Capitolo 3
Dopo aver
lasciato in ospedale la signora Mary, decidemmo di
proseguire seguendo la scia con il mio pick up, visto che non dava
nell’occhio
come un auto della polizia.
Seguendo la
scia lasciata dal fantasma raggiungemmo in poco
tempo un piazzale deserto circondato dal bosco. A quanto pare il nostro
nuovo
amico aveva deciso di farsi un giretto nella natura selvaggia.
Cominciai ad
annusare l’aria e a scrutare la fitta
vegetazione in cerca di una scia da seguire. Dopo averla individuata
cominciammo ad incamminarci nel bosco, fino a giungere ad una piccola
radura. Al
centro di essa, era disteso un uomo, intento a vomitare sangue
sull’erba.
“L’anima
è troppo forte per lui e cerca di scappare dal
corpo in cui è stata imprigionata”
sussurrò Nicolas, in piedi accanto a me, “non
sarà difficile eliminarlo, quindi lascio a te, in quanto
novizio, l’onore di
compiere questo nobile gesto Nicolas” mormorai incominciando
ad incamminarmi
verso la figura. Mi fermai a qualche metro di distanza,
l’uomo indifferente,
come se non ci avesse sentito, continuava a vomitare. Vidi Nicolas
estrarre il
pugnale e cominciare ad avvicinarsi lentamente. Quando fu a pochi passi
da lui
e cominciava a sollevare il pugnale nella giusta posizione, il fantasma
scatto
in avanti e si alzo in piedi, dopo essersi spostato da noi di alcuni
metri. Le sue
labbra si stavano aprendo in un ghigno quando all’improvviso
cominciò a uscire
sangue incontrollatamente dalla sua bocca, le vene degli occhi
diventarono enormi
e sempre più visibili, sembravano quasi esplodere proprio
come quelle sul colle
o sulle braccia, non avevo mai visto una cosa simile. L’anima
dentro di lui,
stava combattendo ferocemente per uscire e stava vincendo. Non avevo
mai visto
una cosa del genere, perché solitamente le anime degli umani
risultano essere
notevolmente deboli rispetto a quelle dei loro assalitori.
Era uno
spettacolo decisamente raccapricciante. Il copro del
fantasma si stava letteralmente distruggendo da solo, quando
all’improvviso
prese fuoco e in pochissimo tempo bruciò completamente,
lasciando solo un
mucchietto di ceneri al suo posto. Nicolas ed io non facemmo altro che
guardarci sbalorditi entrambi, non ci era mai successo di assistere ad
una cosa
del genere.
Dalle ceneri
cominciò ad innalzarsi un fumo bianco latte che
al posto di disperdersi nell’aria si fermò
immobile come una piccola nuvola
sopra le ceneri. Velocemente e con uno scatto afferrai una piccola
fiaschetta
che avevo nella tasca dei pantaloni e aspirai con una speciale di
pompetta il
fumo all’interno di essa.
“È
quello che penso che sia?” chiese Nicolas che aveva
ancora la mano con il pugnale sollevata, “è
l’anima della donna, anche se non
riesco a capire come sia possibile tutto questo. Non è
possibile che l’anima di
un umano possa essere più forte di quella di un fantasma,
non importa quanto
esso sia debole, resta comunque superiore” risposi
incominciando ad
incamminarmi verso l’uscita del bosco.
“Non
starai dicendo che quest’ anima non è umana, vero?
Perché non è possibile, cosa sarebbe una specie
di Wicca o una strega? No
impossibile…” cominciò a borbottare
seguendomi attraverso il bosco, “non ne ho
la minima idea, okay? Non mi era mai capitato, l’unica cosa
da fare ora è provare
a ridare l’anima alla donna, non so se sia possibile, ma
possiamo sempre
provarci” mormorai mentre la testa mi si affollava di
pensieri.
Continuammo a
camminare, quando all’improvviso le mie
orecchie e il mio naso captarono un pericolo in avvicinamento. Mi
fermai di
colpo e afferrai Nicolas per un braccio per fermarlo, “si
può saper cosa
succede ora?” sbotto lui, ma non lo ascoltai e continuai a
tenere le orecchie
tese. Sentivo il rumore del suo respiro affaticato dalla corsa che si
avvicinava, i suoi passi che distruggevano ogni cosa che incontravano
sulla
via, il suo odore selvaggio e cosa più importante
sconosciuto.
“Sta
arrivando un lupo” dissi velocemente cercando di capire
da quale parte sarebbe arrivato, “perché ti agiti
tanto scusa, è uno del tuo
branco no?” chiese corrucciando le sopracciglia scure,
“no, non riconosco l’odore,
ha invaso il nostro territorio e sta venendo verso di noi e sicuramente
non per
una conversazione amichevole” ringhiai mutando parte della
mano in artigli.