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Autore: benzodiazepunk    28/11/2016    1 recensioni
Frank e Gerard, due ragazzi dalle vite completamente opposte che si incontreranno, o meglio scontreranno all'improvviso, negli anni '40 del XX secolo.
Il primo in cerca di indipendenza e di un posto nel mondo, il secondo scontento della sua vita e plagiato da un padre autoritario.
Quando poi la forte stratificazione sociale, i pregiudizi e una guerra imminente si aggiungeranno ai loro problemi, il loro incontro migliorerà o meno le loro vite?
---Aggiornamento ogni mercoledì---
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QUESTA STORIA NON MI APPARTIENE MA E' STATA SCRITTA DA MCRmichi UTENTE DI WATTPAD DA CUI HO AVUTO IL CONSENSO DI PUBBLICARLA SU EFP. TUTTE LE IDEE APPARTENGONO A LEI.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SCAR'
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CAPITOLO SESTO
 

 

Da quando era tornato a casa dal bar quella sera della settimana precedente, Gerard non aveva mai smesso di pensare a quello che era successo. Aveva ferito un ragazzo e tutto per una stupida cravatta macchiata, e lo aveva lasciato lì sanguinante. La ferita che gli aveva procurato sembrava davvero grave, e ora non aveva la minima idea di come, o se, la situazione si fosse risolta.

Magari il taglio si era infettato, magari si era dissanguato, magari non era arrivato in tempo all'ospedale, magari gli aveva reciso una vena, magari era morto per mano sua, magari lui lo aveva davvero ucciso... ogni qualvolta si metteva a pensare a quel ragazzo, i suoi pensieri degeneravano e la sua fantasia gli faceva immaginare scenari sanguinosi e sempre più assurdi. Sembrava proprio che la sua coscienza non potesse andare oltre all'incidente, e il suo senso di colpa non voleva proprio lasciarlo in pace.

Gerard era una persona buona e generosa, era un tipo pacifico e tranquillo, e non uno "stronzo ricco" , come lo aveva definito lo sconosciuto. Quello semmai era suo padre, si ritrovò a pensare Gerard un giorno, ma quando si rese conto di quello che aveva appena pensato si obbligò a scacciare via quei fastidiosi pensieri.

Nonostante fosse stato tormentato dal senso di colpa per tutto il tempo, aveva continuato a lavorare in banca. Le cose si poteva dire che andassero normalmente, non benissimo, non male. Suo padre non sembrava molto soddisfatto del lavoro di Gerard, pensava che avesse perso la sua unica opportunità di essere considerato un leader con l'errore del primo giorno. Spesso lo guardava con un'aria un po' delusa e Gerard proprio non lo poteva sopportare, l'ultima cosa che voleva era deludere suo padre.

"Gerard, che cosa ti prende? Da quando hai cominciato a lavorare non mi sembra che tu sia molto determinato. Per caso qualcosa ti preoccupa? Certo al lavoro non stai andando benissimo, è vero, ma hai tutta una carriera al mio fianco davanti" gli disse un giorno il padre.

Grazie tante per l'incoraggiamento, pensò Gerard guardandosi le scarpe.

"No papà, è tutto a posto. Vedrai che riuscirò a migliorare" gli rispose un po' in imbarazzo per il discorso del padre.

Il Signor Way era sempre riuscito a tenere in pugno suo figlio. Era un grande manipolatore e riusciva a convincere sempre tutti con la sua parlantina. Tutti tranne suo figlio più piccolo, Michael. Lui non si faceva manipolare e non aveva mai creduto a tutte le stupidaggini che il padre aveva sempre cercato di inculcare nella testa dei suoi figli. Il fatto non era che Michael fosse psicologicamente più forte di Gerard, il punto era che a lui non importava un bel niente di deludere le stupide aspettative di suo padre, mentre Gerard, anche a causa del comportamento ribelle che aveva assunto già suo fratello, si sentiva quasi in dovere di fare la parte del figlio buono e perfetto. Col tempo era riuscito quasi ad abituarsi al suo ruolo.

Dopo giorni passati a rimuginare, Gerard decise di parlare con suo fratello Michael, o come lo chiamava lui, Mikey. Forse lui avrebbe saputo dargli un consiglio su come uscire da quella situazione.

"Hei Mikey" cominciò Gerard.
Il fratello alzò la testa dal libro che stava leggendo seduto sulla poltrona del salotto. "Se... diciamo 'tu'... facessi a botte con qualcuno..."

"Mh. Continua G" Così era solito chiamarlo Mikey, fin da quando erano bambini. Inclinò un po' la testa da un lato e con la mano gli fece nell'aria cenno di continuare.

"E lo ferissi. Non mortalmente, almeno credo... be, insomma, cosa faresti?"

"Se l'ho preso a botte probabilmente se lo è meritato. Quindi direi che, a meno che io non gli abbia reciso la carotide, lo lascerei lì. E me ne andrei nel modo più teatrale possibile!" Esclamò poi appoggiando le gambe sul tavolino e incrociando le braccia dietro la testa.

"Mh, sì, probabilmente hai ragione tu" Gerard rimase lì in piedi, appoggiandosi a braccia conserte al caminetto. Mikey vide che Gerard era ancora perplesso, quindi si alzò dalla poltrona e gli si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla.

"Che hai combinato fratellino?" Chiese, guardandolo da sotto in su.

"L'altra sera..." cominciò, e Gerard spiegò la storia del primo giorno di lavoro andato male e della serata al bar. "Così quel ragazzo mi ha rovesciato il contenuto del suo bicchiere addosso, io ero ubriaco e gli ho tirato un pugno, poi lui ha risposto, e alla fine gli ho spaccato il bicchiere sul braccio. Una grossa scheggia l'ha ferito dal gomito fino alla mano, ed è iniziato a uscire davvero troppo sangue, ma io me ne sono andato senza dire o fare niente"

"Mh, sì" disse Mikey, che non sembrava affatto preoccupato. "Stai tranquillo G. Le ferite alle braccia non ti uccidono" e rise di fronte all'espressione dubbiosa del fratello.

"Avanti! E poi sei andato in un bar in periferia! La gente che frequenta quei posti non è così facilmente impressionabile come pensi! Sono tutti tipi tosti che fanno a botte un giorno sì e l'altro pure, G!"

Sì, forse suo fratello aveva ragione. Gerard si sentì un po' più tranquillo.

"Hei, ma era la prima volta che ti ubriacavi?" Gli chiese Mikey con un sopracciglio alzato e un sorriso sghembo sul volto.

"No, direi proprio di no Mikey!" Gerard sembrava leggermente offeso.
"Solo perché tu ti ubriachi ogni settimana, questo non significa che io non mi sia mai fatto qualche bicchiere di troppo!" Entrambi scoppiarono a ridere. "Sai quante volte papà mi ha portato in un bar e mi ha obbligato a bere fino a vomitare? Per 'rafforzarmi', così dice lui. Oppure quante volte mi ha portato in locali eleganti per allenare il 'mio ego', per esercitarmi a far colpo sulle donne?" Entrambi smisero all'istante di ridere.

"Hei G. Con me non le ha mai fatte queste cose, perché..."

"Perché tu sei sempre stato il ribelle della famiglia, Mikey" lo interruppe Gerard. "E non sai quanto ti invidio a volte. Qualche volta vorrei essere come te, vorrei riuscire a fregarmene di quello che pensa papà. Vorrei riuscire a dirgli di no qualche volta, di imporre la mia volontà sulla sua. Ma ogni volta tutti i miei buoni propositi si dissolvono quando mi ritrovo davanti a lui".

Il sorriso sulle labbra di Mikey sparí. Poi sembrò riflettere un momento, prima di rispondere al fratello, con un tono che sembrava leggermente arrabbiato.

"Senti, tu puoi fare quello che vuoi della tua vita, capito? Se non vuoi fare il banchiere, allora vattene dall'azienda di nostro padre! Se non vuoi avere una ragazza, allora non andare in quei dannati bar! Se non vuoi bere fino a vomitare, non farlo! Sei tu il padrone della tua vita, non papà. Ora hai terminato l'università, hai una laurea. Tutto quello che papà poteva pretendere da te, lo ha già ottenuto. Ora è arrivato il momento di fare quello che vuoi Gerard, quello che sogni." Queste affermazioni furono seguite da alcuni attimi di silenzio. "Riflettici ok?" Concluse Mikey e con questo si lanciò con un salto sulla poltrona riprendendo a leggere il suo libro.

Sembrava che suo fratello avesse sempre la risposta a ogni problema. Tirava fuori argomentazioni sensate, e ogni volta non si poteva fare altro se non dargli ragione. Era come se tutta la saggezza di cui un uomo poteva aver bisogno fosse già racchiusa dentro di lui, un ragazzino di 22 anni. E infatti la maggior parte delle volte andava così: era Gerard ad avere bisogno di un consiglio da parte di Mikey, anche se era capitato anche il contrario. Come quella volta che, alla tenera età di 16 anni, Mikey gli aveva chiesto di insegnargli a fare quello sguardo, che solo Gerard sapeva fare così bene, insegnatogli dal padre, che faceva impazzire ogni ragazza. Gerard poteva rimproverare a suo padre tante cose, ma doveva ammettere che imparare a fare quello sguardo era stato davvero divertente, il che era piuttosto strano se si considera il fatto che a Gerard le ragazze non erano mai interessate più di tanto. Forse era stata colpa delle forzature di suo padre. In ogni caso quello sguardo seducente si era rivelato piuttosto utile, soprattutto per fare colpo sui suoi amici del college, che lo avevano sempre invidiato moltissimo per quella sua abilità.

"E tu?" Riprese Gerard sedendosi sul divano accanto alla poltrona occupata dal fratello. "Che mi dici? Ce l'hai una fidanzata?"

"Io?" Mikey si indicò con l'indice. "Naah. Almeno, non una fissa. Sai che a me piace cambiare" e gli fece l'occhiolino.

Gerard rimase lì in silenzio guardando suo fratello che leggeva.

"Ti va una birra, G?" Chiese Mikey dopo qualche minuto di silenzio.

"Certo. Certo Mikey. Basta che non andiamo in quel famoso bar" Gerard sorrise al fratello, che scattò in piedi immediatamente chiudendo rumorosamente il libro.

"No, certo che no. Non ho intenzione di pensare a cose serie, voglio solo parlare di stronzate tra fratelli"

I due ragazzi presero il cappotto e uscirono insieme.

"Cosa ne dici di un normalissimo bar in centro?" Chiese Gerard.

"Benissimo! Seguimi, conosco un posto tranquillo"

Nel viale che Gerard attraversava ogni mattina con suo padre, vi erano numerose panchine intervallate da grandi platani. Alcune di esse erano occupate da vecchi barboni che avevano ammucchiato tutto intorno la loro lurida roba. Non era un bello spettacolo a cui assistere e a nessuno faceva piacere passare di fianco a mucchi di coperte sporche, materassi macchiati o carrelli stracolmi di spazzatura e cianfrusaglie.

"Qualcuno dovrebbe mandarli via" disse Gerard rivolgendosi ai senzatetto.

"E per portarli dove? Dovresti aver pena per loro e non biasimarli per la loro condizione" rispose Mikey.

"La maggior parte di loro vive così perché non ha voglia di trovarsi un lavoro. Sono solo degli scansafatiche"

"Non dovresti giudicare le persone senza conoscere la loro la storia, G" rispose tranquillamente il fratello, allungando una banconota ad uno di loro. Gerard decise di lasciar perdere, forse era l'ennesima volta in cui suo fratello aveva ragione.

Mikey e Gerard passarono una bella serata insieme. Erano sempre andati d'accordo, non avevano mai litigato seriamente. Bevvero birra, giocarono a biliardo, e solo quando fu tarda notte si decisero a ritornare a casa. Lungo la strada i fratelli continuarono a ridere e scherzare, ma quando entrarono in casa si trovarono di fronte uno scenario decisamente inatteso. 
Il signore e la signora Way erano entrambi seduti sul divano, sembrava che li stessero aspettando da tempo. Parevano davvero tesi e quando i due ragazzi entrarono in casa, l'uomo si alzò si scatto.

"Ragazzi, gli Stati Uniti sono entrati in guerra" Affermò, sventolando il giornale.

Mikey e Gerard si guardarono, poi si girarono nuovamente verso i genitori.

"La guerra che dal 1939 va avanti in Europa, razza di idioti! Fino ad ora, per due anni, siamo rimasti neutrali, ma sembra che da oggi le cose cambino" specificò il padre, intuendo che i figli sapessero poco o niente dell'argomento.

"Ma che ci vai a fare all'accademia militare tu?" Sbottò il padre scagliando il giornale sul tavolino e lanciando un'occhiataccia a Mikey.

Gerard guardò il fratello. Non sapeva proprio come questa notizia della guerra avrebbe potuto influenzare la sua vita.

Non sapeva quanto si sbagliava.
 







Note.
Come avevo quasi-anticipato, pubblico un po' di più per recuperare. Prossimo capitolo mercoledì e come sempre vi ricordo che per leggere la storia pubblicata fino al capitolo 13 non dovete far altro che andare su Wattpad al profilo di MCRmichi! A prestissimo e un bacio a tutti :)

  
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