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Autore: Elsinor    01/12/2016    5 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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«Forse perché me ne sono andato alla fine del mio quinto anno» rispose a Chip una voce tranquilla e affabile «la mia famiglia è tornata al paese d'origine e hanno pensato bene di trasferirmi a Durmstrang. Ma questo Alec già lo sa.»
«Non sapevo fossi di nuovo a Londra, però» anche la voce di Alec suonava affabile, ma un pochino tagliente «davvero un'incredibile sorpresa.»
«Già. Non so bene quanto mi fermerò, ma nel frattempo ho comprato questa casa. Non avrei retto l'andirivieni del Paiolo Magico, per non parlare dell'igiene. Se avessi saputo che era così facile ritrovarti, Alec...ma è davvero un'incredibile sorpresa.»
«"Incredibile" perché infatti non credo che sia una sorpresa, e siccome a quanto ricordo non sei stupido, non lo credi neanche tu.»
Percepii la tensione salire. Persino Chip era rimasto zitto. Scossi lo Specchio, ma ovviamente non successe nulla. Alec non aveva intenzione di tirarlo fuori dalla tasca.
«Credo, anzi so, che le coincidenze esistono. L'ho appena appurato, in effetti» rispose, sempre tranquilla, la voce misteriosa «anzi, più che di coincidenze mi azzarderei a parlare di Fato. Hai presente la sfera che cerchi? Forse scrutandoci dentro avresti potuto trovare traccia del nostro incontro. Ma a quanto ricordo non frequentavi Divinazione.»
«Una perdita di tempo» dal tono sembrava che Alec stesse sorridendo, ma era di sicuro un sorriso velenoso «posso riavere la mia sfera?»
«Certo» cigolìo di vecchio cassetto «Ma non vi fermate per un tè? Anche tu, ovviamente...Cole.»
«Quasi: Collins» corresse tutto amichevole Chip. Si schiarì la voce «scusa, ma col tè ho avuto una brutta avventura di recente.»
«Mh? Di che tipo?»
«Sì, guardami, ho ancora i segni...»
Ci fu una frazione di secondo di silenzio prima che scoppiasse tutto.

Si schiantarono legno e porcellana (o vetro?) insieme e tutte e tre le voci gridarono sovrapponendosi, prima di tutte quella dello sconosciuto.
Qualcosa (o qualcuno) cadde con una serie di tonfi e scricchiolii violenti.
«Cosa credevi di fare!» ringhiò lo sconosciuto, la voce quasi irriconoscibile dalla furia. Ci fu un'altra esplosione, più piccola «E cosa credi di fare tu

Un suono diverso mi perforò i timpani, coprendo qualsiasi cosa provenisse dallo Specchio. 
Alzai lo sguardo e vidi che era la strega con la testa fasciata a strillare, mentre dalla bozza del Settimanale delle Streghe colavano grosse gocce collose, lucide, dense e nere. Le parole sulla pergamena si scioglievano, spurgando inchiostro come ferite infette.
La strega lanciò via la rivista, che atterrò sul pavimento di fronte al mio letto. Il mago dalla faccia gonfia sobbalzò spargendo carte da gioco ovunque e la Guaritrice entrò di corsa nella stanza.
Io mi slanciai fuori dal letto e scivolai e inciampai sui piedi nudi, fino a cadere sulle ginocchia lì dove era caduto il Settimanale. Lo raccolsi, sporcandomi le mani di inchiostro.
«Si può sapere che cosa state combinando?!» sbraitò la Guaritrice, guardando prima la strega, poi il mago, poi me «Questo è un ospedale, non la succursale di Zonko!»
L'inchiostro sciolto sulla pergamena si muoveva ancora, raggrumandosi e dividendosi. Vermi liquidi tremolanti correvano, si contorcevano, si allungavano, si incontravano.
Infine formarono quattro parole: Bevi alla mia salute.
Anche se stavo inginocchiato sul pavimento, fu come se me lo togliessero da sotto. La Guaritrice riuscì ad alzarmi di peso e ritrascinarmi sul letto senza che opponessi la minima resistenza, anche se ormai la Pozione Rimpolpasangue mi aveva restituito un po' di energie.
Ripresi lucidità quando la Guaritrice mi strappò via la rivista e se ne andò borbottando.
«Ehi...aspetti!» farfugliai, completamente ignorato.
«Che scherzo orribile!» esclamò la strega con la testa fasciata.
«Che spavento!» fece eco il mago gonfio «Ci vorrebbe un po' di quel liquore che le hanno portato. Non è mica uno scherzo anche quello, eh?»
Presi la bottiglia di Idromele barricato che avevo incastrato sotto il materasso, stappai e incurante dell'esofago, dello stomaco e di tutto il resto, bevvi.
Era incantata anche la bottiglia! Così doveva essere, perché, nonostante ne avessi presa una bella sorsata, ad arrivarmi alla gola fu solo un goccio e poi basta.
Però l'Idromele era di un'efficacia spaventosa: bastò quel goccio a spazzare via il panico che mi obnubilava il cervello.
Dovevo solo agire e, miracolo, sapevo anche cosa fare.
Mi alzai dal letto, stavolta con calma, cercando e infilando le pantofole.
«Torno subito, ragazzi.» salutai i miei compagni di stanza, che mi guardarono (logicamente) come se fossi matto mentre uscivo. Tuttavia non chiamarono la Guaritrice, come avevo sperato/previsto, e lungo il corridoio non la incontrai. Scesi all'Accettazione senza che nessuno mi fermasse, in effetti.
Non avevo previsto di trovarci seduta la sorella di Alec, Alanna, con una pogona acciambellata sulle gambe secche elegantemente incrociate.
Non l'avevo prevista, ma mi parve che la sua presenza avesse perfettamente senso, anzi, che fosse segno di quel Fato di cui blaterava lo sconosciuto nello Specchio.
Quando lei mi vide ebbe un lampo negli occhi dietro le lenti rettangolari, ma cercò di mantenere un'aria di noncurante disprezzo.
«Sei venuto a chiedermi l'autografo?» chiese, accarezzando lieve il dorso squamoso verde-giallino della pogona, la quale dal canto suo si era voltata a guardarmi con molta più vivacità del lucertolone medio.
«No, a chiederti di venire con me. Credo che tuo fratello sia in pericolo di vita, e pensavo volessi assistere.»
Spalancò gli occhi e si raddrizzò sulla sedia.
Proseguii: «Ha appena incontrato un vecchio compagno di scuola che si è poi trasferito a Durmsbah. Un tizio alto, coi capelli chiari.» presi l'ultimo dettaglio dalla forma sbiadita nell'Avversaspecchio.
«Durmstrang» mi corresse Alanna, scandendo. Era chiaramente persa nei suoi avidi pensieri, glieli vedevo scorrere dietro le lenti mentre contraeva le sopracciglia e si mordeva il labbro inferiore. Era così colpita che le occorse qualche secondo per aggiungere «...idiota. E vorrebbe ucciderlo? Questa è bella...» le ultime parole le mormorò più che altro a se stessa, poi tornò a trafiggermi con lo sguardo «Sai dov'è?»
«Certo» lei di colpo sorrise, mostrando tutti i denti. Si può dire che si illuminò, ma non era il tipo da illuminarsi, facevano più per lei le ombre sinistre dei suoi cappelli «Dobbiamo sbrigarci, però!»
«Cerca tu di non rallentarmi!» esclamò lei alzandosi con la destrezza di un passo di danza, la pogona stretta al petto «Hai un aspetto orribile, spero di non dover portare in braccio anche te. E dove pensi di andare in pigiama?»
«Mh, vero. Mi puoi trasfigurare i vestiti quando usciamo? Tuo fratello lo sa fare.»
«Io lo so fare benissimo
Un Guaritore in divisa verde ci venne incontro, squadrandoci truce. Alanna intercettò il suo sguardo e si tolse con un solo gesto l'assurdo berretto da sci, liberando la chioma. Era nera, lucida e vaporosa. Anche i capelli di Alec si arricciavano verso le punte, ma meglio non pensarci.
Intanto il cipiglio del Guaritore si spianò, e anche i maghi in attesa intorno a noi, pur non smettendo di sanguinare, sputare fumo o avere le verruche, si ravvivarono.
Una donna con il cuoio capelluto ridotto a una buccia di patata, invece, ci guardò storto.
«Solo un saluto al mio ragazzo.» spiegò Alanna, con una voce così palesemente sdolcinata che bisognava essere deficienti per caderci. Sorrisero tutti.
«Queste cose fatele in stanza.» borbottò la strega. Un attimo dopo i pochi ciuffi di capelli che le erano rimasti in testa presero fuoco.
«Non rallentarmi.» mi ripeté Alanna, facendo balenare la bacchetta per poi afferrarmi rudemente per un braccio. Mentre tutti si affannavano intorno alla donna con la testa in fiamme, mi trascinò via.



















Angolo dell'autrice: Che è successo ad Alec e Chip? Qui ci vuole un Silas, un sorso di Whisky Incendiario, una pogona e una strega senza scrupoli. A questo punto potreste già aver intuito l'identità dell'uomo oltre lo specchio. Oppure potreste essere più confusi di prima e star maledicendo l'autrice. Niente panico! Commentate e seguite per leggere il prossimo spericolato capitolo!
   
 
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