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Autore: Tersicore    06/04/2005    2 recensioni
Questo è il mio primo e quasi unico esperimento di fanfic dato che scrivo originali. Spero possa piacere ma sopratutto divertire!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

 

 

L’isola di Prato era piccola, completamente circondata da spiagge bianche come il latte.

La vegetazione ricopriva quasi tutto il resto dell’isola e al centro svettava un monte piuttosto alto.

La ciurma della Going Merry e Black si inoltrarono dentro il bosco.

Avevano deciso, sopprimendo sul nascere le proteste di Rufy che voleva pranzare subito, di esplorare l’interno dell’atollo.

La vegetazione era lussureggiante con grandi alberi che sembravano voler sfiorare il cielo e con cespugli ricoperti della più grande varietà di fiori mai visti.

Verso mezzogiorno arrivarono in una radura. Una cascata scintillante si tuffava in un laghetto circondato da un una bellissimo prato verde seminato di strani fiori color porpora.

La giornata calda e assolata fece decidere ai nostri gitanti di accamparsi in quel punto per pranzare.

Dopo essersi ristorati, Black raccolse uno di quei fiori poi, senza una parola, lo mise nei capelli di Nami.

La ragazza, memore del litigio avvenuto sulla barca con lo spadaccino e notato il suo sguardo truce decise che per il bene della sanità mentale della compagnia avrebbe fatto meglio ad allontanarsi dal capitano. Con un ringraziamento molto veloce si staccò, quindi, dal corteggiatore fingendosi interessata al circondario.

Black sospirò, ma capita l’antifona si sedette vicino a Rufy ed iniziò a raccontare come era venuto in possesso del Galeone.

Nami, soddisfatta della soluzione e ascoltando con un solo orecchio la conversazione, si avvicinò ad un cespuglio di quegli strani fiori.

All’improvviso una enorme farfalla dorata con dei puntini blu le si posò sul naso. Non aveva mai visto nulla di simile, e la curiosità fece sì, che quando la farfalla si alzò in volo, la cartografa si mise a seguirla incantata.

Non si accorse che si stava sempre più allontanando dall’accampamento come non si accorse che l’unico ad aver notato i suoi movimenti era Zoro che la stava seguendo.

Si inoltrò nel bosco fino ad arrivare ai piedi di una salita scoscesa. La farfalla di era posata su di uno spuntone di roccia a circa tre metri di altezza. Nami ci pensò un attimo. Non sarebbe stato facile arrivarci ma neanche impossibile, quindi si mise all’opera arrampicandosi. Stava allungando la mano per afferrarla quando la farfalla si librò in volo per posarsi poco più sopra. La rossa ormai intestardita continuò imperterrita a inseguirla.

Ormai cominciava a perdere le speranze quando la raggiunse. La farfalla si era posata su un piccolo fiore bianco posto in una piccolo spiazzo invisibile dal basso. Ripreso fiato per la lunga arrampicata stava per imprigionare la farfalla quando…………

“Che diavolo stai facendo quassù?” le chiese lo spadaccino a pochi centimetri dal suo orecchio.

Nami sobbalzo per la paura e la farfalla pensò bene di darsela a gambe.

La ragazza non ci poteva credere, aveva fatto tutta quella fatica per nulla e a lei non piaceva affatto il movimento fisico.

Si giro inviperita con tutta l’intenzione di mandarlo al diavolo e di tornare poi sui suoi passi quando quello come se niente fosse con tono innocente chiese “Non mi dire che speravi di catturare quella farfalla”.

Nami vide letteralmente rosso.

Afferrò lo spadaccino per la camicia e cominciò a scrollarlo come se fosse stato un fantoccio urlandogli  “Dimmi perché devi esistere? Cosa ho fatto di male per meritarmi uno come te? Qualche volta ho rubato è vero, ma solo per giusta causa, e allora perché devo sopportarti?”

Zoro preso alla sprovvista dalla crisi isterica della cartografa le afferrò i polsi urlandogli a sua volta “Non fare tanto la preziosa. Il fatto che quell’idiota ti muoia dietro non vuol certo dire che tu sia una santa. Si da il caso che il qui presente abbia pensato di farti un favore seguendoti. Avresti potuto perderti!”

Nami boccheggiò in cerca di aria “Perdermi, PERDERMI? Qui non sono io quella senza nessun senso dell’orientamento. Si da il caso che tu………”

La rossa si interruppe di botto, qualcosa sotto i suoi piedi stava tremando.

Non fece tempo a capire cosa stesse succedendo che un varco si aprì nel terreno e lei, ancora saldamente attaccata allo spadaccino, vi precipitò trascinandoselo dietro.

  
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