Carlos
Duncan aveva riflettuto a sufficienza
sulle parole della piccola Eulalia.
Costei era
poco di una bambina, appena
uscita dall’infanzia e non aveva conosciuto altra
realtà all’infuori del
monastero dov’era cresciuta e per quello secondo lui nel
vederlo la giovane
aveva cominciato a pensarlo: era l’unico uomo giovane che
probabilmente avesse
mai visto, un comportamento normale, disdicevole ma scusabile in una
giovane
della sua età. Sarebbe stato opportuno dotarla di una
piccola dote e farla
sposare invece di destinarla al chiostro si era detto, meglio che
peccasse con
suo marito che in un futuro una volta divenuta suora con uno dei tanti
giovanotti attratti dal sacro abito e dal fascino proibito delle
religiose, o
che peggio ancora si indirizzasse verso pulsioni contro natura.
Solitamente
non si sarebbe occupato
così tanto di una semplice novizia ma c’era
qualcosa in Eulalia che scatenava
in lui un desiderio di protezione nei confronti della bionda novizia,
il
desiderio di confortarla, di rincuorarla, di proteggerla dal mondo, di
stringerla a sé e di farle scudo con il proprio corpo. Solo
una volta aveva
sognato di baciarla, di unire le loro labbra, di gustarne la morbidezza
e il
sentire il suo sapore su di sé, di sentire quel corpo
così rigido e delicato
abbandonarsi tra le sue braccia e quegli occhi guardarlo con devozione
e con
l’amore che si riserva ai precettori e ai mentori, non agli
innamorati. Non
poteva innamorarsi di lei perché lui aveva fatto un
giuramento e lei era in
procinto di farne uno, sarebbero stati entrambi legati alla chiesa e
quello
sarebbe stato immorale, tremendamente immorale. Non poteva amarla
perché aveva
l’età per essere suo padre e soprattutto non aveva
niente da offrirle,
solamente una tonaca da prete e pochissimo denaro ed Eulalia meritava
di meglio
se avesse deciso di non prendere i voti. Non poteva nemmeno pensarci
perché
sarebbe scoppiato uno scandalo che avrebbe travolto entrambi e il
convento
rovinando ogni sua ambizione e lasciando lei senza un futuro tranne il
meretricio e la perdizione dell’anima.
Eppure per
quanto facesse non riusciva
ad eliminarla dai suoi pensieri, Eulalia Valdes vi appariva nei momenti
più
disparati, quando diceva messa, quando pregava o leggeva il breviario
per farsi
coraggio e più volte negli ultimi giorni quando dormiva,
quei sogni non lo
avevano tormentato durante la giovinezza come solitamente avveniva ma
arrivavano adesso, più forti e più intensi di
quanto mai avesse letto. Non
erano sogni peccaminosi, solamente di lui che la teneva stretta a
sé in prato,
erano distesi sull’erba e lui gli sorrideva rapita, lo
sguardo disteso e felice
mentre lui intrecciava ghirlande di fiori tra i suoi capelli e le
baciava le
mani, non accadeva nulla di più sconveniente eppure si era
svegliato con il
sudore che gli imperlava la fronte e con una conseguenza più
evidente sul suo
corpo. Non aveva osato parlarne con nessuno, il vescovo aveva grandi
aspettative su di lui e molti degli altri preti non sarebbero stati
discreti
nell’udire che provava qualcosa a cui non riusciva a dare un
nome per una
giovanissima novizia, quello era il suo segreto e la sua penitenza,
solo lui
doveva sapere come non riuscisse a non pensare ad Eulalia Valdes e come
lei lo
avesse pensato. Forse era quello il vero problema si era detto una sera.
Lei lo
aveva tentato, non consapevolmente
ma nel confessionale quelle parole lo avevano reso meno sicuro di
sé stesso e
della sua vita, quelle parole gli erano entrate nella testa ma era uno
sbaglio,
non avrebbe saputo nemmeno come cominciare a corteggiarla se avesse
voluto e
lui non voleva, non provava quei sentimenti nei confronti della giovane
novizia, così giovane, così bella e
così indifesa, aveva il volto di un angelo
si era ritrovato a pensare con un sorriso appena accennato. Non era
pronto per
quello, né i suoi insegnanti e tantomeno i suoi genitori lo
avevano mai
preparato per la vita monda, per piacere alle donne e fino ad allora
era
vissuto serenamente ignorando desiderio, passione e amore.
Così,
una settimana dopo il loro primo
contatto Carlos Duncan era tornato al convento per adempiere ai suoi
obblighi
come avrebbe dovuto fare e con la decisione di dover parlare con la
badessa,
non le avrebbe parlato di Eulalia ma in generale delle novizie, il
convento
aveva una reputazione impeccabile ma bisognava sempre vigilare.
Suor Maria Luisa lo accolse con il
sorriso e lo fece sedere nel suo alloggio, da come si torceva le mani
era
evidente che doveva aver appena litigato con qualcuno, probabilmente
con la
decana pensò Carlos, come tutti era a conoscenza della faida
tra le due donne.
<<
Vi trovo bene sorella,
sembrate però turbata, qualcosa vi angustia?
>> le chiese prima di far
vagare lo sguardo, l’alloggio di suor Maria Luisa non aveva
nulla da invidiare
a quello di una qualsiasi dama dell’orgogliosa aristocrazia
madrilena: un letto
finemente lavorato, uno specchio incastonato in una preziosa cornice,
quasi che
rappresentavano la madonna e i santi come giusto per un luogo simile ma
nella
resa troppo sfarzosi ed esibiti a suo parere, cassapanche intagliate di
ottimo
gusto e una bibbia miniata, suor Maria Luisa sarebbe stata certamente
più
adatta ad un palazzo ché al chiostro, una vita di corte e di
divertimento
l’avrebbero resa più felice della vita monastica
pensò Carlos.
<<
Niente di cui si debba
preoccupare padre, solo piccoli dissapori tra suore, lei compia il suo
dovere
come io compio il mio, solo questo è importante oggi come
oggi, con queste
nuove idee che possono contaminare le ragazze >> gli
rispose la badessa
con aria orgogliosa.
<<
Volevo parlarle proprio di
questo, delle novizie. Molte di loro decidono di prendere i voti spinte
dalla
famiglia e non da vera vocazione e si vergognano di questo, motivo per
cui non
lo confessano, se poteste fare loro un discorso sarebbe importante, la
vocazione deve essere cercata dentro di noi per nostro desiderio e non
per
accontentare i desiderio della famiglia >>
dichiarò, ignorava quale fosse
la posizione di Eulalia ma sentiva che quel discorso per quanto
schietto prima
o poi dovesse essere fatto.
<<
Molto bene, solitamente
concediamo alle nostre novizie due anni prima che prendano
definitivamente i
voti, in maniera tale che abbiano il tempo di decidere se è
quello che
realmente vogliono, inoltre se una delle nostre ospiti manifesta una
vocazione
allora la incoraggiamo a seguire quel che il suo cuore desidera dopo
aver
scritto alla famiglia, può accadere il contrario, ossia che
alcune delle nostre
orfane non prendano il velo, in tal caso provvediamo ad una dote e poi
troviamo
loro degli onesti giovani che le prendano in moglie prima che si
perdano, le
vie del Signore saranno anche infinite ma quelle del diavolo sono
subdole
>> gli spiegò la badessa con orgoglio
malcelato.
<<
Comprendo, ora io andrei, se
avete bisogno di qualcosa non esitate a farmi chiamare, madre
reverendissima
>> la salutò prima di uscire da quella stanza.
Mentre
raggiungeva il confessionale si
era stupito nel cercare con gli occhi la figura snella e delicata di
Eulalia,
era come se non potesse farne a meno, doveva sapere dove si trovava in
quel
momento la giovane e non riusciva a spiegarsi il perché,
sapeva solo che doveva
vederla. Ebbe fortuna poco prima di raggiungere il confessionale quando
la
intravide e si rese conto che anche lei lo aveva notato. Era in
compagnia di
una giovane che indossava la divisa che le suore facevano portare alle
ospiti e
le due erano intente in una conversazione ma nel sentire i suoi passi
alzarono
gli occhi.
Eulalia lo
fissò per un istante con
un’intensità e un sentimento che non credeva
possibile per poi abbassare gli
occhi mentre la sua amica lo degnò appena di uno sguardo.
Non avrebbe dovuto farlo si disse
Carlos ma quando vide le due ragazze separarsi ed Eulalia avanzare
nella sua
direzione rimase immobile invece di allontanarsi come la decenza gli
imponeva,
lei gli passò accanto non prima di averlo omaggiato con una
piccola riverenza e
quando furono di fianco le loro mani come guidate da una
volontà propria si
sfiorarono, un contatto lieve, appena accennato ma che bastò
per turbare
entrambi, quello sfioramento di pelle a lui fece aumentare il battito
mentre
sentì distintamente Eulalia sospirare.
Per quanto
vi avesse provato Eulalia
Valdes non era riuscita a liberarsi di quei sogni indecenti.
Aveva
pregato, aveva chiesto alla
bibliotecaria, suor Maria Teodora, un’asturiana che raramente
diceva due parole,
se poteva consultare alcuni dei volumi della biblioteca alla ricerca di
un
vecchio rimedio contro i brutti sogni ma era stato tutto invano,
continuava ad
avere quei sogni e quel che era peggio l’imbarazzo e la
vergogna erano
scomparsi, ora ogni notte non appena chiudeva gli occhi si concedeva a
padre
Carlos. Erano insieme, felici e si baciavano, lui la baciava sulle
labbra, lei
gli sfiorava il volto e poi sentiva le sue mani sul suo corpo e si
sentiva
semplicemente felice, non avvertiva nemmeno la vergogna del peccato.
Sapeva che
era peccato ma non ne avvertiva la famosa vergogna che lo seguiva, solo
pace e
sollievo. Poi apriva gli occhi, scopriva di avere il corpo imperlato di
sudore
come se avesse corso e un calore sconosciuto che si concentrava sullo
stomaco e
che le lasciavano la mente pesante.
Non ne
aveva parlato con nessuno,
nemmeno con Alexia che pure era la sua amica più cara e che
avrebbe potuto
aiutarla, Alexia a breve avrebbe lasciato il convento per sposarsi ed
era
inconsolabile, aveva pregato la badessa e la decana di intercedere con
i suoi
genitori e di evitarle tutto quello ma le due donne avevano rifiutato.
Suor
Maria Luisa che era stata monacata a forza non aveva minimamente
compreso il
desiderio della sua giovane pensionante ma l’aveva esortata
ad aprirsi al
mondo, si dice che il nuovo re sia una brava persona e ha fatto tanto
per
Napoli, puoi arrivare in alto mia cara le aveva suggerito con un
sorriso che
tradiva l’invidia e il rammarico per un mondo che anelava
furiosamente. Suor Maria
Rafaela invece le aveva ricordato che doveva obbedire alla
volontà paterna, che
l’obbedienza era una virtù apprezzata nelle donne
e che non bisognava mai
anteporre i propri desideri a quelli della propria famiglia, io fui
fortunata
quando i desideri di mio padre coincisero con i miei ma non tutti sono
così
fortunati, fatti forza e ricorda che qui ci sarà sempre un
posto che ti
attenderà le aveva detto prima di darle la sua benedizione.
A differenza della
sua rivale suor Maria Rafaela non rimpiangeva la vita mondana, fin da
bambina
era stata silenziosa e più portata alla meditazione che al
lavoro o alla
famiglia, motivo per cui aveva accettato con gioia di entrare in
convento e poi
di prendere i voti, era stata tra le ultime suore a prendere i voti
prima della
partenza di Carlo d’Asburgo, il re che la sua
città aveva scelto di supportare
invece dell’odiato francese sostenuto dai loro nemici di
sempre, i catalani.
Quel giorno
le due amiche si erano
ritrovate all’interno della cappella, Alexia che cercava di
non piangere troppo
forte ed Eulalia che cercava di consolarla, sembravano due colombe
sopravvissute in maniera inspiegabile ad un temporale.
<<
Non voglio, non voglio
sposarmi, non voglio sposarlo. Io … io voglio rimanere qui
ma mio padre non me
lo permetterà mai e mia madre … perché
non desiderano che segua la mia
vocazione e mi lascino prendere i voti? >> si stava
lamentando Alexia a
bassa voce mentre Eulalia le teneva per mano, avrebbe tanto voluto
confidarle i
suoi timori, i suoi sogni e quello che sentiva nel suo cuore al
semplice
sentire nominare padre Carlos, era come se il suo cuore si mettesse a
saltare
da quanto forte batteva.
<<
Vogliono solo il meglio per
te. Forse … dovrai passare due settimane a casa prima del
matrimonio, prova a
convincerli allora, e fai sapere loro che è
un’idea che hai in mente da tempo e
che sarebbe la cosa più opportuna per tutti, tua zia
dovrà pur saperlo. Prova a
parlarne con il tuo fidanzato non appena lo incontri e … so
che ai matrimoni
chiedono alla sposa se si sposa secondo la sua volontà, devi
solo dichiarare
che non vuoi sposarti, o che vuoi sposare Nostro Signore
>> le spiegò
Eulalia, suor Maria de la Paz sarebbe stata felice di avere accanto sua
nipote,
il convento si trovava distante da Lleida e così la cuoca
avrebbe avuto la
fortuna di avere accanto a sé una parente.
<<
Mia zia lo sa, ma … mio padre
penserebbe che è tutta colpa della badessa, lo conosco e mi
farebbe sposare
subito dopo aver udito le mie parole. E … ho ricevuto una
miniatura di lui, mi
è stata inviata e … ho paura amica diletta, ho
paura. Sembra un buon giovane,
ha un viso gentile ma i dipinti sono falsi e sono fatti per le
vanità, mostrano
quello che vogliamo vedere e non quello che si è, e se fosse
brutto? E se fosse
vecchio? So che un mio cugino ma di lui non so altro e ho paura che il
giorno
in cui lo vedrò per la prima volta lui mi trovi detestabile,
forse se lui non
mi vuole tutto potrebbe finire e io potrei ritornare qui? Oh sarebbe
così bello
che non oso nemmeno sperarlo >> le rivelò
Alexia che continuava a
tormentarsi il labbro inferiore con piccoli morsi come usava fare
quando era
agitata per qualcosa.
<<
Dobbiamo avere fiducia, forse
potrebbe capire quale sia il tuo destino e lasciarti andare, io
… io sarò
sempre qui, la decana ha deciso che prenderò i voti entro
due anni, dobbiamo
ancora decidere il mio nuovo nome >> le
annunciò Eulalia, quella era
l’unica vita che conoscesse e non ne aveva mai desiderate
altre eppure da
quando aveva posato gli occhi su padre Carlos avvertiva che le mancava
qualcosa
a cui non riusciva nemmeno a dare un nome. Nell’eterna
disputa tra la badessa e
la decana lei era certamente a favore della decana ma questo
perché suor Maria
Rafaela aveva fatto così tanto per lei, l’aveva
salvata e le aveva dato un
luogo dove vivere e uno scopo, suor Maria Luisa a malapena si accorgeva
della
sua presenza, la badessa aveva occhi solo per le ospiti dai nomi
più
altisonanti di cui invidiava il destino e che cercava o di convincere a
restare
o a scrivere spesso per narrare cosa accadesse al di là
delle mura del
convento.
Erano
ancora assorte in quella
chiacchierata quando udirono un rumore di passi, Alexia fu la prima ad
alzarsi
seguita subito dalla sua amica, Eulalia rimase senza parole nel vedere
padre
Carlos, e anche lui la vide, per un istante si perse negli occhi di
lui, non
desiderava altro che essergli vicino e godere della sua compagnia ma
allo
stesso tempo voleva fuggire da tutto quello.
<<
Dovremmo andare, il tempo di
accendere una candela e usciamo >> le sussurrò
Alexia prima di voltarsi
mentre lei rimase immobile.
<<
Tu vai, io ti aspetto fuori
>> le disse invece Eulalia e l’altra
assentì distrattamente. Fece pochi
passi cercando di non mostrarsi debole, era così bello
pensò per un istante,
aveva bisogno di essergli vicina, di toccarlo, di sapere che quello non
era un
sogno o in incubo, che era reale. Eseguì meccanicamente una
riverenza, per
abitudine e rispetto prima di avvicinarsi a lui, la sua figura sempre
più
vicina, anche padre Carlos era immobile come se la stesse aspettando
pensò
Eulalia.
Quando fu
vicina a lui fu come se la
sua mano si muovesse da sola, non sapeva trovare altre spiegazioni,
quando
sfiorò la mano di padre Carlos sospirò e
sperò che quel contatto durasse per
sempre, fu appena un attimo eppure si accorse che lui aveva ricambiato
il gesto
e i loro occhi si erano nuovamente cercati, come se entrambi
avvertissero quel
bisogno. Se non fosse stato per Alexia i cui passi si stavano
avvicinando
Eulalia non sapeva cosa avrebbe potuto fare, in quell’istante
fuggì ben sapendo
che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quello che le stava accadendo.