Le sue precauzioni per non mostrarsi a sua madre in vesti
femminili furono inutili, perché fu proprio Nodoka ad accoglierlo nello studio del
dottore, occupato al momento con una visita. La donna lo vide entrare e gli
sorrise con calore, nonostante il suo aspetto nient'affatto virile "Caro!
Come mai da queste parti? E come mai vai in giro così?" Ranma batté le
palpebre e sorrise imbarazzato "Certo non perché mi piaccia! – specificò
subito, notando il sospiro di sollievo della donna a questa sua dichiarazione –
Sono caduto nel fiume mentre… mentre mi allenavo a correre sulla ringhiera e
sono venuto qui per avere un po' d'acqua calda. Non potevo mica andarmene in
giro così conciato, no?" Nodoka lo fissò, non del tutto soddisfatta della
spiegazione: conosceva abbastanza suo figlio da sapere che non sarebbe mai
caduto da una ringhiera, visto che fin da bambino pareva trovarcisi a suo agio
come sul più solido dei pavimenti, però gli sorrise comunque e gli disse di
aspettarla lì. Sparì per alcuni momenti nella piccola cucina dello studio
ortopedico fin quando, grato, Ranma la vide tornare con una teiera fumante.
"Ah, grazie mamma! Ora va molto meglio! Ma molto!"
affermò con un'enfasi anche esagerata; Nodoka gli sorrise e tornò a sedersi
"Come mai sei qui? Tutto bene?" le domandò poi preoccupato, ma lei
annuì "Sì, tutto bene, caro. Non sono qui per motivi di salute… Volevo
solo invitare il dottor Tofu per domani, visto che Kasumi ha pensato di fare
una festa" "Una festa? E per cosa? Ehi, non vorranno organizzare un
altro matrimonio, vero?!" "Oh no, certo che no… E' per il compleanno
di Akane, naturalmente… perché quell'espressione stupita, tesoro?"
"Il… compleanno di Akane! Domani?! Ma non ne sapevo nulla!" Nodoka
inclinò graziosamente il capo, leggermente sorpresa "Davvero? Che strano…
eppure è più di un anno ormai che vivi dai Tendo e poi Akane è la tua
fidanzata" "Quel maschiaccio non mi ha detto nulla!" protestò
lui, dimenticandosi di specificare come invece faceva sempre che quella non era
affatto la sua fidanzata. "Gliel'hai mai chiesto?" quella domanda,
così semplice, lo fece avvampare. No che non l'aveva mai fatto… Però nemmeno lei
gliel'aveva mai chiesto: se a lei non importava di lui, perché doveva
importargli qualcosa di quel maschiaccio senza grazia e femminilità? Già,
proprio così! Però…
Sospirò e sedette accanto alla madre, lo sguardo
triste perso sulle proprie mani poggiate sulle gambe "Ranma, tu ed Akane
avete litigato?" Nodoka glielo chiese con la solita voce tranquilla, e,
dalla sua espressione, il ragazzo comprese che già conoscesse la risposta
"Sì, ma non m'importa… Evidentemente a quella… quella vita larga non
importa granché di me. Da un po' mi evita sempre. Mi odia" quelle ultime
parole furono appena un sussurro, ma sua madre le udì ugualmente, o forse le
intuì soltanto.
Gli poggiò una mano su una spalla e gliela strinse
con affetto "Akane non ti odia affatto… e se ti sta evitando magari è
proprio per il motivo opposto. Non credi che forse quello che è successo un
mese fa le abbia dato di che pensare? Era pronta a sposarti…" "Sì,
per farmi avere l'acqua delle sorgenti, mica perché… perché ci tenesse, o
qualcosa del genere" Nodoka gli sorrise indulgente e si strinse nelle
spalle "Quindi, secondo te, voleva sposarti affinché tu potessi avere ciò
che più desideravi, sacrificando la sua felicità per questo… Era pronta a
sposarti pur non amandoti, per quello che tu credi di sapere e questo non ti ha
dato da pensare?" "Io… non ci ho pensato granché a dire il vero.
Pensare non è il mio forte" ammise lui, sempre più sconfortato "Lo
immaginavo. Ma magari lei ci ha pensato e molto… e cosa credi che provi nel
vederti continuare come se tutto fosse uguale, mentre lei era pronta a sposarsi
con te? Da parte sua è come se si fosse esposta, e molto, considerando il suo
orgoglio… e tu hai continuato a fingere che non fosse accaduto nulla.
Probabilmente ti evita perché crede che anche tu lo voglia" Ranma guardò
sua madre stupito; nonostante non lo dimostrasse, era intimamente insicuro per
tutto ciò che non riguardava le arti marziali. Tutto ciò che aveva a che fare
con sentimenti ed emozioni erano per lui fonte di dubbi ed incertezze, ma c'era
qualcosa di cui era certo: non voleva che Akane gli stesse lontana. La voleva
accanto, sempre e comunque. In Cina aveva creduto di perderla due volte e per
due volte aveva sentito il cuore lacerarsi… Egoisticamente il pensiero che
Akane morisse lo aveva atterrito anche perché, in quel caso, lui sarebbe
rimasto solo… solo senza di lei, che era peggio di qualsiasi solitudine.
Nodoka lo guardò, leggendogli in viso tutti quelle
sconvolgenti rivelazioni e gli sorrise, lieta che suo figlio avesse finalmente
compreso. "Pare che il dottore abbia concluso…" disse ed infatti dopo
alcuni istanti, il simpatico dottore li raggiunse, lieto di vederli e ancor più
lieto di accettare l'invito portatogli da Nodoka. Fu da lui che madre e figlio
scoprirono perché il compleanno di Akane non era di solito festeggiato dai
Tendo, visto che in quello stesso giorno cadeva l'anniversario della morte di
sua madre; probabilmente per quello lei non ne parlava, si disse Ranma, mentre
faceva ritorno verso casa.
… … …
Quando giunsero in casa Tendo era ormai ora di
cena. Senza sorpresa Ranma seppe da Kasumi che Akane non li avrebbe raggiunti a
tavola e che a causa di un forte mal di testa, sarebbe rimasta nella sua
camera. Nessuno naturalmente credeva alla veridicità di quel malore e più di
uno sguardo curioso si posò sul ragazzo che però li ignorò, mangiando di gusto
come al suo solito.
"A che punto sei con i preparativi,
Kasumi?" fu Nabiki a fare quella domanda "Oh, è quasi tutto pronto,
ma c'è un problema: Akane mi ha detto che domani ha un appuntamento e che non
ci sarà per tutto il giorno. Spero che non faccia tardi per la cena in suo
onore!" Ranma rallentò impercettibilmente la sua furia ‘mangereccia’,
prestando particolarmente attenzione a quelle parole "Akane ha un
appuntamento?! E con chi?" chiese Soun Tendo, dando voce alla stessa
domanda che lui si era posto. Kasumi si strinse nelle spalle "Non gliel'ho
chiesto… Credevo alludesse a Ranma – mancò poco che il ragazzo si strozzasse
con il cibo – ma non mi pare sia così" concluse la ragazza perplessa, notando
la reazione del suo futuro cognato. "Certo che no! E chi ci pensa ad
uscire con quella!" sbottò lui appena recuperato abbastanza fiato, anche
se le guance arrossate non erano dovute al quasi soffocamento di prima; Nabiki
lo guardò attentamente e poi sorrise come al suo solito, con malizia "E
non t'interessa sapere con chi uscirà invece? Magari con un altro
ragazzo…" Soun la guardò, le lacrime già pronte ad inondare la stanza
"Cosa?! La mia piccola esce con un ragazzo e non festeggia con il suo
papà?! Ma è impossibile!" Genma incrociò le braccia al petto, assumendo
un'espressione particolarmente seria "Amico mio, non è questo che dovrebbe
preoccuparti, ma il fatto che tua figlia esca con un ragazzo che non è Ranma…
certo, naturalmente la colpa è tutta di questo mio sciaguratissimo figlio! Ah,
che pena per un povero padre avere un tale incapace come figlio! Che vergogna
che tu non sappia trattare la tua futura moglie, tanto da spingerla tra altre
braccia!" Ranma linciò il padre con lo sguardo "Chissà, forse si
tratta di Ryoga… in fondo sono così amici" suggerì Kasumi, continuando a
mangiare tranquillamente "Oh, invece a me piacerebbe se fosse qualcun
altro! Sai che divertente? E' da un po’ che è tutto così tranquillo" disse
Nabiki con aria speranzosa "Magari è un compagno di scuola" quella
frase di Nodoka fu il colmo per Ranma, ormai tutti erano convinti che si
trattasse di un altro ragazzo… e lui non poteva escluderlo!
Infischiandosene che il suo comportamento potesse
apparire sospettoso, con modi bruschi mise giù la sua ciotola ancora a metà e
si alzò, tra gli sguardi meravigliati degli altri: di solito non lasciava la
tavola prima di tre scodelle di riso almeno! "Vado in palestra ad
allenarmi" fu l'unica cosa che disse prima di andarsene nel silenzio più
assoluto.
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Akane sospirò, triste. Era ancora arrabbiata con
Ranma, ma si sentiva anche in colpa nei suoi confronti: era come se gli stesse
mentendo, o qualcosa del genere. Si morse le labbra e ripensò a quella sera,
alle sue domande così strane. Le aveva chiesto se stava evitandolo… e lei
sapeva che era così. Lo stava evitando, ma forse avrebbe dovuto parlare con
lui, provare almeno a spiegargli quello che le passava per la testa. In realtà
aveva pensato che a lui non importasse granché, ma forse non era così… Certo,
la sua boccaccia poteva dire il contrario, ma ormai lo conosceva abbastanza per
intuire la verità.
Aveva reagito impulsivamente come al solito, spinta
dalla frustrazione che provava nel sentirgli dire cose che non avrebbero dovuto
invece ferirla, visto che le sapeva insincere… o almeno non totalmente vere.
Quante volte Ranma le aveva detto di non importarsene affatto di lei?
Centinaia, ma era anche vero che se si era trovata nei guai, lo aveva sempre
ritrovato al suo fianco, pronto a difenderla, proteggerla, salvarle la vita…
A dire il vero spesso si era trovata nei guai
proprio a causa sua, ma altre volte… Ripensò a Ryugenzawa e a tutto quello che
era accaduto nella foresta. Ranma aveva rischiato la vita per lei, affrontando
quell'orribile mostro per salvarla… Senza contare il fatto che per la prima
volta Akane lo aveva visto chiaramente geloso. Già, come spiegare altrimenti il
suo scontro con Shinnosuke? Le sue parole le risuonavano ancora nelle orecchie.
"Se è questo che vuoi io ti lascio libera, ma
devi dirmi il perché… Cos'ha lui che io non ho? Devi dirmelo, qui, ora … adesso"
E quel suo strano ed insolito gesto gentile al ritorno da
quello stesso posto? Le aveva preso la mano, senza avere il coraggio di dirle
nulla. Non era stato il solo gesto gentile che aveva avuto per lei, a
ripensarci bene.
Sospirando Akane si alzò dal letto ed inginocchiandosi ne
prese da sotto una grossa scatola, la stessa dove aveva riposto in passato il
corno della mangusta che aveva avuto da Shinnosuke. Era lì che teneva serbati i
ricordi più preziosi… La aprì ed illuminata dalla sola luce della luna,
splendida ed alta nel cielo, cominciò ad osservare i piccoli oggetti, un
sorriso intenerito sulle labbra.
C'era il piccolo ramo di bambù, su cui erano ancora
attaccate le due strisce con i loro nomi, quello suo e di Ranma… Carezzò
distrattamente quella con i caratteri del fidanzato e lo ripose, rammentando le
peripezie che lui aveva patito per recuperarle la sua striscia; era svenuto a
causa dei fuochi d'artificio, si era poi risvegliato farfugliando strane ed
incoerenti frasi sulle stelle…
Una ricetta, molto antica; gliel'aveva data un
vecchietto per preparare dei dolci alla ciliegia e scoprire con essi chi fosse
l'uomo destinato a sposarla. Quando Ranma aveva finalmente avuto il coraggio di
assaggiare uno dei suoi disgustosi dolci, era stata lei a non averne abbastanza
per scoprire la verità… Era stata così contenta quando gli aveva poi visto il
segno dei petali sul viso! Certo, prima che lui le spiegasse, tempo dopo, che
in realtà era il segno lasciatogli dai piedini di P-chan.
Eccolo lì il piccolo corno di mangusta! Akane lo
rigirò tra le dita, assalita dai ricordi, non solo di Ranma, ma anche di
Shinnosuke e di suo nonno.
Sul fondo della scatola vi era bellamente ripiegato
un abito, un abito di scena… Certo, la sua Giulietta non era stata delle più
classiche! Carezzò la soffice stoffa rossa e pensò che fosse un peccato non
aver conservato anche il nastro adesivo che aveva usato per baciare Ranma.
Arrossì e sospirando fece per richiudere quello ‘scrigno’ di ricordi, quando la
sua attenzione fu rapita da un piccolo oggetto, una specie di monile. Lo prese
e lo espose alla luce lunare, scoprendo il fine disegno che vi era inciso
sopra: una pesca. Certo, era la chiave che apriva le porta della sorgente
dell'isola di Toma. Che avventura anche quella! 'E pensare che a quest'ora
potrei essere una principessa…' si disse scherzosa, stringendo il piccolo
oggetto in pugno. Anche allora Ranma era venuto a cercarla… 'Già, perché voleva
trovare la sorgente…' si disse amara, ma sapeva di essere ingiusta: Ranma aveva
infine distrutto quella sorgente, dopo una dura lotta con Toma, per evitare che
anche lei vi finisse dentro e si trasformasse definitivamente in un maschio.
''Non la lascerò a nessuno, Akane è la mia
fidanzata'', questo aveva urlato al principe, mentre lottava contro di lui…
per lei.
"Ranma…" una lacrima quasi cogliendola di
sorpresa le scivolò dagli occhi, infrangendosi nel pugno ancora serrato.
'Perché? Perché nonostante tutto ciò non riusciamo ad essere sinceri? Perché…'.
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Sfinito, Ranma si lasciò scivolare contro la parete
in legno e sedette a terra. Era davvero esausto; aveva passato le ultime ore allenandosi
come un folle, per impedirsi di pensare, ma ora che non aveva più tanta
energia, i pensieri erano tornati alla carica, più pressanti di prima.
Sbuffò e con il dorso della mano asciugò il sudore
che gli imperlava la fronte, mentre il battito del cuore cominciava a
rallentare e stabilizzarsi. Akane aveva un appuntamento… E allora? A chi
importava? 'A te, idiota…' la vocina della sua coscienza gli rispose
immediatamente; fece una smorfia e alzò gli occhi verso il piccolo altare sulla
parete di fronte "A me non importa invece…" provò a smentirsi, ma la
vocina tornò alla carica 'Certo che si! Certo che t'importa, razza di bugiardo…
E sei anche geloso!' "Sta' zitta!". Stranamente la vocina interiore
gli ubbidì, forse perché aveva già detto tutto ciò che c'era da dire.
Akane aveva un appuntamento. Forse con un altro
ragazzo… possibile? Akane non era tipo da fare certe cose, non aveva mai
accettato mai nessun invito pur se i ragazzi non facevano altro che invitarla…
Beh, una volta era uscita con Ryoga per ripicca, anzi, ci era uscita ben due
volte. Turbato rammentò che però entrambe le volte era stato lui,
indirettamente, a spingerla ad accettare… O meglio una volta era stata Ukyo ad
organizzare il tutto, mentre dopo era stato a causa di quello stupido ed inutile
sapone di Shan- po. No, Akane non poteva uscire con un altro, soprattutto nel
giorno del suo compleanno! Che sciocchezza…
Però era vero che era arrabbiata con lui. Era vero
che dal giorno del mancato matrimonio si erano allontanati. Era vero che lei lo
stava evitando. Forse sua madre aveva ragione, però… Ecco cos'era la sua storia
con Akane: un mucchio di però e forse! Dubbi, incertezze… Erano troppo timidi
ed orgogliosi per ammettere i propri sentimenti. Sempre che lei ne avesse di
sentimenti verso di lui. A volte gli era parso di sì, ma non poteva essere così
sicuro: Akane non gli aveva mai detto nulla in merito. Non che lui l'avesse mai
fatto, certo.
'Però una volta sono riuscito a dirle la verità…'
si disse lui, rammentando quando nel parco le aveva detto che lei gli piaceva e
molto… Lei naturalmente non ci aveva creduto, pensando che fosse un altro
trucco per allontanarla da quella maledetta tutina. Non era poi tanto strano
che lo pensasse, vista la maniera idiota in cui si era comportato! Provare a
‘sedurla’ per allontanarla da quella tuta che la faceva essere più forte di
lui… Che idiota! Però… già, però… era stato così bello stringerla a sé,
nascosti in quell'armadio. Si era spaventata per qualcosa e gli si era gettata
tra le braccia e lui non aveva potuto far altro che stringerla… e sentirsi
strano, ma felice. Era sempre felice quando la teneva tra le braccia. Anche
quando avevano avuto quella stupida lite a causa del seno… Ranma arrossì
ripensando a quella storia: aveva rischiato seriamente di farsi uccidere da sua
madre allora!
Per non parlare di quello che aveva provato alle
fonte delle sorgenti a Jusenko… "No, quello no…" disse, serrando gli
occhi, non voleva ricordare quel maledetto istante. Certo, lei era viva, ma in
quegli attimi era così disperato che un simile dolore gli sarebbe bastato per
tutta la vita! Scosse la testa violentemente, cercando di scacciare quel
ricordo così infausto 'Se solo avessi detto ad Akane quello che provavo, invece
di pensarlo soltanto… ora lei non uscirebbe con un altro…'.
Ranma spalancò gli occhi, esterrefatto: aveva
proprio pensato quello che aveva appena creduto di pensare?
"Sono nei guai…".