino con un piccolo problema di infestazione di aracnidi.
Secondo la mappa, il bosco si chiamava “Foresta degli Ent”, e si era rivelato un ottimo posto per una pausa-pipa: Sam e Peter sedevano comodi comodi sul folto muschio di una radice ombrosa, gustandosi l’erbapipa del Vecchio Tobia (annata eccezionale!) che si erano fregati dalla dispensa del defunto Saruman.
“Cos’è un Ent?” chiese Gamora, mimetizzata perfettamente tra il fogliame verde.
“Non ne ho idea!” rispose Sam, compiaciuto dalla bontà del suo fumo.
“…e francamente me ne infischio.” Completò Rocket, beandosi nelle nuvolette di fumo passivo che lo circondavano.
Groot sembrava di ottimo umore in mezzo a tutti quegli alberi giganti, e agitava soddisfatto le sue braccine ramose da dentro il suo vasetto sistemato nello zaino di Sam.
“Io sono Groot!” chiamò contento.
“Che razza di testa di legno, non c’è nessuno oltre a noi, non lo vedi Groot?” lo rimproverò Rocket seccato, prima di capitombolare giù dalla radice su cui stava seduto insieme a tutti gli altri da un forte scossone.
“Oooooooooooh che gioia… …un minuscolo Ent…” sospirò una voce lenta e profonda dall’alto del soffitto di foglie.
“Oh porco Thanos un Groot gigante!” imprecò Peter Queel col naso all’insù.
I Guardiani dell’Anello si accorsero improvvisamente di essere circondati da una moltitudine di creature arboricole alte in media dieci metri ciascuna, ricoperti di foglie e muschio: per fortuna sembravano tutti amichevoli – tranne l’albero sul cui piede si erano seduti tutti, quello era decisamente innervosito.
“Credo di aver capito cos’è un Ent.” Affermò Gamora stupefatta.

 

Dopo l’incredibile scoperta che la specie di appartenenza di Groot sembrava essere molto diffusa nella Terra di Mezzo il gruppo fu costretto a fermarsi molto più del dovuto nella foresta, rallentando la tabella di marcia.
I grossi bestioni di legno sembravano essersi innamorati tutti di quell’adorabile arboscello che era Groot, l’avevano prelevato con le loro mani enormi e si erano messi a chiacchierare in alberese, ossia in versi e fraseggi ancora meno comunicativi del solito familiare “io sono Groot”. Drax ormai aveva accumulato una modesta collinetta di dardi da lancio, che stava intagliando con una delle sue daghe, Gamora si era addormentata in un angolo, Rocket fumava di impazienza e Peter, insieme al buon Sam, aveva ormai esaurito l’intera riserva di erba pipa che si erano portati via. Insomma tutti si stavano annoiando tranne i due con le pipe, che erano decisamente su di giri per tutto quel fumare.
“Potremmo accompagnarvi fino alla fine della foresta – propose Barbalbero (uno dei Groot giganti) – così vi facciamo compagnia.”
Il procione sbuffò seccato lanciando un’occhiata storta a Groot, nella mano di un Ent a sette metri di altezza.
“Naturalmente vi trasporteremo sui nostri rami.”
“FIGATA! – urlò Queel, svegliando Gamora – CAVALCHEREMO ALBERI!”
“Che storia…” farfugliò Sam condividendo l’entusiasmo.
“SPERO DI RICORDARMI TUTTO DOMANI MATTINA E’ MEGLIO DEL TRIP DA DOMORFINA AL PLUTONIO!”
“Vi voglio bene amici…” balbettò Sam prima di vomitare tutto il contenuto del suo stomaco sulle foglie di Barbalbero, che lo stava sollevando per ricominciare il viaggio.

 

Finalmente giunse la fine della foresta, e gli umani/alieni/hobbit dovettero dire addio ai loro nuovi amici Ent. Groot trattenne un piccolo singhiozzo mentre Rocket riceveva il suo vaso dalle mani di un albero, e il suo amico procione gli lanciò uno sguardo eloquente arricciando i baffi.
“Vorresti restare qui eh? Hai trovato la tua famiglia.”
Sotto gli occhi sbalorditi di tutti Rocket afferrò il busto dell’alberello e lo tolse dal suo vaso, scavò una piccola buca con la zampa e poi lo piantò lì, coprendolo con un po’ di terriccio. Groot lo fissava con espressione commossa.
“Ecco qui. Ci si becca in giro Groot, ora andiamocene prima che le cose si facciano troppo sentimentali.”
Dopodiché si voltò e scappò correndo, seguito a ruota da tutti gli altri che cercavano di inseguirlo, e si allontanarono velocemente abbandonando gli Ent e il loro compagno di ciurma alle loro spalle, lontano.
“È meglio così – rispose Rocket ai suoi amici che gli chiedevano se fosse stata una buona idea – È ovvio che sarà più felice tra i suoi simili.”
Stavano giusto superando una collina in direzione delle montagne, quando una voce squillante li chiamò tutti dall’orizzonte.
Io sono Groot!
Groot correva verso di loro con un paio di gambette appena cresciute, e nulla poté impedire che Rocket si trasformasse in una fontana e gli corresse incontro a braccia spalancate, felice come una Pasqua.
“Io sono Groot!”
“Hai ragione, niente può dividerci amico mio!”
Sam e Drax si asciugarono una lacrimuccia, e il viaggiò poté finalmente ricominciare per davvero.
Prossima tappa: il passo di montagna!

 

   
 
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