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Autore: dreaming_eclipse    19/05/2009    2 recensioni
Helene è sua amica, Helene lo ama, Helene lo conosce, Helene lo capisce. Ma non capisce sé stessa. Una piccola love_story sul classico caso: innamorata del migliore amico. "Ma ciò che più mi spaventava erano i suoi occhi. Lucidi, di quel verde profondo che mi aveva sempre intrappolata, di cui mi sentivo così dipendente e schiava, sembravano implorare di essere chiusi. Mi inginocchiai al suo fianco e gli passai un braccio sulle spalle. La mia voce tremava quando parlai, cercai di nascondere il mio turbamento: <>."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, eccomi qui, con un capitolo un po' più lungo del solito ^_^

Spero vi piaccia!

Amimy: Ma dai.. come avete fatto!?!? Beh.. credo che abbiate avuto i vostri motivi per lasciarvi così, però mi dispiace davvero.. e ora com'è il vostro rapporto? Riuscite ad essere amici come se non fosse successo niente? Grazie mille come sempre per i complimenti, spero che il lieto fine che vorrei dare a questa storia valga anche per te, anche se credo che sara un lieto fine piuttosto relativo. Per di più credo che dovrò ridurre i capitoli, perchè durante l'estate non potrò aggiornare granché, quindi forse è meglio se la concludo prima questa fic... Voi che ne dite? Voglio sapere cosa ne pensate! Preferite più capitoli, ma a distanze di tempo anche enormi o capitoli meno numerosi, ma più completi possibili, e, se vorrete, una nuova fic in un momento più disponibile?Comunque piantala di dire che scrivi male e non provarci nemmeno a smettere!!! ^_^ bacio!!!

 

Tanny dove seiii???? Ho bisogno del tuo supporto morale!! X-)

Dreaming_Eclipse

 

 

Gong!

 

 

Quella mattina, a scuola Lore era raggiante. Chissà, forse la stagione stava contagiando anche lui. Quando mi avvicinai, mi sorrise e chiacchierammo quei cinque minuti prima della campanella. Forse avevo le allucinazioni, ma la prima campanella, quella che ci invitava a prendere posto ai banchi prima dell’arrivo del prof, sembrava assumere, da un po’ di tempo, il timbro del “gong” che senti sempre all’inizio di un incontro di wrestling. Una specie di avvertimento perché tu sia preparato ai pugni della scuola. Quel giorno però, forse perché Lore mi stava distraendo proprio in un momento così critico, forse perché non avevo ancora compreso di essere sul ring, il colpo fu duro e improvviso.

“Un 3!?” esclamai appena preso in mano il foglio. Sapevo di aver fatto schifo a quel compito, ma non mi aspettavo meno di 5.

“Beh, ammetterai che non è proprio una tesi da università” rispose il prof di fisica, sotto al mio sguardo ancora allucinato.

Tornai al posto meccanicamente, lasciando il compito di vivere unicamente al mio organismo. Forse era esagerato, ma non avevo mai preso un voto così basso e non mi andava di cominciare proprio adesso.

“Dai, Hèlene, non è la fine del mondo” disse Ambra, più abituata a certi combattimenti, nonostante in quel momento ammirasse con allegria il suo 6 e mezzo. Io la fissai con lo sguardo perso: stavo decisamente uscendo dal controllo, dovevo tagliare i fili prima di un attacco isterico. Non fu difficile, grazie all’intervento di Qualcuno: “Che è successo, Hèlene? Sembra che tu abbia visto un fantasma” disse, sorridendo, il mio mare calmo. Poi scorse il voto e cambiò espressione. “Ma dai.. hai la media dell’8 e c’è un altro compito, non sarà un problema”. Vedendo che avevo ancora difficoltà a ingranare, aggiunse: “Forza, ti aiuto io, se vuoi.. Questo argomento l’ho capito piuttosto bene”.  E in effetti, il “piuttosto bene” era a dir poco modesto, visto che un 9 rosso acceso faceva capolino dal foglio protocollo che stringeva in mano. Mi ripresi e annuii, sorridendo e maledicendomi per quei capricci: aveva ragione Ambra.. non era certo la fine del mondo! Purtroppo era difficile continuare a ripeterselo durante tutta la mattinata e lo smacco mi bruciava nell’orgoglio. Sapevo che sarebbe andata ancora peggio quando avrei dovuto dirlo ai miei. Quel pomeriggio lo passai a distrarmi, non avendo voglia di girare il coltello nella piaga, come avrei fatto, invece, studiando fisica. Forse qualunque persona normale si sarebbe buttata a capofitto sui libri, ma io dovevo smaltire la rabbia verso me stessa. Sì, ero stupida, ma il mio peggior difetto, in fondo, era proprio l’orgoglio. Mi buttai sul letto, lasciando passare il leggero mal di testa che mi veniva quando ero nervosa, e ascoltai Tiziano fino allo spasimo, incantata dalle parole di “Scivoli di nuovo”, una canzone in cui mi ritrovavo spesso. Alle 16.16, il campanello del mio cellulare squillò, non per avvertirmi di lotte o dolori in arrivo, stavolta. Solo della mia consolazione, che quella mattinata mi aveva fatto dimenticare temporaneamente: un messaggio di Andrea.

 

Buongiorno, stella^_^. Mi è venuta voglia di sentirti.

Come va nei tuoi dintorni? Tutto bene stamani?

Fede (o Andrea XD)

Sorrisi e risposi subito:

Buongiorno!

Qui tutto bene, a parte un brutto 3, causato dai piani inclinati (promuoverò una campagna a favore dell’aumento di estensione a livello globale della pianura Padana XD). E laggiù?

Helene

 

Con un trillo entusiasta, il cellulare mi recapitò la sua lettera virtuale:

 

Senza di te,

 tutto si perde in queste colline irritanti,

di cui non saprei calcolare niente perché non studio fisica XD.

Andrea

 

Riuscì ancora una volta a farmi riprendere colorito, con quelle battutine un po’ sceme, ma così ironiche e rincuoranti:

 

Oh poverino! XP Ti serve qualche lezione!?

Helene

 

Appoggiai il cellulare alla mensola e mi buttai sul tappeto di camera. Forse mi avrebbe fatto bene una bella dormita. Bip! Bip! Come non detto.. avevo una conversazione in corso.

 

Non da te, caro il mio asinello!

Andrea

 

Lanciai uno sguardo indignato al mio povero cellulare, innocente da qualunque colpa, e risposi indignata:

 

Se è così, allora non vorrai dover conversare a un livello culturale così basso!

Arrivederci! -_-“

Helene

 

Mi concessi un sorrisino soddisfatto e mi riaccoccolai tra i cuscini, anche se dovevo ammettere che chiudere così la conversazione, anche se per gioco, mi sarebbe dispiaciuto. Bip! Bip! Mi rimangiai tutto, allegra.

 

Perdono, sei il mio asinello preferito! =)

Andrea

 

 

Sei perdonato! Ora mi riposo un po’! =)

Helene

 

Quando lessi il suo messaggio, rimasi un po’ stupita. Non era una cosa seria, ma ero abituata a esternare il mio voler bene a una persona solo dopo qualche giorno, mentre noi ci conoscevamo solo.. beh, solo da poche ore! Insomma, questo è quello che mi aveva scritto:

 

Va bene, Helene! Buon riposo.. Tadb!

Andrea

 

Ma sì! “Tiadibbio” anch’io! Ero felice: avevo trovato un amico. La mia brezza, che riaffiorava tra le onde del mare del mio paesaggio preferito. A tale proposito, mi tornò in mente la proposta che il mare in questione mi aveva fatto oggi pomeriggio: in fin dei conti quel 3 non era stato così tremendo, mi aveva dato la scusa per stare ancora un po’ con lui. Gli inviai un sms, dicendogli che accettavo la sua proposta e chiedendogli di vederci il giorno dopo a casa sua (la mia camera era off-limits: troppi oggetti imbarazzanti: dai regalini di mia nonna alla mia collezione di rifiuti organici che dimenticavo di riportare in cucina, tipo ciotole di corn-flakes e bucce di arancia). Lore accettò di buon grado e il giorno dopo mi presentai alla sua porta con dieci minuti di anticipo, come una brava scolaretta. Ero stata più volte dai suoi: casa sua era sempre perfettamente pulita, nonostante la sorellina minore di Lore che scorrazzava per ogni stanza. Si chiamava Irene e aveva 8 anni, l’età in cui il bambino medio passa bruscamente da peste a angioletto, a seconda di pochi fragili differenze di educazione, che sono però in grado di sconvolgere il carattere di un bimbo. Lei, fortunatamente, faceva parte del secondo gruppo: era adorabile. Appena mi vedeva, correva ad abbracciarmi come se fossi una star che le appena concesso di fare la sua conoscenza. Il che era davvero lusinghiero! Quando avvenne la scena, Lore sorrise ironico e io ricambiai, chiedendo alla sorella la terribile domanda che mai e poi mai andrebbe posta al fratellino del tuo amico: “Come si comporta Lorenzo, Irene?”. Il mio amore sbuffò rassegnato e la piccola rise di gusto, poi ci lasciò fare i compiti, a malincuore. Lore era un insegnante perfetto, non si arrabbiava mai, anche se dovevo sopportare le sue prese di giro, quando mi inceppavo in una formula o quando, rassegnata, finivo per battere la testa contro il tavolino! Alla fine, però, nonostante le distrazioni, dovute allo sguardo impossibile da ignorare del mio docente, sentii che qualche nozione doveva essermi entrata in zucca. Sì, ero pronta per affrontare il prossimo scontro! Dopo questo mio pensiero dall’intonazione un po’ troppo tragica, tornai alla realtà, riafferrata bruscamente da quel verde profondo, che da un po’ di tempo avevo lasciato da parte. Ancora una volta, affondai tra quelle spighe di grano fresco, mentre il proprietario temporeggiava sull’uscio, dispiaciuto quasi quanto me di doverci separare. I capelli scuri, spettinati, gli accarezzavano la fronte, le labbra erano schiuse come se stesse per dire qualcosa. Infine si stesero in un sorriso, un ultimo sorriso di affetto che coprì definitivamente il cielo della mia giornata e portò la notte su di me. Una notte di sogni.

 


  
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