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Autore: Boringgirl    01/12/2016    0 recensioni
Vika é braccata. Corre a perdifiato nel bosco ma la ferita sul fianco le impedisce di correre come vorrebbe. Chi può averla tradita rivelando la sua posizione e aiutando i cacciatori nella caccia? Un nome e un viso invadono la sua mente, sarà veramente lui il traditore?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Dopo aver lasciato in ospedale la signora Mary, decidemmo di proseguire seguendo la scia con il mio pick up, visto che non dava nell’occhio come un auto della polizia.

Seguendo la scia lasciata dal fantasma raggiungemmo in poco tempo un piazzale deserto circondato dal bosco. A quanto pare il nostro nuovo amico aveva deciso di farsi un giretto nella natura selvaggia.

Cominciai ad annusare l’aria e a scrutare la fitta vegetazione in cerca di una scia da seguire. Dopo averla individuata cominciammo ad incamminarci nel bosco, fino a giungere ad una piccola radura. Al centro di essa, era disteso un uomo, intento a vomitare sangue sull’erba.

“L’anima è troppo forte per lui e cerca di scappare dal corpo in cui è stata imprigionata” sussurrò Nicolas, in piedi accanto a me, “non sarà difficile eliminarlo, quindi lascio a te, in quanto novizio, l’onore di compiere questo nobile gesto Nicolas” mormorai incominciando ad incamminarmi verso la figura. Mi fermai a qualche metro di distanza, l’uomo indifferente, come se non ci avesse sentito, continuava a vomitare. Vidi Nicolas estrarre il pugnale e cominciare ad avvicinarsi lentamente. Quando fu a pochi passi da lui e cominciava a sollevare il pugnale nella giusta posizione, il fantasma scatto in avanti e si alzo in piedi, dopo essersi spostato da noi di alcuni metri. Le sue labbra si stavano aprendo in un ghigno quando all’improvviso cominciò a uscire sangue incontrollatamente dalla sua bocca, le vene degli occhi diventarono enormi e sempre più visibili, sembravano quasi esplodere proprio come quelle sul colle o sulle braccia, non avevo mai visto una cosa simile. L’anima dentro di lui, stava combattendo ferocemente per uscire e stava vincendo. Non avevo mai visto una cosa del genere, perché solitamente le anime degli umani risultano essere notevolmente deboli rispetto a quelle dei loro assalitori.

Era uno spettacolo decisamente raccapricciante. Il copro del fantasma si stava letteralmente distruggendo da solo, quando all’improvviso prese fuoco e in pochissimo tempo bruciò completamente, lasciando solo un mucchietto di ceneri al suo posto. Nicolas ed io non facemmo altro che guardarci sbalorditi entrambi, non ci era mai successo di assistere ad una cosa del genere.

Dalle ceneri cominciò ad innalzarsi un fumo bianco latte che al posto di disperdersi nell’aria si fermò immobile come una piccola nuvola sopra le ceneri. Velocemente e con uno scatto afferrai una piccola fiaschetta che avevo nella tasca dei pantaloni e aspirai con una speciale di pompetta il fumo all’interno di essa.

“È quello che penso che sia?” chiese Nicolas che aveva ancora la mano con il pugnale sollevata, “è l’anima della donna, anche se non riesco a capire come sia possibile tutto questo. Non è possibile che l’anima di un umano possa essere più forte di quella di un fantasma, non importa quanto esso sia debole, resta comunque superiore” risposi incominciando ad incamminarmi verso l’uscita del bosco.

“Non starai dicendo che quest’ anima non è umana, vero? Perché non è possibile, cosa sarebbe una specie di Wicca o una strega? No impossibile…” cominciò a borbottare seguendomi attraverso il bosco, “non ne ho la minima idea, okay? Non mi era mai capitato, l’unica cosa da fare ora è provare a ridare l’anima alla donna, non so se sia possibile, ma possiamo sempre provarci” mormorai mentre la testa mi si affollava di pensieri.

Continuammo a camminare, quando all’improvviso le mie orecchie e il mio naso captarono un pericolo in avvicinamento. Mi fermai di colpo e afferrai Nicolas per un braccio per fermarlo, “si può saper cosa succede ora?” sbotto lui, ma non lo ascoltai e continuai a tenere le orecchie tese. Sentivo il rumore del suo respiro affaticato dalla corsa che si avvicinava, i suoi passi che distruggevano ogni cosa che incontravano sulla via, il suo odore selvaggio e cosa più importante sconosciuto.

“Sta arrivando un lupo” dissi velocemente cercando di capire da quale parte sarebbe arrivato, “perché ti agiti tanto scusa, è uno del tuo branco no?” chiese corrucciando le sopracciglia scure, “no, non riconosco l’odore, ha invaso il nostro territorio e sta venendo verso di noi e sicuramente non per una conversazione amichevole” ringhiai mutando parte della mano in artigli.

   
 
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