Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Breed 107    05/04/2005    2 recensioni
Forse, lontano da tutto e tutti, la verità potrà esser detta... E' il compleanno di Akane e chissà che il suo desiderio più grande non possa realizzarsi. Prima parte della "trilogia del desiderio".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Akane scese di sotto per la colazione, notò stupita che di Ranma non c'era traccia. Genma era invece comodamente seduto al suo posto, così come tutti gli altri, quindi il ragazzo non stava allenandosi con lui.

Senza chiedere nulla in merito, anche se la curiosità stava rodendola, sedette accanto al posto vuoto e dopo aver salutato tutti gli altri, cominciò a mangiare, sforzandosi di non volgersi mai nella direzione in cui avrebbe dovuto essere Ranma; se sua sorella l'avesse vista di sicuro avrebbe detto…

"Se ti chiedi dov’è Ranma, guarda che è uscito" Nabiki a volte sembrava leggere nel pensiero, si disse Akane, scrollando poi le spalle "Non te l'ho mica chiesto" le disse, fingendo indifferenza. Però era strano: nei giorni come quello, in cui erano liberi dalla scuola, Ranma ne approfittava per dormire più del solito o per allenarsi. Era ancora presto, dove poteva essere andato?

"Stanotte non ha quasi toccato il letto – la voce di Nodoka era quasi preoccupata – è tornato tardissimo dalla palestra e l'ho sentito aggirarsi inquieto nella stanza almeno fino all'alba… Poi quando sono andato a chiamarlo affinché si allenasse con suo padre, mi ha detto che non ne aveva voglia" Kasumi sospirò "In effetti era molto strano stamani. Non ha finito la sua colazione, nonostante abbia saltato quasi tutta la cena ieri sera" Akane abbassò gli occhi, ora anche lei era preoccupata. Non era da Ranma saltare un pasto, figurarsi due! Che stesse allenandosi di nuovo per quella stupida tecnica di Ryoga, lo shishi hokodan? No, non era possibile.

"Ieri avete litigato, vero sorellina?" Akane sussultò e guardò Nabiki, mentre il resto degli sguardi si appuntò su di lei "Cosa? No, no… Niente di serio, il solito. E poi che vuoi dire? Ranma non è certo il tipo che prende troppo a cuore le nostre discussioni. Litighiamo sempre, ma non ha mai saltato un pasto per questo!" ''In effetti – Soun ne convenne – anche se però devo dire che ultimamente vi ho visto litigare molto di meno. Speravo volesse significare che vi stavate avvicinando…" Akane fece una smorfia "Che idea!" commentò acidamente, in realtà era proprio il contrario!

 "Qualcuno vuole altro riso? Ne è avanzato un bel po' visto che Ranma ed Happosai non ci sono" Akane ringraziò mentalmente sua sorella Kasumi, che spostando l'attenzione su quel mostro pervertito del vecchio maestro, l'aveva distolta da Ranma ed il suo strano comportamento. Senza che una parola in più fosse aggiunta in merito, finì la sua colazione e cominciò a prepararsi per il suo appuntamento con Yuka e Sayuri. Avevano deciso di andare in giro per negozi, poi al cinema e infine di pranzare in un nuovo locale; il programma era divertente, e di solito Akane avrebbe gradito quell'uscita tra ragazze, ma quel giorno non era dell'umore adatto, per nulla. Comunque si vestì con cura e addirittura si truccò leggermente, non voleva che le amiche pensassero che non tenesse a quell'appuntamento con loro: già la accusavano di averle escluse dalla sua vita, e lei non poteva negarlo. Con tutto quello che le capitava di solito, con Ranma e via discorrendo, non aveva proprio molto tempo da dedicare agli altri! Già, si disse, riponendo la spazzola, la sua vita era piena di lui… O almeno era stato così fino ad un mese prima.

"Allora io vado… Ci vediamo questa sera" Kasumi le sorrise con dolcezza, osservandola con amore. Era così graziosa con quell'abito, ferma sotto lo stipite della cucina, lo sguardo timidamente abbassato come se fosse in imbarazzo "Sei davvero molto carina così, Akane" le disse Nodoka, riponendo un ultimo piatto "Grazie signora…" "Credi che tornerai per l'ora di cena, Akane?" "Credo di sì, Kasumi… nel caso però dovessi tardare, non preoccupatevi: tenetemi qualcosa in caldo. Allora ciao!" "Ciao, sorellina, divertiti!". 'Ci proverò' si disse Akane, mentre lasciava casa Tendo diretta al centro commerciale.

--- --- ---

Quando Yuka uscì di casa era più o meno allo stesso orario in cui Akane lasciò la propria. La ragazza non aveva fatto che pochi passi quando, passando accanto ad uno degli alberi che costeggiavano il viale che conduceva nel suo isolato, qualcosa le si parò improvvisamente davanti, facendola urlare dallo spavento.

"Ehi, sono io! Yuka… non è il caso di urlare!" la ragazza che aveva serrato gli occhi, li riaprì stupita, fissando il ragazzo che ora le stava a qualche passo di distanza. "Tu?!… Ma sei impazzito?! A momenti mi facevi venire un colpo!" lui si inchinò leggermente, in segno di scuse e poi, imbarazzato la guardò, grattandosi nervosamente la nuca "Posso parlarti un attimo Yuka?" lei inarcò un sopracciglio: se Ranma Saotome se n'era stato appollaiato su un albero per parlarle, e se per di più aveva un'aria così imbarazzata, non le ci voleva molto a capire di cosa volesse parlarle. "D'accordo, ma incamminiamoci, ho un appuntamento e non voglio fare tardi… allora? Cosa vuoi sapere su Akane?".

"Eccì! – Akane starnutì lievemente, sorpresa – Mmm, qualcuno sta parlando di me…" si disse, mentre osservava il via vai, intenso in quella domenica mattina; l'appuntamento con le sue amiche era stato fissato davanti ad uno dei negozi del centro commerciale e le ragazze erano in ritardo. Guardò il piccolo orologio che aveva al polso e sospirò: non era da loro, chissà se era accaduto qualcosa. Si volse a guardare la vetrina, per ingannare l'attesa e distrattamente osservò gli eleganti abiti bellamente sistemati sui manichini.

Era persa ancora in quella 'contemplazione' quando sentì qualcuno bussarle leggermente su una spalla, richiamando gentilmente la sua attenzione. "Finalmente! Era ora che vi decideste ad…" le parole le morirono sulle labbra "Ciao Akane". Che ci faceva lui lì?

Ranma le stava davanti, sorridendo come se nulla fosse, le mani dietro la schiena; Akane nello stupore ebbe però il tempo di notare che aveva indossato la sua camicia preferita, quella azzurra. Le piaceva tanto come quel colore si accordava con i suoi occhi grigio- blu ed i suoi capelli nero- china e… "Cosa fai qui?" gli chiese, non potendo evitare alle sue guance di imporporarsi "Ti dispiace vedermi?" "No, non è questo, ma io ho un appuntamento e…" lui annuì "Sì, lo so. Ho incontrato Yuka per caso e mi ha invitato ad unirmi a voi… ti spiace?" Akane batté le palpebre sempre più stupita "Yuka ti ha invitato? Ma…" "Mi ha anche pregato di avvertirti che lei e Sayuri faranno un po' tardi e che non dobbiamo più aspettarle qui, ma ci raggiungeranno al cinema" "Ma… aspetta un attimo, io non ci capisco più nulla! Si può sapere che ci fai qui? Da quando ti piace fare un'uscita tra ragazze?!" lui sorrise ed incrociò le braccia al petto "Se è solo questo il problema, basta procurarsi un po' d'acqua fredda… anche se a dire il vero, avrei preferito restare ragazzo per oggi" "Ranma, non scherzare! Non è da te…" "Come non è da te uscire senza dire nulla. Non mi hai detto nulla di questo appuntamento" "Sì, è vero, ma non credevo ti importasse saperlo… e poi ieri… ieri abbiamo litigato" lui scoppiò a ridere e si incamminò, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni "Ma se è quello che facciamo sempre! Andiamo, facciamo un giro prima di raggiungere le altre".

Era semplicemente attonita. Akane s'incamminò al fianco del suo fidanzato, in silenzio. Tutta quella storia era davvero strana: non si sarebbe mai aspettata di ritrovarselo avanti, proprio quel giorno.

"Ranma… perché stamattina sei uscito così presto? " "Uhm, sono andato a correre, da solo. Non avevo voglia di allenarmi con quell'idiota di mio padre" "Davvero?" lui la guardò con la coda dell'occhio "Che fai? Dubiti?" "No, il fatto è che a sentire tua madre… ecco, eri turbato, come se ti preoccupasse qualcosa" lui si strinse nelle spalle "Nulla di che. Oh, guarda, al negozio di animali ci sono dei cuccioli" disse poi correndo via, impedendo ad Akane di fargli altre domande. Non aveva smentito però, quindi qualcosa lo aveva preoccupato… ma cosa? Il loro litigio? 'No, impossibile, a Ranma non hanno mai fatto nessun effetto le nostre liti… In verità è così superficiale che nulla sembra preoccuparlo più di cinque minuti, tranne quando si tratta di imparare qualche nuova tecnica…'. Sospirando la ragazza si avviò verso il negozio di animali, decidendo che per il momento avrebbe lasciato perdere, ma prima o poi sarebbe ritornata sull'argomento; voleva scoprire se lei avesse a che fare con l'umore instabile di Ranma.

Dopo aver girato in lungo ed in largo il centro commerciale, si accorsero che mancava ancora un bel po' all'ora dell'appuntamento con le altre due ragazze, così Ranma propose di mangiare qualcosa, così si diressero verso uno dei tanti caffè ospitati dal centro.

"Ho una fame!" affermò Ranma leggendo il menù portato da una gentile cameriera "Forse perché hai saltato la colazione… e anche la cena ieri" suggerì Akane, fissandolo attentamente "E tu come lo sai?" lei sorrise, ironica "Credi che sia possibile tenere qualcosa segreto a casa nostra? E' impossibile!" "Dici? – lui la guardò per alcuni istanti, poi riabbassò gli occhi sul menù – A me pare che tu riesca benissimo a mantenere i tuoi segreti, se vuoi…" "Cosa? Che significa…" Nulla, dicevo così per dire. Hai deciso cosa ordinare?" "No, non cambiare discorso ora. Allora, cos'è questa storia dei segreti?" gli chiese con voce leggermente alterata, lui si adagiò contro lo schienale della comoda poltroncina dov'era seduto e volse lo sguardo altrove, osservando la gente che continuava a passeggiare nel grande centro commerciale al di là della vetrina del caffè.

"E' per quello che ti stavo dicendo ieri, sul fatto che mi stai evitando. Non riesco a capirne il motivo – sospirò e le labbra si tirarono in uno stentato sorriso – ma probabilmente è per qualcosa che ho detto o fatto… O forse per qualcosa che non ho detto o fatto – tornò a guardarla, lo sguardo serio – ma non voglio chiederti di svelarmi questo segreto, sta' tranquilla" "Anche perché se non sbaglio la cosa non ti interessa, no?" "Più che altro m'interessa qualcos'altro" "E cioè?" la voce di Akane continuava ad essere tesa, come se stesse facendo chissà quale sforzo immane per non martellarlo a dovere. Cavoli, pensò Ranma soddisfatto, era già un progresso rispetto al solito! La solita Akane l'avrebbe prima spedito in orbita e poi magari chiesto delucidazioni… "Vorrei che la smettessi".

Akane sentì la rabbia fluirle all'istante lontano, rimpiazzata da sorpresa e… gioia. Sì, era felice. Forse stava illudendosi, ma non vedeva che un unico motivo per cui lui le facesse una simile richiesta: perché la cosa non gli piaceva. Possibile che fosse davvero quello il motivo? "Perché?" ebbe il coraggio di chiedere, le guance già arrossate, guance che esplosero quando lui le rispose "Perché non lo sopporto. Non mi piace il pensiero che tu mi tenga a distanza". Nonostante il tono volutamente svagato e il suo ostentare indifferenza, tuffandosi di nuovo nella lettura del menù, Akane non seppe cosa dirgli, troppo confusa da quella inaspettata rivelazione per poter dire qualsiasi cosa; ritrovò il fiato sufficiente ad ordinare un'okonomiyaki alla cameriera per poi ripiombare nel silenzio più imbarazzato.

Lo guardò ordinare a sua volta un'okonomiyaki, stupita non solo per quello che lui aveva appena detto, ma per il fatto che nonostante ciò apparisse così tranquillo… Non era arrossito, né sembrava particolarmente a disagio. Che succedeva? Cosa succedeva al suo Ranma? Non era da lui fare simili ammissioni con tanta naturalezza! In un anno non aveva fatto che insultarla ed ora… "Credevo che tu fossi almeno mia amica…" ecco. Avrebbe dovuto aspettarsela: la solita frase che distruggeva ogni illusione che era stata tanto sciocca da farsi… Era sempre così con lui. Il momento prima pareva farti sfiorare in cielo con un dito… e l'istante dopo, con qualche frase buttata lì, ti faceva ripiombare a terra…

La delusione fu anche questa volta cocente: avrebbe voluto seppellirlo sotto il tavolo a suon di pugni, ma non poteva farlo. Abbassò lo sguardo addolorato e si morse le labbra, per impedirsi di rivelargli quanto l'aveva ferita, per l'ennesima volta. Ma stavolta Ranma la stava osservando; al contrario del solito lui stava volutamente osservando le sue reazioni… Notò perfettamente la sua aria afflitta e sorrise intimamente: in fondo quello non faceva che confermare i suoi sospetti. Certo, era una maniera un po' rude per accertarsi dei sentimenti di Akane nei suoi confronti, ma non era un esperto in materia, lui! Già prestare attenzione all'effetto delle sue parole era una vera novità!

"Akane… allora?" lei quasi sobbalzò e lo fissò, gli occhi ancora annebbiati dai propri foschi pensieri "Allora cosa?" lui sorrise e poggiò il volto ad una mano, assumendo un'espressione così divertita da farle rabbia "Continuerai ad evitarmi?" "Io non ti sto evitando!" "No? Davvero? Mi era parso… Sai, io lo so di essere una persona superficiale, il più delle volte… e so che non do mai l'impressione di rendermi conto di alcune cose… Ed è vero, per lo più; ad essere sinceri sono stati Hiroshi e Daisuke a farmi notare che stavi evitandomi… ed è stata mia madre a suggerirmi un motivo. Sulle prime pensavo lo facessi perché mi detestassi"Akane sbarrò gli occhi: davvero lui aveva creduto quello? Che lo odiava? Il rimorso tornò a fare capolino in lei, facendole quasi dimenticare la rabbia e la delusione di poco prima "No, io… io credevo fosse quello che volevi… Quello che serviva ad entrambi in un momento come questo!" Ranma la guardò seriamente e per alcuni istanti non ribatté nulla, poi annuì e si rilassò contro il proprio sedile "Voglio chiederti solo una cosa Akane, poi non parliamo più di questa storia, d'accordo?" lei annuì, non era esattamente ciò che voleva, ma era troppo curiosa di conoscere la sua domanda "Ecco… in questo tempo che hai avuto per pensare, in questo ultimo mese che mi hai evitato, hai mai pensato di rompere il fidanzamento? Seriamente…".

Akane deglutì, sentendosi messa con le spalle al muro: cosa poteva dirgli? La verità? Che ci aveva, cioè, pensato ogni giorno, ogni istante… E se lui le avesse poi chiesto come mai non l'avesse allora ancora fatto, che gli rispondeva? Doveva mentirgli, dirgli che il pensiero non le era passato nemmeno per la testa? Ma poi lui avrebbe potuto chiederle come mai… che tenesse a lui così tanto? Quei pensieri le si affollarono nella mente in pochi secondi, mandandola nel panico, sconcertata anche per la sua strana espressione, un misto di tranquillità e serietà… Che cavolo succedeva?! Perché era così strano quel giorno? La cosa non le piaceva, per nulla! Sospirò pensando che per lo meno dopo quella sua risposta non avrebbero parlato più di quelle storie così assurde e tutto sarebbe tornato alla normalità, lui sarebbe tornato il solito Ranma, l'insensibile, maleducato, irritante… ma il suo Ranma, quello a cui lei, nonostante tutto, sapeva di tenere.

"Sì, l'ho pensato… - istintivamente aveva optato per la verità – ho pensato che forse sarebbe stata la soluzione migliore. Sarebbe stato il modo più rapido per… per risolvere i nostri problemi: le tue fidanzate che sbucano dappertutto, i nostri genitori così impiccioni, i pettegolezzi, le gelosie… Tutto sarebbe stato più semplice" sospirò, sentendosi incredibilmente sollevata. Ora che gli aveva aperto finalmente il suo cuore, si sentì più leggera, come se fosse finalmente libera da un fardello che da più di un mese le opprimeva l'animo. Lo guardò, forse leggermente sorpresa di se stessa e attese una sua reazione e lui le sorrise, gentilmente "Hai visto? Dopo tutto non era così difficile parlarne, no? Avresti dovuto farlo dal principio… Bene, stanno arrivando le nostre okonomiyaki! Che fame!" Akane capì di essere in trappola: da lui non avrebbe saputo nulla, a meno che non si fosse esposta per prima! Per sapere cosa provava per lei, avrebbe dovuto dirgli per prima cosa lei provava per lui… E non era ancora pronta, non dopo le ultime emozioni! Fu quindi lieta della pausa offerta dall'arrivo del cibo, almeno avrebbe potuto pensare a come fargli sputare l'osso… e nel frattempo poteva godersi quell'inaspettato appuntamento con Ranma: era incredibile come nessuno fosse ancora sbucato fuori ad interrompere quell'uscita casuale!

"Cosa avevate pensato di vedere al cinema, tu e le ragazze?" "Mmm, uno di quei film d'amore strappalacrime che a Yuka piacciono tanto" "Oh, no! Ma perché? C'è un bellissimo film d'azione e…" "Guarda che tu non eri invitato, perciò puoi pure andare a vedere ciò che ti pare!" "Ma se nemmeno a te piacciono quelle robe?!" "Beh, sì, ma non voglio dispiacere Yuka e Sayuri, per una volta che esco con loro… L'ultima volta che sono stata al cinema con delle mie amiche, ho fatto una tale figuraccia! Tutto il pubblico era voltato verso di noi" [ricordate l'episodio del fungo che costringe Ranma ad abbracciare chiunque starnutisca? ^_^; N.d.A.]

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Breed 107