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Autore: Gabry81    29/11/2016    2 recensioni
Sette capitoli per sette anni.
Sette anni per sette momenti.
Sette momenti mai raccontati.
Sette momenti che parlano di Ginny e di Harry. Di come i sentimenti di Ginny si trasformino nel tempo, senza però cambiare nel profondo. Di come Harry, inconsapevolmente, abbia trasformato poco a poco una semplice cotta nell'amore di una vita.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Eccomi tornato!

Questo capitolo sarà un po' più triste degli altri... Sapete bene cosa è successo quest'anno...
Però mentre lo scrivevo mi è venuta l'idea di scrivere uno “spin-off” più allegro e divertente su una delle scene.

Fatemi sapere se l'idea vi più piacere!

Buona lettura!!! E alla prossima!!!

 



 

 

Il sole risplendeva sulla superficie cristallina del lago. La brezza accarezzava le foglie, producendo un dolce fruscio. Quel giorno sembrava che volesse irradiare allegria e gioia a tutti loro.

A Ginny non parve che potesse esistere un giorno più sbagliato di quello. Perchè la giornata era così bella? Perchè il mondo non piangeva? Perchè sembrava volerla convincere ad essere allegra?

Camminava in silenzio, senza guardare nemmeno dove andava. Seguiva solo la figura davanti a se. Sua madre era avvinghiata a lei come se fosse stata uno scoglio in mare aperto. Sentiva qualcuno piangere. Era suo padre? O era George? O forse entrambi...

La famiglia Weasley seguì la professoressa McGranitt fino a quella sponda del lago che avevano imparato a conoscere nei giorni precedenti. Un piccolo cimitero era stato costruito in un punto nascosto del parco, quasi invisibile dal castello e da vicino al lago. Li erano stati sepolti i caduti della battaglia di Hogwarts.

C'erano già stati diverse volte nei giorni precedenti. Il funerale di Lupin e Tonks era stato il primo della lunga serie, ormai quasi due settimane prima. Tre giorni dopo era stato sepolto Piton. Harry aveva spiegato a tutti cosa avesse fatto quell'uomo per loro in tutti quegli anni, e nessuno di loro aveva voluto mancare. E solo l'altro ieri avevano sepolto Colin. Quello sarebbe stato l'ultimo per Ginny, ma era il peggiore. Era il funerale di Fred.

Le sedie erano già pronte e occupate. Ginny non alzò lo sguardo finchè non fu ormai davanti alla sua sedia, in prima fila. Vide diverse teste rosse nelle file dietro alla loro. Innumerevoli, lontani parenti di cui non era nemmeno sicura di ricordarsi il nome.

Cercò gli occhi che più desiderava vedere in quel momento. Harry aveva voluto lasciarla con la sua famiglia quel giorno, come era giusto che fosse. Però a Ginny serviva un suo sguardo, anche breve, solo per trovare la forza di affrontare quel momento.

Harry era seduto circa a metà delle file di sedie, tra Hermione e Neville. Le rivolse un debole, triste sorriso, e a Ginny parve quasi di sentire la sua voce.

Coraggio Ginny, coraggio...

Con un lungo sospiro, Ginny si voltò e assorbì il primo colpo allo stomaco quando vide la lucida bara a pochi metri da lei.

La cerimonia le sembrò eterna, e sempre peggiore ad ogni parola che il celebrante pronunciava. Perchè le sembrava tutto così sbagliato, come inadatto? Le sembrò quasi che fosse più adatta una cerimonia con fuochi d'artificio e un kit dei migliori scherzi Made in Weasley. Ginny sentì per un breve istante il bisogno di scoppiare a ridere.

Accanto a lei Bill aveva incominciato a piangere, chiamando sommessamente il nome di Fred. Sua madre si era aggrappata di nuovo a lei, cercando di trovare un po' della forza di sua figlia in quell'abbraccio.

Ma Ginny non si sentiva forte. Sentiva come se stesse per crollare, oppressa da quello a cui stava assistendo.

Si ripeteva insistentemente che lei non doveva piangere, che doveva resistere per la sua famiglia. Ma vedere sua madre e suo fratello in quello stato le fecero annebbiare gli occhi. E quando George, finito il suo discorso e tornando verso la sua sedia, scoppiò improvvisamente a piangere, al punto che Lee e Oliver dovettero sostenerlo, non ce la fece più.

I ricordi di tutti i momenti passati assieme a Fred e George le tornarono alla mente. E la consapevolezza che non avrebbe potuto rivivere mai più quei momenti le trafisse il cuore. Le lacrime scivolarono lente sulle sue guance.

Il resto della cerimonia non lo sentì. La sua mente era altrove, persa nei ricordi degli innumerevoli momenti a cui Ginny non aveva mai dato peso, e che ora le mancavano terribilmente.

Si accorse che la cerimonia era finita solo quando vide Bill alzarsi accanto a lei. Lui e Ginny sollevarono loro madre quasi di peso, e seguirono il resto della famiglia.

Fred sarebbe stato sepolto nella fila di tombe più vicina al lago. Gli uomini del ministero e il cerimoniere attesero che la famiglia si avvicinasse. Ognuno ebbe un suo ultimo momento personale. Ginny fu l'ultima ad avvicinarsi alla bara. Poggiò le mani al legno e la fissò, con gli occhi che semplicemente non ce la facevano più a contenere tutte le lacrime che stava disperatamente cercando di fermare.

Voleva dire qualcosa. Dirgli addio in qualche modo. Ma sentiva come se qualsiasi parola pronunciata in quel momento fosse tardiva, inutile.

Rimase in silenzio, sentendo qualcosa dentro di lei divorarla. Quando seppe di non poter più resistere si allontanò.

Si ritrovò stretta tra Percy e Charlie. Strinse la mano di entrambi, mentre osservava svuotata la bara di suo fratello venire calata nella tomba. Chiuse gli occhi mentre gli addetti iniziavano a spostare la terra. Non voleva vedere.

Riaprì gli occhi solo quando sentì i passi degli addetti che, rispettosi, si allontanavano. La famiglia Weasley rimase sola, a fissare la fredda lapide del loro figlio e fratello.

Poi fu come se una bolla di sapone che li aveva avvolti fino a quel momento fosse scoppiata. Diverse persone iniziarono ad avvicinarsi caute, chiedendosi se fosse il caso di attendere per avvicinare la famiglia.

Ginny sapeva che presto tutti sarebbero stati sommersi da persone che volevano fare loro le condoglianze. Mostrare quanto capivano il loro dolore. Ma Ginny sentì che non sarebbe riuscita a sopportarlo. La presenza di quelle persone era già diventata soffocante, ed erano ancora lontani. Voleva fuggire. Lontano da loro. Trovare riparo da quel dolore che le schiacciava il cuore.

Cercò frenetica con lo sguardo tra le persone che, preso coraggio, si avvicinavano sempre più. Dov'era Harry? Perchè non lo vedeva?

Ron le passò accanto, quasi correndo. Ginny sapeva che stava correndo da Hermione. E dove c'era Hermione, c'era anche Harry.

Afferrò al volo la mano di suo fratello. Ron dovette capire chi fosse, perchè la strinse e la lasciò seguirlo. Ginny si lasciò condurre tra la folla, che si scansava per lasciare passare i due fratelli.

Quando la calca finì, Ron lasciò andare la mano di Ginny. Corse via e abbracciò Hermione, che era pochi metri più avanti. Harry era proprio accanto a lei, e sembrava che stesse solo aspettando Ginny. La ragazza si gettò al suo collo, stringendolo forte. Harry la avvolse con le sue braccia e lei si lasciò andare.

Ginny sapeva che non aveva bisogno di essere per forza forte con Harry. Col lui poteva anche permettersi di sfogarsi. Non le importava se altri la vedevano così. Gli altri non esistevano quando era tra le braccia di Harry.

< Sfogati > Le sussurrò Harry, mentre i singhiozzi la scuotevano < Sfogati finchè ne avrai bisogno >

E Ginny si sfogò. Pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto in quei giorni senza fine. Pianse tutto il suo dolore. Pianse finchè il corpo non le fece male per i singhiozzi.

Si accorse appena che Harry l'aveva condotta verso alcune sedie. Si erano seduti accanto, mentre Ginny cercava di riprendersi. Harry attese che fosse lei a parlare, ma Ginny non sapeva cosa dire. E non sapeva neppure se voleva parlare. Ma, in fondo, parlarne con lui, sfogarsi, l'avrebbe fatta stare meglio. E di certo non l'avrebbe fatta stare peggio.

< Tutti quei momenti... > Sussurrò piano, con la voce impiastrata dalle lacrime < Quando lui era con me. Mi sembravano così futili. Mi davano quasi fastidio... Ora darei qualsiasi cosa per riaverli indietro... >

Harry la strinse e Ginny appoggiò la testa tra il collo e la spalla del ragazzo. Sospirò.

< Fred... > Chiamò, stringendo la camicia di Harry, lui aumentò la stretta < Non ho potuto nemmeno parlargli un'ultima volta... C'erano così tante cose che avrei voluto dirgli >

< Lui era... Incredibile > Mormorò il ragazzo. Ginny annuì.

< Cercava sempre di tirarmi su il morale > Ricordò Ginny < Anche a costo di inventarsi scherzi assurdi >

< Tipo far inseguire la Umbridge da un fuoco d'artificio a forma di drago? > Suggerì Harry.

< O spedirmi la tazza del water di Hogwarts via gufo... > Ricordò Ginny, con un triste sorriso.

< L'ha fatto davvero? > Si stupì Harry.

< Certo! E non è neppure nella Top 10 delle cose più assurde che mi ha mandato da Hogwarts! >

< Allora me le dovrai raccontare tutte! Cosa c'è al primo posto? >

< Credo che sia stato quando hanno spedito a Mamma un elfo domestico “preso in prestito dalle cucine”... > Ricordò Ginny. La ragazza si ritrovò a ridacchiare con Harry al ricordo di tutte le marachelle dei gemelli. Ma la sua risata divenne presto malinconica.

Si appoggiò al petto di Harry con la fronte e sospirò più volte. Si sentiva meglio, ma sapeva che ci sarebbe voluto tanto tempo prima che avesse potuto essere di nuovo felice.

< Vado da Mamma e Papà > Mormorò dopo diversi minuti di silenzio < Hanno bisogno di sostegno in mezzo a quella ressa >

La folla di persone che voleva fare le condoglianze ai Weasley era infatti lungi dal disperdersi. Ginny si alzò e guardò verso Harry. Scoprì che il ragazzo stava guardando un punto lontano, mordendosi il labbro. Sembrava che stesse riflettendo su qualcosa.

< Scusa Ginny ma... Devo andare a fare una cosa. E' importante! Scusami! > Disse alzandosi.

Ginny annuì. Non aveva la pretesa che lui la seguisse. Era più giusto così in fondo. I due ragazzi presero direzioni diverse, e Ginny si lasciò accerchiare da lontani parenti e compagni di scuola.

Strinse molte mani, abbracciò molte persone e ascoltò molte condoglianze. Il tutto con una strana apatia e un misto di gratitudine e irritazione per quelle persone che si le facevano sentire che Fred era una persona amata, ma al tempo stesso stavano allungando quel giorno terribile più di quanto fosse necessario.

Ginny non vide Harry quando tornò. Semplicemente se lo trovò davanti. La circondò con un braccio e la portò via dalla ressa.

< Dove eri finito? > Chiese Ginny atona.

< Nella foresta >

Quella risposta inattesa riuscì a risvegliare Ginny dal suo triste torpore e a suscitarle un vago interesse. Dopotutto, era felice di non pensare a Fred per un momento.

< Cosa ci sei andato a fare nella foresta? > Chiese di nuovo.

< Dovevo prendere una cosa... > Fece Harry, guardandosi attorno. Harry attese finchè non raggiunsero la sponda del lago prima di ricominciare a parlare.

< Ti ricordi alla fine della battaglia, quando ho affrontato Voldemort? >

Ginny alzò un sopracciglio.

< Potrei mai dimenticarmelo? >

< Ti ricordi anche cosa ha detto? >

Ginny scoprì che non ricordava molto del dialogo tra Harry e Voldemort. E, per quanta paura avesse provato, il ricordo era sicuramente meglio che pensare a suo fratello. Quindi si concentrò e cercò di ricordare.

< Ricordo che avete parlato di Piton... Di Piton e di tua madre... E poi avete parlato dell'amore... E anche della sua bacchetta... >

Ginny capì che era quello il punto dove Harry voleva arrivare quando annuì con forza.

< Ha detto... Che la sua bacchetta era la bacchetta di sambuco > Ricordò Ginny < Ma è assurdo! Quella è solo una leggenda! >

Harry scosse il capo.

< No Ginny. La sua bacchetta era davvero la bacchetta di sambuco! > Le disse deciso. Ginny lo guardò stupita.

< Era la bacchetta... Mi stai dicendo che i doni della morte esistono davvero? >

< Si. Io ne ho posseduto uno per anni. E' il mio mantello! >

Lo stupore di Ginny raddoppiò. Guardò Harry a bocca aperta, prima che la sua espressione si spegnesse.

< E allora? Che cosa centra questo adesso? > Chiese, forse più duramente di quanto volesse. Perché lui le aveva detto queste cose adesso? Cercava forse di distrarla da suo fratello? Non era granché come argomento, se questo era il fine.

Harry non parve per nulla turbato dal suo tono aspro. Si frugò in tasca e prese qualcosa.

< Non voglio illuderti Ginny > Disse, porgendole la mano < Questa non... Nulla può far tornare indietro Fred. Ma se volessi parlargli ancora una volta. Rivederlo. Dirgli addio veramente... Non penso che ci sia nulla di male >

Ginny spostò lo sguardo più volte dal viso di Harry, che le sorrideva dolcemente, alla sua mano aperta. Le stava porgendo una piccola pietra nera scheggiata.

Era confusa e sconcertata. Che cosa diavolo stava dicendo Harry? Cosa centrava quella pietra con Fred? Perché aveva parlato di dirgli addio? E cosa diavolo centrava quella spiegazione sui doni della...

Oh mio Dio...

< E'... E' quello che penso che sia? > Balbettò Ginny, indicando la piccola pietra. Harry annuì. Il suo sorriso si allargò.

< Ma come... >

< Silente l'aveva nascosta dentro al boccino che mi ha lasciato in eredità. E' una lunga storia > Tagliò corto Harry < Te la racconterò! Ma Silente sapeva che io ne avrei avuto bisogno prima... Beh... Prima della fine >

Ginny capì immediatamente a cosa si riferiva.

< L'hai usata quando sei andato a consegnarti... >

< Per rivedere le persone che avevo perso > Concluse Harry < Ho rivisto Remus, Sirius e i miei genitori. Mi ha aiutato parecchio... Avevo deciso di non andarla a riprendere. Ma credo che possa essere ancora utile >

Ginny era senza fiato. Era un'idea assurda. Eppure sembrava così palese... Dovette cercare un'ultima conferma, perchè stentava a crederci.

< Quindi... Quella è davvero... > Mormorò, spostando lo sguardo dalla pietra ad Harry, incredula.

< E' davvero la pietra della resurrezione > Confermò Harry.

Oh. Mio. DIO!

Ginny prese immediatamente la pietra in mano e afferrò quella di Harry con l'altra. Lo trascinò letteralmente verso dove si trovava la la sua famiglia. Per fortuna la folla se n'era finalmente andata e assieme alla sua famiglia erano rimasti solo Hermione, Fleur e Lee.

< Venite con me! > Ordinò a tutti < Subito! Svelti! >

Iniziò praticamente a correre verso il castello, trascinando Harry con se. Gli altri parvero piuttosto sconcertati, ma alla fine seguirono Ginny.

Era eccitata. Non avrebbe potuto descriversi in altro modo. Stava per rivedere Fred. Stava davvero per parlare ancora con Fred! Se era un sogno, non voleva svegliarsi. E la sua eccitazione aumentò ad ogni passo, mischiandosi con l'impazienza di arrivare a destinazione.

< Ginny... Cosa ti prende? > Chiese Bill con il fiatone.

< Lo vedrete! > Strillò lei.

< Perchè sei così esaltata? Che cosa ti ha detto Harry prima? Aspetta... >

Ron si voltò minaccioso verso Harry.

< Non le avrai mica chiesto di sposarti? >

< Cosa? >

Ginny si stupì tanto che si fermò di botto. Harry che le chiedeva di sposarlo? Ma cosa si era immaginato suo fratello?

< No Ron! Harry non mi ha chiesto di sposarlo > Lo rassicurò lei, tornando a sorridere < Ha fatto una cosa molto più bella! Per tutti! Seguimi e vedrai >

I Weasley si guardarono a bocca aperta e poi tornarono a guardare Harry, che veniva di nuovo trascinato dalla sua ragazza.

Il gruppo raggiunse finalmente la sala comune di Grifondoro. La scuola era chiusa, quindi non c'era nessuno là. Era il posto perfetto per quello che avevano in mente di fare. Si sedettero tutti in cerchio, chi sulle poltrone e chi sulle sedie.

< Allora, cosa c'è di così importante da farci correre qua? > Chiese subito Bill.

Ginny guardò tutta la sua famiglia, fermandosi poi su George. Aveva ancora gli occhi terribilmente rossi. Ginny non voleva sprecare tempo a spiegare. Glielo avrebbe fatto vedere.

Abbassò lo sguardo verso la pietra che teneva ancora in mano. Si rese conto solo in quel momento che non aveva la minima idea di come funzionasse.

< Harry... Come faccio? > Chiese piano, dandosi della stupida per non averci pensato prima.

< Harry... E' quella pietra? > Intervenne Ron, guardando scioccato la pietra in mano alla sorella. Harry annuì e suo fratello parve rimanere senza fiato. Hermione si portò una mano alla bocca, mentre gli altri spostarono lo sguardo più volte da un ragazzo all'altro, confusi.

< Girala tre volte tra le dita. E pensa a Fred > Spiegò Harry a Ginny, passandole un braccio attorno alle spalle. La ragazza fece un respiro tremante ed eseguì.

< GIU' LE MANI DA MIA SORELLA, VISCIDO DI UN POTTER! >

Ginny fece quasi cadere la pietra dalla sorpresa. Cercò di alzarsi e di girarsi contemporaneamente, riuscendo solo a rischiare di cadere per terra. Non fu la sola. Charlie, Ron e Lee caddero davvero per terra e George andò anche lui a nulla dal farlo. I signori Weasley, Fleur ed Hermione lanciarono urla di spavento e sorpresa. Bill e Percy parevano sul punto di svenire.

L'unico che sembrava vagamente preparato era Harry. Il ragazzo lasciò andare immediatamente Ginny, gemendo con una punta d'irritazione.

< Fred! Santo cielo, vuoi farci prendere a tutti un infarto? > Si lamentò con uno sbuffo.

A questo punto Ginny non riuscì più a vedere chiaramente il suo ragazzo. Una figura umana, eterea, dai bordi leggermente sfocati, ma corpulenta e con dei folti capelli rossi, si era frapposta tra lei e il suo ragazzo.

< Lo volevo solo far prendere a te, approfittatore! > Ululò la figura, con una voce incredibilmente simile a quella di Fred < Aspetti solo che io esca dal giro e ti butti su Ginny? >

La figura era quasi completamente opaca, ma Ginny riuscì comunque a vedere attraverso essa Harry incrociare le braccia e alzare un sopracciglio.

La figura fece uno strano suono. Un suono che Ginny, con un'indescrivibile stretta alle budella, pensò fosse identico quello che faceva Fred quando si sforzava di trattenere una risata.

Sul viso di Harry comparve un sorriso, e la figura scoppiò palesemente a ridere.

< Oh ma chi voglio prendere in giro? Tu sei perfetto per Ginny! Lo sappiamo tutti da anni! Qua il pugno, Weasley acquisito! >

Ginny intravide Harry e la figura scambiarsi un colpetto amichevole di pugno. O meglio, tentare di farlo, visto che le due mani si attraversarono come se una delle due non avesse consistenza.

< Per Morgana! Questo cancella circa l'ottanta per cento di tutti gli scherzi che avevo in mente! Va beh pazienza... >

Finalmente la figura si voltò verso gli altri presenti. Ginny sentì un colpo al cuore quando incrociò lo sguardo allegro di suo fratello Fred.

< Allora? > Chiese lui, osservando i presenti atterriti dalla sua comparsa < Cosa sono queste facce da funerale? >

Fred allargò le braccia e li guardò tutti uno ad uno, aspettandosi forse che corressero ad abbracciarlo. Ma nessuno pareva nelle condizioni di muoversi.

< Che razza di diavoleria è questa? Dovrebbe farci ridere? > Borbottò Percy, il primo ad accennare una ripresa.

< Forse tra due minuti... Aspetta che trovo la battuta adatta > Disse Fred, facendosi pensieroso.

< Percy... Questa pietra... E'... > Provò a dire Ginny, ma la sua bocca non pareva collaborare.

< E' complicato Percy > Le venne in aiuto Harry < Ma hai la mia parola! Non è uno scherzo o un trucco. Fred è davvero qui! >

< Tiè Zuccaposcuola! > Esclamò Fred con un ghigno. A quel punto però si fece più serio. Incrociò le braccia, scosse il capo ed iniziò ad avvicinarsi a George.

< No! Oh no! No-No-No-No-No-No-No-No-No-No! Niet! Nein! Assolutamente No! Non ci siamo! > Esclamò. Si piazzò davanti al gemello, osservandolo severo. George sembrava che stesse per avere un collasso.

< Mi hai deluso Georgy! > Esclamò, piantando più volte l'indice impalpabile tra le costole di George < Come hai potuto permettere che il mio funerale fosse quella noia? >

George spalancò la bocca.

< Nemmeno uno scherzo! Una pernacchia! Una cassa di fuochi d'artificio! Ma dico io! Non hai imparato nulla? >

George boccheggiò ancora e Fred sospirò.

< Hai ancora modo di rimediare! Sono buono e ti concedo un'ultima possibilità > Fece Fred, in tono solenne. Ginny provò l'ennesima, emozionante stretta al cuore, ricordando quante volte aveva assistito a dialoghi come quello tra i due gemelli o tra i gemelli e un altro fratello.

< Dovrai rendere la mia tomba più adatta al mio fantastico corpo! Aggiungi delle luci fluorescenti! Metti delle campanelle che suonano “Can you dance like an Hippogrif?”! Aggiungi un incantesimo che fa cambiare il mio nome in “Imperatore degli scherzi”! Metti sulla lapide la mia foto che balla il can-can! Anzi... Dimentica l'ultima cosa che ho detto... Potresti... > Fred si fece pensieroso.

< Mettere un vaso da fiori che prende a calci chi arriva! > Esclamò George, con un tono fanatico e allegro che Ginny gli aveva sentito infinite volte quando aveva un'idea geniale. Ma che non aveva più sentito da quel giorno. Tutti lo guardarono a bocca aperta e lui stesso parve scioccato di cosa avesse appena detto. Il volto di Fred s'illuminò.

< Ecco il gemello che conosco! > Esclamò, rivolgendogli un gran sorriso.

< Fred... Sei davvero tu? > Mormorò Bill, che aveva già gli occhi lucidi. Fred sorrise alla sua famiglia.

< Si sono io! Ed è bello vedervi di nuovo. Poter stare con tutte le persone a cui voglio davvero bene un'ultima volta... >

Ginny sentì i suoi occhi tornare umidi a quelle parole. Era un sogno. Non poteva essere descritto altrimenti. Avere di nuovo suo fratello, anche se per poco tempo. Vederlo di nuovo ridere. Ascoltare la sua voce. Vederlo sospirare. Scuotere la testa.

Aspettate un momento... Sospirare e scuotere la testa?

< E questa è l'unica cosa sdolcinata che mi sentirete dire! Adesso VIA AL DIVERTIMENTO COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI! > Gridò Fred, più forte che poteva.

Quella giornata fu completamente pazza. In un momento di lucidità, Ginny pensò che se qualcuno li avesse visti, avrebbe pensato che si fossero tutti pesantemente ubriacati. Parlarono, giocarono, scherzarono e risero tutto il tempo. Fred era semplicemente scatenato. Nessuno poteva dire una qualsiasi parola senza che lui trovasse un modo di fare una battuta, un gioco di parole o un aneddoto che li facesse ridere tutti.

Ginny aveva il cuore stracolmo di gioia. Rideva e rideva. Rivedere la sua famiglia felice, essere di nuovo felice, le pareva un sogno. Diverse volte fu costretta a ricordarsi che Fred sarebbe dovuto andare via presto, altrimenti rischiava di restarci davvero male.

La giornata passò molto in fretta. A Ginny parve che Fred fosse appena comparso quando guardò fuori e vide il cielo di Hogwarts completamente nero. Voltando gli occhi verso i gemelli, capì che il loro tempo stava finendo. La risata di Fred sembrò diventare sempre più spenta e forzata. Alla fine chiese se potevano andare a fare un giro nel parco.

< Stai bene Fred? > Chiese sua madre.

< Si... Abbastanza... Solo non ho più molto tempo > Disse mestamente.

L'allegria della famiglia si affievolì e l'atmosfera divenne malinconica e triste mentre il gruppetto di persone si avviava lento per i corridoi semi distrutti del castello. Arrivarono al lago e si fermarono in un punto riparato da occhi indiscreti, non molto lontano dal cimitero.

Lo sguardo di Fred vagò per il parco di Hogwarts, il lago e infine sul castello danneggiato. Sospirò.

< Mi mancherà questo posto... > Mormorò.

< Anche tu ci mancherai... > Disse Percy. Fred si voltò verso di lui e gli si avvicinò. Ginny capì che era arrivato il momento degli addii. Cercò la mano di Harry accanto a se e la strinse forte.

< E' arrivato quel momento eh... > Biascicò Fred, dondolandosi sul posto. Nessuno rispose e il ragazzo sospirò.

< Non so se vi può far sentire meglio > Iniziò lui < Ma non ho sentito nulla. Non fa male morire... Qui c'è qualcuno che può confermarvelo >

Fece un cenno verso Harry, che abbozzò un sorriso.

< Sappiate che laggiù... Dall'altra parte... Si sta bene. E io in fondo sarò sempre con voi. Quando mi pensate o parlate di me. Io vi sento >

Ginny deglutì, sentendo pizzicare gli occhi.

< Prima che vada, vorrei che voi mi faceste alcune promesse... > Continuò Fred < Prima di tutto, continuate a vivere per favore. Non voglio che voi passiate le vostre giornate a ricordarvi di me. Non ora che siete liberi... So che non è facile. Ma fatelo per me. Io non vi ho mai voluti tristi. E non vi voglio tristi nemmeno ora! Lo farete per me? >

Tutti annuirono, anche se nessuno sembrava sicuro. Ma a Fred parve bastare.

< Bene! Chiarito questo punto, passiamo alle cose personali. Percy! >

Percy trasalì quando si sentì chiamare.

< Diventa ministro della magia! >

< Io diventare... Cosa? > Fece Percy strabuzzando gli occhi < Io non posso diventare ministro >

< Puoi e lo farai! Io lo so che ce la farai! E' quello che hai sempre voluto no? >

< Si... >

< Allora ce la farai! Non ho mai avuto dubbi su questo! >

Percy parve completamente scioccato, ma annuì. Ginny però avrebbe potuto giurare di aver sentito Fred sussurrare “Purtroppo”.

< Continuiamo! Bill >

Il maggiore dei suoi fratelli lo osservò attentamente.

< Goditi la vita! E non cambiare mai! Sei il secchione più figo che si sia mai visto! >

Bill rise, annuendo.

< Fleur! Controlla che quel pazzo di mio fratello esegua i miei ordini! E goditi la vita anche tu! E non smettere mai di esercitarti con l'inglese >

Fleur sorrise, stringendo il braccio del marito.

< Ron! Promettimi che recupererai i sette anni che hai perso con la tua dolce metà! Hemione, stessa cosa! >

I due ragazzi arrossirono furiosamente. Annuirono, imbarazzatissimi, stringendosi per mano.

< Papà. Lavora un po' di meno e riposa un po' di più. E scopri come funzionano gli areopiani. O come si chiamano quei cosi! >

Il signor Weasley annuì, incapace di dire qualsiasi cosa.

< Mamma. Non farti venire alcun tipo di dubbio o rimorso. Sei e sarai sempre la miglior madre del mondo >

La signora Weasley non seppe trattenere le lacrime. Si strinse al marito, che la abbracciò stretta.

< Ginny >

La ragazza guardò ancora suo fratello. Lo vide sorridere e lei ricambiò, in attesa.

< Realizza i tuoi sogni. Diventa cacciatrice di Quidditch. E tieniti stretto il tuo ragazzo >

Ginny si mosse un labbro nervosa. Sentì una forza crescerle nel petto. Per la prima volta, sapeva che sarebbe riuscita a realizzare ciò che desiderava. Non aveva più dubbi. Non se Fred glielo chiedeva.

< Lo farò! Contaci! > Disse decisa. Fred le sorrise.

< Harry > Continuò < Cerca di stare lontano dai guai. Almeno provaci! E fai felice la mia sorellina! >

Ginny vide il ragazzo al suo fianco sorridere a suo fratello e annuire. Strinse la sua mano ancora più forte.

< Charlie. Non farti venire sensi di colpa! Non è colpa tua quello che è successo! E per favore, trovati una ragazza al posto di un drago! Almeno un tentativo >

Charlie, incupitosi sentendo la prima frase, rise alla seconda.

< Lee. Non lasciare solo mio fratello. Ha bisogno di te, e tu di lui >

Lee sorrise all'amico, mentre una lacrima scivolava lenta sulla sua guancia.

< George. Lobo solitario... >

George fece una smorfia, cercando allo stesso tempo di sorridere e di scacciare l'espressione triste.

< Continua con i nostri sogni. E non avere una vita triste. Il mondo ha bisogno del tuo sorriso >

George sorrise, ma allo stesso tempo si arrese alla commozione.

< E' il momento... > Disse Fred, guardandoli uno ad uno < Buona fortuna. Ricordatevi che siete i migliori. Non avrei potuto desiderare amici, fratelli e genitori fantastici come voi. Vi voglio bene >

< Addio Fred... > Mormorò Ginny, dopo alcuni secondi di silenzio. Diverse voci ripeterono le sue parole. Qualcuna chiara, altre incerte o impastate.

< Addio > Disse Fred.

Con un ultimo, allegro sorriso, scomparve per sempre.

Il silenzio cadde su di loro. Si dispersero, allontanandosi l'uno dall'altro. Ognuno perso nei propri pensieri.

Ginny non lasciò andare la mano di Harry. Lo condusse in un posto riparato, lontano dagli sguardi degli altri. Poi si voltò verso di lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra.

< Grazie > Sussurrò, stringendosi a lui.

< Di nulla... > Rispose lui al suo orecchio, abbracciandola.

< Nulla... > Esalò Ginny < Non immagini neanche quanto questo significhi per noi >

Harry non rispose. La strinse più forte e le baciò i capelli.

Ginny pensò che non sarebbe stato difficile mantenere la promessa che aveva fatto a Fred. Non si sarebbe lasciata scappare quel ragazzo unico al mondo per nessun motivo.

  
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