Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Anna_96    29/11/2016    0 recensioni
Com'era la vita di Romeo e Giulietta prima di conoscersi? A quale persona avrebbero affidato la vita e da quale, invece, avrebbero fatto meglio a stare lontani?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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15 aprile 1588, Verona: -Romeo, io mi fermo al mercato a comprare del pane, tu non scendere dalla carrozza per alcun motivo, altrimenti i tuoi genitori non ti lasceranno più accompagnarmi in città, ci siamo capiti?- chiede la nutrice a quel bambino dal viso pulito e dagli occhi grandi, lui annuisce, la donna gli sorride intenerita e gli fa un’ultima carezza prima di lasciarlo solo. Non passano che pochi minuti di solitudine prima che il piccolo inizi ad annoiarsi, sta per mettersi a studiare le fibbie dei propri stivali quando sente un gran baccano provenire dalla piazza centrale di Verona. Incuriosito, Romeo sposta le cortine dai finestrini e guarda fuori, appena in tempo per scorgere un bambino sfuggire alle grinfie di un fruttivendolo arrabbiato, stringendo una mela rubata tra le mani. Il monello corre a perdifiato fino ad uno dei vicoletti vicini e poi, servendosi di qualche mattone sbrecciato, si arrampica lungo il muro, raggiungendo le sbarre di una finestra, da lì si siede a gambe incrociate sul davanzale e, guardando dritto davanti a sé, incrocia gli occhi di Romeo che lo sta ancora fissando, stavolta ammirato. Lusingato da quello che legge in quelle ridi scure, il furfante gli sorride birichino e sollevando l’indice magro, gli fa segno di raggiungerlo, anche Romeo gli sorride, poi si guarda alle spalle, della nutrice non c’è traccia, non ci pensa una seconda volta, scende dalla carrozza nello stesso momento in cui il ladruncolo salta giù dal suo trono improvvisato e in un attimo ognuno si trova faccia a faccia con l’oggetto della sua curiosità. Riccioli biondi, occhi chiari, viso da attaccabrighe - combina guai, il bambino che gli sta di fronte non può che essere il nipote del Principe, il bimbo di cui tutti parlano, lo si capisce anche dagli abiti di ottima foggia che indossa con tanto di stemma di Verona, Romeo lo studia a lungo, poi –Io lo so chi sei!- dice, il monello gli lancia un sorriso sghembo –Anche io so chi sei, qui a Verona si parla di me quanto si parla di te, ad ogni modo, io sono Mercuzio!- e gli tende la mano, Romeo la stringe –Io sono Romeo!- e i due bambini si sorridono ancora, complici, come se si conoscessero da anni e non da pochi minuti. -Vieni spesso in città, Romeo?- chiede Mercuzio che si sente improvvisamente attratto dal suo nuovo amico, desidera poterlo portare con sé per analizzarlo da capo a piedi, è una curiosità insolita quella che si fa strada dentro di lui ma è così bravo a nasconderla persino a se stesso che riesce a camuffarla anche con Romeo, che non si accorge di nulla. -In realtà no ma ora che ti ho conosciuto tornerò domani, ci sarai?- Mercuzio arriccia il naso in un’espressione tenera –Certo che ci sarò. Vuoi essere il mio migliore amico, Romeo?- e Romeo non sa se sia possibile diventare il migliore amico di qualcuno da un momento all’altro, soprattutto se questo qualcuno lo si è appena conosciuto e si hanno otto anni ciascuno, ma forse è proprio per questo che ci vuole credere, vuole credere che quel briccone dagli occhi luminosi possa diventare il perfetto compagno di viaggio nella meravigliosa avventura che è la vita. Così lascia rispondere il cuore –Sì, certo che voglio!- e gongola pensando a quando correrà da suo cugino Benvolio e gli dirà che ha trovato il terzo membro della loro piccola banda personale. In quel momento passa loro accanto una donna che tiene per mano una bambina dai capelli rossi, la bambina li guarda e Mercuzio storce la bocca –Bleah! Femmine, noi non ci separeremo mai per una femmina, vero?- Romeo scuote la testa –Mai, mai, lo giuro!- e mentre la nutrice lo richiama irritata dalla sua disobbedienza e lui è costretto a salutare il suo amico, non può sapere che ha parlato troppo presto, per scoprirlo dovrà aspettare ancora qualche anno. Ma noi, per ora, gli lasciamo fissare il visino di Mercuzio con un broncio che può voler dire solo una cosa: Romeo non vuole tornare a casa perché tornare a casa senza di lui…inspiegabilmente, gli fa già male!
   
 
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