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Autore: martina_1534    29/11/2016    1 recensioni
Credo nella grandezza della Commedia, credo nella potenza della parole.
Dante. Un nome una leggenda, no?
Eppure stavolta il viaggio è diverso, stavolta si scopre un'altra verità.
E' il momento di dire davvero le cose come stanno.
"Raccontami la realtà" azzardo tremando.
"La realtà è che io non sono il male" Mi dice con quello sguardo di ghiaccio colui che comanda il fuoco eterno.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Durante il nostro cammino, centinaia di dubbi assalgono la mia mente. Virgilio mi guarda e, in tutta la sua maestosa e lucente compostezza, esprime il suo pensiero. - “Non scrissi io di Enea, il quale attraversò l’infido inferno ma contribuì poi alla nascita di Roma? E non rimembri, in fede tua, dell’Apostolo Paolo sceso anche egli in esso per unire tutti in Dio?” - “Io non son né un fondatore né un Santo. Chi, dunque, concede ad un homo il quale sono, ad intraprendere un viaggio simile?”
Il coraggio che ho avuto sino ad ora, scompare in gran quantità se non del tutto. Il viaggio è arduo e la paura molta di più.
Virgilio m’accusa di viltà, definendomi una bestia che ha paura della propria ombra. Ciò mi rattrista e il cuor fa un passo indietro, lasciando la strada libera alla mia fede. - “Ero nel Limbo” – mi disse – “passeggiavo e discutevo con i grandi filosofi dell’età dell’oro. Il discorso era sempre il medesimo: Dio. Socrate lasciava inizialmente parlare gli altri e, al fine, gli argomenti eran sempre gli stessi: Platone sosteneva, da quel che mi parve di capire, l’esistenza di idee o forme eterne delle quali la realtà non è che una copia. Aristotele invece sosteneva l’opposto.
Al fin della discussione risposi che l’unica filosofia presente all’inferno fosse quella di Lucifero. D’improvviso, difronte a me, apparve una luce.
“Virgilio, sono Beatrice, da Dio mandata. Sono qui per affidarti un compito: il sommo poeta guiderai attraverso i regni ultraterreni per condurlo alla salvezza. Oh Virgilio, permetti a Dante di salvare la sua anima”
Rimango stupito: la mia Beatrice vuole la salvezza della mia anima.
Al termine del nostro cammino, vedo una porta su cui si legge a grandi lettere: LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE.
Il cuore mi batte forte e, dopo aver solcato la soglia della porta, si odono le disperate grida dei dannati che provocano in cuor mio tristezza e malessere.
-“Qui, al margine di questo diabolico luogo, risiedono gli ignavi”- così si rivolge a me il poeta- “radunati in schiere. Coloro che in vita non presero decisione alcuna, dopo la morte inseguono una bianca bandiera.”
Al sol veder di quelle schiere, smetto per un secondo di respirare.
-“Dante, non perder tempo commiserandoli, gli altri gironi sono ben peggiori. Non Ragioniam di lor ma guarda e passa.”
Quasi odo una nota di disperazione nella voce della mia guida.
Vedo altre genti sulla riva e chiedo spiegazioni, tutto mi sembra così assurdo all’Inferno.
-“Sono le anime dei dannati in attesa di Caronte, il traghettatore di anime. Eccolo che arriva Dante, osserva.”
-“Oh tu uomo, partiti da coloro che sono morti!”
A queste parole rivoltemi da Caronte, Virgilio con coraggio gli risponde nel modo più calmo e pacato che abbiamo conosciuto in vita.
-“Vuol sì così colà dove si puote e ciò che si vuole e più non dimandare”
La scena che si pone dinanzi ai nostri occhi è impressionante. Il demonio minaccia e raduna gli spiriti con occhi fiammeggianti e li batte con il remo. Quasi le lacrime scendono a forza dagli occhi miei dal terrore.
-“Convergon qui da ogni dove, coloro che muoiono nell’ira di Dio. Il rifiuto del demonio Caronte significa che non sei destinato a tal luogo, il tuo viaggio proseguirà.”
L’emozione in me è grande ma è scomposta subito dal tremore dell’Inferno sotto di me. Il grande spavento viene poi incentivato da un vento forte e un rumoroso lampo. La luce emanata da quest’ultimo è vermiglia, quasi ricorda il colore del fuoco e per lo spavento e caddi come l’uom cui sonno piglia.
  
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