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Autore: Everian Every    29/11/2016    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte Due
 
Così come le Ombre arrivarono, i pony vennero spazzati via. L'esercito reale aveva approntato scarse misure di sicurezza e le truppe erano ancora in marcia dalla capitale. Che cosa potevano fare dei semplici cittadini contro un esercito ben equipaggiato e pronto al massacro in nome di un tiranno.
Derpy spalancò gli occhi, correndo lontano dalla piazza centrale. Il primo obiettivo era stato il castello di Twilight. I bombardieri lo avevano raso al suolo in due passaggi appena, lasciando solo un cratere fumante e una pioggia di luccicanti schegge che tagliuzzavano la pelle e accecavano i malcapitati urlanti. I caccia passarono sopra la città con una sventagliata di riscaldamento che scoperchiò le case e razziò la prima manciata di vite.
Un pegaso che aveva provato a fuggire volando via era stata incenerita davanti ai suoi occhi. I primi mezzi di trasporto delle truppe di terra calarono dal cielo subito dopo il secondo passaggio e la seconda carneficina in cui un altro centinaio di cadaveri vennero fatti sparire in nubi di cenere biancastra. I soldati erano scesi, sparando sin da prima di uscire dagli elicotteri, mietendo altre vittime, cercando i piccoli cavalli indifesi, nascondendosi nelle ombre che il sole nero sembrava ora favorire invece di scacciare.
I carri corazzati si concentrarono sugli edifici. La scuola esplose, facendo volare pezzi di legno bruciacchiato in giro per tutta la città, finendo anche a diversi isolati di distanza.
Gli abitanti iniziarono a nascondersi, mentre chi scappava era subito massacrato.
Come Derpy, molti cercarono la salvezza verso Canterlot, nella speranza di raggiungere l'esercito reale che li avrebbe difesi di certo. La pegaso volò il più veloce che poté, cercando di restare a raso terra per non diventare trofeo dei caccia che ancora assediavano Ponyville dall'alto del cielo sporco di rosso ed ora riempito di gente incenerita.
Sfrecciò in parte ad un edificio in fiamme e frenò in tempo per vedere due piccoli puledrini nascosti sotto una veranda un tempo verde. Tremavano e cercavano di tapparsi le orecchie per non sentire il frastuono della morte che si divertiva a danzare tra le case che un tempo li rendevano tanto allegri coi loro mille colori, ma avevano gli occhi sbarrati perché quell'orrore era ormai diventato parte integrante di loro, non li avrebbe più lasciati, sarebbe stato il loro pianto amaro per sempre.
La pegaso cercò di allungare la zampa per richiamare la loro attenzione, ma la ritrasse trasalendo quando vide l'ombra sotto di loro muoversi.
Vide con orrore tre soldati Ombra emergere dal suolo, frantumando la veranda e tenendo i due cuccioli, strapparli in pezzi e divorarli con le loro bocche grandi quanto quelle di un alligatore.
La bocca le si aprì da sola. La bile le avvolse la lingua, ma lei la ricacciò indietro, con le lacrime agli occhi.
Mosse un passo all'indietro. Poi un altro. Poi si voltò e si mise a correre.
Gridò, senza prestare attenzione a dove stava andando. Aprì le ali e volò, volò nel vento, la cenere che le copriva il manto e il crine rendendoli nivei. Sentì le tre Ombre darle la caccia, attaccarla, insidiarla. Fin dove lei andava, loro sarebbero arrivati, stando agganciati alla sua ombra come parassiti. Sentiva le loro menti lambire la sua, facendole rivivere lo stesso, orribile momento di poco prima ancora e ancora e ancora e ancora e ancora E ANCORA!
Gridò di nuovo, chiudendo gli occhi per scacciare le visioni orrende fino a che non sbatté contro qualcosa, rotolando a terra. Aprì gli occhi terribilmente angosciata, con la bava alla bocca che non riusciva a chiudersi. E sentì qualcosa spezzarsi nel suo cuore.
Davanti a sé si trovava la radura tra la Everfree Forest e il villaggio. Ed era cosparso di cadaveri di soldati in armatura dorata. L'intero esercito reale era stato annientato. Mosse freneticamente gli occhi su quello scempio di cadaveri sbudellati, teste fracassate con le cervella in bella vista, ossa spolpate dalle Ombre fameliche, corpi spaccati a metà legati solo da tendini residui.
La giovane scosse la testa, cercando di negare l'evidenza. Non poteva essere come sembrava. Che significava? PERCHÉ ERANO TUTTI MORTI?!
Le tre ombre le arrivarono alle spalle, sibilando e ridendo con versi simili a stridii.
Le si avvicinarono strisciando sulle loro tozze gambe muscolose, facendo sbattere le code simili a ventagli neri che si confondevano con le ombre nel terreno.
Una di loro allungò un tentacolo verso di lei.
Presto l'avrebbero uccisa, ma lei era paralizzata dalla paura.
Non si voltò nemmeno, immaginando la propria testa venire staccata dalla morsa di quei mostri.
Una lacrima le cadde ancora dall'occhio destro.
"Morite, CANI!" tuonò una voce resa potente dalla magia. Un raggio di un blu acceso colpì la prima ombra, facendola esplodere nonostante l'armatura riflettente. Un grosso unicorno sbucò da un cespuglio e caricò le altre due ombre con una grossa lancia percorsa da fulmini dorati.
Le bestiacce puntarono i fucili d'assalto contro la sua testa, sparando una sventagliata di proiettili. 
Il soldato unicorno illuminò il corno con un alone magico d'oro. I proiettili rallentarono, diventando visibili ad occhio nudo. Con un grido piantò la lancia a terra e la usò per spiccare un salto sopra le teste dei due soldati Ombra, che non poterono che guardarlo volare. Riprese la lancia facendola roteare intorno alla sua testa mentre era ancora sopra i due nemici sbalorditi, decapitandoli con la lama a doppio taglio, lunga una trentina di centimetri e ben affilata.
Derpy fece muovere le labbra, ma non seppe dire nulla di fronte al possente templare che si stava rialzando con sguardo burbero.
"Ben fatto, Cavillax. Ora pensiamo a portare al sicuro anche lei." gridò una voce più soave di quella di poco prima, ma comunque simile. Princess Luna calò dal cielo in picchiata, atterrando con grazia di fronte al soldato che annuì e riprese saldamente la lancia e ad una sconvolta Derpy.
La alicorno blu notte sembrava decisamente una dea guerriera. I suoi paramenti regali erano mancanti, solo il collare d'argento con la pietra incastonata nel mezzo era ancora al suo posto, sebbene ammaccato e sporco di sangue. I capelli erano scompigliati e le ali avevano piccoli fori fumanti. Il manto era bruciacchiato e sporco, come se la regina della notte si fosse appena rotolata giù da un dirupo. I suoi occhi trasudavano un dolore enorme, ma sembrava non darlo a vedere.
"P-principessa, che cosa sta... che cosa sta... O miei dei, tutti quei corpi, principessa, che cosa sta succedendo? Io non capisco! Non riesco a capire! Dove sono Lucas e gli altri? Dov'è Celestia, dove sono le portatrici degli Elementi dell'Armonia? Che sta succedendo, Princess Luna, io non capisco!" biascicò la ragazza, sconvolta.
Luna le tappò la bocca senza troppi complimenti. La guardò dritta negli occhi con durezza, ma non seppe resistere e ammorbidì i modi di fronte alle lacrime della piccola postina.
"Derpy, ascoltami. La situazione è grave, stiamo portando al sicuro, lontano da qui, quanti più pony possibile. Ascoltami, ora devi andare con Cavillax, capito? Vai con lui, con Cavillax, riesci a capirmi?"
Ma Derpy non riusciva a capire, continuava a chiedere cosa stesse accadendo, e piangeva, piangeva, piangeva!
"Vostra maestà, non possiamo restare qu-" disse con voce baritonale il possente unicorno, guardandosi intorno con aria preoccupata. A metà frase però sbarrò gli occhi e si irrigidì, contraendo la bocca in una smorfia di disappunto.
"Cavil-CAVILLAX!" gridò Luna, cercando di soccorrere il soldato che stramazzò al suolo con un piccolo foro dietro la nuca. Una decina di Ombre ben armate avanzò verso di loro, le armi spianata coi mirini rossi piantati sulla fronte della principessa.
Uno di loro portò un tentacolo vicino al petto e pigiò un bottone.
"Princess Luna trovata, ripeto, Princess Luna trovata." disse al ricevitore installato nell'armatura vicino al collo, dove si trovava l'attaccatura della lunga e deforme bocca.
"Roger, unità zero nove cinque, vi inviamo rinforzi. Gli squadroni di piroblasti dieci e ventinove sono nei paraggi. Dovrebbero aver ucciso dei superstiti nascosti nella foresta. Attendente il loro arrivo. Ricordate, la principessa è molto pericolosa, niente azioni avventate." rispose una voce distorta dall'auricolare.
Luna sbiancò in volto.
"I superstiti... i miei piccoli pony... i superstiti... no..."
Mosse un passo verso i soldati, che scattarono con i fucili, poggiando gli occhi sui mirini.
"NON UN ALTRO PASSO O SPARIAMO! CI INTERESSATE VIVA, NON OPPONETE RESISTENZA E NON VI SARÀ FATTO ALCUN MALE!" gracidò uno dei soldati.
"No... i superstiti... che dirà Tia? I miei piccoli pony..." continuava a dire a mezza voce la principessa, senza esitare ad avanzare.
"HO DETTO FERMA DOVE SIETE!"
Luna era a poco meno di cinque metri dai dieci Ombras.
"QUESTO È L'ULTIMO AVVERTIMENTO, O VI FERMATE O DOVREMO RICORRERE ALLA-GLAURGH!" il soldato Ombra cadde a terra, tranciato a metà da un disco di energia blu.
"I... miei... piccoli... PONY!" ruggì Luna, scatenando un tornado bluastro in cui la sua figura si innalzò dal suolo con maestosità. Onde magiche partirono dal suo corpo, maciullando i soldati come fossero piccoli ammassi di terriccio sgretolati da un torrente in piena. Quando di loro non fu rimasto null'altro che il ricordo, l'attenzione della regina si spostò sulla città.
"VIA DAL MIO REGNO!" gridò, scatenando una furia incontrollabile che si manifestò in uno tsunami di energia blu sempre più scura che travolse e fece esplodere una ventina di carri blindati e sterminò sul colpo centinaia di ignari Ombras ancora in cerca di prede tra le macerie.
 
Sull'ammiraglia, la giovane Ombra scrutò il generale per cercare di capire cosa stesse passando per la sua mente e se fosse il caso di disturbarlo.
"Che vuoi, Jenna?" mugghiò con freddezza il grande generale, senza degnarla di uno sguardo.
La dottoressa Jenna, braccio destro affidato da Shadow Blade al generale Nitro per seguirne i progressi, tentennò sbigottita.
Si schiarì la gola, cercando di ingoiare la paura.
"Signore, abbiamo riscontrato un problema."
"Che genere di problema?" grugnì in tutta risposta l'Every senza smuoversi.
"Si tratta di Princess Luna. Stiamo rilevando un quantitativo di energia eccessivo. Di questo passo potrebbe mettere in serio pericolo il buon esito della missione, signore."
Nitro annuì in silenzio, zittendola di botto. Mormorò qualcosa tra sé e sé e poi si alzò. Era alto due metri e incredibilmente imponente. Un lungo mantello nero come la pece avvolgeva completamente la sua figura, facendolo sembrare ancora più terrificante e pericoloso.
"Me ne occuperò personalmente. Prepara il teletrasporto."
La dottoressa deglutì. "S-signore, sapete bene che cosa è successo durante l'ultima sessione di allenamento, potrebbe essere una pessima ide-"
"TACI." l'Ombra  trasalì di nuovo, chinando la testa impaurita "Shadow Blade verrà a vedere i nostri progressi. Non ho intenzione di dirgli che abbiamo fallito solo perché non ho voluto scomodare tutti i mezzi di cui disponiamo. Ora muoviti. VA! E PREPARA L'OCCORRENTE!"
Jenna squittì terrorizzata e scomparve dalla plancia di comando, lasciando solo Nitro con le Ombras addette alla navigazione, invisibili e inudibili.
L'Every scrutò il pianeta dagli schermi della plancia. Un velo di tristezza trapelò dal suo sguardo, prima che fosse sostituito dal solito cipiglio spietato mentre si dirigeva verso la sala del teletrasporto.
 
Fine Parte Due
   
 
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