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Autore: Altair13Sirio    29/11/2016    2 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Erano passati due giorni da quando Riley era stata riconosciuta ed era scappata assieme ad Andy; si era nascosta nel suo “luogo segreto” dove andava sempre a rilassarsi in solitudine e poi, inseguita dagli sgherri di Bad Dog, il cui vero nome era Tobias, si era nuovamente nascosta assieme alla sua “guardia del corpo” in una vecchia casa abbandonata che avevano poi lasciato la mattina dopo per raggiungere un’abitazione più sicura dove passare la giornata seguente, finendo così a casa dell’amica di Riley, Lizzie Maslow. Ora Riley era senza cellulare e piena di dubbi: temeva di essere scoperta da un momento all’altro e per questo aveva deciso di lasciare la casa della sua amica, per il momento, e andare alla ricerca di un metodo sicuro per lasciare la città senza dare nell’occhio; ad Andy disse che voleva trovare un posto più sicuro dove restare fino a che non si fossero calmate le acque, ma il ragazzo non sembrò crederle molto.
<< Dimmi una cosa, Riley… >> Mormorò il ragazzo mentre lei lo guidava in uno slalom in mezzo alla gente che passava rapidamente sul marciapiedi. << Se stiamo cercando un altro posto dove nasconderci, significa che non ti fidi di Lizzie? >> Riley aveva preso in prestito una felpa da Lizzie e aveva tirato su il cappuccio per coprire meglio il volto; un paio di occhiali da sole scuri completavano l’opera, ma la ragazza non si sentiva ancora abbastanza sicura. L’unica cosa che rendeva il suo travestimento credibile era il fatto che riuscisse a mantenere il sangue freddo in qualsiasi situazione, quindi sembrava non avere nulla da nascondere.
La ragazza si voltò guardandolo da dietro i suoi occhiali con un’espressione poco entusiasta. << Più o meno. >> Rispose tornando a guardare davanti a sé.
Andy arrancò alle sue spalle. << Ma non capisco… Perché siamo andati proprio da lei, allora? >>
Riley cominciò a spiegare senza fermarsi, ignorando la gente che avrebbe potuto sentire le sue parole. << Liz è una stronza che vuole sempre mostrare di essere più grande e migliore di me, ma non rifiuterebbe mai una richiesta di aiuto, principalmente perché potrà vantarsene più avanti, prima o poi… Prima che conoscesse me non aveva un vero e proprio scopo, si sentiva semplicemente fuori posto, e quindi ha deciso di eguagliarmi per sembrare meglio di quello che è; sa tenere un segreto, e nonostante faccia tanto la dura non ha il coraggio di andare incontro a me o a qualcun altro, quindi è facile sfruttarla. Sa farsi i fatti suoi: se fossimo andati da qualcun altro saremmo stati sommersi dalle domande, e saremmo stati scoperti più facilmente; invece Liz, che a malapena si saluta con i suoi genitori, non è un pericolo per noi. >> Concluse la sua spiegazione con un sorrisetto prima di tornare a guardare davanti a sé.
Andy annuì in silenzio mentre Riley lo tirava a sé per strada. << Va bene, e quindi pensi che sarà il posto migliore dove restare, ma… >>
<< Vorrei che fosse così. >> Disse lei all’improvviso guardando impazientemente a destra e a sinistra, in attesa di poter attraversare la strada. << Non cercherei un altro posto dove nasconderci, in quel caso… >>
Andy non capiva. << Ma… Allora dove vorresti andare? C’è un posto che è più sicuro di quello? >>
Riley avrebbe voluto tanto avere un nascondiglio di riserva dove poter dire di essere “al sicuro”, ma questa volta dovette tacere. Non stava neanche cercando un vero e proprio nascondiglio per loro, sapeva che la polizia sarebbe stata ovunque e loro sarebbero stati riconosciuti presto; stava controllando quale fosse il modo migliore per lasciare la città senza allarmare Andy, anche se prima o poi avrebbe dovuto dirglielo.
Mentre attraversava la strada adocchiò la fermata della corriera e continuò a camminare dritta, senza notare un’automobile parcheggiata sulle strisce pedonali che colpì con l’anca. Imprecò dando un calcio alla vettura e la aggirò rapidamente, sapendo che nessuno le avrebbe dato retta; in fondo, era il proprietario dell’auto ad essere nel torto.
Riley si fermò sul marciapiedi a riflettere e rivolse uno sguardo dubbioso a Andy. << Non abbiamo pensato a una cosa… >> Mormorò con un dito sulle labbra, preoccupata di quello.
<< Di che parli? >> Chiese lui dal bordo del marciapiedi; vi aveva appena poggiato piede quando Riley si era voltata a parlare con lui.
Riley lo fissò con attenzione, come se stesse cercando qualcosa fuori posto nel suo aspetto, e alla fine adocchiò qualcosa della quale fu felice. << Questo. >> Disse allungando le braccia verso di lui e tirandogli su il cappuccio che aveva tenuto nascosto fino a quel momento. << Conoscono anche te. Probabilmente stanno cercando entrambi. >> Spiegò parlando della polizia.
Andy si guardò sorpreso. << Non ci avevo pensato. >> Mormorò con un tono di voce abbattuto. Riley si voltò contrariata, pensando che una svista come quella avrebbe potuto farli beccare; dovevano ancora lavorare un po’ sull’aspetto di Andy per renderlo meno riconoscibile, ma ci avrebbero pensato più avanti.
<< Andiamo a vedere se troviamo qualcosa alla stazione… >> Propose Riley facendo leva sulla necessità di cambiare l’aspetto del ragazzo. Andy non capì perché lei volesse proprio andare a cercare lì, ma non protestò; non sapeva che Riley stava sondando il terreno nel tentativo di scoprire se sarebbe riuscita ad andarsene dalla città via treno.
Mentre andavano là, Riley dovette fare grandi sforzi per evitare le pattuglie di poliziotti in giro per la città, trainandosi dietro anche Andy che non collaborava molto attivamente come avrebbe dovuto. Rischiarono di farsi identificare un paio di volte, e ci misero il doppio del tempo per raggiungere la loro destinazione; quando arrivarono alla stazione, la delusione di Riley fu grande, nonostante non si aspettasse di avere una piacevole sorpresa.
Gli sbirri dovevano aver previsto che avrebbe tentato la fuga, quindi avevano mandato agenti che controllassero ogni punto chiave che potesse portare fuori città. Riley sospirò abbattuta voltandosi verso Andy, ritraendosi nel vicolo da cui si era sporta. << Niente da fare… >> Commentò scuotendo la testa.
<< Sono anche qui? >> Chiese incredulo Andy riferendosi ai poliziotti.
C’era da aspettarselo. Riley avrebbe voluto spiegare ad Andy il motivo per cui avessero dispiegato così tanti agenti in giro per la città e in particolare nei punti chiave come la stazione, ma pensò che non fosse necessario e avrebbe rischiato di far capire qualcosa al ragazzo sui suoi piani. << Dobbiamo andarcene, prima che ci scoprano… >>
<< E dove? >> Chiese lui preoccupato. Non c’era un altro posto sicuro dove potevano passare la notte, e tornare da Liz a quell’ora sarebbe stato inutile, perché la ragazza era andata a scuola quella mattina. << Avremmo dovuto farci prestare delle chiavi di riserva da Lizzie… >> Mormorò il ragazzo guardandosi intorno; sembrava quasi che avessero pensato alla stessa cosa.
A un tratto a Riley venne un’idea. << Vieni con me. >> Disse tirandolo dalle manette, inoltrandosi nel vicolo da cui erano appena arrivati.
In circa mezz’ora, Riley condusse Andy alla vecchia biblioteca della città. L’edificio era grande e abbandonato, solo alcuni uffici erano utilizzati durante alcuni periodi dell’anno, e la ragazza pensò che fosse un ottimo luogo per rimanere a riposare un po’.
Andy si guardava intorno strabiliato. Si erano infiltrati nella costruzione con estrema facilità e nessuno li aveva visti; nonostante le manette, non avevano avuto problemi a scavalcare la recinzione e a infilarsi da una porta che Riley aveva scoperto essere difettosa un po’ di tempo addietro. << Benvenuto nel mio regno! >> Esordì la ragazza dopo essere entrata negli ambienti spaziosi e vuoti del vecchio edificio.
<< Mi ricordo questo posto… >> Mormorò meravigliato il ragazzo, ammirando gli interni ormai lasciati allo sfascio della vecchia biblioteca.
Riley non capì cosa intendesse, e senza che gli chiedesse niente Andy cominciò a spiegare.
<< Anni fa visitavo spesso questa biblioteca per passare i lunghi pomeriggi da solo… E’ stato molto triste quando hanno deciso di chiuderla per aprire una nuova struttura, ma quando accadde, improvvisamente persi l’interesse nella lettura che avevo scoperto tra queste mura… >> Mise una mano su una scrivania polverosa e rovinata. << Questo posto è magico… >> Sussurrò con un leggero sorriso rilassato.
Riley si guardò intorno: tutto ciò che vedeva lei era un mucchio di spazzatura che qualcuno aveva saputo sfruttare fino allo stremo e che poi era stata abbandonata lì. << Sì, forse… >> Mormorò poco sorpresa da quell’affermazione. << In ogni caso siamo qui per prenderci una pausa… >>
Andy si voltò a guardarla perplesso. << Una pausa da cosa? >> Chiese.
Riley sorrise invitandolo a fare silenzio con un rapido movimento del dito. << Da tutto il resto. >> Lo tirò dietro di sé e lo guidò nelle sale della vecchia biblioteca. C’erano ancora alti scaffali – ormai vuoti – e alcuni vecchi divanetti e poltrone dove i visitatori potevano passare il tempo a leggere con un po’ di comodità in più; si trattava ormai solo di ottimi depositi per la polvere. C’era una lunga scala attaccata a una delle librerie e non appena la vide, Andy pensò che stessero andando verso di quella.
Riley si fermò proprio davanti alla scala che, munita di ruote, poteva scivolare lungo la libreria con molta libertà nonostante fosse vecchia e un po’ arrugginita. Rivolse un sorriso impaziente ad Andy e disse:<< Sali. >>
Il ragazzo fu sorpreso di quell’invito così improvviso. << Che cosa? >> Fece contrariato. << Ma non possiamo! >>
Riley si lasciò sfuggire una risatina liberatoria. << E chi ce lo impedisce? >> Chiese guardandosi intorno in attesa della risposta di Andy. Come aveva immaginato, la sua risposta fu solo silenzio. Tornò a parlare in tono serio e si avvicinò a lui ancora di più:<< Puoi fare quello che vuoi, Andy! In questo momento nessuno ti obbliga a fare niente, non c’è nessuna regola da rispettare, nessuno che ti può rimproverare… Non senti l’eccitazione crescere dentro di te? >>
Il ragazzo sembrava perplesso, a un certo punto sembrò non sentire più le parole di Riley, ma poi alzò lo sguardo senza riuscire a trattenere un sorrisetto emozionato e disse con voce flebile:<< Sì. >>
Riley annuì con decisione e strinse un pugno. << Sì! >> Ribatté soddisfatta. << Quindi non vorrai dirmi che non approfitterai di questa situazione per salire su questa scala e farci un giro? Tutti avranno sognato di salirci almeno una volta nella vita! >>
Andy alzò lo sguardo e contemplò l’imponente scala. Metteva quasi paura, ma l’idea di sfrecciare su di essa lungo la parete della sala era così intrigante che il ragazzo sentì il bisogno irrefrenabile di salirci sopra. << Facciamolo! >> Esclamò lui quasi incredulo di quella situazione. Non aveva mai pensato di volerlo, ma ora sentiva di averlo sempre desiderato.
Riley sorrise piena di sé quando capì di aver convinto il ragazzo. Si fece da parte per lasciarlo salire sulla scala e subito dopo vi si arrampicò lei; dovevano tenere i polsi vicini a causa delle manette che li legavano, e quindi questo rese il tutto un po’ più complicato, ma Riley e Andy si ingegnarono per poterci riuscire senza problemi, rimanendo insieme sulla scala.
<< Sei pronto? >> Chiese la ragazza alzando per un attimo lo sguardo verso Andy sopra di lei. Il ragazzo si teneva alla scala con la mano destra, mentre la sinistra pendeva verso il basso per rendere meno fastidioso il giro a Riley, che altrimenti avrebbe dovuto tenere il braccio teso verso l’alto.
Andy controllò un’altra volta la sua presa sui pioli della scala e sorrise annuendo a Riley sotto di lui. << Vai! >> Esclamò deciso.
La ragazza, appena sentito il comando, mise un piede a terra e cominciò a spingere con forza la scala. La libreria era lunga e il loro “mezzo di trasporto” aveva parecchia strada da fare prima di raggiungere il capolinea, quindi non ci sarebbero stati problemi per la velocità o la durata del giro.
La scala cominciò a scorrere nelle guide che la tenevano ancorata alla libreria e non appena si mosse Andy sentì un tuffo al cuore. Dopo una seconda spinta di Riley, la scala prese più velocità e Andy sentì l’aria sferzargli il viso nello spostamento. A un terzo colpo del piede della ragazza, questa salì definitivamente sulla scala e smise di spingere, godendosi il giro e gridando per contrastare l'aria che le colpiva la faccia. Avevano raggiunto una velocità notevole nonostante Riley avesse spinto solo tre volte con il piede; sembrava che la ragazza fosse abituata a quella cosa, mentre per Andy si trattava della prima volta. In quel momento gli sfuggì un’esclamazione di sorpresa e si dondolò avanti e indietro sulla scala per sentire ancora di più il brivido dell’avventura: era qualcosa di effimero, innocuo, molto lontano da ciò a cui era abituata Riley, ma era un inizio per Andy.
Gradualmente, la scala rallentò e raggiunse la fine della parete. Andy lanciò un urlo e saltò giù dalla scala atterrando pesantemente. << Facciamolo ancora! >> Esclamò pieno di eccitazione mostrando di non poter contenere tutto il suo entusiasmo.
<< Salta su… >> Gli fece eco Riley facendogli un cenno con la testa, ma il ragazzo le prese la mano e la guardò negli occhi.
<< Questa volta stai tu di sopra, e io spingo la scala. >> Disse con espressione seria in viso. Riley sembrò contrariata, ma anche intrigata dall’idea di lasciarsi spingere per una volta su quella scala: di solito andava lì da sola, e non aveva mai provato l’emozione di fare un giro a tutta velocità in cima alla scala mentre qualcuno la spingeva.
<< D’accordo… >> Mormorò con un sorrisetto. << Allora mi affido a te! >> Disse ad alta voce cominciando ad arrampicarsi sulla scala della libreria, mentre il suo braccio destro rimaneva abbastanza vicino a quello sinistro di Andy.
Una volta che la ragazza fu salita sulla scala, lui si aggrappò con fermezza a uno dei pioli sotto ai piedi di Riley e mise l’altra mano sul montante per poterla spingere meglio. Una volta che lei gli ebbe dato il segnale, il ragazzo cominciò a correre parallelo alla parete, trainando con tutte le sue forze la scala su cui era salita Riley; durante la rincorsa, la ragazza lanciò un urlo liberatorio che aumentò di intensità all’aumento della velocità della scala. A un certo punto, quando Andy capì che non avrebbe potuto fare di più, fece un saltello e mise i piedi sui pioli più inferiori della scala.
Urlarono insieme. Andy alzò la mano sinistra verso Riley e lei gliela afferrò con la destra; si tennero per mano pochi istanti, prima di rendersi conto che la scala stava per raggiungere la fine della corsa: c’era un’altra libreria messa perpendicolare alla loro e a quella velocità l’avrebbero colpita in pieno.
Riley si accorse di quella situazione e sentì una scossa dentro di sé. << Oh, no! >> Commentò con tono un po’ troppo ironico per poter essere presa sul serio, ma Andy comprese ugualmente quello che voleva dire. << Dobbiamo saltare! >> Esclamò abbassando la testa verso di lui per farsi sentire meglio.
Il ragazzo alzò lo sguardo confuso; non chiese conferma di quello che avrebbero dovuto fare, ma attese che fosse lei a prendere l’iniziativa. Prima che fosse troppo tardi e la scala si schiantasse contro l’altra libreria, la ragazza urlò:<< SALTA! >> E si lanciò via dalla scala a sua volta.
Andy seguì l’ordine di Riley e i due si ritrovarono a rotolare a terra uno sopra all’altra, mentre alle loro spalle si alzava un frastuono inimmaginabile. Ci volle parecchio tempo prima che smettessero di rotolare a terra, Andy finì addosso a Riley e lei lo spinse via ansimando, ma nessuno dei due osò dire una parola; invece, entrambi alzarono lo sguardo verso il punto dove era avvenuto lo scontro: videro la scala staccarsi dalle guide che la tenevano attaccata alla sua libreria e schiantarsi con violenza a terra, mentre l’altra libreria capitombolava pesantemente sul pavimento, sfasciandosi in mille pezzi a causa dell'impatto.
Dopo un attimo di sconcerto Riley lasciò andare una risata. Affannata e leggermente isterica, quella risata suonò stranamente soddisfatta per la ragazza, che si fermò per rivolgere lo sguardo verso Andy. << Che bel casino… >>
Lui rimase qualche secondo a guardarla esterrefatto. Come faceva a ridere in quella situazione? Non riusciva a capacitarsene, e il peggio era che anche lui, in quello stesso istante, sentì un’irrefrenabile bisogno di ridere. La sua risata però fu più debole e meno decisa, ma servì comunque a rassicurare la ragazza.
A un tratto le risate si arrestarono. I due ragazzini rimasero a guardarsi negli occhi per alcuni istanti interminabili, durante i quali furono molti i pensieri che passarono nelle loro teste. Sembrava che nessuno dei due volesse alzarsi, nessuno volesse lasciare andare quegli sguardi. Poi, con rapidità, Riley si tirò su con la schiena e si mise a sedere sul pavimento.
<< Bé, adesso possiamo dire che questo posto ha fatto il suo tempo. >> Quella battuta sembrò forzata a Andy, che non rise né mostrò di averla intesa, ma si alzò a sua volta e le rivolse uno sguardo perplesso. All’improvviso la ragazza sembrava così cupa e triste, ma poteva essere che si stesse immaginando tutto?
<< Riley… >> Mormorò lasciando andare un leggero sorriso. La ragazza rivolse il proprio sguardo verso di lui e inarcò un sopracciglio. << Grazie. >> Sussurrò lui allungando una mano verso di lei, speranzoso.
Riley lo guardò con sospetto, quasi come se si stesse chiedendo per quale motivo la stesse ringraziando, poi gli batté il cinque con mollezza e si alzò da terra. << Andiamo a trovare un posto per mangiare. >> Commentò sbuffando.

P.s.: Grazie per aver letto questo capitolo di Bad Girl! Come avrete notato, ho deciso di anticipare la pubblicazione di questo capitolo dato che domani non mi sarà possibile scrivere nè accedere dal computer a questo sito, e il motivo è molto semplice: devo partire per qualche giorno e non avrò la possibilità di lavorare alla storia. Vi lascio momentaneamente con questo capitolo e vi prometto che avrete presto notizie di me! Quando sarò tornato pubblicherò un nuovo capitolo e questo messaggio sparirà, come ho sempre fatto ogni volta che ho dovuto interrompere una storia. Grazie per la comprensione e la pazienza, e grazie ancora una volta per aver letto la storia fino ad ora!
Altair13Sirio
   
 
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