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Autore: Claire Penny    30/11/2016    1 recensioni
[REVISIONATA]
C'era una volta una principessa.
Ora non più.
A sostituire la dolce, graziosa e bellissima fanciulla di sangue blu, adesso c'è un'anonima, goffa ed ingenua adolescente, con un'incredibile propensione a ficcarsi nei guai e desiderosa di darsi alla ribellione tipica della gioventù.
C'era una volta il principe azzurro.
Un nobile rampollo, alto, gnocco e affascinante, sempre pronto a salvare la vita alla bella di turno in sella al fedele destriero? Seh, una volta, forse.
Al suo posto ora c'è un misterioso, solitario ed asociale studente dal fascino tenebroso, circondato da un'aura che emana pericolo.
Ah, dimenticavo di aggiungere che è perennemente assetato di sangue, preferibilmente quello della sopracitata giovane donna. Contemporaneamente però, scopre di esserne innamorato.
Ora, chi di voi ragazze non ha mai sognato di vivere in una "fiaba moderna" con questi presupposti? Sembra tutto incredibilmente romantico, non è vero? Bene, vi posso assicurare che di romantico qui c'è ben poco.
Come lo so? Beh, perchè io, Serena Dale, e le mie amiche, ci siamo passate.
E credetemi, le nostre storie vi faranno sicuramente cambiare idea sui moderni principi azzurri.
Genere: Satirico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serena se n’era andata prima che Violet finisse di interrogare Tristan. Nessuno disse nulla quando questo avvenne. Aly avrebbe voluto seguirla, abbracciarla e consolarla. Nessun altro meglio di lei avrebbe saputo capirla, in quel momento.
Per quanto bramato, atteso e cercato, il momento in cui ci si trova finalmente faccia a faccia con la verità non è mai come lo si immagina, per quanto fervida possa essere la propria fantasia, soprattutto se si tratta di una verità scomoda. Per quanto l’intuito possa mettere le persone davanti ad ipotesi e sospetti altamente verosimili, averne la conferma lascia ogni volta addosso la sensazione di aver ricevuto uno schiaffo in pieno viso. Uno di quegli schiaffi dati con risentimento e rabbia repressi troppo a lungo, quelli che fanno bruciare e pulsare la pelle. Ci si vede tagliata ogni possibile via di fuga dalla realtà. A partire da quel momento, ci si potrà più nascondere nell’illusione o nella seppur minima probabilità di avere torto. Non resta altra scelta che accettare ed affrontare la situazione davanti a cui ci si trova.
Violet trattenne Aly posandole una mano sulla spalla e lanciandole un’occhiata dal chiaro sottinteso: meglio lasciarla sola.
La ragazza obbedì controvoglia e guardò Serena allontanarsi oltre il parcheggio, mentre i suoi capelli neri e la gonna del lungo vestito di velluto nero che indossava ondeggiavano sinuosi, mossi dal vento.
Nel frattempo, Violet andava avanti con il suo interrogatorio, che Aly da quel momento seguì con meno attenzione.
Tristan negò qualunque coinvolgimento nei piani di Elijah e qualunque tentativo di soggiogamento nei suoi confronti. La cosa non sorprese più di tanto la ragazza: nonostante i rapporti tra loro si fossero sempre tenuti su un piano strettamente formale e superficiale, Aly aveva sempre avuto la sensazione che Tristan non fosse esattamente il più sveglio del clan, al contrario di Elijah. Se quest’ultimo avesse voluto servirsi di qualcuno, di sicuro la sua scelta sarebbe ricaduta su qualcuno di più affidabile, soggiogazione o meno.
Per lungo tempo Aly si era chiesta cosa ci avesse visto una ragazza brillante come Serena in Tristan, a parte il fatto che lui poteva vantare molte delle superficiali caratteristiche che contribuivano a renderlo l’apparentemente perfetta incarnazione dei vampiri romantici dell’immaginario collettivo delle adolescenti: era dotato di una bellezza particolare, con i capelli castano-ramati e gli occhi color ambra che creavano un particolare contrasto con la carnagione chiarissima. I lineamenti marcati del suo viso si accordavano perfettamente all’enigmatica espressione che era solito mostrare a chi lo circondava, in particolare alle ragazze, una sorta di mezzo sorriso beffardo che sembrava però nascondere qualcosa, come una velata malinconia. Alla fine, Aly era arrivata alla conclusione che fosse stato proprio quest’ultimo dettaglio a catturare inizialmente l’attenzione di Serena. Il suo istinto più forte, quello che la spingeva sempre a cercare di risolvere i problemi altrui, l’aveva condotta dal vampiro. Con ogni probabilità, la ragazza aveva creduto di vedere dietro il criptico atteggiamento di Tristan qualcosa in più, una tristezza più profonda di quella che era possibile intravedere dal suo sguardo e che aveva convinto Serena a tentare di alleviare almeno in parte l’antica sofferenza che credeva che il vampiro tentasse di celare.
Ma la verità, secondo Aly, era che quella di Tristan non fosse altro che una maschera creata su misura, un’esca perfetta per attrarre ragazze come Serena e che dietro la facciata dell’anima tormentata, non ci fosse niente di più che il banalissimo desiderio di assecondare la propria sete di sangue e di nutrire ancora una volta il suo già immenso ego.
Ecco la sola cosa in cui Tristan riusciva perfettamente: recitare la parte del perfetto cliché del vampiro, così come lo volevano le giovani, le stesse che poi usava solamente per raggiungere i propri egoistici fini. Non c’era nessun tormento interiore, nessun trauma o rimpianto conseguente a qualche evento accaduto secoli prima il cui ricordo ancora lo straziava. Era tutta solo una farsa, un trucco semplice ma efficace.
Tristan probabilmente non soffriva per la sua condizione così come altri suoi simili. Lui faceva ciò per cui esisteva e le sue uniche preoccupazioni erano quelle strettamente indispensabili per il quieto vivere di ogni vampiro: nutrirsi, sentirsi venerato quasi come un dio dai mortali ed avere il rispetto dei suoi simili.
Quando Aly tornò a concentrarsi sull’interrogatorio da cui si era estraniata mentre rifletteva sull’ex di Serena, si accorse che era Violet aveva finito con Tristan ed in quel momento era il turno di Max, che stava giusto per rispondere alla domanda più fondamentale.
-No, Elijah non ha mai tentato di soggiogarmi- disse, con voce ferma.
La ragazza emise un leggero sospiro di sollievo ed era certa che anche Violet stesse provando la sua stessa sensazione. Max non aveva fatto il doppio gioco.
A quel punto c’era ancora una possibilità che riuscissero a mettere in atto il loro piano originale, magari con qualche piccola modifica.
Alla fine toccò a Xavier. Il vampiro, uno dei più anziani del clan e secondo per età solamente a Max, da quando Aly e Serena erano comparse al fianco di Violet, non le aveva degnate di un solo sguardo. I suoi occhi erano fissi sulla Guardiana ma, al posto dell’odio o dell’insofferenza che quelli di Evelyn e Tristan dimostravano chiaramente nei suoi confronti, quelli di Xavier esprimevano un formale rispetto. Un dettaglio insolito.
Aly invece, nonostante non fosse mai stata ricambiata, lo fissava con profondo disprezzo. Lui la stava ignorando, si ostinava a fingere di considerarla solo una ragazzina insignificante, quando lei, grazie all’ammissione di James, sapeva che le cose stavano in modo ben diverso.
Xavier aveva prima cercato di mettere le componenti del club una contro l’altra e, dopo aver miseramente fallito, aveva obbligato il suo ex a tornare in città, ben sapendo che in questo modo avrebbe dato il colpo di grazia al gruppo, che allora, solo poche settimane prima, era già gravemente compromesso. Ma nonostante fosse andato veramente vicino a raggiungere il suo scopo, anche questa volta i suoi tentativi di sabotare il club erano andati in fumo e la prova definitiva del suo fallimento si trovava proprio davanti a lui: era la stessa Aly, libera una volta per tutte dall’influenza di James e apertamente schierata accanto a Violet.
Le ragazzine non stavano più solo giocando a fare le ribelli. Avevano iniziato a fare sul serio ed il vampiro, nonostante si ostinasse a mostrarsi superiore ed impassibile come sempre, l’aveva capito.
Dopo che ebbe bevuto il siero, Xavier si preparò alle domande che sarebbero seguite, continuando a guardare  Violet negli occhi. Ma anche questa volta, così come aveva fatto con Tristan, dopo aver chiesto le generalità – ed aver scoperto che il nome originale del vampiro era Madius e che lo aveva cambiato alcuni secoli addietro in seguito alla morte del suo primo creato, che di nome faceva, appunto, Xavier – la guardiana aveva rivolto a quest’ultimo un sorriso perfido, per poi voltarsi verso Aly.
-Hai niente da chiedere a Xavier per provare che stia dicendo la verità?- le chiese Violet, eloquente.
La ragazza, che aveva sperato in una proposta del genere dopo che la mezza fata aveva lasciato che Serena ponesse una domanda a Tristan, non se lo fece ripetere due volte. Sapeva già perfettamente cosa chiedere al creatore del suo ex ragazzo ed il fatto che ad assistere ci fossero gli altri membri del suo clan rendeva la situazione più che perfetta, secondo il suo punto di vista.
-Allora, Xavier- iniziò, facendo un passo verso l’interrogato. –Per quale ragione hai ordinato a James di tornare in città? Spiegami le cose nei dettagli-.
Il vampiro, nonostante il leggero intontimento provocato dal siero, finalmente la guardò negli occhi, e lo fece con più decisione di quella che Aly si sarebbe aspettata. Normalmente uno sguardo del genere avrebbe fatto sentire la ragazza in soggezione ma, dopo tutte le azioni spregevoli di cui Xavier si era reso responsabile nel tentativo di sabotare il club e dopo tutto il dolore che le aveva inflitto tramite James, in quel momento non ci sarebbe stata occhiata in tralice o minaccia più o meno esplicita in grado di farle abbassare lo sguardo. L’ira verso di lui era troppa.
-L’ho fatto…- disse, a denti stretti, come se cercasse di impedire alle sue labbra di pronunciare quelle parole. –L’ho fatto perché non sopportavo più quel vostro gruppo di ragazzine frustrate. All’inizio ai miei occhi eravate solo delle stupide mortali che non riuscivano a farsi una ragione del fatto che i loro amati vampiri non fossero più interessati a voi, ma poi siete uscite allo scoperto e la voce su quello che stavate facendo si è sparsa. E, incredibilmente, molti degli studenti hanno iniziato ad ascoltare le lagne di voi piccole ingrate e a guardarci in modo diverso, a mostrarsi più diffidenti verso di noi. Ero molto sorpreso, non posso negarlo, ma poi ho capito: gli umani sono irrimediabilmente attratti da tutto ciò che assume i contorni di un tentativo di ribellione. Voi cercavate di opporvi a qualcosa di ormai consolidato, all’ordine naturale delle cose. E nonostante il vostro obbiettivo avesse avuto fin dal primo momento l’inconfondibile odore della causa persa, la determinazione che ci avete messo per riuscire a raggiungerlo è stata sufficiente ad attirare l’attenzione di molte ragazze e la cosa ha iniziato a darci leggermente noia. Ero però consapevole del fatto che il vostro simpatico club non era così non era poi così unito come cercavate di dare a vedere. Avevate caratteri e personalità troppo differenti per riuscire ad andare d’accordo così facilmente come volevate far credere-.
Xavier a quel punto sorrise in modo perfido. Aly, suo malgrado, dovette ammettere che nonostante la rabbia che provava verso quell’individuo fosse talmente intensa da sfociare quasi nell’odio vero e proprio, il vampiro che aveva davanti rappresentava l’essenza stessa del fascino. Era certa che lui ne fosse fin troppo consapevole e che avesse imparato ad esercitare tale qualità anche solo con il minimo gesto, attraverso piccoli dettagli appena accentuati che tuttavia riuscivano a fare la differenza, proprio come quel sorriso. Era quasi come un superpotere.
-Sapevo che mi sarebbe bastato mettere in dubbio la lealtà di una sola tra voi e che l’istinto autodistruttivo che contraddistingue la vostra specie avrebbe provveduto al resto. Ho scelto Serena perché la consideravate alla stregua di un leader e pendevate quasi dalle sue labbra senza sapere quale ipocrisia si celasse dietro alle sue belle parole. A quel punto però vi siete mostrate più forti, o più stupide, a seconda dei punti di vista, di quello che credevo. Lei è riuscita a riconquistare la vostra fiducia nonostante tutto. Non è stata però una sconfitta sotto ogni punto di vista: a fare le spese di quella vicenda è stata la ragazzina di Elijah, Emily, se non sbaglio. A quel punto ho avuto la certezza che, anche se non nel modo che avevo programmato, ben presto vi sareste messe una contro l’altra, ma non volevo correre altri rischi…-
-Così hai deciso di usare James come garanzia- concluse Aly al posto di Xavier, con la nota aspra nella voce a tradiva l’ira che a stento riusciva a contenere.
-Esattamente- confermò il vampiro.
-Ma non avevi messo in conto che avrei scoperto che lui e mia nonna hanno avuto una storia e che la tua “garanzia” avrebbe ammesso di esserne ancora innamorato, permettendomi così di capire con chi avessi a che fare e dandomi finalmente il coraggio di lasciarlo una volta per tutte-
Lo sguardo di Xavier si fece leggermente perplesso.
-Credo che sarebbe stato difficile anche per un chiaroveggente, mettere in conto una situazione del genere- intervenne Violet, intromettendosi. –Scusami Aly, ma devo interrogarlo prima che finisca l’effetto del siero-
Aly annuì e si fece da parte, nonostante desiderasse con tutta sé stessa portare avanti quella discussione.
-No, Elijah non ha mai tentato di soggiogarmi- disse Xavier, anticipando la domanda della Guardiana. –Però ho notato che ultimamente frequentava qualcuno non esattamente conforme ai suoi standard, diciamo così. La cosa non mi aveva mai particolarmente insospettito, ma recentemente ho notato che la persona in questione mostra alcuni segni tipici della soggiogazione-
-Se si tratta di Kelly, lo sappiamo già- lo anticipò Violet.
Xavier aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma in quello stesso momento, una voce assai familiare ad Aly chiamò forte il nome della mezza fata, facendo voltare tutti i presenti.
Serena, Em, Clare e Cameron stavano correndo nella loro direzione, tutti accomunati dalla medesima espressione allarmata sui loro volti. Prima ancora che li raggiungessero, Max, Aly e Violet, furono attraversati dallo stesso brutto presentimento. Presentimento che si concretizzò pochi istanti dopo.
-Non ditemelo- sussurrò invano la Guardiana.
-Sono scomparsi- annunciò Cameron., ansimando a causa della corsa.
-Ti avevo detto di non dirmelo- disse lei. –Come hanno fatto? Non li stavate tenendo d’occhio?-
-Sono svaniti nel giro di un istante- intervenne Serena. -È successo tutto talmente in fretta che non riesco ancora a capire come abbiano fatto. Li abbiamo persi di vista per un attimo, questione di un paio di secondi al massimo, e loro non c’erano più-
-Lo sapeva- affermò sicuro Max, ormai libero dagli effetti del siero. –Sono pronto a scommettere che Elijah sapesse che stava per succedere qualcosa-
-Cosa facciamo adesso?- chiese Aly.
-Non è tutto- intervenne Clare. –Em…ha trovato qualcosa, proprio al tavolo acanto a cui si trovavano l’istante prima di scomparire nel nulla-
Solo in quel momento Violet e Aly si accorsero che Em si stava praticamente facendo sorreggere da Clare. Aveva uno sguardo sconvolto e gli occhi sembravano sul punto di inondarle le guance di lacrime.
La ragazza allungò alla guardiana un foglio bianco ripiegato, con mano tremante. Quest’ultima lo aprì e diede un’occhiata al contenuto. Mentre leggeva il suo volto si fece tetro e, quando ebbe finito, rivolse ad Em uno sguardo indecifrabile, mentre la ragazza fissava il vuoto davanti a sé, piangendo in silenzio.
-Cosa dice?- domandò Max.
Violet rilesse quindi il messaggio, questa volta ad alta voce:
-“Sotto la luce della luna
e il chiarore delle stelle,
sorvegliate da due creature,
ci sono due sorelle.
Sulla prima veglia
la giovane guardiana
col sangue di due mondi
ed una fredda lama.
Sulla seconda veglia
un solo e vecchio vampiro
non possiede armi
è freddo il suo respiro.
A mezzanotte sotto il salice
fanciulla per fanciulla
o le foglie, l’erba e la terra
Diverranno la sua culla-.
Dopo aver ascoltato quei versi, sul gruppo calò un silenzio spettrale carico di apprensione che durò per un tempo che parve infinito.
Per quanto scritta divinamente, quella poesia era un ultimatum i cui termini ero piuttosto chiari: Elijah voleva che Violet gli consegnasse personalmente Em in cambio di Kelly e la guardiana aveva appena un’ora di tempo per decidere se assecondare la richiesta o cercare di escogitare in fretta un piano alternativo per riuscire a strappare Kelly dalle grinfie del vampiro.
Dopo parecchi istanti però, uno dei presenti ebbe il coraggio di porre fine a quel pesante silenzio: Xavier, incredibilmente.
-Credo che non sia il migliore dei momenti per farvelo sapere, ma credo sia opportuno informarvi che la persona che ultimamente stava legando con Elijah è proprio l’elegante licantropo lì accanto a voi-.





*N.d.A. Ebbene sì, sono ancora viva. So di essere scomparsa per un bel po' di tempo e che solo per la lunga attesa avreste meritato un capitolo molto più lungo ma, come forse avrete notato, ho trascorso gli ultimi mesi a revisionare la storia, in particolare i primi capitoli che, diciamocelo, erano scritti in modo un po' penoso. Al momento sono stranamente carica di preziosissima ispirazione ed intendo sfruttarla al massimo, così da evitare di far passare un'altra era geologica prima di aggiorare di nuovo, quindi non temete, questa storia non verrà assolutamente lasciata in sospeso (ho già programmato nel dettaglio il finale, giusto per rassicurarvi). Come sempre, grazie della vostra infinita pazienza. A big kiss :)*
   
 
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