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Autore: Breed 107    05/04/2005    3 recensioni
Forse, lontano da tutto e tutti, la verità potrà esser detta... E' il compleanno di Akane e chissà che il suo desiderio più grande non possa realizzarsi. Prima parte della "trilogia del desiderio".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le sue precauzioni per non mostrarsi a sua madre in vesti femminili furono inutili, perché fu proprio Nodoka ad accoglierlo nello studio del dottore, occupato al momento con una visita. La donna lo vide entrare e gli sorrise con calore, nonostante il suo aspetto nient'affatto virile "Caro! Come mai da queste parti? E come mai vai in giro così?" Ranma batté le palpebre e sorrise imbarazzato "Certo non perché mi piaccia! – specificò subito, notando il sospiro di sollievo della donna a questa sua dichiarazione – Sono caduto nel fiume mentre… mentre mi allenavo a correre sulla ringhiera e sono venuto qui per avere un po' d'acqua calda. Non potevo mica andarmene in giro così conciato, no?" Nodoka lo fissò, non del tutto soddisfatta della spiegazione: conosceva abbastanza suo figlio da sapere che non sarebbe mai caduto da una ringhiera, visto che fin da bambino pareva trovarcisi a suo agio come sul più solido dei pavimenti, però gli sorrise comunque e gli disse di aspettarla lì. Sparì per alcuni momenti nella piccola cucina dello studio ortopedico fin quando, grato, Ranma la vide tornare con una teiera fumante.

"Ah, grazie mamma! Ora va molto meglio! Ma molto!" affermò con un'enfasi anche esagerata; Nodoka gli sorrise e tornò a sedersi "Come mai sei qui? Tutto bene?" le domandò poi preoccupato, ma lei annuì "Sì, tutto bene, caro. Non sono qui per motivi di salute… Volevo solo invitare il dottor Tofu per domani, visto che Kasumi ha pensato di fare una festa" "Una festa? E per cosa? Ehi, non vorranno organizzare un altro matrimonio, vero?!" "Oh no, certo che no… E' per il compleanno di Akane, naturalmente… perché quell'espressione stupita, tesoro?" "Il… compleanno di Akane! Domani?! Ma non ne sapevo nulla!" Nodoka inclinò graziosamente il capo, leggermente sorpresa "Davvero? Che strano… eppure è più di un anno ormai che vivi dai Tendo e poi Akane è la tua fidanzata" "Quel maschiaccio non mi ha detto nulla!" protestò lui, dimenticandosi di specificare come invece faceva sempre che quella non era affatto la sua fidanzata. "Gliel'hai mai chiesto?" quella domanda, così semplice, lo fece avvampare. No che non l'aveva mai fatto… Però nemmeno lei gliel'aveva mai chiesto: se a lei non importava di lui, perché doveva importargli qualcosa di quel maschiaccio senza grazia e femminilità? Già, proprio così! Però…

Sospirò e sedette accanto alla madre, lo sguardo triste perso sulle proprie mani poggiate sulle gambe "Ranma, tu ed Akane avete litigato?" Nodoka glielo chiese con la solita voce tranquilla, e, dalla sua espressione, il ragazzo comprese che già conoscesse la risposta "Sì, ma non m'importa… Evidentemente a quella… quella vita larga non importa granché di me. Da un po' mi evita sempre. Mi odia" quelle ultime parole furono appena un sussurro, ma sua madre le udì ugualmente, o forse le intuì soltanto.

Gli poggiò una mano su una spalla e gliela strinse con affetto "Akane non ti odia affatto… e se ti sta evitando magari è proprio per il motivo opposto. Non credi che forse quello che è successo un mese fa le abbia dato di che pensare? Era pronta a sposarti…" "Sì, per farmi avere l'acqua delle sorgenti, mica perché… perché ci tenesse, o qualcosa del genere" Nodoka gli sorrise indulgente e si strinse nelle spalle "Quindi, secondo te, voleva sposarti affinché tu potessi avere ciò che più desideravi, sacrificando la sua felicità per questo… Era pronta a sposarti pur non amandoti, per quello che tu credi di sapere e questo non ti ha dato da pensare?" "Io… non ci ho pensato granché a dire il vero. Pensare non è il mio forte" ammise lui, sempre più sconfortato "Lo immaginavo. Ma magari lei ci ha pensato e molto… e cosa credi che provi nel vederti continuare come se tutto fosse uguale, mentre lei era pronta a sposarsi con te? Da parte sua è come se si fosse esposta, e molto, considerando il suo orgoglio… e tu hai continuato a fingere che non fosse accaduto nulla. Probabilmente ti evita perché crede che anche tu lo voglia" Ranma guardò sua madre stupito; nonostante non lo dimostrasse, era intimamente insicuro per tutto ciò che non riguardava le arti marziali. Tutto ciò che aveva a che fare con sentimenti ed emozioni erano per lui fonte di dubbi ed incertezze, ma c'era qualcosa di cui era certo: non voleva che Akane gli stesse lontana. La voleva accanto, sempre e comunque. In Cina aveva creduto di perderla due volte e per due volte aveva sentito il cuore lacerarsi… Egoisticamente il pensiero che Akane morisse lo aveva atterrito anche perché, in quel caso, lui sarebbe rimasto solo… solo senza di lei, che era peggio di qualsiasi solitudine.

Nodoka lo guardò, leggendogli in viso tutti quelle sconvolgenti rivelazioni e gli sorrise, lieta che suo figlio avesse finalmente compreso. "Pare che il dottore abbia concluso…" disse ed infatti dopo alcuni istanti, il simpatico dottore li raggiunse, lieto di vederli e ancor più lieto di accettare l'invito portatogli da Nodoka. Fu da lui che madre e figlio scoprirono perché il compleanno di Akane non era di solito festeggiato dai Tendo, visto che in quello stesso giorno cadeva l'anniversario della morte di sua madre; probabilmente per quello lei non ne parlava, si disse Ranma, mentre faceva ritorno verso casa.

… … …

Quando giunsero in casa Tendo era ormai ora di cena. Senza sorpresa Ranma seppe da Kasumi che Akane non li avrebbe raggiunti a tavola e che a causa di un forte mal di testa, sarebbe rimasta nella sua camera. Nessuno naturalmente credeva alla veridicità di quel malore e più di uno sguardo curioso si posò sul ragazzo che però li ignorò, mangiando di gusto come al suo solito.

"A che punto sei con i preparativi, Kasumi?" fu Nabiki a fare quella domanda "Oh, è quasi tutto pronto, ma c'è un problema: Akane mi ha detto che domani ha un appuntamento e che non ci sarà per tutto il giorno. Spero che non faccia tardi per la cena in suo onore!" Ranma rallentò impercettibilmente la sua furia ‘mangereccia’, prestando particolarmente attenzione a quelle parole "Akane ha un appuntamento?! E con chi?" chiese Soun Tendo, dando voce alla stessa domanda che lui si era posto. Kasumi si strinse nelle spalle "Non gliel'ho chiesto… Credevo alludesse a Ranma – mancò poco che il ragazzo si strozzasse con il cibo – ma non mi pare sia così" concluse la ragazza perplessa, notando la reazione del suo futuro cognato. "Certo che no! E chi ci pensa ad uscire con quella!" sbottò lui appena recuperato abbastanza fiato, anche se le guance arrossate non erano dovute al quasi soffocamento di prima; Nabiki lo guardò attentamente e poi sorrise come al suo solito, con malizia "E non t'interessa sapere con chi uscirà invece? Magari con un altro ragazzo…" Soun la guardò, le lacrime già pronte ad inondare la stanza "Cosa?! La mia piccola esce con un ragazzo e non festeggia con il suo papà?! Ma è impossibile!" Genma incrociò le braccia al petto, assumendo un'espressione particolarmente seria "Amico mio, non è questo che dovrebbe preoccuparti, ma il fatto che tua figlia esca con un ragazzo che non è Ranma… certo, naturalmente la colpa è tutta di questo mio sciaguratissimo figlio! Ah, che pena per un povero padre avere un tale incapace come figlio! Che vergogna che tu non sappia trattare la tua futura moglie, tanto da spingerla tra altre braccia!" Ranma linciò il padre con lo sguardo "Chissà, forse si tratta di Ryoga… in fondo sono così amici" suggerì Kasumi, continuando a mangiare tranquillamente "Oh, invece a me piacerebbe se fosse qualcun altro! Sai che divertente? E' da un po’ che è tutto così tranquillo" disse Nabiki con aria speranzosa "Magari è un compagno di scuola" quella frase di Nodoka fu il colmo per Ranma, ormai tutti erano convinti che si trattasse di un altro ragazzo… e lui non poteva escluderlo!

Infischiandosene che il suo comportamento potesse apparire sospettoso, con modi bruschi mise giù la sua ciotola ancora a metà e si alzò, tra gli sguardi meravigliati degli altri: di solito non lasciava la tavola prima di tre scodelle di riso almeno! "Vado in palestra ad allenarmi" fu l'unica cosa che disse prima di andarsene nel silenzio più assoluto.

--- --- ---

Akane sospirò, triste. Era ancora arrabbiata con Ranma, ma si sentiva anche in colpa nei suoi confronti: era come se gli stesse mentendo, o qualcosa del genere. Si morse le labbra e ripensò a quella sera, alle sue domande così strane. Le aveva chiesto se stava evitandolo… e lei sapeva che era così. Lo stava evitando, ma forse avrebbe dovuto parlare con lui, provare almeno a spiegargli quello che le passava per la testa. In realtà aveva pensato che a lui non importasse granché, ma forse non era così… Certo, la sua boccaccia poteva dire il contrario, ma ormai lo conosceva abbastanza per intuire la verità.

Aveva reagito impulsivamente come al solito, spinta dalla frustrazione che provava nel sentirgli dire cose che non avrebbero dovuto invece ferirla, visto che le sapeva insincere… o almeno non totalmente vere. Quante volte Ranma le aveva detto di non importarsene affatto di lei? Centinaia, ma era anche vero che se si era trovata nei guai, lo aveva sempre ritrovato al suo fianco, pronto a difenderla, proteggerla, salvarle la vita…

A dire il vero spesso si era trovata nei guai proprio a causa sua, ma altre volte… Ripensò a Ryugenzawa e a tutto quello che era accaduto nella foresta. Ranma aveva rischiato la vita per lei, affrontando quell'orribile mostro per salvarla… Senza contare il fatto che per la prima volta Akane lo aveva visto chiaramente geloso. Già, come spiegare altrimenti il suo scontro con Shinnosuke? Le sue parole le risuonavano ancora nelle orecchie.

"Se è questo che vuoi io ti lascio libera, ma devi dirmi il perché… Cos'ha lui che io non ho? Devi dirmelo, qui, ora … adesso"

E quel suo strano ed insolito gesto gentile al ritorno da quello stesso posto? Le aveva preso la mano, senza avere il coraggio di dirle nulla. Non era stato il solo gesto gentile che aveva avuto per lei, a ripensarci bene.

Sospirando Akane si alzò dal letto ed inginocchiandosi ne prese da sotto una grossa scatola, la stessa dove aveva riposto in passato il corno della mangusta che aveva avuto da Shinnosuke. Era lì che teneva serbati i ricordi più preziosi… La aprì ed illuminata dalla sola luce della luna, splendida ed alta nel cielo, cominciò ad osservare i piccoli oggetti, un sorriso intenerito sulle labbra.

C'era il piccolo ramo di bambù, su cui erano ancora attaccate le due strisce con i loro nomi, quello suo e di Ranma… Carezzò distrattamente quella con i caratteri del fidanzato e lo ripose, rammentando le peripezie che lui aveva patito per recuperarle la sua striscia; era svenuto a causa dei fuochi d'artificio, si era poi risvegliato farfugliando strane ed incoerenti frasi sulle stelle…

Una ricetta, molto antica; gliel'aveva data un vecchietto per preparare dei dolci alla ciliegia e scoprire con essi chi fosse l'uomo destinato a sposarla. Quando Ranma aveva finalmente avuto il coraggio di assaggiare uno dei suoi disgustosi dolci, era stata lei a non averne abbastanza per scoprire la verità… Era stata così contenta quando gli aveva poi visto il segno dei petali sul viso! Certo, prima che lui le spiegasse, tempo dopo, che in realtà era il segno lasciatogli dai piedini di P-chan.

Eccolo lì il piccolo corno di mangusta! Akane lo rigirò tra le dita, assalita dai ricordi, non solo di Ranma, ma anche di Shinnosuke e di suo nonno.

Sul fondo della scatola vi era bellamente ripiegato un abito, un abito di scena… Certo, la sua Giulietta non era stata delle più classiche! Carezzò la soffice stoffa rossa e pensò che fosse un peccato non aver conservato anche il nastro adesivo che aveva usato per baciare Ranma. Arrossì e sospirando fece per richiudere quello ‘scrigno’ di ricordi, quando la sua attenzione fu rapita da un piccolo oggetto, una specie di monile. Lo prese e lo espose alla luce lunare, scoprendo il fine disegno che vi era inciso sopra: una pesca. Certo, era la chiave che apriva le porta della sorgente dell'isola di Toma. Che avventura anche quella! 'E pensare che a quest'ora potrei essere una principessa…' si disse scherzosa, stringendo il piccolo oggetto in pugno. Anche allora Ranma era venuto a cercarla… 'Già, perché voleva trovare la sorgente…' si disse amara, ma sapeva di essere ingiusta: Ranma aveva infine distrutto quella sorgente, dopo una dura lotta con Toma, per evitare che anche lei vi finisse dentro e si trasformasse definitivamente in un maschio.

''Non la lascerò a nessuno, Akane è la mia fidanzata'', questo aveva urlato al principe, mentre lottava contro di lui… per lei.

"Ranma…" una lacrima quasi cogliendola di sorpresa le scivolò dagli occhi, infrangendosi nel pugno ancora serrato. 'Perché? Perché nonostante tutto ciò non riusciamo ad essere sinceri? Perché…'.

--- --- ---

Sfinito, Ranma si lasciò scivolare contro la parete in legno e sedette a terra. Era davvero esausto; aveva passato le ultime ore allenandosi come un folle, per impedirsi di pensare, ma ora che non aveva più tanta energia, i pensieri erano tornati alla carica, più pressanti di prima.

Sbuffò e con il dorso della mano asciugò il sudore che gli imperlava la fronte, mentre il battito del cuore cominciava a rallentare e stabilizzarsi. Akane aveva un appuntamento… E allora? A chi importava? 'A te, idiota…' la vocina della sua coscienza gli rispose immediatamente; fece una smorfia e alzò gli occhi verso il piccolo altare sulla parete di fronte "A me non importa invece…" provò a smentirsi, ma la vocina tornò alla carica 'Certo che si! Certo che t'importa, razza di bugiardo… E sei anche geloso!' "Sta' zitta!". Stranamente la vocina interiore gli ubbidì, forse perché aveva già detto tutto ciò che c'era da dire.

Akane aveva un appuntamento. Forse con un altro ragazzo… possibile? Akane non era tipo da fare certe cose, non aveva mai accettato mai nessun invito pur se i ragazzi non facevano altro che invitarla… Beh, una volta era uscita con Ryoga per ripicca, anzi, ci era uscita ben due volte. Turbato rammentò che però entrambe le volte era stato lui, indirettamente, a spingerla ad accettare… O meglio una volta era stata Ukyo ad organizzare il tutto, mentre dopo era stato a causa di quello stupido ed inutile sapone di Shan- po. No, Akane non poteva uscire con un altro, soprattutto nel giorno del suo compleanno! Che sciocchezza…

Però era vero che era arrabbiata con lui. Era vero che dal giorno del mancato matrimonio si erano allontanati. Era vero che lei lo stava evitando. Forse sua madre aveva ragione, però… Ecco cos'era la sua storia con Akane: un mucchio di però e forse! Dubbi, incertezze… Erano troppo timidi ed orgogliosi per ammettere i propri sentimenti. Sempre che lei ne avesse di sentimenti verso di lui. A volte gli era parso di sì, ma non poteva essere così sicuro: Akane non gli aveva mai detto nulla in merito. Non che lui l'avesse mai fatto, certo.

'Però una volta sono riuscito a dirle la verità…' si disse lui, rammentando quando nel parco le aveva detto che lei gli piaceva e molto… Lei naturalmente non ci aveva creduto, pensando che fosse un altro trucco per allontanarla da quella maledetta tutina. Non era poi tanto strano che lo pensasse, vista la maniera idiota in cui si era comportato! Provare a ‘sedurla’ per allontanarla da quella tuta che la faceva essere più forte di lui… Che idiota! Però… già, però… era stato così bello stringerla a sé, nascosti in quell'armadio. Si era spaventata per qualcosa e gli si era gettata tra le braccia e lui non aveva potuto far altro che stringerla… e sentirsi strano, ma felice. Era sempre felice quando la teneva tra le braccia. Anche quando avevano avuto quella stupida lite a causa del seno… Ranma arrossì ripensando a quella storia: aveva rischiato seriamente di farsi uccidere da sua madre allora!

Per non parlare di quello che aveva provato alle fonte delle sorgenti a Jusenko… "No, quello no…" disse, serrando gli occhi, non voleva ricordare quel maledetto istante. Certo, lei era viva, ma in quegli attimi era così disperato che un simile dolore gli sarebbe bastato per tutta la vita! Scosse la testa violentemente, cercando di scacciare quel ricordo così infausto 'Se solo avessi detto ad Akane quello che provavo, invece di pensarlo soltanto… ora lei non uscirebbe con un altro…'.

Ranma spalancò gli occhi, esterrefatto: aveva proprio pensato quello che aveva appena creduto di pensare?

"Sono nei guai…".

  
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