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Autore: Ginge    03/12/2016    2 recensioni
Diana è una giornalista; poche volte riesce a tenere la bocca chiusa, e sarà così anche stanotte, mentre si aggira in un quartiere di Londra godendosi il suo perenne ottimismo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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RIVELAZIONE
 
Diana si alzò con un mal di testa martellante. Dopo essersi fatta una doccia uscì di fretta di casa, comprò un caffè e un croissant per strada, ed arrivò a lavoro con soli cinque minuti di ritardo.
Si sedette alla sua scrivania, pensierosa. La sera prima era rimasta a parlare con il suo sconosciuto Amico Notturno per un paio di orette buone. Aveva scoperto qualcosa in più sul suo conto, ma decisamente non il suo aspetto, né il suo nome.
Sapeva che amava leggere e anche sciare, che non aveva la più pallida idea di come si cucinasse un po' di pasta o come si facesse un dolce, e che spesso giochicchiava con la cerniera lampo della felpa, probabilmente per il nervosismo.
"Diana?"
Ma il dettaglio che l'aveva maggiormente colpita, nonostante la stanchezza della giornata che le gravava sulle spalle, era stata la sua voce. Era melodica, dolce e affascinante al tempo stesso. Ti ipotizzava quasi, spingendoti ad ascoltarla col massimo dell'attenzione, indifferentemente dalla quantità di sonno che avevi. Si faceva strada nella tua mente con estrema facilità, e sembrava capace di convincerti di qualsiasi cosa.
"Pianeta terra chiama Diana! Diana a rapporto!"
Diana sospirò. Avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia... o almeno sapere il suo nome.
"DIANA!"
L'urlo di James la fece sobbalzare sulla sedia, e si portò una mano al cuore, spaventata.
"Santo cielo, James. Vorrei sopravvivere per qualche altro annetto, potresti evitare di farmi venire un infarto?"
"Mica è colpa mia se sei nel mondo dei sogni. Quanto hai dormito stanotte? Cinque ore?"
"Quattro penso." Biascicò Diana sbadigliando. "Ti serviva qualcosa?"
"A parte l'articolo che dovevi aver finito di preparare ieri?"
Diana ci pensò per qualche secondo. Si grattò il naso, mentre iniziava ad aprire cartelle nel computer per cercare il documento giusto.
"Ce la puoi fare eh. Ho grande fiducia in te." Commentò James appoggiandosi alla sua scrivania, impaziente.
"Grazie caro. Lo so che sono la migliore. Ti serve altro o devi restare qui a fissarmi con quegli occhi da civetta?"
"Niente, sono a posto. Mandamelo sulla mail." Rispose James allontanandosi per sedersi alla sua scrivania.
Diana lo guardò stranita a lungo. Abbandonò la sua scrivania, avvicinandoglisi e guardandolo mentre, pensieroso, si passava una mano tra i capelli.
"James?" James spostò lo sguardo su di lei, in attesa del continuo. "Lo sai vero che l'ho notato che ti stai comportando strano?"
"Non so di cosa stai parlando." Mormorò lui guardando fisso la sua scrivania.
"Si certo, come no. E io sono la regina di Inghilterra. Dai, dimmi cosa c'è che non va. Non sei così nervoso dal giorno della laurea."
James si rigirò una penna tra le dita, sbuffando leggermente.
"E dai, una cosa di giorno magari. Te e Sarah non vi siete mollati vero?"
"Cosa?! No, certo che no!"
Diana sollevò le mani, come a discolparsi.
"Scusa, scusa. E allora di che si tratta?"
James sbuffò un altro po'.
"E piantala di sbuffare, non sei una teiera. Cosa è successo?"
"Stavo pensando..." Iniziò James lentamente, bloccandosi subito per gettarsi uno sguardo intorno e vedere chi li stesse ascoltando.
"Sì?" Chiese Diana curiosa, punzecchiandogli un braccio.
"Potrebbe essere un po' imbarazzante dirlo a te."
"Amico, ormai non esiste argomento che non abbiamo già trattato, perciò datti una smossa, che dovrei anche lavorare." Sbottò Diana alzando gli occhi al cielo.
"Pensavo... beh, che potrebbe essere il momento giusto... sai, per chiedere a Sarah di sposarmi."
Diana annuì un paio di volte. Poi sgranò gli occhi, e lo fissò spalancando la bocca, realizzando effettivamente il significato delle sue parole.
"O. Mio. Dio."
James la fissò per qualche secondo, in attesa di un'altra reazione.
"O. Mio. Dio. Ma è fantastico! Strepitoso! Che bello, non vedo l'ora di venire al matrimonio!"
"Non ha ancora detto di si, Diana."
"Vabbè, che vuol dire. È come se l'avesse fatto. Tanto lo farà. Wow. Mi hai svoltato la giornata."
"Veramente mi sembravi un po' tra le nuvole. Hai niente da raccontarmi?" Chiese James curioso, sollevando un sopracciglio.
"Io?" Chiese Diana con forse un po' troppa enfasi. "No, assolutamente niente."
"Ehi! Non mentire!"
"Non sto mentendo, non è niente paragonato a ciò che hai in programma te."
"Ma sono curioso!" Esclamò James mettendo il broncio.
"Ma non è successo niente, James. Ho solo chiacchierato con un tipo."
"L'avevo detto anch'io con Sarah." Ribatté lui ammiccando.
"Scemenze, non l'ho nemmeno visto in volto. E abbiamo solo parlato in mezzo di strada, perciò smetti di fare quella faccia."
"Quale faccia? Di che parli?"
"Piantala!" Esclamò Diana ridendo, tirandogli dei fogli in faccia.
James rise a sua volta, mentre Diana si allontanava per riprendere il suo lavoro.
"Poi fammi sapere come va la proposta! Voglio essere la prima persona che chiami."
"Ricevuto."

 
 
Diana sprofondò nella comoda poltrona di casa sua. Il giorno seguente avrebbe avuto un'altra giornata lunga e stancante, ma nonostante ciò non riusciva a trovare la forza di andare a letto.
Accese la tv, guardando la camicia che avrebbe dovuto stirare, e mise il notiziario.
Con un orecchio sentiva i giornalisti annunciare qualche caso di cronaca, prima di parlare di politica ed economia. Seguì distrattamente, riconoscendo le notizie di cui le avevano parlato a lavoro ed ammucchiando quelle nuove in un angolo della sua testa.
Lanciò la camicia sul divano ed afferrò il telecomando. Non seguiva mai la parte artistica che in genere concludeva quel telegiornale da due soldi.
Stava appunto per spegnere quando sentì una voce familiare. Molto familiare.
Familiare del tipo che l'aveva ascoltata per almeno un paio d'ore la notte prima, e le era rimasta completamente impressa nel cervello.Diana scosse forte la testa, tendendo l'orecchio per ascoltare ciò che diceva la giornalista. 
"Ma ad essere accolto con enorme entusiasmo è stato l'album "Just today" di Mike. Album che ha già ricevuto apprezzamenti in tutto il mondo. Ispirato dal divorzio con l'ex moglie, trasmette la volontà di vivere appieno la propria vita, senza farsi imporre dei limiti dalla società e dalle persone che ci circondano. Mike, ti aspettavi tutto questo successo dopo il tuo lavoro?"
Diana vide la sua televisione inquadrare un uomo, e come lui prese la parola, subito capì che si trattava del suo amico notturno.
Senza ascoltare cosa stesse dicendo, Diana si godette solo del suono meraviglioso della sua voce, notando i suoi capelli neri come la pece, che mettevano in risalto il celeste quasi trasparente degli occhi, e il suo fisico, che comunicava al resto del mondo un utilizzo regolare di un abbonamento in palestra.
Fu con un gesto automatico che Diana allungò la mano verso il telefono e digitò un numero che oramai sapeva a memoria.
"Pronto?"
"Sarah ciao! Mi passeresti James per favore?"
"Sì certo. Aspetta solo un secondo."
Diana si alzò dal divano ed iniziò a camminare nervosamente su e giù per la stanza.
"Diana? Che c'è?"
"James, finalmente. Ti disturbo? Dimmi di no per favore. Ho urgente bisogno di parlarti."
"No no. Dimmi pure. Cosa è successo?"
"Hai presente quel tipo con cui ti ho raccontato di aver parlato stamattina?"
"Sì."
"Beh, stavo guardando il telegiornale. E c'era lui."
"Ma hai detto di non averlo visto in faccia. Come l'hai riconosciuto?"
"La voce. Ho riconosciuto la voce, James. Ed indovina un po'? Si chiama Mike, ed è tipo un cantante famoso, che ha appena divorziato."
"Certo che te li cerchi facili te eh. Sei sicura che fosse proprio lui? Non credi che un cantante famoso abbia di meglio da fare che chiacchierare con te alle tre di notte?"
"Certo che sono sicura! E comunque ti ricordo che anche tu sei uscito con me. Voglio dire che evidentemente non ti facevo così schifo."
"Non ho detto che fai schifo, Diana. Semplicemente è meglio il tuo carattere del tuo aspetto."
"Che non significa dire che faccio schifo infatti." Ribatté ironica lei.
"Non necessariamente!" Si difese James. "Magari vuol solo dire che sei perfetta, ma il tuo carattere supera la tua bellezza."
"Sì sì. Va bene, è meglio se stai zitto."
"Come vuoi te. Allora che hai intenzione di fare con questo Mike?"
"Cosa pensi che possa fare? Assolutamente niente. Voglio dire, ero solo curiosa di chi fosse e ora l'ho scoperto. E ti volevo informare."
"Ok. Magari potresti scoprire dove abita."
"Non sono una stalker, James. E poi probabilmente non si ricorderebbe nemmeno chi sono."
"Impossibile. Ti assicuro che chiunque abbia parlato con te almeno cinque minuti di seguito non se ne potrebbe dimenticare. Parli troppo."
"Lo prenderò come un complimento." Affermò Diana con un sorriso soddisfatto.
"Prendilo come ti pare. È semplicemente la verità."
   
 
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