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Autore: ShannaInLuv    28/11/2016    1 recensioni
Rose Weasley, ventitrè anni, ex Grifondoro, diplomata in Magisprudenza , e al momento conosciuta come La-Tipa-Segretaria-Del-Capo, giovane donna abbastanza attraente, possiede una famiglia di disadattati. Diventa Manager della band del suo ex ragazzo e di suo cugino.
Scorpius Malfoy, ventitrè anni, ex Serpeverde, diplomato come Spezzaincantesimi, attualmente cantante in una band, è un giovane uomo molto più che attraente, idolatrato e anche un po' schizzinoso. Migliore amico di Al Potter ed ex Ragazzo di Rose Weasley.
I guai sono appena iniziati.
"Seriamente, la sfiga mi perseguita! "
[Next Generation] |Rosius| accenni Jaminique| Post-Hogwarts!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Louis Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3 :Ricordi indesiderati.
 

La band varcò la soglia dello studio di registrazione, che si trovava nella Londra Babbana, accanto al Paiolo Magico.
Le strade, alle sette e mezzo di mattina, non erano gremite di molta gente, perciò i cinque ragazzi  armati con basso, chitarra e bachette in spalla, passarono inosservati
imboccarono la via laterale al Paiolo Magico, percorrendo quindi la stretta via e sbucando fuori un'immensa piazza con un altrettanto immenso e imponente palazzo.
Per poco non cadde la mascella ai cinque ragazzi che, seppur erano venuti a conoscenza che l'azienda a cui lavorava Rose non era molto famosa nè tantomeno ricca, guardando  quell'edificio si stupirono dato  che sembrasse affermare il contrario.
L'azienda aveva dovuto spendere un bel po' di gruzzoletti, per farli accedere a quel fantastico centro di registrazione; e se ne convinsero sempre di più quando entrarono e un'attendente li salutò. Era vestita in modo costoso, afferrò loro i cappotti e sculettò avanti a loro, facendogli strada.
<< Siamo veramente onorati della vostra presenza, >> cinguettò falsamente onorati. Onorati o no, non era di certo per la loro fama mucisista, pensò Scorpius, ma soltanto perchè portavano cognomi famosi e perchè avevano scommesso su di loro.
Louis sembrava altrettanto onorato di avere la visuale del lato B della segretaria, tanto che  ghignò e diede di gomito al cugino; Albus, almeno, ebbe la decenza di alzare gli occhi al cielo.
Scorpius sbuffò seccato, mentre Nott ridacchiò e tutto quel siparietto fu interrotto dalla stessa segretaria che, girandosi, sfoderò un bellissimo sorriso autentico quanto una banconota da trenta dollari, allargando le braccia e invitandoli a entrare.
<< Se avete bisogno di un assistente che vi registri il pezzo e ve lo incida su un disco ... - >> la ragazza fu interrotta da David Flickerman, il quinto membro del gruppo, che aveva replicato, seccamente:
<< Non ne abbiamo bisogno. >>
La ragazza li guardò in modo stralunato, per non replicare più e lasciar cadere le braccia lungo i fianchi. Si affrettò ad andarsene.
I ragazzi entrarono e ancora di più notarono quanto fosse costoso quel posto. L'ufficio di registrazione era diviso in due parte; la prima, dove cera un lungo tavolo rettangolare con delle sedie e dei divanetti contro il muro e la seconda, dall'altra parte del vetro che li divideva, la parte di acustica, con il palco con sopra le varie postazioni e un dispositivo per registrare, montare e mixare l'audio, da una parte.
David si precipitò verso di esso, inserendosi le apposite cuffie e iniziando ad armeggiare con il dispositivo, studiandone bene i parametri.
Intanto, i ragazzi si stavano preparando.
<< Speriamo che il nostro pezzo piaccia, >> sospirò Louis, mentre armeggiava con il suo basso, Louis non avrebbe di certo suonato un basso qualsiasi, era un tipo un po' possessivo e fissato. O la musica la suonava con uno strumento suo, che conosceva, o la musica non gli piaceva.
<< Piacerà. >> confermò Albus, facendo roteare tra due dita una delle due bacchette della batteria.
Nott gli lanciò un'occhiata scettica. << E tu come lo sai, mr-sono-sicuro-che-ci-prendano-perchè-siamo-famosi? >>
Albus sbuffò, chiaramente in disaccordo con il nomignolo, bloccò subito dopo la bacchetta a mezz'aria, tra le dita, e sorrise sornione. Poi posò entrambe le bacchette sul tavolo e, dallo zainetto che aveva appoggiato sul tavolo, sfilò due fascicoli.
<< Perchè abbiamo due, canzoni. E visto che siamo bravi tremendamente, direi, ci prenderanno. >>
<< Due... ? >> sbottò Louis, sorridendo sornione come il cugino.
A quel punto, Scorpius volse lo sguardo all'amico e afferrò uno dei due spartiti. Vi era scritto sopra con una calligrafia disordinata, quella di Nott, e qua e là era stata aggiustata da lui. Quella era la loro canzone suonata ultimamente, ma, quindi, quale era la seconda?
<< Quando ne abbiamo scritta, un'altra? >> domandò Steven.
<< Noi non lo abbiamo fatto. E' una vecchia canzone ai tempi di Hogwarts. >>
<< Ed è buona? >>
<< Più che buona. Inoltre noi suoniamo generi diversi, e quindi presenteremo due canzoni diverse. Perfetto no? >>
<< Fantastico! >>
Scorpius, a quel punto, rischiò di avere un infarto precoce; impallidì letteralmente, sotto gli sguardi curiosi, e lo sguardo consapevole di Albus, aprendo di scatto la bocca per richiuderla subito dopo, in fase di pesce.
<< Sì? >> incalzò Albus, quel grandissimo idiota, con un ghigno tipico di lui sul volto. Scorpius deglutì a vuoto, lanciando una profonda occhiata al migliore amico ,  o forse avrebbe dovuto dire ex, oramai -, carica di significato. Albus ricambiò, inarcando le sopracciglia e ghignando ancora di più. Scorpius grugnì e abbassò gli occhi.
<< Potreste smetterla di avere conversazioni silenzione come una coppietta stressata? >> sbottò allora Louis, decisamente stufo della situazione.
<< Lo spartito... >> iniziò Scorpius, poi grugnì di nuovo. << Merda. Lo spartito... ehm, dicevo, non possiamo suonarlo. >>
<< E perchè no? >> intervenne Albus, sventolandolo e con la vocetta decisamente acuta per un ragazzo di ventitrè anni, Nott afferrò lo spartito e aggrottò le sopracciglia dinnanzi ad esso.
<< Non lo vedo neanche tanto complicato. >>
<< Infatti. >> convenne Louis, sbirciando da sopra la spalla di Steven Nott.
Scorpius esalò. << No. Non possiamo. Non è quello il punto ma.... >> si passò una mano tra i capelli biondi, privi di gel, e li spettinò, gesto che faceva impazzire, probabilmente, mezza popolazione giovanile e non. << Lo spartito non è male. Ma... ma non possiamo, ragazzi, davvero. >>
<< dacci una motivazione valida, Scorpius. Non possiamo bocciare quest'ottimo spartito solo perchè tu sei viziato. Potrebbe essere il biglietto di sola andata verso il successo. E' ottimo, davvero. >> disse Steven, guardando fisso l'amico e fronteggiandolo, con la dignità da Grifondoro qual'era, il suo tono battagliero e gli occhi sbrilluccicanti.
Scorpius aprì la bocca, lo stava per dire, quando al richiuse, sotto lo sguardo contrariato dei suoi migliori amici. Ce l'aveva nel petto, cavolo, quella sensazione sgradevole, di essere un fannullone - già, perchè negare quella possibilità a lui e ai suoi amici, che avevano faticato tanto? Era un ottimo pezzo, lo ammettava - un codardo e, soprattutto, non voleva rinvangare il passato. Portando così a galla cose sgradevoli.
<< Scorp, andiamo. >> sbuffò Louis, roteando gli occhi, seppur il suo tono fosse meno duro e battagliero di Steven, non voleva dire che non era egualmente determinato o arrabbiato con lui.
<< Sì, Scorp. Dagli una motivazione valida. >> Al infilò il dito nella piega. Scorpius gli rifilò un'occhiataccia, molto seria stavolta, di puro odio.
<< E' che... niente ragazzi, è una vecchia storia di Hogwarts. Non... non capireste. >> balbettò. E quando mai Scorpius Malfoy balbettava? O meglio, da quanto non lo faceva?
Gli occhi di Louis ebbero una scintilla consapevole, il ragazzo si accomofò con la schiena sulla sedia, un sorriso che iniziò a riaffiorargli sulla bocca. Scorpius arrossì di rabbia: che cavolo avevano quei Potter-Weasley?
<< Hogwarts? >> esclamò perplesso Steve, se aveva capito qualcosa, di certo non lo stava mostrando.
Scorpius, dal canto suo, non avrebbe rivelato mai quel dettaglio così come loro non avrebbero mai mollato la presa su quel pezzo. Ma quello più in torto era lui, come poteva essere egoista perchè aveva paura ? Di cosa, poi ?
Prese un profondo respiro, forse il più lungo della sua vita, e fissò negli occhi Louis e Steve. << Rose. >> disse solo, facendoli impallidire lentamente, e sentendo un enorme peso che si alleviava lentamente dallo stomaco, provando una seconda bruttissima sensazione sostitutiva. << Ora vi spiego. >>
 
***

 
Rose Weasley, sperava tanto che quei cinque non fossero in ritardo. Lo sperava davvero, altrimenti avrebbe fatto una figuraccia con Jeckins e il suo capo; inoltre, avrebbero dato davvero una brutta impressione.
Come artisti, dovevano essere puntuali sulle date di scadenza, e sugli appuntamenti, per essere degnamente considerati tali, almeno così la pensava lei, così decise, che se Albus e i suoi amici non sarebbero arrivati con - se proprio doveva succedere - al massimo cinque minuti di ritardo, avrebbe sfuriato. E di certo non volevano sorbirsi una sfuriata di Rose Weasley, nessuno lo avrebbe voluto.
Ora, la Weasley, era davanti all'entrata della sua azienda, con cartellina contenente documenti e penna a portata di mano, per far firmare un accordo con i ragazzi e passare al passo successivo, quello essenziale per la loro carriera. Era di un quarto d'ora di anticipo e, di certo, sarebbe stata grata se anche loro lo fossero stati, in anticipo. Avrebbe, inoltre, conosciuto il quinto membro della band, quel David Flickerman di Tassorosso, il quale non conosceva nemmeno a Hogwarts.
Speriamo che non sia il classico presuntuoso ozista.
Sperava anche, Rose, che quei cretini non avessero dimenticato il loro cd da qualche parte, o cose simili, in modo da fargli perdere tempo e, anche in quel caso, seppur puntuali eccetera, avrebbe sfuriato.
Passarono i minuti e, man mano, Rose si sentiva sempre più in ansia. Scoccò ripetutamente occhiate rabbiose all'orologio al polso, come se effettivamente c'entrasse qualcosa, guardando le lancette dei minuti che avanzavano, e ancora, e ancora.
Quando, dieci minuti più tardi, i cinque ragazzi svoltarono l'angolo e si fermarono di fronte a lei, Rose diventò rossa di rabbia  rimase a fissarli.
<< Bè? Non entriamo? >> fece Louis, quell'imbecille, che probabilmente capì che sua cugina era incazzata peggio che nel periodo del ciclo mestruale, perchè indietreggiò e fece un'espressione sbalordita.
<< Entriamo. Dici. >> sfiatò, con il fumo che quali le usciva dalle narici. Le sue orecchie erano ancora più rosse del resto del viso. << Siete.... dei... >> si bloccò, per acciuffare quanta più aria potesse contenere i suoi polmoni. << GRANDISSIMI IDIOTI. Vi rendete conto di essere in ritardo ? Santo Godric! Ritardo! E voi vorreste- >>
<< Dacci un taglio, Weasley. >> la interruppe Scorpius, cosa che la fece arrabbiare ancora di più, voltanto il capo leggermente per non fissarla negli occhi.
Ora che ci faceva caso, nessuno di loro, a parte quel David, la fissava direttamente.
<< Cos'avete? >> borbottò poi, evidentemente qualcosa non andava. Perchè sembravano tutti così colpevoli ?
<< Niente. >> fece Albus con una risatina. Si avvicinò e le battè una pacca sulla cartellina. << Andiamo, Rosie, siamo già in ritado. >>
Anche gli altri la superarono, David restò a sorriderle e le strinse la mano, senza la sua attiva partecipazione, poi Rose seguì i ragazzi. Costeggiò Louis e gli diede di gomito, lui rispose con un'occhiata evasiva.
<< Avete inciso il disco? >>
<< Certo, ci ha pensato David. >>
<< E allora perchè sembrate colpevoli? >>
<< Noi? >> sbuffò Louis, con una risata decisamente forzata. Stava per rispondere altro, quanto una voce fastidiosa come un morso di uno Schiopodo Sparacoda, raggiunse la sua voce.
<< Siamo qui, secchionella. >>
Rose sbuffò alzando lo sguardo sul vice capo Jeckins, che ora la guardava derisoria, mentre ticchettava l'orologio in segno di disapprovazione della loro mancata puntualità. Reclinò il capo e sfoderò un ghigno.
<< Abbiamo avuto problemi con il pezzo, Jeckins, ma ora, se vuoi scusarmi e dato che è tutto  a posto, vorremo andare dal signor Burns. >> sputò Rose gentile come un'ex Mangiamorte.
Jeckins non se la prese, anzi, ridacchiò, e fece un gesto con la mano, voltando loro le spalle. << Buona fortuna, visto che vi servirà. >> e detto questo, li onorò con la sua scomparsa.
Rose sbuffò ancora e quando Jeckins-l'essere-viscido fu fuori a portata d'orecchie, disse: << Quel verme riesce a essere più fastidioso di te, Malfoy. >>
<< Oh, bè, allora è bravo. >> scherzò Scorpius, ridacchiando, ma anche lui, senza guardarla davvero.
Ma cosa si erano fumati, quei quattro? Forse era quello il punto, in realtà si drogavano oppure bucavano e avevano una grande crisi di cleptomanzia, quindi erano rinomati teppisti, e non volevano essere famosi per essere riconosciuti in giro.
Oh, quello sarebbe stato un problema. Per lei sopratutto.
Spalancò la porta dell'ufficio d'incontro con il suo capo e lo trovò seduto a una sedia mentre stuzzicava il sigaro che aveva in bocca. Il signor Burns era un tipo un po' cicciottello, con un'accentuamento di calvizia e capelli brizzolati. Era un po' grassottello e aveva la pappagorgia, con i folti baffi e le folte sopracciglia. Gli occhi erano piccoli e di un colore tra il marrone chiaro e il verde.
Appena la vide, sorrise, e la invitò a sedersi. Il signor Burns non era una persona cattiva, ma spesso si lasciava mettere la pulce nell'orecchio da quel viscido di Jeckins, e quindi prendeva decisioni sbagliate.
<< Allora, Rose, come va? >>
<< Bene grazie. Loro sono i ragazzi. >> Rose passò alle presentazioni senza tante cerimonie. Non voleva, appunto, che entrasse Jeckins e dicesse la sua.
Burn allargò un sorriso sulla sua bocca e gli occhi gli brillarono vedendo ri ragazzi. << Albus Potter. Sei il cugino di Rose no? Santa Rowena, sei identico a... >>
<< ... a mio padre, lo so. >> completò annoiato Al.
<< E che occhi verdi! Sono uguali a... >>
<< a quelli di mia nonna, Lily. Sì, mi dicono anche questo. >>
<< E, naturalmente, conoscevo Lumacorno, e Lumacorno consceva anche Astoria Grengrass. I suoi occhi sono gli stessi che hai tu, Scorpius. >>
<< Grazie. >> sussurrò Scorpius.
<< E oh, il Nott cuordileone! >> eclissò Louis e David e si rivolse di nuovo Rose, sussurrando. << Punto tanto su questi ragazzi, naturalmente. Cosa mi avete portato? >>
Rose sorrise, e le sue guancie si tinsero di rosa, afferrando il cd inciso dalle mani di Albus e lo porse al suo capo. << Io personalmente non li ho ascoltati, signore, questa mattina sono andata a svolgere le parti burocratiche. >>
<< Bene, bene. Puntuale e organizzata come al solito, sono contento di averti promosso, Rose. >> e, intanto, stava inserendo il disco nel grandissimo stereo alle spalle della sua sedia. Cliccò il tasto play e partì subito una musica abbastanza gradevole con dei pezzi di basso e tastiera elettrica ( il secondo strumento di Albus quando la batteria mancava). Alcuni suoni erano stati montati successivamente, suoni che non appartenevano alla loro band ma che potevano starci bene nella canzone.
Dopo pochi secondi, la voce profonda di Scorpius iniziò a cantare.

 
I stared up at the sun, throught of all the people,
places and thigs I've loved.
I stared up just to see, of all these faces,
you were the one next to me.
 

Rose rimase scioccata ad ascoltare la voce di Scorpius cantare dopo tanto tempo; stavano insieme, lui le aveva cantanto moltitudini di volte prima d'ora, ma adesso, la sua voce era più profonda e intonata, più... bella.
Inoltre, quelle parole, la colpirono al petto. Prometteva bene, la canzone. Chissà chi era l'autore, se solo uno di quei ragazzi o tutti e cinque insieme. Da quanto aveva capito, il compito di David era quello di coordinare la band e di montare i suoni, quindi lui indubbiamente non era stato lui a scrivere quel testo.

 
You can feel the light start to tremble,
washing what you know out to sea.
You can see your life out the window, tonight.
 

Quelle parole, eppure, le sembravano sussurrarle dolci ricordi. Un tetto stellato, un balle di fine anno e...
Rose, ma a cosa stai pensando?
No, era una follia. Non stava davvero pensando a lei e Scorpius. Non poteva. Eppure, quella canzone, qualcosa le ricordava.
E poi arrivò il ritornello con la strofa successiva.

 
If I lose myself tonight, it'll be by your side.
If I lose myself tonight.
Woooh,woooh,woooh.
If I lose myself tonight, I'll be you and I. Lose myself tonight.
 
E poi, mentre partì un pezzo di musica, mentre Rose stava piangendo. Quella canzone, le ricordava effettivamente qualcosa, certo, era naturale.
Le ricordava quel tetto di Hogwarts, quel cielo stellato, quel ballo, quel Scorpius.
E quelle parole, sussurrate dalle labbra del ragazzo, mentre scherzavano su Ronald Weasley.
Non poteva essere stato così bastardo, da sbatterle in faccia il passato. Da usare una cosa così intima per garantirsi il successo. Perchè sì, quella era una bellissima canzone, ma era la loro canzone. E ora che tra loro  era finita, non poteva sbatterle in faccia quella canzone.
Ecco, perchè sembravano colpevoli. Scorpius doveva aver raccontato a loro che significato aveva per lei e, probabilmente, tutti e quattro si erano divertiti a vederla reagire, pronti a deriderla, Malfoy per primo.
Strinse le mani intorno ale braccia, mantenendo una presa salda  e cercando di ignorare il signor Burns che agitava la testa meravigliato, senza subbio gli piaceva e, già, stava firmando il foglio.
Mentre la musica si fermava e la voce quasi eccheggiante di Scorpius cantava, Rose imperterrita e rigida come non mai, firmò di rimando, sotto le note della canzone.


Take us down and we keep trying,
40.000 feet kept flying.

 
Indietreggiò e si voltò verso i ragazzi, che la guardavano, in attesa. Albus sembrava dispiaciuto. Ma a Rose non importava, non importava neanche che la vedessero piangere - e ringraziò Godric, Morgana e perfino Salazar se necessario, poichè Burns sembrasse non averlo notato -, era troppo arrabbiata per essere stata imbrogliata  così.
<< Rose... >> mormorò Albus.
<< Zitto, >> grugnì Rose, con la voce rotta e fulminando il cugino con lo sguardo. Si avvicinò ancora di più ai quattro, in modo che il suo capo non la sentisse. Aveva il cuiore in gola, il fiato corto e gli occhi rossi e gonfi, tuttavia non mancò dal ruggire, furiosa, un ultimo << Zitto e, un'altra cosa: andate a fanculo tutti quanti. >> prima di dileguarsi dalla sua agenzia, passando sotto lo sguardo di Jeckins che pensava di aver vinto, data la sue espressione scandalizzata.
Purtroppo, era colpa di quel pezzo se avevano vinto.

AngolinoAutrice(?)
Sono stata un po' cattiva con Rose in questo capitolo, e sarà cattiva con Scorpius nel prossimo ma... no spoiler.
Allora, duque, volevo precisare che se vi state chiedendo se il flashback del tetto, cioè quei ricordi ce tornano in mente a Rose durante la canzone, si vedranno: la mia risposta è no.
Però, se lo volete ( e qui aspetto una risposta nella recensione) potrei farne una OS come spin-off.
Non credo ci sia molto altro da dire su questo capitolo, ma mi aspetto qualche commnto in recensione <3
Secondo voi Rose o Scorpius sono innamorati l'uno dell'altro?
poi, un ultima cosa, siccome questa è una song-fic, alla fine, se avete delle canzoni tremendamente belle, che vi piacciono e che pensate starebbero bene in questasotria, cantata da questi ragazzzacci, ditemelo che la ascolterò e vedremo.
Detto questo, gute night <3

Shanna
   
 
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