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Autore: Nami93_Calypso    28/11/2016    3 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Risveglio

Il giorno dopo Bibi fu letteralmente rapita da Zoro non appena finita colazione. Quel giorno avrebbe provato il lavoro dei costruttori.
L’Intendente le spiegò che nessuno le avrebbe mai imposto di svolgere un lavoro tanto duro ma che era giusto che lo provasse, che li provasse tutti; farneticò qualcosa su una certa ramanzina di Nami sulla parità dei sessi e che le donne potevano essere molto più forti di tante teste puzzone che c’erano lì.
Dal canto suo, la ragazza fu felice di provare quel mestiere. Si sentiva davvero utile alla comunità. In più poteva staccare il cervello da tutti i pensieri che le erano frullati nella mente quella notte facendola dormire poco e male. Tra tutti i discorsi che avevano fatto la sera prima il sonno ci aveva messo moltissimo a coglierla e, in più, due cose continuava a tornarle in mente in modo assillante: le parole di Kidd e il termine W.I.C.K.E.D che risvegliava in lei il consueto mal di testa.
Aiutò Zoro a risistemare delle mensole in cucina, alcune staccionate nella fattoria e, dopo pranzo, lo aiutò a tagliare della legna nel bosco che sarebbe stata utile in futuro per possibili riparazioni ai vari edifici della Radura.
Zoro ne approfittò per farle vedere precisamente tutti gli edifici presenti nella Radura: c’era il Casolare, che comprendeva al suo interno cucina, sala da pranzo, infermeria, alcune camere da letto e la stanza in cui gli Intendenti tenevano le Adunanze. Poi c’era la fattoria con il macello, i bagni, la gattabuia che era una sorta di prigione per chi trasgrediva le regole, e un altro strano edificio che ricordava una torre in miniatura senza finestre che si chiamava Stanza delle Mappe. Era dove i velocisti tenevano i loro appunti riguardanti il Labirinto. Effettivamente le era capitato di vedere i velocisti correre lì una volta tornati dal Labirinto ma non ci aveva mai fatto troppo caso.
Mancava poco all’ora di cena e stavano raccogliendo la legna per portala nel deposito del Casolare quando videro Chopper correre tutto trafelato nella loro direzione.
-Ehi, pive! Che succede?- lo accolse Zoro.
Quello si fermò a due passi da loro e si incurvò in avanti appoggiando i palmi sulle ginocchia per riprendere fiato.
-Law- ansimò –Si è svegliato-
Zoro sgranò gli occhi e lasciò cadere la legna a terra, pronto a precipitarsi al Casolare, ma prima che potesse muovere un muscolo quello continuò.
-E vuole parlare con te-
Non stava indicando Zoro, no. Stava indicando Bibi.
Lei guardò prima uno e poi l’altro, confusa, riconoscendo la stessa sensazione nei loro sguardi.
-Con me?!- domandò stupita sperando di riuscire a mascherare la nota di terrore nella sua voce.
-Muoviamoci- tagliò corto l’Intendente.
Non sapeva cosa Law potesse mai volere dalla Fagiolina ma era certo ci fosse un valido motivo.
Mentre i tre si avviavano verso il loro capo il cervello della ragazza non faceva altro che lavorare.
Law si era svegliato dalla Mutazione, un processo attraverso il quale si recuperavano alcuni ricordi della vita precedente alla Radura. Tutto ciò che lei ricordava di sé prima di quel luogo era che lavorava insieme ai Creatori.
Quasi inciampò quando, improvvisamente, mise insieme i pezzi.
Era possibile che Law l’avesse vista lavorare con loro. E non solo lui, anche Kidd l’aveva vista nella Mutazione. Ora capiva le sue parole della sera precedente e il suo comportamento scontroso nei suoi confronti. Lui l’aveva vista insieme alle persone che li avevano rinchiusi lì dentro senza ricordi. Non c’era da stupirsi che ce l’avesse con lei. E ora anche Law l’avrebbe pensata come lui, e Law era il capo. Non l’avrebbe più protetta dai modi scontrosi del rosso ma, anzi, sarebbe passato dalla sua parte. Probabilmente l’avrebbe chiusa in gattabuia a vita o magari anche esiliata, qualsiasi cosa volesse dire. Ma da come lo aveva detto Kidd non sembrava nulla di buono.
Più si avvicinavano al Casolare più l’agitazione in lei cresceva.
Cosa doveva aspettarsi? Rabbia? Odio? Muta indifferenza? Un terzo grado? Accuse?
Scosse il capo nel tentativo di calmarsi ma non servì a nulla.
I tre entrarono nel Casolare e salirono al piano superiore.
Quando arrivarono nella stanza di Law trovarono Nami che gli porgeva un bicchiere d’acqua. Il ragazzo era ancora pallido e scarno come Bibi lo aveva visto il giorno prima, le sue occhiaie erano ancor più marcate e profonde del solito, i suoi occhi grigi erano spenti, come un freddo banco di nebbia. Anche la rossa non era nelle migliori condizioni. Persisteva a sorridere, come se tentasse di ostentare sicurezza e trasmettere che tutto andava bene, ma nei suoi gesti era evidente del nervosismo.
-Caspio, pive! Mi hai fatto spaventare!- lo salutò Zoro andandogli incontro e dandogli una ferma pacca sulla spalla, sotto la quale il moro si piegò lievemente.
Quello, in risposta, gli rivolse un sorriso stanco ma sincero.
-Tranquillo, puzzone, sono tornato- lo schernì ghignando.
-Come stai?- gli domandò.
-Come se mi fosse passato sopra un Dolente- rispose l’altro sistemandosi meglio sul letto, con la schiena appoggiata alla testiera del letto.
-Dovrei parlare un attimo con la Fagiolina- esordì subito dopo, senza mezzi preamboli.
-E noi non possiamo sentire?- domandò Zoro, seriamente, indicando con un cenno della testa anche Nami.
-Per il momento è meglio di no- rispose il moro lanciandogli una lunga e significativa occhiata. I due si squadrarono per un minuto buono prima che Zoro si decidesse a parlare.
-Va bene. Andiamo-
Fece cenno a Nami e Chopper di seguirlo fuori dalla stanza e i due lo fecero senza guardare Bibi in volto. Si richiusero la porta alle spalle.
-Siediti- fece subito Law indicando la sedia su cui poco prima stava Nami.
La ragazza si avvicinò, riluttante, come se quel posto non le appartenesse, come se fosse un posto privilegiato per Nami che aveva vegliato su di lui instancabilmente per due giorni interi.
Ma si sedette lo stesso. Dal tono di voce di Law intuì che doveva ubbidire.
Rimasero in silenzio qualche minuto prima che Law iniziasse a parlare.
-Ti hanno spiegato cosa succede nella Mutazione?-
-Sì-
-Quindi sai che ora ho dei vaghi ricordi-
-Sì-
-Sfortunatamente nulla che possa aiutarci a uscire da qui-
Bibi chinò il capo, temendo che sarebbe arrivata una sfuriata.
-Ma tu forse puoi aiutarci-
La turchina sollevò di scatto la testa e guardò Law con occhi e bocca spalancati.
-Frena- la ammonì il moro raggelandola con uno sguardo –Tutto dipende se sarai sincera con me e se riuscirai a ottenere la mia fiducia. Un solo passo falso e ti mando a spasso coi Dolenti-
Bibi sentì i muscoli in tensioni. Voleva che lei fosse sincera. Cosa voleva che gli dicesse? Del suo sogno? Del fatto che conoscesse Koza? Delle sue strane sensazioni di familiarità con alcuni dettagli di quel luogo?
-Già il fatto che tu non mi abbia chiesto come potresti aiutarci significa che stai nascondendo qualcosa-
La ragazza faticava a sostenere lo sguardo duro e accusatorio del moro così lo portò altrove.
-Andrò al sodo, e spero tu faccia lo stesso- proseguì –Ti ho visto con i Creatori. Lavoravi con loro. Tu e il Fagio morto-
Law le lanciò una lunga occhiata penetrante.
-Vuoi dirmi qualcosa in merito?-
Bibi tentennò, incerta. Ma ormai c’era poco da fare. Se avesse mentito Law, e probabilmente anche Kidd, gliel’avrebbe fatta pagare. Tanto valeva essere sinceri.
-Ascolta- esordì, appoggiandosi allo schienale della sedia –Io non ricordo nulla, proprio come tutti voi. Però…-
Si interruppe, indecisa, mordicchiandosi un labbro. Law continuava a fissarla, immobile, in attesa.
-Ho fatto un sogno- sputò fuori, ormai incapace di tenerselo dentro –la notte in cui è arrivato quel ragazzo. All’inizio credevo fosse solo un sogno ma in realtà credo fosse una forma di ricordo. Io e Koza, il ragazzo morto, lavoravamo con i Creatori. Ma qualcosa non andava.. – scosse il capo. Non sapeva come esprimere a parole la sensazione di insofferenza e frustrazione che aveva provato nel sogno –Non so descriverlo. So solo che stavamo parlando ed è uscita fuori una frase-
Si fermò, incerta se proseguire. Non sarebbe stato facile, temeva la reazione di Law.
Quello la guardò, inarcando un sopracciglio.
-Lui… ha detto che il Labirinto è un codice-
Istintivamente si toccò il braccio nel punto in cui aveva trovato la scritta “codice” il primo giorno che era arrivata lì. Anche lui osservò quel punto, memore di quanto gli aveva riferito Nami quel giorno.
-E perché caspio non ce l’hai detto subito?!- proruppe –Ti rendi conto che qualsiasi informazione potrebbe esserci fondamentale per andare via da qui?!-
-È che avevo paura che non mi avreste creduto! E temevo sareste diventati sospettosi con me, come lo è Kidd!- tentò di difendersi la ragazza.
-Già, probabilmente anche lui ti ha visto nella Mutazione! E se ha visto anche tutto quello che ho visto io capisco molte cose del suo cambiamento…-
I suoi occhi sembrarono perdersi lontano e una smorfia di dolore e tristezza comparve sul suo volto.
-Cos…?-
-Lascia stare- la interruppe lui subito –E del fatto che hai riconosciuto il movimento dei muri nella chiusura delle porte che mi dici?-
Bibi scosse il capo.
-Non lo so, mi era venuto fuori e basta. So solo che alla volte alcune cose hanno un’aria familiare e questo mi fa venire un forte mal di testa-
-Tipo? Quali cose?- incalzò.
-Non so. I muri, il Labirinto, alcuni discorsi su questo luogo, il termine W.I.C.K.E.D.-
-È un’associazione- buttò lì Law.
Sembrava in procinto di aggiungere qualcosa ma boccheggiò, come se gli mancasse l’aria. Bibi stava per chiedergli se stesse bene quando quello si rilassò contro i cuscini chiudendo gli occhi e imponendosi di respirare regolarmente.
-I Creatori lavorano per un’associazione chiamata WCKED. E anche tu ci lavoravi-
Quasi a prenderla in giro, il mal di testa tornò a martellare il cranio della ragazza.
-Perchè sei qui?- il moro le porse la domanda fissandola con una tale intensità da metterla in soggezione.
-Lavoravi con loro, eri una di loro, perchè ti hanno mandato qui?-
Bibi ci riflettè per qualche secondo. Tutti loro avevano sempre pensato di essere stati mandati lì, e probabilmente per gli altri era così, ma sentiva che per qualche ragione per lei era diverso. Nel suo sogno aveva detto qualcosa sul voler cambiare le cose, che non sopportava più quella situazione; forse la sua era una sorta di ribellione ai Creatori ed era andata lì di sua spontanea volontà.
-Non credo mi ci abbiano mandato- condivise i suoi pensieri con il ragazzo -Credo di essere voluta venire io, volevo... sistemare le cose. Non so spiegartelo ma sento che volevo fare qualcosa che i Creatori non volevano fosse fatta-
Law non rispose per qualche secondo e rimase a fissarla immobile.
-Fammi pensare un attimo- disse poi, chiudendo nuovamente gli occhi.
Dopo alcuni minuti di silenziò si risollevò dai cuscini.
-Allora, tu lavoravi con i Creatori quindi dovevi necessariamente sapere di questo posto più di quanto ne sapesse ognuno di noi-
-Quindi nessuno di voi lavorava per loro- lo interruppe.
-No. Decisamente no- la fulminò con uno sguardo prima di proseguire –In più, tu sei in qualche modo riuscita a recuperare dei ricordi e le cose a te familiari ti stimolano, come se per te i tuoi ricordi fossero maggiormente accessibili che a noi-
Si grattò il mento, pensieroso.
-Quindi è possibile che con la giusta stimolazione tu possa recuperare altri ricordi-
Bibi rabbrividì davanti al suo tono di voce. Sembrava uno scienziato pazzo pronto a mettere in atto uno dei suoi assurdi esperimenti.
Mentre ancora stava meditando sentirono le Porte del Labirinto chiudersi e il ragazzo sembrò svegliarsi dal suo stato di trans.
-Ora rimedierai- esordì, fissandola con serietà.
-Come?!- domandò lei, incredula, strizzando gli occhi.
-C’è qualche possibilità che se tu entri nel Labirinto possa recuperare altre informazioni a riguardo, magari proprio inerenti a quel codice di cui parlavi-
-Come fai a dirlo?-
-Anche se mi sbagliassi non ha importanza, è pur sempre una possibilità. E questo me lo devi per averci taciuto questa cosa, pive- la ammonì puntandole contro un dito accusatorio.
-E in tutta onestà non credo di sbagliarmi. Solo guardando i muri hai avuto un ricordo. Se lavoravi con loro è possibile che tu sapessi molte cose sul Labirinto ed è possibile che entrandoci tu ricordi qualcosa-
-E come farei a entrare nel Labirinto?- protestò allargando le braccia. Ricordava che una volta Usop le aveva detto che nessuno provava il mestiere del velocista. Si diventava velocista solo per merito e dopo lungo tempo.
-Dirai a Sabo del tuo sogno-
Bibi sgranò gli occhi.
Non poteva farlo. Immaginava già la faccia delusa di Sabo quando avrebbe saputo che lei probabilmente aveva contribuito a mandarlo lì e che lo aveva osservato per tutto il tempo attraverso le scacertole. Scosse il capo energicamente.
-Ascoltami- riprese Law con tono duro –Non gli dirai tutto, non gli dirai che eri con i Creatori. Racconterai il sogno senza dire da che parte stavi-
-E perché mai dovrebbe credermi?- protestò.
-Puoi fidarti di lui- ghignò il moro –Se c’è la minima possibilità di andare via da qui la coglierà-
Qualcuno bussò alla porta facendo sobbalzare Bibi sulla sedia.
-E poi ti aiuterò io- proseguì velocemente –Ho detto a Chopper di mandarlo qui appena fosse tornato dal Labirinto-
Senza attendere risposta dall’interno la porta si aprì lasciando entrare il velocista di cui stavano parlando, sudato e ancora affannato.
-Ben svegliato pigrone!- salutò il capo dei radurai avvicinandosi al letto e prendendogli la mano in una goliardica stretta di mano con tanto di pacche sulle spalle che causarono smorfie di dolore sulla faccia del moro.
-Vacci piano, pive- lo ammonì il moro, ma senza smettere di ghignare divertito e felice di rivedere uno dei suoi più cari amici.
Bibi se ne stava zitta e immobile sulla sedia, terrorizzata di quello che a breve sarebbe successo.
Dopo che i due ragazzi si furono scambiati alcune frasi di convenevoli e di scherno il biondo sembrò accorgersi della ragazza e le rivolse un sorriso allegro al quale lei cercò di rispondere con un sorriso estremamente tirato.
-Siediti un attimo, Sabo- fece Law dopo un po’ indicando una sedia accantonata in un angolo –Vorremmo dirti una cosa-
Il velocista fece quanto gli era stato detto e la sua espressione divenne subito seria. Sì, era un ragazzo solare e incline al divertimento ma ciò non voleva dire che non fosse anche maturo e responsabile e non capisse quando fosse il momento di essere seri o di scherzare.
Law lo ringraziò mentalmente per aver subito capito che stavano per trattare un argomento importante.
-Nella Mutazione ho visto la Fagiolina…-
-Bibi- lo interruppe il biondo, lanciando una rapida occhiata alla ragazza posta dall’altro lato del letto. Lei lo guardò, stupita, ricordandosi di quando lei stessa lo aveva corretto in passato.
Il moro proseguì come se non fosse stato interrotto.
-E credo possa esserci d’aiuto per uscire da qui, o che comunque abbia delle informazioni importanti.
Sabo si voltò a guardare lei, un misto di serietà e curiosità negli occhi.
-Ecco…- iniziò lei, schiarendosi la gola –Il giorno dopo essere arrivata nella Radura mi sono accorta di avere una scritta sul braccio...-
L’altro annuì –“Codice”-
Bibi lo guardò, sorpresa. Non lo aveva mai detto a nessuno, l’unica ad averla vista era stata... Nami. Si diede mentalmente dell’ingenua per non aver pensato che la rossa avrebbe condiviso quell’informazione con gli altri Intendenti.
-Esatto. L’altra notte ho fatto un sogno-
Riportò velocemente quanto aveva sognato, dicendo che aveva parlato con il ragazzo che era giunto morto alla Radura e che nella conversazione avevano detto qualcosa sul fatto che il Labirinto fosse un codice.
-Non so dire se fosse un sogno o un ricordo, ma considerando la scritta potrebbe essere importante-
Aveva optato per quella opzione. Non rivelare che quella fosse la verità così da non dover dire come lei sapesse quelle cose.
Sabo sembrò soppesare le sue parole.
-Oltre a questo- aggiunse Law, e Bibi sentì gelarsi il sangue nelle vene –Credo sia necessario che lei entri nel Labirinto-
Il velocista sgranò gli occhi.
-Come? Perché?- chiese, allarmato.
-C’è la possibilità che quello fosse un ricordo- decise di stare al gioco della ragazza –E c’è la possibilità che se stimolata in modo adeguato ne recuperi altri-
Il silenziò ricadde sui tre finchè il velocista non espose i suoi dubbi.
-Se anche fosse, nessuno oltre ai velocisti può entrare nel Labirinto e nessuno diventa Velocista dopo nemmeno una settimana-
-lo so perfettamente- ribattè il moro –Ma potrebbe essere per noi un aiuto considerevole, una via d’uscita!-
Sabo scosse il capo.
-Questa cosa non piacerà, sai?
Bibi aggrottò le sopracciglia, confusa.
-Lo so- ammise Law –Ma dobbiamo tentare. Indirremo un’Adunanza per parlarne tutti insieme-
Il biondo sospirò, prevedendo una lunga e travagliata riunione.
-Vai a lavarti mentre noi avvisiamo gli altri Intendenti. Ci vediamo tra mezzora-
Il biondo si alzò e uscì dalla stanza senza aggiungere altro, visibilmente pensieroso.
-Fagio- Law richiamò l’attenzione di Bibi –Mi fido di te e del fatto che tu, come noi, non abbia ricordi- lo disse scrutandola con quei suoi occhi grigi –Anche se prima stavi con loro non ha più importanza; ora sei nella splof fino al collo con noi-
   
 
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