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Autore: flur    03/12/2016    0 recensioni
La storia di due ragazzi, Alessia e Saul, alla scoperta dell'amore sulla riva di un lago. Ancora non sanno cosa sia il forte sentimento che provano ma non sono disposti a rinunciarci.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il nostro piccolo Paradiso
Dopo esserci allontanati aveva aperto il bagagliaio dell’auto mettendoci dentro la borsa con i miei libri e facendomi scoppiare a ridere. Aveva poi preso un piccolo cestino e al mio sguardo interrogativo mi fece segno di non far domande. Sorridendo mi prese per mano e ci inoltrammo nel bosco. Ogni tanto mi afferrava per i fianchi aiutandomi a superare tronchi abbattuti probabilmente da qualche fulmine. Non so per quanto tempo camminammo ma nessuno dei due disse niente, ci limitavamo a tenerci per mano. Ad un certo punto si mise dietro di me coprendomi gli occhi con una mano.
‘’Benvenuta nel mio piccolo Paradiso’’ Ci spostammo in avanti di qualche passo e quando tolse la mano vidi una bellissima radura inondata di sole, i cui raggi si riflettevano sulla superficie di un laghetto al centro di quel piccolo Paradiso. Sorrisi alla vista di quella meraviglia e mi avvicinai al lago quasi correndo . Lo sentì ridere dietro di me ma non mi fermai. Una volta arrivata alla sponda mi sedetti osservando l’acqua talmente limpida che si vedeva il fondale. Attorno ad un piccolo gruppo di rocce al centro del lago tutto ciò che si vedeva era un blu scuro segno che l’acqua lì era più profonda. Mi girai, curiosa di sapere perché avesse deciso di condividere con me tutto questo. Lo trovai steso di fianco sul prato con la testa sorretta dal braccio. Il cestino l’aveva messo poco lontano da lui. Quando i nostri sguardi si incrociarono mi fece segno di avvicinarmi a lui. Lo feci e quando fui abbastanza vicina mi afferrò un braccio, tirandomi finche non finì distesa accanto a lui sull’erba. Mi scappò un grido per la sorpresa e lui sorrise. Quel sorriso non prometteva niente di buono e in fatti in un attimo mi trovai preda della risate per il solletico che mi stava facendo.  Non riuscivo a smettere di ridere e lui si unì alla mia risata. Non avevo mai riso così tanto  e non l’avevo mai sentito ridere con così tanta libertà. Quando finalmente smise di torturarmi mi trovai ansimante sotto di lui. I suoi capelli mi solleticavano le guance e i nostri nasi si sfioravano. Pensai che mi avrebbe baciata e io di certo non l’avrei fermato. Ma non lo fece e si allontanò da me stendendosi al mio fianco.
‘’Questo era per la radio’’ mi sorrise, cercando di nascondere l’imbarazzo che si era creato. Gli sorrisi ancora rossa in viso e rivolse lo sguardo verso il cielo.
‘’Come hai scoperto questo posto?’’
‘’Quando ero piccolo durante una gita mi sono allontanato dalla mia classe perché avevo visto un uccello volare in questa direzione e volevo vederlo da vicino. L’ho seguito fino a qui. Da allora ci vengo ogni volta che ho bisogno di pensare o di stare un po’ da solo. Non ci avevo mai portato nessuno.’’
‘’Però io sono qui… perché?’’ si girò verso di me fissando i suoi occhi nei miei. Blu contro marrone.
‘’C’è qualcosa in te che mi impedisce di starti lontano… so che può sembrare strano ma non riesco a fare meno di… ‘’ Non l’avevo mai visto così in difficoltà con le parole,di solito era sempre così abile. Prese un bel respiro e poi continuò a parlare.
‘’Non so perché, né come mai ma non riesco a starti lontano e nemmeno voglio farlo. Tutti coloro che sono intorno a me non mi conoscono. Voglio dire, sono stato con parecchie ragazze lo ammetto e forse ho anche sbagliato. Ma nessuna di loro ha mai cercato di vedere qualcosa di più in me. Mai nessuno dei miei ‘’amici’’ si è mai interessato a qualcosa che non sia sesso o ragazze.  Si nascondono tutti dietro un muro di falsità. Quando sei con loro sei il migliore che possa esistere, ma appena volti le spalle c’è sempre un buon motivo per parlarti dietro. Tu non sei così. Tu non ti nascondi, se faccio qualcosa che ti dà fastidio o che trovi stupido me lo dici e basta. Sei sempre la stessa. E sei sempre fantastica.’’
Rimasi a bocca aperta, col cuore che batteva all’impazzata. Non ero mai stata brava con le parole e lui mi aveva appena fatto il discorso più bello che io avessi mai sentito. Non smetteva di guardarmi, probabilmente si aspettava che dicessi qualcosa, ma non riuscivo. Non volevo rovinare il momento dicendo la cosa sbagliata ma lui interpretò male il mio silenzio.
‘’Mi dispiace io… non volevo infastidirti o correre troppo io…’’
‘’No tu non hai fatto niente di male’’ Mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia. Si mise a sedere avvicinandosi a me e io lo abbracciai.
‘’Non volevo che pensassi di aver sbagliato qualcosa. Nessuno mi aveva mai detto cose così dolci e…’’ Cercai di trovare le parole giuste ma sapevo che niente di ciò che avrei potuto dire sarebbe stato all’altezza . Quindi mi allontana leggermente da lui, che mi guardò confuso, e gli bacia la guancia. Premetti le labbra contro la sua pelle per diversi secondi prima di allontanarmi e ricambiare il suo dolce sorriso. La sua mano risalì lungo la mia schiena con dolcezza fino ad arrivare alle forcine che avevo tra i capelli. Le sfilò dolcemente lasciandole cadere tra l’erba e infilò le dita tra i miei capelli.
‘’Così ti piacciono di più?’’
‘’Si direi di si’’
Restammo a guardarci negli occhi fino a quando un rumore ci fece sussultare. Ci voltammo e vedemmo un piccolo uccellino cinguettante appoggiarsi su un albero. Scoppiammo a ridere e poi lui si alzò.
‘’Okay ora facciamo il bagno!’’
‘’Il bagno? Nel lago? Ora?’’
‘’Si perché’’ chiese mentre cominciava a togliersi la maglietta. Rimasi incantata da tanta meraviglia. Tatuaggi neri coprivano parte del suo corpo e io volevo accarezzarli uno per uno e sapere cosa significavano. Quando però cominciò a slacciarsi i pantaloni mi girai di scatto dall’altro lato.
‘’Oh mio Dio! Ma sei impazzito?!’’
‘’Oh andiamo che c’è di male! Sarà divertente!’’
‘’Non ho il costume! E nemmeno tu e poi se ci fossero i pesci?’’
‘’Hai l’intimo?’’
‘’Si’’
‘’E allora sei a posto. E poi non ci sono pesci stai tranquilla.’’
‘’Quando usciremmo moriremmo di freddo’’
‘’Nah vedrai che un modo lo troviamo’’
Non lo sentì più trafficare con i vestiti e fui tentata di girarmi per vedere cosa stesse facendo. Ma prima che mi muovessi un paio di braccia mi circondarono la vita, stringendomi contro un petto muscoloso e pericolosamente nudo. Sussultai e girai il viso di scatto trovandomi il suo a pochi millimetri. Lascia correre le sguardo lungo le sue braccia muscolose osservando i suoi tatuaggi. Volevo toccarli e probabilmente lui se ne accorse perché mi afferrò una mano posandomela sul suo braccio.  Arrossì ma non mi fermai, anzi disegnai il contorno di ogni tatuaggio che riuscivo a raggiungere in quella posizione. E da come aveva affondato il viso tra i miei capelli non sembrava dargli fastidio. Quando però cominciai a scendere lungo il suo petto mi fermò.
‘’Forse è il caso di fermarsi ora’’  il suo respiro era veloce e corto come il mio.
 ‘’Si f-forse hai ragione’’ Si alzò e con una breve corsa si tuffò in acqua.
 
Spazio autrice:
Eccomi qui come promesso con il secondo capitolo della storia! Spero che vi stia piacendo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell’ambientazione, dei personaggi o dei loro modi di fare tramite una recensione. Mi raccomando :)  la vostra opinione sulla storia mi interessa molto. Ci vediamo domani con il gran finale della storia! Mi raccomando non perdetelo e recensite :)
Baci Flur
 
  
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