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Autore: DryJ    04/12/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVII

 

Era passato un anno ormai da quando Cassandra e Sèlene erano partite.
In seguito anche i Sancerre avevano lasciato Chatel-Argent per far ritorno alla loro dimora.
Il castello lentamente veniva ricostruito e la vita, per quanto era stato possibile, aveva ripreso a scorrere, i tre Falchi nella loro solitudine si facevano compagnia a vicenda.
Marc e Michel però nel corso di quell'anno non si erano arresi, avevano fatto ricerche e discusso più volte con Ian per convincerlo, invano, a far qualcosa per i loro matrimoni ma il momento in cui Michel avrebbe dovuto sposare Célèste De Grandprè si avvicinava e lui, lentamente, si stava arrendendo.
Marc provava a donargli nuove speranze e il fratello tornava a combattere ma ogni volta accadeva qualcosa che abbatteva ogni loro tentativo.
<< Michel, manca ancora un mese circa al tuo matrimonio. Cerca di stare calmo, siamo ancora in tempo per trovare qualcosa >>.
<< In tempo? Il tempo vola, lo sai! Se fossi nella mia situazione comprenderesti >>.
<< Questo non esclude che tu debba stare calmo >>.
I due si trovavano nella stanza di Marc, quest'ultimo aveva invitato il fratello per dargli alcune notizie.
<< Hai trovato qualcosa? >> chiese il più giovane, spazientito.
<< Semplicemente Cassandra e Sèlene non hanno nobili origini >>.
<< Neanche un parente lontano? Qualche cugino? >>.
<< Assolutamente no >> rispose rassegnato.
Michel si sedette di peso << Non è possibile, non può finire così >>.
<< Ah voi Falchi, dovete cercare sempre di agire nel miglior modo possibile, quanto siete nobili >> un sospiro sarcastico e una voce divertita e strascicata colse entrambi i ragazzi di sorpresa.
Borea si trovava a pochi metri da loro, seduta nella poltrona accanto al camino. Fissava i ragazzi seduta in modo scomposto e con le gambe grezzamente accavallate, nella sua tenuta nera. << Avete mai avuto la vaga idea che vi servisse qualcosa di non propriamente legale? >> continuò lei fissandoli ammiccante.
I due intanto si erano voltati di scatto, domandandosi come avesse fatto ad entrare ma sopratutto come lei avesse fatto a non farsi sentire evitando di emettere un qualsiasi tipo di rumore. << Io posso esservi d'aiuto se volete, ma andrete contro la nobiltà di vostro padre e la vostra e vi costerà parecchio, ma per le vostre fanciulle adorate immagino fareste anche di più, o sbaglio? >> sorrise protendendo il busto verso di loro e posando gli avambracci sulle ginocchia.
<< Di cosa si tratta? >> chiese di getto Michel, sorprendendo il fratello che mai si sarebbe aspettato l'interesse dell'altro nei confronti di qualcosa di illegale, ma c'era di mezzo la sua adorata Cassandra e tutto divenne più comprensibile. Anche lui, effettivamente, si scoprì interessato a quel discorso.
<< Si tratta di patenti di nobiltà false, un monaco mi deve un favore, come tanta altra gente. Lui potrebbe riprodurre fedelmente e ricreare delle vere e proprie patenti, serve solo un casato dove inserirle, voi avete qualche idea? Bisogna anche ricreare una discendenza con un corrispettivo albero genealogico. In seguito poi le farò siglare e ufficializzare da una persona di fiducia >> batté le mani sulle cosce in conclusione.
<< Oh cielo, se dovessero scoprirci... >>.
<< Io pensavo ad una colomba in campo metà nero e metà bianco >> Marc interruppe il fratello che rimase di stucco nell'udire la sua risposta.
<< Perché proprio questi elementi? >> chiese infatti Michel.
<< Perché hanno portato felicità e amore e perché sono opposte, esattamente come il giorno e la notte >>.
Doppiamente di sasso il più giovane dei fratelli rispose << Marc, ma è bellissimo. Non pensavo il tuo cervello potesse arrivare a formulare un pensiero tanto bello >>.
Questo fece spallucce << È perché viene dal cuore, sciocco >>.
<< Ah, ora hai un cuore? >>.
Borea li osservava tenendo arricciato il lato della bocca e di conseguenza anche la narice affine. << Siete entrambi dolcissimi, vi siete meritati due baci sulla fronte, ma tornando a noi, parliamo di 16 mila denari- lanciò ad entrambi uno sguardo volpino, si grattò il mento, pensierosa e, dopo qualche minuto di silenzio riprese- Vi farò uno sconto, ma solo perché mi siete simpatici e perché un po' mi fate pena- mosse le dita verso di loro con un gesto distratto- Facciamo 8 mila e chiudiamo l'affare, ci state?
>>.
I due si guardarono << È un prezzo particolarmente alto, madame >> disse Michel pensieroso.
<< E sia, avrai i tuoi soldi. Metà subito e metà a lavoro compiuto- rispose Marc, sicuro- Ma nessuno scoprirà nulla, vero? >> le si avvicinò.
<< Hai la mia parola che nessuno scoprirà nulla, faccio questo lavoro da quando sono nata praticamente e so farlo bene >> si alzò stringendogli la mano con vigore e suggellando così il loro accordo. Lo fissò sicura di se con un mezzo sorriso distorto. << Quando avrò la prima parte dei soldi darò l'incarico al monaco, ci vorrà un po', un'anno se non vado errata, non di più e non di meno e per quanto riguarda le tue nozze- disse indicando con il capo Michel- Posso occuparmi anche di quelle se ti serve >>.
<< Quanto denaro vi occorre in più, madame? Sarei davvero interessato alla vostra proposta in quanto desidero più che mai sposare dama Cassandra >>.
<< Procura 3 mila denari e considera il tuo matrimonio con Grandprè ufficialmente cancellato >> e prima che Michel potesse aggiungere altro si allontanò attraverso il passaggio segreto che si trovava accanto al camino.

Passarono due settimane prima che ad Ian e a Michel giungesse la lettera di scuse da parte del conte Henri. Sia lui che sua figlia ebbero un grande ripensamento riguardo le nozze imminenti e nulla di quello che accadde loro fu menzionato nella carta.
Borea sorrise soddisfatta sentendo il colloquio che il Falco teneva con suo figlio. Uno era sistemato.
Ian aveva inviato subito una missiva ai Grandprè chiedendo il motivo per il quale fosse giunto a una conclusione del genere e quello aveva risposto che semplicemente non poteva rivelarne il motivo ma l'aveva tranquillizzato anche per il fatto che non ci fosse assolutamente nulla di personale, Ian comunque manteneva i suoi sospetti vividi.
Michel quindi pagò Borea, certo alla fine di riuscire a sposare la sua meravigliosa Cassandra e anche Marc, dal canto suo, era piuttosto gasato all'idea di potersi creare una famiglia con Sèlene ed essere finalmente un vero padre per il loro bambino.
Borea rovesciò il contenuto della sacchetta, consegnatale dal più giovane dei Falchetti, sopra la scrivania dello studio di Karl, contando il contenuto. << Bene, i soldi ci sono tutti, mi piace fare affari con voi, per quanto riguarda le patenti il mio monaco è a lavoro e tra un anno dovrebbero essere pronte, siglate, sigillate e registrate >> sorrise soddisfatta guardando i giovani.
<< Madame, di grazia, come avete avuto i nomi esatti dei genitori e degli antenati di Cassandra e Sèlene? >> chiese galantemente Michel, come di consueto, curioso come un bambino.
<< Credo che la nostra signorina abbia molte più conoscenze di quanto non si direbbe >> la anticipò Marc.
<< Madame, tuo fratello è semplicemente adorabile, comunque sia, mi spiace figlioli ma non posso dirvi come ottengo le mie informazioni, ne va del mio lavoro e della mia reputazione di Corvo di Francia- li osservò ridacchiando e canzonandoli- E' bello vero? Il Corvo... Chissà, un giorno magari riuscirò a farlo diventare un vero casato, probabilmente dopo che sposerò vostro padre >> disse lei con nonchalance risistemando le monete dentro la sacca.
Michel sentì subito un groppo alla gola, quella affermazione gli ricordò quanto gli mancasse la madre.
Il fratello invece tentò di sdrammatizzare, strappandogli un mezzo sorriso divertito << Non ce la farai mai, non sei propriamente il suo tipo >>.
<< Ah ma davvero? E cosa ti fa dire che non sono il suo tipo? Pensa che siamo amanti- fece una pausa soppesando quella rivelazione con strafottenza per poi aggiungere- Bhe prima devo dirglielo che lo siamo, però gli ho rubato un bacio e l'ho visto nudo, quindi direi che è un buon inizio! >> sorrise sistemandosi i capelli.
Marc scoppiò a ridere << Effettivamente "il Corvo" ti sta bene. Ma per il resto, beh, devi sapere che non basta! Prendi il bacio rubato, è pur sempre rubato e se non ti ha schiaffeggiata è solo perché sei una donna >>.
La ragazza si lasciò andare ad una risata acuta e sgraziata << Credimi ragazzino, anche volendo tuo padre si sarebbe ritrovato una mano in meno se solo avesse osato provarci >> disse continuando a ridere di gusto.
Marc riprese a ridere a quell'affermazione e Michel, sentendosi all'improvviso in pericolo, in compagnia di due pazzi, avanzò << Bene io andrei. Madame fateci sapere al più presto vostre notizie >> e dopo un inchino uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
<< A presto piccolo Michel >> fu la risposta che gli riservò agitando una mano in segno di saluto. Riportò la sua attenzione verso Marc << Gradisci un po' di idromele giovane Falco? Ne ho uno fresco fresco di giornata, una vera prelibatezza, un sorso e ti manda con le gambe all'aria, roba da veri uomini >> disse posando il fondoschiena contro il tavolo.
Lui fece per rispondere quando qualcuno bussò alla porta e non ci volle molto però a capire chi fosse. << Karl? Dovrei chiederti una cosa >> disse infatti il conte Jean dall'altra parte.
Borea si voltò rapida a guardare Marc e con pacatezza lo superò, aprì la porta e poggiandosi sullo stipite con fare seducente esordì << Falco! Mi spiace ma Karl non è qui al momento, però se vuoi io sono disponibile per fare qualsiasi cosa tu desideri, anche qui, magari sopra la scrivania del nostro capo delle guardie >> gli fece l'occhiolino dimenticandosi di Marc alle sue spalle che guardava la scena a dire poco scioccato. "Ma che ha in testa? Patate?" si domandò infatti.
<< Stavo cercando proprio te, seguimi. Ciao Marc >> rispose Ian voltandosi subito per andar via.
<< Salve padre >> rispose l'altro sperando vivamente non chiedesse in seguito cosa ci facesse lui li dentro.
Borea lo seguì scodinzolando e zampettandogli dietro, gli si accostò avvinghiandosi al suo braccio e stringendolo forte << Andiamo a fare una gita romantica? O ti senti audace e mi stai portando nella tua camera? >> si morse il labbro emozionata come una bambina.
Ian sfilò il braccio da quella presa e rispose << Voglio semplicemente parlarti >>.
Infatti una volta seduti in disparte lui iniziò << Vorrei proporti una cosa piuttosto semplice, mi piacerebbe che tu diventassi la mia spia. Lavoreresti per me ed eseguiresti esclusivamente i miei ordini >>. Era freddo, sicuro e distaccato.
<< Consideralo già fatto, dato che un anno fa ti proposi questo affare in cambio di scovare gli assassini che tormentavano i tuoi preziosi sogni >> sorrise spavalda, si accomodò nella prima poltrona libera che il suo unico occhio buono riuscì a vedere. << Bene, ora che abbiamo finalmente ufficializzato la cosa avrò bisogno di una stanza tutta mia o, meglio ancora, porremmo dormire insieme >> disse toccandogli il ginocchio con la mano.
Lui l'afferrò per poi scostarla in malo modo e annuí << Avrai una stanza tutta tua con uno studio in cui fare le tue indagini. Ah, ovviamente nessuno saprà mai cosa ti chiedo di fare per me, neanche la tua ombra, intesi?- si alzò per far sgranchire le gambe, camminando aggiunse- Dandoti vitto e alloggio alla pari di un nobile mi aspetto però che tu eviti di propormi prezzi troppo alti per ciò che ti chiedo >>.
<< I miei servigi per te sono gratuiti, te lo dissi quella notte in corridoio, prima che andassi a raggiungere a letto tua moglie, non sono una persona particolarmente colta o forbita ma la mia memoria è unica nel suo genere, ricordo qualsiasi cosa come se l'avessi davanti agli occhi anche a distanza di tempo o anni. Hai fatto una buona scelta
>> si alzò a sua volta raggiungendo la finestra. << Da oggi saremo legati Falco e da oggi inizia la nostra storia d'amore fatta di passione, brividi, azione, dolore ma si dai e anche di violenza >> parlò con voce gioviale e squillante, aprì l'imposta facendo penetrare nella stanza un vento freddo e pungente.
<< Affare fatto- rispose lui quasi divertito- Ma senza la storia d'amore. Bene, ora puoi anche andare a cercare di scoprire chi ruba così frequentemente il cibo dalla dispensa >>.
La sua schiena si irrigidì e non per il vento freddo, si voltò lentamente con espressione colpevole con tanto di orecchie basse e coda tra le gambe. Un lieve rossore nelle guance bianche come la neve. << Ehm quella sono io- distolse lo sguardo a disagio, era incredibile quanto somigliasse ad una bambina davanti alle accuse di un padre che l'aveva beccata sul fatto- Io ho fame durante la notte e così vado a pendere qualcosina, ma non prendo tanto >> spostò gli occhi verso di lui per qualche secondo per poi distoglierli e fissarli sulla punta delle sue scarpe.
Ian non poté fare a meno di ridere, gli fu impossibile trattenersi davanti a quella scena: la temibile spia di Chatel-Argent di nero e pelle vestita, con un'espressione tanto colpevole quanto tenera ed esilarante. << Cerca di regolarti, le cuoche son venute a lamentarsi e per quanto letale e veloce tu possa essere, credo avrai difficoltà a sfuggire ai loro mattarelli e mestoli >> si era voltato verso di lei, a braccia conserte e la schiena poggiata al muro
Lei gonfiò la guancia destra e arricciò le labbra pensierosa. << D'accordo, cercherò un modo per rubacchiare senza farmi vedere o senza che le cuoche se ne accorgano, non so ancora come ma qualcosa troverò, non posso stare senza cibo, ne va della mia resa come spia- e come un fulmine la sua solita faccia strafottente fece capolino sul suo viso, si avvicinò a lui esagitata- Immagina che grandiosità, Il Falco e il Corvo uniti contro i malvagi che attentano alla vita degli indifesi, non è incredibilmente eccitante? Io lo sono già, tu come sei messo? >> disse squadrandolo ed esibendosi in un sorriso a dir poco inquietante e grottesco.
<< Prima di tutto il cibo devi chiederlo e non rubacchiarlo- si allontanò dalla sua postazione per dirigersi verso il corridoio che l'avrebbe poi portato nella propria stanza- Seconda cosa, non sono eccitato e terzo: Corvo? >> si voltò a guardarla attendendo risposta.
Lei lo seguì a ruota << Si! Corvo, così mi chiamano tutti, per come mi vesto, per il fatto che ogni volta che ci sono io qualcuno muore, o per mano mia o per cause apparentemente naturali, e perché dicono che abbia venduto l'anima e il mio occhio al diavolo per avere le capacità che ho e la vita eterna- fece spallucce- Una grande marea di cavolate ma mi hanno aiutato molto, la gente ha paura di me e questo mi fa stare tranquilla e un po' più al sicuro >> si mise le mani dietro la schiena stranamente seria.
<< Beh non è male, questo aiuta te e me. Adesso, se non ti dispiace, vorrei stare nella mia stanza da solo >> voltò lievemente il capo verso di lei, continuando ad essere divertito dal suo atteggiamento.
Borea invece accennò di aver capito con il capo e si ritirò senza aggiungere altro e senza nemmeno salutarlo, cupa e torva, probabilmente assorta nei suoi pensieri, lasciandolo li, in mezzo al corridoio, da solo e alquanto perplesso e turbato da quei continui sbalzi d’umore.

***

Passò un anno carico d'ansia per i giovani Falchi, non privo di domande su domande che i due ponevano a Borea per sapere soprattutto a che punto fossero la patenti di nobiltà delle loro future moglie. Avevano addirittura offerto denaro in più per far sì che la consegna venisse anticipata ma senza successo. Intanto però, molto lentamente, avevano organizzato il viaggio per l'Irlanda.
Michel viaggiava continuamente con la fantasia, immaginando quella terra lontana oggetto di leggende e misteri, immaginava l'espressione della sua bella nel sapere del loro matrimonio e della nobiltà sua e della sorella.
Marc invece tendeva a stare con i piedi puntati per terra, in ansia per Sèlene e il loro bambino. Tante volte si era domandato se fosse maschio o femmina e altrettante volte pensava al nome e a quale avesse scelto lei. In ogni caso rimaneva sempre cupo, timoroso che qualcosa potesse andar storto.

Borea giunse da loro nel cuore della notte. Aveva dato appuntamento ai giovani falchi in camera di Marc ed era apparsa con un involucro di cuoio arrotolato sotto il braccio. Sorrise ai ragazzi e senza dire nulla srotolò la copertura, mostrando ai ragazzi le preziose miniature, i fregi, i disegni e le scritte che adornavano e impreziosivano la pergamena, in bella vista l’araldo con la colomba bianca in campo nero e bianco. Fissate ai lati vi erano delle lingue di pergamena con affissi sopra sigilli di ceralacca a certificare la loro autenticità. Era un lavoro con i fiocchi, preciso e accurato in ogni dettaglio. << Ecco a voi, è tutto pronto, l'attesa sarà valsa il risultato immagino >> disse mettendosi una mano sul fianco ed ammirando quel vero capolavoro.
I due si avvicinarono ad osservare il frutto di quell'anno speso decisamente meglio di quanto potessero immaginare. Sfiorarono le miniature, ammirandone la precisione, e osservarono con attenzione i nomi di tutti gli antenati di Cassandra e Sèlene.
<< È stato addirittura invecchiato artificialmente >> osservò Marc nel prenderla delicatamente tra le mani.
<< Oh madame, è davvero perfetto! Non saprò mai come ringraziarvi >> le disse Michel dopo un caloroso abbraccio.
Borea rimase nella stretta del giovane feudatario per pochi secondi per poi allontanarlo come fosse affetto dalla peste << Si, si d'accordo ti voglio bene anche io >> disse strofinandosi le mani sulle cosce mezzo schifata, non andava matta per quel tipo di rapporto sociale, lei detestava essere toccata senza preavviso, ma se fosse stato Ian a farlo non lo avrebbe certo rifiutato, anzi. << Bene!- aggiunse guardando entrambi con una ritrovata allegria- Ora avete tutto ciò che vi serve e spero ne farete buon uso, io vi lascio ho altro lavoro da sbrigare, vi auguro una buona notte mie signori >> si voltò e fece per andarsene.
<< Aspettate!- esclamò di colpo Michel facendo sobbalzare Marc accanto a se- Vi dobbiamo ancora la metà della paga pattuita! >>.
Borea rimase di spalle, sorrise con sincero affetto. “Davvero nobili” pensò prima di voltarsi verso i due << Lasciate stare così ragazzi, i soldi vi serviranno per il viaggio
>>. Si congedò esibendosi in un divertente e buffo inchino prima di mandare un bacio ad entrambi scomparendo attraverso il passaggio.
<< Ma perché non usa mai la porta? >>.
Michel che aveva ancora la sacchetta in mano, rispose << Che te ne importa, è stata gentilissima e non ha nemmeno voluto il resto del pagamento. Ha un cuore d'oro
>>.
<< Non ti innamorare di lei, Cassandra non è come Célèste De Grandprè, se lo dovesse scoprire incenerirebbe la tua virilità >> rispose Marc, finalmente di buon umore.
<< Non dire le tue solite scipitezze Marc!- rispose Michel, quasi offeso- Ora vado a letto, partiremo tra una settimana >>.
<< Diremo che siamo diretti a Parigi >> disse il fratello con estrema tranquillità.
<< Sciocco!- rispose di getto l'altro prima di aprire la porta- Ci fregheremo con le nostre mani con una tale fandonia! Diremo la verità invece e non ammetto obiezioni >> deciso uscì, lasciando Marc da solo con i suoi pensieri.
Anche lui adesso aveva iniziato finalmente a fantasticare, niente poteva più andar storto e suo padre non aveva nulla per impedir loro di stare con le due sorelle irlandesi. Si addormentò quindi con la patente di nobiltà tra i bagagli e il cuore leggero.

***

Passò una settimana e il giorno tanto atteso giunse velocemente come la primavera, seguito dagli ultimi preparativi. Marc aveva detto la verità sotto costruzione di Michel e il padre aveva accettato di buon grado e senza apparenti problemi il loro viaggio di piacere in Irlanda. Ovviamente non gli dissero affatto delle patenti di nobiltà, avrebbero costruito tutto alla perfezione assieme a Cassandra e Sèlene, facendo credere che i loro documenti fossero stati miracolosamente ritrovati dalle due.
Sellati i cavalli e recuperati tutti i bagagli, si apprestarono ad uscire dalle mura del castello.
L'aria dell'imminente primavera era fresca e profumata, i primi raggi di sole del giorno scaldavano l'atmosfera regalando finalmente un dolce e piacevole tepore, tanto atteso durante il rigido inverno che ormai si lasciavano alle spalle.
Il viaggio per l'Irlanda iniziava e i giovani Ponthieu erano più agitati ed emozionati che mai.
 


*Angolo Autrici*
Ciao a tutti!!! Siamo arrivati dunque al XVII capitolo, chi l'avrebbe detto? *_* 
Speriamo che la nostra FF vi stia piacendo e appassionando, continuate a leggere, commentare e supportare, a noi fa tanto tanto piacere ^w^
Ci vedremo nei prossimi capitoli!!!
Love you 
J&Dry
<3

 

   
 
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