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Autore: Diana924    30/11/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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Carlos Duncan aveva riflettuto a sufficienza sulle parole della piccola Eulalia.

Costei era poco di una bambina, appena uscita dall’infanzia e non aveva conosciuto altra realtà all’infuori del monastero dov’era cresciuta e per quello secondo lui nel vederlo la giovane aveva cominciato a pensarlo: era l’unico uomo giovane che probabilmente avesse mai visto, un comportamento normale, disdicevole ma scusabile in una giovane della sua età. Sarebbe stato opportuno dotarla di una piccola dote e farla sposare invece di destinarla al chiostro si era detto, meglio che peccasse con suo marito che in un futuro una volta divenuta suora con uno dei tanti giovanotti attratti dal sacro abito e dal fascino proibito delle religiose, o che peggio ancora si indirizzasse verso pulsioni contro natura.

Solitamente non si sarebbe occupato così tanto di una semplice novizia ma c’era qualcosa in Eulalia che scatenava in lui un desiderio di protezione nei confronti della bionda novizia, il desiderio di confortarla, di rincuorarla, di proteggerla dal mondo, di stringerla a sé e di farle scudo con il proprio corpo. Solo una volta aveva sognato di baciarla, di unire le loro labbra, di gustarne la morbidezza e il sentire il suo sapore su di sé, di sentire quel corpo così rigido e delicato abbandonarsi tra le sue braccia e quegli occhi guardarlo con devozione e con l’amore che si riserva ai precettori e ai mentori, non agli innamorati. Non poteva innamorarsi di lei perché lui aveva fatto un giuramento e lei era in procinto di farne uno, sarebbero stati entrambi legati alla chiesa e quello sarebbe stato immorale, tremendamente immorale. Non poteva amarla perché aveva l’età per essere suo padre e soprattutto non aveva niente da offrirle, solamente una tonaca da prete e pochissimo denaro ed Eulalia meritava di meglio se avesse deciso di non prendere i voti. Non poteva nemmeno pensarci perché sarebbe scoppiato uno scandalo che avrebbe travolto entrambi e il convento rovinando ogni sua ambizione e lasciando lei senza un futuro tranne il meretricio e la perdizione dell’anima.

Eppure per quanto facesse non riusciva ad eliminarla dai suoi pensieri, Eulalia Valdes vi appariva nei momenti più disparati, quando diceva messa, quando pregava o leggeva il breviario per farsi coraggio e più volte negli ultimi giorni quando dormiva, quei sogni non lo avevano tormentato durante la giovinezza come solitamente avveniva ma arrivavano adesso, più forti e più intensi di quanto mai avesse letto. Non erano sogni peccaminosi, solamente di lui che la teneva stretta a sé in prato, erano distesi sull’erba e lui gli sorrideva rapita, lo sguardo disteso e felice mentre lui intrecciava ghirlande di fiori tra i suoi capelli e le baciava le mani, non accadeva nulla di più sconveniente eppure si era svegliato con il sudore che gli imperlava la fronte e con una conseguenza più evidente sul suo corpo. Non aveva osato parlarne con nessuno, il vescovo aveva grandi aspettative su di lui e molti degli altri preti non sarebbero stati discreti nell’udire che provava qualcosa a cui non riusciva a dare un nome per una giovanissima novizia, quello era il suo segreto e la sua penitenza, solo lui doveva sapere come non riuscisse a non pensare ad Eulalia Valdes e come lei lo avesse pensato. Forse era quello il vero problema si era detto una sera.

Lei lo aveva tentato, non consapevolmente ma nel confessionale quelle parole lo avevano reso meno sicuro di sé stesso e della sua vita, quelle parole gli erano entrate nella testa ma era uno sbaglio, non avrebbe saputo nemmeno come cominciare a corteggiarla se avesse voluto e lui non voleva, non provava quei sentimenti nei confronti della giovane novizia, così giovane, così bella e così indifesa, aveva il volto di un angelo si era ritrovato a pensare con un sorriso appena accennato. Non era pronto per quello, né i suoi insegnanti e tantomeno i suoi genitori lo avevano mai preparato per la vita monda, per piacere alle donne e fino ad allora era vissuto serenamente ignorando desiderio, passione e amore.

Così, una settimana dopo il loro primo contatto Carlos Duncan era tornato al convento per adempiere ai suoi obblighi come avrebbe dovuto fare e con la decisione di dover parlare con la badessa, non le avrebbe parlato di Eulalia ma in generale delle novizie, il convento aveva una reputazione impeccabile ma bisognava sempre vigilare.
Suor Maria Luisa lo accolse con il sorriso e lo fece sedere nel suo alloggio, da come si torceva le mani era evidente che doveva aver appena litigato con qualcuno, probabilmente con la decana pensò Carlos, come tutti era a conoscenza della faida tra le due donne.

<< Vi trovo bene sorella, sembrate però turbata, qualcosa vi angustia? >> le chiese prima di far vagare lo sguardo, l’alloggio di suor Maria Luisa non aveva nulla da invidiare a quello di una qualsiasi dama dell’orgogliosa aristocrazia madrilena: un letto finemente lavorato, uno specchio incastonato in una preziosa cornice, quasi che rappresentavano la madonna e i santi come giusto per un luogo simile ma nella resa troppo sfarzosi ed esibiti a suo parere, cassapanche intagliate di ottimo gusto e una bibbia miniata, suor Maria Luisa sarebbe stata certamente più adatta ad un palazzo ché al chiostro, una vita di corte e di divertimento l’avrebbero resa più felice della vita monastica pensò Carlos.

<< Niente di cui si debba preoccupare padre, solo piccoli dissapori tra suore, lei compia il suo dovere come io compio il mio, solo questo è importante oggi come oggi, con queste nuove idee che possono contaminare le ragazze >> gli rispose la badessa con aria orgogliosa.

<< Volevo parlarle proprio di questo, delle novizie. Molte di loro decidono di prendere i voti spinte dalla famiglia e non da vera vocazione e si vergognano di questo, motivo per cui non lo confessano, se poteste fare loro un discorso sarebbe importante, la vocazione deve essere cercata dentro di noi per nostro desiderio e non per accontentare i desiderio della famiglia >> dichiarò, ignorava quale fosse la posizione di Eulalia ma sentiva che quel discorso per quanto schietto prima o poi dovesse essere fatto.

<< Molto bene, solitamente concediamo alle nostre novizie due anni prima che prendano definitivamente i voti, in maniera tale che abbiano il tempo di decidere se è quello che realmente vogliono, inoltre se una delle nostre ospiti manifesta una vocazione allora la incoraggiamo a seguire quel che il suo cuore desidera dopo aver scritto alla famiglia, può accadere il contrario, ossia che alcune delle nostre orfane non prendano il velo, in tal caso provvediamo ad una dote e poi troviamo loro degli onesti giovani che le prendano in moglie prima che si perdano, le vie del Signore saranno anche infinite ma quelle del diavolo sono subdole >> gli spiegò la badessa con orgoglio malcelato.

<< Comprendo, ora io andrei, se avete bisogno di qualcosa non esitate a farmi chiamare, madre reverendissima >> la salutò prima di uscire da quella stanza.

Mentre raggiungeva il confessionale si era stupito nel cercare con gli occhi la figura snella e delicata di Eulalia, era come se non potesse farne a meno, doveva sapere dove si trovava in quel momento la giovane e non riusciva a spiegarsi il perché, sapeva solo che doveva vederla. Ebbe fortuna poco prima di raggiungere il confessionale quando la intravide e si rese conto che anche lei lo aveva notato. Era in compagnia di una giovane che indossava la divisa che le suore facevano portare alle ospiti e le due erano intente in una conversazione ma nel sentire i suoi passi alzarono gli occhi.

Eulalia lo fissò per un istante con un’intensità e un sentimento che non credeva possibile per poi abbassare gli occhi mentre la sua amica lo degnò appena di uno sguardo.
Non avrebbe dovuto farlo si disse Carlos ma quando vide le due ragazze separarsi ed Eulalia avanzare nella sua direzione rimase immobile invece di allontanarsi come la decenza gli imponeva, lei gli passò accanto non prima di averlo omaggiato con una piccola riverenza e quando furono di fianco le loro mani come guidate da una volontà propria si sfiorarono, un contatto lieve, appena accennato ma che bastò per turbare entrambi, quello sfioramento di pelle a lui fece aumentare il battito mentre sentì distintamente Eulalia sospirare.

Per quanto vi avesse provato Eulalia Valdes non era riuscita a liberarsi di quei sogni indecenti.

Aveva pregato, aveva chiesto alla bibliotecaria, suor Maria Teodora, un’asturiana che raramente diceva due parole, se poteva consultare alcuni dei volumi della biblioteca alla ricerca di un vecchio rimedio contro i brutti sogni ma era stato tutto invano, continuava ad avere quei sogni e quel che era peggio l’imbarazzo e la vergogna erano scomparsi, ora ogni notte non appena chiudeva gli occhi si concedeva a padre Carlos. Erano insieme, felici e si baciavano, lui la baciava sulle labbra, lei gli sfiorava il volto e poi sentiva le sue mani sul suo corpo e si sentiva semplicemente felice, non avvertiva nemmeno la vergogna del peccato. Sapeva che era peccato ma non ne avvertiva la famosa vergogna che lo seguiva, solo pace e sollievo. Poi apriva gli occhi, scopriva di avere il corpo imperlato di sudore come se avesse corso e un calore sconosciuto che si concentrava sullo stomaco e che le lasciavano la mente pesante.

Non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con Alexia che pure era la sua amica più cara e che avrebbe potuto aiutarla, Alexia a breve avrebbe lasciato il convento per sposarsi ed era inconsolabile, aveva pregato la badessa e la decana di intercedere con i suoi genitori e di evitarle tutto quello ma le due donne avevano rifiutato. Suor Maria Luisa che era stata monacata a forza non aveva minimamente compreso il desiderio della sua giovane pensionante ma l’aveva esortata ad aprirsi al mondo, si dice che il nuovo re sia una brava persona e ha fatto tanto per Napoli, puoi arrivare in alto mia cara le aveva suggerito con un sorriso che tradiva l’invidia e il rammarico per un mondo che anelava furiosamente. Suor Maria Rafaela invece le aveva ricordato che doveva obbedire alla volontà paterna, che l’obbedienza era una virtù apprezzata nelle donne e che non bisognava mai anteporre i propri desideri a quelli della propria famiglia, io fui fortunata quando i desideri di mio padre coincisero con i miei ma non tutti sono così fortunati, fatti forza e ricorda che qui ci sarà sempre un posto che ti attenderà le aveva detto prima di darle la sua benedizione. A differenza della sua rivale suor Maria Rafaela non rimpiangeva la vita mondana, fin da bambina era stata silenziosa e più portata alla meditazione che al lavoro o alla famiglia, motivo per cui aveva accettato con gioia di entrare in convento e poi di prendere i voti, era stata tra le ultime suore a prendere i voti prima della partenza di Carlo d’Asburgo, il re che la sua città aveva scelto di supportare invece dell’odiato francese sostenuto dai loro nemici di sempre, i catalani.

Quel giorno le due amiche si erano ritrovate all’interno della cappella, Alexia che cercava di non piangere troppo forte ed Eulalia che cercava di consolarla, sembravano due colombe sopravvissute in maniera inspiegabile ad un temporale.

<< Non voglio, non voglio sposarmi, non voglio sposarlo. Io … io voglio rimanere qui ma mio padre non me lo permetterà mai e mia madre … perché non desiderano che segua la mia vocazione e mi lascino prendere i voti? >> si stava lamentando Alexia a bassa voce mentre Eulalia le teneva per mano, avrebbe tanto voluto confidarle i suoi timori, i suoi sogni e quello che sentiva nel suo cuore al semplice sentire nominare padre Carlos, era come se il suo cuore si mettesse a saltare da quanto forte batteva.

<< Vogliono solo il meglio per te. Forse … dovrai passare due settimane a casa prima del matrimonio, prova a convincerli allora, e fai sapere loro che è un’idea che hai in mente da tempo e che sarebbe la cosa più opportuna per tutti, tua zia dovrà pur saperlo. Prova a parlarne con il tuo fidanzato non appena lo incontri e … so che ai matrimoni chiedono alla sposa se si sposa secondo la sua volontà, devi solo dichiarare che non vuoi sposarti, o che vuoi sposare Nostro Signore >> le spiegò Eulalia, suor Maria de la Paz sarebbe stata felice di avere accanto sua nipote, il convento si trovava distante da Lleida e così la cuoca avrebbe avuto la fortuna di avere accanto a sé una parente.

<< Mia zia lo sa, ma … mio padre penserebbe che è tutta colpa della badessa, lo conosco e mi farebbe sposare subito dopo aver udito le mie parole. E … ho ricevuto una miniatura di lui, mi è stata inviata e … ho paura amica diletta, ho paura. Sembra un buon giovane, ha un viso gentile ma i dipinti sono falsi e sono fatti per le vanità, mostrano quello che vogliamo vedere e non quello che si è, e se fosse brutto? E se fosse vecchio? So che un mio cugino ma di lui non so altro e ho paura che il giorno in cui lo vedrò per la prima volta lui mi trovi detestabile, forse se lui non mi vuole tutto potrebbe finire e io potrei ritornare qui? Oh sarebbe così bello che non oso nemmeno sperarlo >> le rivelò Alexia che continuava a tormentarsi il labbro inferiore con piccoli morsi come usava fare quando era agitata per qualcosa.

<< Dobbiamo avere fiducia, forse potrebbe capire quale sia il tuo destino e lasciarti andare, io … io sarò sempre qui, la decana ha deciso che prenderò i voti entro due anni, dobbiamo ancora decidere il mio nuovo nome >> le annunciò Eulalia, quella era l’unica vita che conoscesse e non ne aveva mai desiderate altre eppure da quando aveva posato gli occhi su padre Carlos avvertiva che le mancava qualcosa a cui non riusciva nemmeno a dare un nome. Nell’eterna disputa tra la badessa e la decana lei era certamente a favore della decana ma questo perché suor Maria Rafaela aveva fatto così tanto per lei, l’aveva salvata e le aveva dato un luogo dove vivere e uno scopo, suor Maria Luisa a malapena si accorgeva della sua presenza, la badessa aveva occhi solo per le ospiti dai nomi più altisonanti di cui invidiava il destino e che cercava o di convincere a restare o a scrivere spesso per narrare cosa accadesse al di là delle mura del convento.

Erano ancora assorte in quella chiacchierata quando udirono un rumore di passi, Alexia fu la prima ad alzarsi seguita subito dalla sua amica, Eulalia rimase senza parole nel vedere padre Carlos, e anche lui la vide, per un istante si perse negli occhi di lui, non desiderava altro che essergli vicino e godere della sua compagnia ma allo stesso tempo voleva fuggire da tutto quello.

<< Dovremmo andare, il tempo di accendere una candela e usciamo >> le sussurrò Alexia prima di voltarsi mentre lei rimase immobile.

<< Tu vai, io ti aspetto fuori >> le disse invece Eulalia e l’altra assentì distrattamente. Fece pochi passi cercando di non mostrarsi debole, era così bello pensò per un istante, aveva bisogno di essergli vicina, di toccarlo, di sapere che quello non era un sogno o in incubo, che era reale. Eseguì meccanicamente una riverenza, per abitudine e rispetto prima di avvicinarsi a lui, la sua figura sempre più vicina, anche padre Carlos era immobile come se la stesse aspettando pensò Eulalia.

Quando fu vicina a lui fu come se la sua mano si muovesse da sola, non sapeva trovare altre spiegazioni, quando sfiorò la mano di padre Carlos sospirò e sperò che quel contatto durasse per sempre, fu appena un attimo eppure si accorse che lui aveva ricambiato il gesto e i loro occhi si erano nuovamente cercati, come se entrambi avvertissero quel bisogno. Se non fosse stato per Alexia i cui passi si stavano avvicinando Eulalia non sapeva cosa avrebbe potuto fare, in quell’istante fuggì ben sapendo che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quello che le stava accadendo.

   
 
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