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Autore: Erin    19/05/2009    13 recensioni
<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai, benché me lo aspettassi. Salii i tre gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me. << Che mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Edera

Edera

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Bentornato signorino Scorpius

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<< Macchè diavolo! >> esclamai, quando i libri mi caddero sul pavimento del corridoio, mentre andavo a lezione di Erbologia. Il terzo anno era iniziato proprio male! Dopo un’estate di schifo, c’era da dire. La mia famiglia mi aveva surclassato di domande sul mio stato d’animo irascibile e instabile e spesso ci avevo litigato pesantemente. Anche con Hugo, col quale non avevo mai litigato prima. Era il suo primo anno ad Hogwarts, era emozionato, ed il minimo che sapevo offrirgli era un sorriso stentato; per fortuna s’era fatto già alcuni amici a Grifondoro.

Camminai spedita verso le serre, oltrepassando i giardini. Le lezione fu breve e indolore, perché per fortuna i miei voti non erano cambiati. L’unica cosa rimasta al suo posto.

<< Ciao >>

Non mi voltai subito, ma mi irrigidii e mi fermai di scatto.

<< Ciao Rose >>

Quella voce ripeté ancora un saluto timido, ma non poteva essere possibile. Dovevo avere le allucinazioni.

Poi d’un tratto dei capelli biondi spettinati e degli occhi grigi mi si pararono davanti.

<< Ah, sei tu allora. Sei così cambiata che pensavo d’aver preso un granchio >> disse con un sorriso.

Io spalancai la bocca, sbalordita.

<< Con quanta naturalezza parli, Malfoy. Come se ci conoscessimo! >> borbottai poi, aggirandolo e superandolo, diretta al castello. Ma in breve fui afferrata per le spalle, fui girata bruscamente e fui stretta con forza al suo petto.

<< Che diamine fai, lasciami! >> mi divincolai, dandogli pugni sul petto. Ma s’era fatto più alto e pure più forte a quanto sembrava: non accusava i miei colpi, continuava a tenermi stretta e fissare le mie mosse inutili.

<< Hai ragione, hai tutte le ragioni del mondo. Possiamo parlare però? Poi se non ti piace ciò che ho da dirti mi cacci via e io non mi faccio più vedere >> mi disse Scorpius ed io smisi di spingerlo via da me. Era stancante farlo.

Lasciai andare la mia fronte sul suo petto ed in un momento di debolezza iniziai a singhiozzare.

<< Parla, avanti >> farfugliai.

Lui non mi lasciò andare e non allentò neanche la presa, lasciando che tenessi la fronte poggiata sulla sua camicia bianca.

<< Allora... >> mugugnò ed il cuore iniziò a battere forte, lo sentivo. << Non so da dove cominciare, ma non pensare che mi sia allontanato da te perché non ti voglio più bene...>>

<< E perché allora? E’ da Natale che sei cambiato. Io ho passato un periodo bruttissimo per colpa tua! >> esclamai, sollevando il capo e guardando il suo viso arrossato.

<< Perché arrossisci? >> domandai poi sbattendo le palpebre, come se non vedessi davvero ciò che stavo vedendo.

<< Rosie...vuoi la verità? Quando hai detto che andavi via dalla mia stanza, non ti ho fermato perché anche io volevo tornare a dormire da solo... >>

Strinsi gli occhi e arricciai le labbra, in preda ad un altro singhiozzo.

<< Perché? Perché non mi vuoi più? >> piansi.

<< Il problema è proprio che ti voglio! >> esclamò, in preda a quello che sembrava uno sfogo nervoso. Poi cambiò espressione e abbassò il capo nascondendo gli occhi sotto le ciocche chiarissime dei suoi capelli.

<< Cosa? >> mormorai.

<< Rose, ora ti parlo francamente così capisci cosa mi sta succedendo. Hai presente le mestruazioni? Hai presente? >> disse accalorato.

<< Si...ho presente... >>

<< Ecco, a me sono venute quelle maschili. Insomma, sono cambiato. Ho certi impulsi che non riesco a controllare, penso certe cose...sogno certe cose. E tenerti nel letto con me non era proprio l’ideale! Io non volevo che il nostro rapporto si rovinasse, perché ti sono molto affezionato. Ma così ho fatto la stessa cosa che volevo evitare, lo so! >> aggiunse, guardando i miei occhi. << Ma mi sentivo a disagio accanto a te >>, fece una pausa, poi riprese. << Era da prima di Natale che guardavo con troppa insistenza le tue forme. Mi sentivo un maiale. >>

Rimasi a fissarlo tra il turbato e lo stupita, incredula anche.

<< Sei tutta rossa, scusa se ti ho messo in imbarazzo! >>

Non dissi niente per un po’, limitandomi a fissarlo conscia del mio rossore.

Poi feci perno sulle sue braccia ancora intorno a me, mi alzai sulle punte e gli sfiorai le labbra con le mie. Fu un gesto istintivo.

Quando mi allontanai, lui mi guardava imbarazzato e stupito.

<< Scusa, >> abbozzai. Le sue braccia, fattesi burro attorno al mio torace, scivolarono via ma lui rimase impietrito.

<< Andiamo a pranzo insieme, Scorpius? >> chiesi, guardando l’erba accanto ai miei piedi.

<< Non vuoi altre spiegazioni? Siamo di nuovi amici davvero? >> lo sentii dire.

Scossi la testa. << Va bene così, se d’ora in poi sarai sempre sincero con me. >>

<< Si. Andiamo Rosie >> esclamò e mi affiancò, mentre ci dirigevamo verso il castello.

Non parlammo mai di così tante cose insieme come facemmo in quei giorni.

 

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Aver fatto pace con Scorpius mi aveva fatto tornare il sorriso, in modo esagerato, lo sapevo – mio fratello e Albus mi sfottevano “paralisi facciale” – ma io mi sentivo così felice che non m’importava di cosa dicessero. Anche quell’anno mi organizzò una stupenda festa di compleanno e mi regalò degli orecchini di smeraldo. Ovviamente, anche se dentro di me esultavo di gioia e stupore, lo sgridai per il costo sicuramente alto del regalo in questione.

L’anno però volgeva alla grande! I miei voti e quelli di Scorpius erano addirittura cresciuti e lui era entrato anche a far parte della squadra di Quidditch Serpeverde. Mi piaceva andarlo a guardare e gridare il suo nome dagli spalti, con la sciarpa bene stretta al collo in pieno dicembre, mentre faceva l’ennesimo goal e eseguiva una piroetta con la scopa. Poi mi guardava, strizzava l’occhio e ripartiva. Certo, accanto a me c’erano delle odiose ragazzine urlacchianti che lo veneravano e che avevano cominciato a stargli intorno, ma a me non importava neanche questo. Io ero la sua migliore amica e non ero gelosa, stavo bene così come stavo. Non avevo bisogno di altro.

Anche quel Natale lo passammo divisi, ma mi scrisse così tanto che il gufo ebbe una forte cervicale e dovemmo curarlo e tenerlo al caldo. Così, iniziai ad usare la civetta di Hugo, quella che gli avevo regalato a Natale, ma Scorpius mi disse che non gli sembrava tanto il caso dato che a suo padre ricordava la civetta di mio zio Harry.

Il terzo anno fu anche il primo anno delle gite ad Hogsmeade. Io e Scorpius comprammo quasi tutta Mielandia e lui acquistò diversi giocattoli-bomba ai Tiri Vispi Weasley di mio zio George, acquisti che proprio non approvai. Per fortuna disse che non li avrebbe usati con me, ma con gli amici. Poi accadde, ed io quasi non volevo dargli una mano, lasciandolo nel pasticcio che aveva creato a sbrigliarsela da solo.

<< Ti prego, aiuto >> diceva facendo una vocina dolce.

Io avevo ancora le mani su fianchi e non avevo ceduto.

<< Ma vedi che a non ascoltarmi ci rimetti? Sai quanto ci vuole per togliere quella roba tutta incrostata? Vai da Madama Chips... >>

<< Ma no, Rose. Mi vergogno! Dai Rosie...Rosie ti voglio bene...>> iniziò a miagolare, camminando a gattoni sul letto fino a me.

Alzai gli occhi al cielo e presi la bacchetta.

<< Provo col Gratta e Netta >> dissi e lanciai l’incantesimo sul torace di Scorpius, tutto incrostato dalla bomba di gomma e zucchero e chissà cos’altro che avevano fatto esplodere. Ma il gratta e netta non funzionò.

<< Ah, già, non la fa così facile tuo zio. La devi togliere a mano, scusami Rosie >> disse, porgendomi una bacinella d’acqua calda e una spugna.

Lo guardai con aria nervosa, poi lui si voltò di schiena e mi disse << Grazie tantissimo, me ne ricorderò >> e così non potetti continuare ad ignorarlo.

Mentre attenta gli passavo la spugna bagnata sulla schiena, lui si rilassava sul materasso e quando ebbi finito lo trovai proprio addormentato. Era così dolce quando dormiva, sembrava ancora un bambino, benché gli desse fastidio saperlo, perché si considerava già un uomo.

 

L’anno volgeva al termine e io e Scorpius non litigammo più, anzi, diventammo più uniti degli anni precedenti. Certo, non dormivamo più insieme, ma stavamo insieme per la gran parte della giornata. Non sapevo cosa stava succedendo ad entrambi, ma anche io mi sentivo strana accanto a lui e mi ritrovavo spesso a guardargli le labbra o il collo, oppure le mani, affusolate e già virili, quando si poggiavano su di me. Ma mi dava fastidio pensare a certe cose, quindi scuotevo la testa e mi concentravo su altro. In verità, quando mesi prima avevamo fatto pace e lui mi aveva detto quelle cose, non sapevo il perché, ma dentro di me mi ero sentita felice. Mi ero sentita bene che fosse quello il motivo che lo avesse allontanato da me, non solo perché non si era arrabbiato oppure aveva smesso di volermi bene, ma proprio per il motivo in sé per sé. Il fatto che avesse cominciato a sentirsi strano accanto a me e meglio e più a suo agio con gli amici maschi buzzurri (lui non voleva che li definissi così, perché era come far rientrare lui nella categoria), mi faceva stare stranamente bene, ma non riuscivo a capire bene il perché. Quando poi avevamo fatto pace ed eravamo tornati a stare insieme, il suo atteggiamento era leggermente cambiato, più protettivo se possibile ma più distante, appena quel poco che mi faceva desiderare ancora di più di stargli sempre appiccicata.

Per il fatto di non dormire più insieme, quello era venuto di comune accordo, benché a me mancasse. Mi sentivo sola, circondava dalle mie compagne Serpeverdi, in quel dormitorio comune. Tante, tante volte avrei voluto sgusciare nella sua camera e accoccolarmi accanto a lui. Tante volte ci pensavo, ma poi finivo per addormentarmi. Però quella sera era l’ultima sera e l’indomani sarebbero arrivate le vacanze estive e io non l’avrei rivisto per tre mesi!

Mi alzai a sedere, guardandomi intorno. Bene, dormivano tutte. Scesi dal letto senza fare rumore e mi avviai scalza, in pantaloncini e canottiera, verso la porta d’uscita.

Feci tutti lentamente e silenziosamente, perché era mezzanotte e non volevo svegliare nessuno. Soprattutto perché non volevo che mi vedessero andare verso i dormitori maschili in quelle condizioni!

Oltrepassai la sala comune, spoglia, perché le riunioni si tenevano nei dormitori. Camminai fino alla porta di Scorpius, sussurrando poi la parola d’ordine. Era ancora la stessa, l’aveva detta più volte di fronte a me e questo mi faceva venire sempre uno strano vuoto allo stomaco.

<< Rosso >>

La porta sparì in due parti nel muro, per poi richiudersi dietro di me. Rimasi sulla soglia, sotto il suo sorrisino spiazzante e una piccola luce accesa accanto al suo letto.

<< Sapevo cha saresti venuta, però ci hai messo un po’ per deciderti. Mi stavo addormentando >> disse, chiuse un libro di storie horror che aveva tra le mani e lo mise sul comodino. Aveva solo una canottiera grigia e dei boxer neri come pigiama.

<< Mi aspettavi, eh? Io invece pensavo di trovarti placidamente addormentato >> sorrisi, facendo qualche passo per raggiungere il suo letto.

Essendo più alta, avendo le gambe più lunghe, adesso non facevo più tanta fatica a salire sul suo letto.

<< Quindi...posso dormire qui? >> gli chiesi, quando lui si alzò a sedere all’indiana e iniziò a fissarmi.

<< Si, dormi pure qui >> disse a voce bassa, appena udibile.

Feci un sorriso e m’infilai sotto le sue coperte. Mi fregai uno dei suoi cuscini - perché quando leggeva ne metteva due dietro la testa – e mi accoccolai contro di lui.

<< Hai saputo poi se andate in Cina o in Giappone, quest’estate? >> gli chiesi, chiudendo gli occhi e poggiando la testa sul suo petto.

<< Rose...fa un po’ caldo...>>

<< Oh scusa, mi sposto >> dissi, poggiando la testa sul cuscino ma restandogli molto vicina.

<< Comunque in Giappone. E’ più bello, mamma è affascinata dal Giappone antico. Ti porterò un sacco di cose bellissime... >>

<< Non iniziare ad esagerare, Scorpius >> lo ammonii e lui ridacchiò.

<< E tu vai in Italia, allora? >> mi domandò.

<< Si, vado a trovare alcuni parenti e poi mi godo mare e sole e tornerò abbronzantissima!>>

<< Non dire scemate, hai la pelle delicata e molte lentiggini, non ti esporre troppo al sole se no fai la fine mia alle Hawaii. Tipo serpente che stavo per prendere la pelle! >>

Scoppiai a ridere.

<< Già, mi ricordo. Beh, stavo scherzando non preoccuparti. Io sono coscienziosa a differenza tua! >>

<< Ah, a differenza mia?! >> mi fece eco, prese il cuscino e mi colpì.

Mi alzai a sedere con una finta faccia indignata, togliendo i capelli davanti al viso.

<< Vuoi la guerra, Scorpius?! >>

Ma non gli diedi tempo di rispondere, iniziando a prenderlo a cuscinate. Fu una lotta impari, lo sapevo fin dall’inizio. Io ero agile, ma lui più forte e più agile di me, merito anche degli allenamenti di Quidditch. In breve, mi bloccò sul materasso togliendomi il cuscino.

<< Okay okay, mi arrendo >> ridacchiai, respirando affannosamente, sollevando ritmicamente il torace verso di lui. Mi accorsi che, respirando così, gli sfioravo ogni volta la canottiera con il mio seno. Arrossii violentemente. Lui si ritrasse e tornò a sedere.

La tensione scivolò via da sé, perché iniziammo a parlare delle vacanze e ben presto ci dimenticammo dei nostri imbarazzi. A volte con lui mi sentivo come due anni prima, senza un briciolo di vergogna in tutte le situazioni. Ma purtroppo stavamo crescendo.

 

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Per ringraziarvi dei commenti che mi avete lasciato, così numerosi che mi hanno fatto stupire, ecco qui il 12esimo capitolo. Ed anche il terzo anno è finito. Il prossimo cap sarà ambientato al quarto anno. Spero di riuscirlo a postare presto come questo!

Baci, Erin.

  
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