C’erano
voci intorno, una luce calda e l’aria profumava di uno strano odore.
Quelle
voci, alquanto petulanti, cercavano di svegliarla. Claire voleva soltanto che
la lasciassero in pace…
Svegliati Claire!
Lasciatemi stare… sono morta anch’io… – farfugliò.
Svegliati!
Era la
voce di sua madre. Claire aprì gli occhi. Era nella sua stanza, distesa sul suo
letto.
Che cosa è successo?? – chiese
guardando il soffitto – perché mi trovo
qui?
Ora sei al sicuro, non devi preoccuparti… avremo
noi cura di te.
Claire
era troppo stanca per parlare… si lasciò scivolare nel sonno, un sonno
liberatore…
Claire
si strinse nelle spalle mentre guardava fuori dalla finestra l’indaffarata
strada di New York.
Il silenzio della stanza era opprimente.
Le foglie cominciavano a staccarsi dai rami. Le giornate si sarebbero accorciate il tempo si sarebbe rinfrescato.
Tornò
col pensiero all’estate appena trascorsa… le folte ciglia si abbassarono sugli
occhi dorati nel ricordo delle braccia di Lenny che la tenevano stretta, i suoi
soffocati gemiti di desiderio per lei.
Ricordava
i lunghi giorni passati l’uno tra le
braccia dell’altra, ricordava i fugaci incontri sul retro della scuola, la
paura di essere scoperti, la gioia provata quando furono finalmente sposati e
ancora quando gli aveva rivelato di aspettare un bambino…
La
memoria le tornò dolorosamente. Lenny era morto, non sarebbe mai più tornato da
lei.
Inorridita
dalla triste realtà, Claire si sentì mancare il fiato, si portò le mani alla
gola e dilatò gli occhi per il terrore.
Claire… – esclamò sua madre avvicinandosi – Michael è venuto a farti visita… vi
lascio soli.
Era
ormai trascorso più di un mese ma da quando Lenny era morto Claire sembrava
assente, nulla aveva più importanza per lei.
Claire, ascoltami cara… non puoi continuare in
questo modo, Lenny non avrebbe voluto vederti così disperata, ne sono certo.
Claire ti prego, fa che da dove è lui adesso non ti veda così… così distrutta,
ti scongiuro cerca di reagire…
A nulla
valsero le parole di Michael, Claire era come impietrita. Poi disperata alzo
gli occhi su di lui. Sussurrò:
Come faccio adesso a vivere?? E’ tutta colpa mia,
se non mi avesse
Claire smettila!!
Prendendola
per le spalle, Michael la scrollò chiedendole con gli occhi di ascoltare le
parole che gli bruciavano dentro.
E’ normale che tu soffra ma devi cercare di vivere
il dolore con dignità, come un’esperienza che serva a maturarti. Penso che
anche Lenny avrebbe voluto questo, non lo credi anche tu? So che non lo
dimenticherai mai, ma dovrai imparare a vivere anche senza di lui, perché la
vita continua anche per te.
Attirandola
a sé Michael chiuse gli occhi mentre la ragazza appoggiava il capo al suo
petto. Aveva bisogno di qualcuno, adesso.
Le mani
si muovevano piano sulla schiena di lei sciogliendo la sua tensione.
Ti prego va via, lasciami sola, devo pensare a
cosa ne sarà della mia vita d’ora in poi.
Ma io – tentò di spiegare il ragazzo – io…
Claire
era distrutta, il suo bel volto disfatto dal dolore.
Doveva
farla finita, una volta per tutte. Non poteva sopportare ancora questa
sofferenza che le dilaniava l’anima.
Riempì
la vasca da bagno fino agli orli e vi s’immerse. Poi scivolò sott’acqua.
Restava
giù, mentre l’acqua cominciava ad entrarle nel naso e nella bocca. Non aveva
più fiato…
Fu
allora che le prese una strana euforia. La paura se ne stava andando.
Vide
un’agile, familiare figura che le si stava avvicinando. Occhi chiari, lucenti,
incatenarono i suoi facendola sussultare e mormorare:
Lenny… caro sei venuto a prendermi!
Le mani
affettuose del suo grande e perduto amore le presero il viso
Non posso portarti con me, amore. Per quanto lo
desideri non posso fino a quando tu non sarai completamente libera, anima e
corpo, pronta per affrontare quest’ultimo viaggio.
Ma Lenny, io voglio…
Devi tornare amore… – continuò il giovane – devi farlo per nostro figlio, lui ha bisogno di te per vivere… ti prego
Claire, promettimi che sarai felice, che andrai avanti… io continuerò ad
amarti... per sempre.
La
baciò ancora e ancora, prima di spingerla verso l’alto, con un’infinita
desolazione nei profondi occhi di cristallo.
Devi ritornare alla vita… adesso… adesso…
Ancora
una volta la baciò con forza disperata per poi scomparire appena lei riemerse
dall’acqua. Le sue tenere parole d’addio le risuonarono nelle orecchie.
Ci ritroveremo mia cara… carissima Claire….
Claire, Claire….
La
ragazza annaspava, poi cominciò a respirare con fatica. Oh Dio, stava per
commettere il più grande errore della sua vita! Non poteva morire, Lenny aveva
ragione, non doveva morire.
Epilogo
Col suo
bambino tra le braccia, Claire era più raggiante che mai… c’erano voluti molti
mesi prima che il sorriso si ridipingesse sulle sue labbra, aveva sofferto
tanto.
Ma
adesso aveva capito che doveva proseguire, nonostante tutto.
E poi
lei aveva un ottima ragione per continuare a vivere… aveva il piccolo Gabriel…
suo figlio, frutto del suo grande amore.
Claire sei davvero sicura di non voler restare? – le
disse sua madre accompagnandola alla stazione.
Cercate di capirmi… non posso continuare a vivere
in questa città. So bene che né voi né mio padre approvate questa decisione ma
vi prego di comprendermi… Sono felice di essermi riavvicinata alla mia famiglia
ma ciò nonostante sento il bisogno di partire, di lasciarmi tutto alle spalle.
Per me e mio figlio sta per incominciare una nuova vita a Los Angeles… madre mi
mancherete tanto…
Anche tu mi mancherai – esclamò
la donna stringendola forte a sé.
La
ragazza fece un respiro profondo e salì sul treno. Seduta nella cuccetta col
suo Gabriel tra le braccia si sentiva finalmente serena.
Mentre
la città si allontanava sempre più provava una strana sensazione di pace…
socchiuse gli occhi… non era sola, il suo amore l’avrebbe sempre guidata.