Serie TV > Shameless US
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    03/12/2016    2 recensioni
Ian scopre che Mickey è uscito di prigione ma non vuole vederlo. Potrà continuare a fingere che Mickey non sia stato importante per lui?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Ian esalò un respiro. Quello che aveva trattenuto durante tutta la conversazione con il medico di Mickey. Mickey stava bene. Beh, stava bene quanto una persona con una gamba rotta, un braccio fratturato e imbottita di farmaci. Finalmente, dopo quella che sembrò un'eternità, riuscì a vederlo. Stava per entrare quando apparve Svetlana, che imprecava contro le infermiere.
"Ehi, Lana. Sta bene. Sono appena uscito. Sto andando da lui adesso"
Lei annuì. "Yevgeny?" fece guardandosi intorno.
"Fiona. Mickey è stato chiamato al lavoro, penso. Quindi ha chiamato Fiona perché badasse a lui per qualche ora. L'ho chiamata e ho controllato, sta bene. Fiona non gliel'ha detto. Volevo aspettare te" disse e lei annuì.
"Vai da tuo ragazzo. Io vado a parlare con mio figlio" gli fece un cenno e lui l'abbracciò.
 
 
 
Ian entrò nella stanza e diede un'occhiata a Mickey, tutto bendato, qualcosa che non vedeva da tanto tempo e non così. Il suo cuore e il suo respiro si fermarono per un secondo, mentre pensava a lui. Mentre pensava all'idea di perderlo e tentò di non piangere ma non riuscì a trattenersi. Si avvicinò al letto e si sedette sulla sedia che stava accanto. Mickey, il suo Mickey era lì, ed era vivo e al momento era tutto ciò che contava. Era tutto ciò che avrebbe mai contato. Posò la mano su quella di Mickey e abbassò il capo.
"Dio. Ti amo. Ti prego, rimettiti. Ho bisogno di te, Mickey. Ho bisogno di te" sussurrò nell'oscurità.
 
 
 
Mickey si svegliò avvertendo il dolore scorrergli in corpo. Era stato placato dalle medicine sotto l'effetto delle quali sapeva di essere ma c'era ancora, e si diede un minuto per svegliarsi e battere gli occhi, sentendo un peso sul braccio sano, abbassando lo sguardo e vedendo il suo ragazzo lì, che ronfava leggermente. Sorrise appena. Apparentemente, le imprecazioni contro le infermiere e quel dottore erano servite, perché il suo ragazzo era con lui e ciò era un bene. Voleva passare con la mano fra i capelli di Ian ma non poteva muovere il braccio, Ian ci stava sopra. Gemette e osservò Ian sollevarsi di colpo, e non poté fare a meno di ridacchiare.
"Ehilà, Palle di fuoco" gracidò Mickey e Ian gli sorrise. Mickey riuscì a vedere il suo viso rigato dalle lacrime e gli si spezzò il cuore, facendolo preoccupare. Ian si alzò lentamente e portò a Mickey un po' d'acqua, premendo il bicchiere sulle sue labbra.
"Ehi" disse finalmente. E Mickey sorrise soltanto all'udire la sua voce. "Come ti senti?"
"Di merda. Come se fossi stato messo sotto da una macchina" disse ridacchiando.
"Beh, è normale. Una gamba e un braccio rotti. Dovresti stare più attento. Mi hai fatto prendere un infarto" esalò Ian.
"Sì, lo so. Mi dispiace. Prometto che la prossima volta che una macchina mi vola addosso, mi sposterò più velocemente" disse Mickey e Ian roteò gli occhi.
"Non sei divertente. Ero spaventato e non mi facevano entrare. Non sono un familiare, che razza di stronzata è? Cioè, il fatto che l'amore della mia vita sia su un letto d'ospedale non è abbastanza?" inveì Ian.
"Lo so, lo so. Me ne occuperò. Devo solo compilare qualche stupido modulo, renderti legalmente responsabile delle mie faccende mediche o una cosa del genere. Ci penserò io"
Ian annuì. "Però non mi piace. È una cosa stupida" disse mettendo il broncio e Mickey rise.
"Lo so, ma sto bene. Visto? Ora puoi stare qui e farmi da infermiera fino a che non guarisco, so quanto ti piace fare l'assistente"
"Mi stai chiedendo di venire a stare da te finché non starai meglio?"
"Se darai di matto allora no" grugnì Mickey.
"Ehi, rimango, volevo solo vedere quanta resistenza avessi intenzione di opporre, perché non ti libererai di me per un bel po' di tempo" Ian sorrise luminoso a Mickey e si abbassò lentamente per baciarlo appena sulle labbra.
 
 
 
Mickey sollevò il capo e guardò verso la porta che scricchiolò di primo mattino. Ian era raggomitolato accanto a lui, più o meno, in parte sulla sedia e in parte sul letto e Mickey vide Svetlana infilare la testa nella stanza.
"Bambino vuole vederti. Va bene?" chiese e lui annuì. Svetlana aprì la porta e mostrò il bambino, un bambino bellissimo secondo l'opinione completamente imparziale di Mickey. Suo figlio era una visione e gli sorrise luminosamente.
"Papà?" il piccolo tirò su col naso.
"Vieni qui, piccolo. Va tutto bene. Va tutto bene" disse. Ian iniziò a stiracchiarsi leggermente ma non si svegliò.
"Ian sta bene?" chiese e Mickey annuì.
"Sta solo dormendo" gli rispose colpendo un punto vuoto sul letto. Svetlana sollevò il bambino.
"Attento, papù sta bene ma è ancora ferito, okay. Non saltare" disse al figlio e il bambino annuì, guardando il padre e Ian.
"Ha paura" disse Yev guardando Ian e Mickey ridacchiò. Bambino perspicace.
"Nah, sa che il tuo papà è invincibile" rise e Yev sorrise, scuotendo il capo.
"No. Dice sempre che niente gli fa paura quanto perdere te. Dice che dovrei sempre aggrapparmi alle cose belle come il mio papà, dice che sei il migliore" disse Yev.
"Parlate molto di me?" chiese Mickey al figlio.
"Sì. Dice che non importa per quanto stai via, io non dimenticherò, perché lui parla di te tutti i giorni"
Mickey guardò il bambino e capì che aveva fatto ogni cosa per tornare così, da lui. Ad ogni costo, non importava il resto. Perché Ian e suo figlio erano tutto.
 
 
 
Mickey si accorse quando Ian si svegliò, perché capì che non apriva gli occhi in quanto Yev stava parlando con Mickey ponendogli domande su Ian. Quasi scoppiò a ridere. Piccolo ficcanaso.
"Allora, Yevvy. Cos'altro ha detto zio Ian su papà?" e si mise il dito sulla bocca, indicando Ian, e Yev ridacchiò. Mickey fece un'espressione divertente per far capire a Yev ciò che aveva intenzione di fare e gli chiese di aiutarlo, Yev annuì. Entrambi si misero in agguato. Mickey con una mano e Yev con l'altra fecero il solletico a Ian che riuscì a dire solo "Siete dei -" prima di mettersi a ridere.
"Ehi! Io stavo dormendo qui" disse Ian.
"Bugiardo" rise Mickey, imitato da Yev.
"Sappiamo che ascolti la nostra conversazione privata. Giusto, Yevvy?" e Yev annuì ridendo.
"Privata? Ero proprio qui. E stavate parlando di me. Sai che mettere sotto torchio tuo figlio per le nostre conversazioni private non è bello, Mickey" disse Ian ridendo piano.
"Ehi. Se si offre di dare le informazioni, chi sono per fermarlo?" scherzò Mickey e diede un colpetto a Yev sulla testa.
"Va bene, ragazzi. Yevvy, dì ciao a papà e a zio Ian. Abbracci e baci. È ora di andare a casa" disse Svetlana sulla soglia e i tre sollevarono lo sguardo, si erano dimenticati che c'era anche lei, Mickey e Ian annuirono mentre Yev si accigliò.
"Ehi, piccolo. È okay. Ci vediamo presto. Sì?" disse Mickey attirando il figlio in un abbraccio e baciandolo sulla fronte.
"E programmeremo un weekend per soli uomini come un tempo, eh? Ti piacerebbe?" disse Ian con la voce più rassicurante e il bambino annuì, tornando a sorridere.
"E papà?"
Ian ridacchiò. "Certo, anche papà. Quale appartamento credi che rovisteremo per trovare tutti i dolci, eh? Shh. Non dirglielo" disse Ian facendogli l'occhiolino e il bambino vibrò per le risate.
"Penso che ti abbia sentito" disse Yev guardando il padre che colse l'opportunità per rivolgere lo sguardo al soffito come a dire che non aveva sentito nulla.
"Nah. Lo saprì solo se farai la spia. Farai la spia, piccolo?" chiese Ian e Yev scosse il capo.
"No. No" ridacchiò di nuovo e Mickey non poté fare a meno di sorridere.
Ian abbracciò Yev e lo baciò sulla fronte, rimettendolo sul pavimento così che potesse raggiungere la madre.
"Voi state bene, sì? Basta fare gli idioti al lavoro. Non raccolgo i pezzi quando fate gli idioti. E mi mancate, più o meno" disse Svetlana sollevando il figlio e uscendo dalla stanza. Mickey rise.
 
 
 
 
La porta si aprì e rivelò Mandy con le braccia incrociate.
"Okay, testa di cazzo, non puoi spaventarmi così!" sbuffò al fratello e guardò Ian, sorridendo radiosa.
"Scusa, stronza. Merda. Non l'ho fatto apposta" disse Mickey.
"Sì, beh, non farlo affatto. Ho trascorso tempo a sufficienza a preoccuparmi per te, per voi due a dire il vero. Mi farete morire prima o poi"
"Ti voglio bene, stronza" disse Mickey sorridendole.
 
 
 
"Ehi...come stai?" chiese Jake entrando nella stanza.
"Sto bene" disse Mickey alzando lo sguardo.
"Mi dispiace così tanto, amico" disse Jake abbassando il capo.
"Ehi. Non è colpa tua. Avremmo dovuto tutti stare più attenti. Non è colpa tua. Okay? Sto bene. Sto bene. Mi prenderò un po' di tempo libero e aspetterò, un rossino sexy sostituirà la mia mano e il mio padre" disse indicando Ian che rise.
"Non è poi così male, allora, eh?" scherzò Jake e Ian gli colpì il braccio.
"Sta' zitto" disse Ian scuotendo il capo.
"I ragazzi vogliono venire a salutarti, poi ce ne andremo dai piedi. Ian, dovresti andare a farti una doccia, amico. Cominci a puzzare" Jake lo spintonò scherzosamente. Ian scosse il capo.
"Ha ragione. Vai. Fai una doccia. Mangia. Portami un cheesburger" disse Mickey faceto ma il suo sguardo era serio. Ian finalmente annuì.
"Va bene. Ma solo perché so che ti lamenterai tutta la notte se non farò quello che vuoi. Bambinone"
 
 
 
"Amico, questa roba è fantastica" disse Mickey con la bocca piena e Ian rise.
"Sei uno scemo" e lo baciò sulla fronte.
 
 
 
"Come ti senti oggi?" chiese il dottore a Mickey con calma, per non disturbare Ian che dormiva al suo fianco.
"Bene, bene. Quando cazzo posso uscire da qui?"
"Tra qualche giorno. Confido nel fatto che avrai qualcuno che potrà aiutarti per qualsiasi bisogno, giusto?" chiese e Mickey annuì.
"Ne sono piuttosto convinto, dovrei cacciare questo qui con una gru. Non mi perderà di vista" disse Mickey onestamente e il dottore annuì.
"Bene. Lascia che ti aiuti, allora. Non fare il testardo. Lascia che le persone ti aiutino. Falle sentire utili. E ti tireremo fuori da qui il prima possibile. Niente cose imprudenti al lavoro, d'accordo? Non ti consentirò di tornare al lavoro finché non migliorerai. Mi assicurerò che ti prendi cura di te stesso" disse il dottore e uscì lasciando di nuovo Mickey e Ian da soli. Da soli insieme a macchinari irritanti che trillavano, ma almeno da soli.
 
 
 
Ian baciò leggermente Mickey per svegliarlo e Mickey, dopo qualche minuto, ricambiò. Non ci volle molto prima che Ian iniziasse a leccargli le labbra, supplicandogli di farlo entrare e Mickey ovviamente acconsentì, finalmente gemette e spinse via Ian con la mano.
"Fermati" disse Mickey e Ian si imbronciò, ma non prima di aver afferrato il suo labbro inferiore con i denti e mordendolo.
"Non sei molto gentile"
"Beh. Che maleducato. Pensavo che svegliarti così fosse meravigliosamente gentile da parte mia" disse Ian ghignando.
"E sarebbe così, se fossimo a casa, dove si potrebbe davvero fare qualcosa"
"Chi dice che non si può?" disse Ian provocatorio.
"A meno che non consideri l'idea di scoparmi qui, dubito fortemente" ribatté Mickey.
"Hai ragione. Non ti scoperò qui" disse Ian e Mickey lo fulminò.
"Ma l'ultima volta che ho verificato, avevo altri modi per farti venire" disse Ian infilando la mano sotto il lenzuolo e afferrando il suo sesso, accarezzandolo lievemente.
"Sul serio? Oh Dio. Sì, okay. Continua, qualsiasi cosa tu stia facendo" disse Mickey gemendo piano.
"Come pensavo. Ora baciami"
Mickey annuì e fece abbassare Ian per baciarlo mentre la mano dell'altro continuava a occuparsi della sua erezione.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl