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Autore: ClosingEyes_    05/12/2016    2 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ero davanti al ristorante: la mia vita è iniziata in questo posto, quando chiesi disperatamente lavoro per mantenermi in questa città e ricordo che il signor Keichi mi prese sotto la sua ala protettrice da quando mi assunse.
Ora però era il momento di chiudere anche quel capitolo, ormai non sarei stata più a Boston, forse sarei diventata qualcosa di più oppure una semplice donna di casa fidanzata con un miliardario.
Sospirai ancora una volta, aprì la porta e cercai di essere più seria possibile.
-Rin eccoti ma che fine hai fatto!- il signor Keichi mi accolse a braccia aperte.
-Keichi dobbiamo parlare, in privato- come ti dico che mi licenzio?.
Mi guardò serio e andammo nel retro della cucina, stando attenti che nessuno ci sentisse.
-Dimmi Rin, cosa succede?-.
Succede che la mia vita sta cambiando e  finalmente forse sta diventando come voglio.
-Ecco Keichi io mi licenzio, ti ricordi quella famiglia che venne insieme a mia sorella qui? Beh uno di loro diciamo che mi ha "corteggiato" e mi ha chiesto di andare a New York con lui, sentendo le mie doti "canterine"-.
Mi guardò con gli occhi da fuori, ma non si scandalizzò più di tanto, quasi aveva previsto che succedesse; mi sorrise e prese fiato, cercando qualcosa da dirmi nella sua testa.
-Rin, non posso fermarti io, lo sai tu sei come una figlia per me, ma se pensi di aver trovato l'amore, voglio che tu lo segua con tutta te stessa-.
-Lo so, ma tranquillo, tornerò a trovarti, magari da cliente- risi e abbracciai quell'uomo che mi era sempre stato vicino, che mi aveva trovato una sistemazione migliore e che mi aiutava a vivere.
-Mi raccomando Rin, realizza i tuoi sogni-.
Mi lasciò andare, accompagnandomi alla porta d'uscita, con lo sguardo malinconico ma cosciente che avrei trovato di meglio.
Guardai per l'ultima volta quel posto che per me era casa, prima di voltare finalmente pagina e andare avanti per la mia strada.
Nel gelo di quella mattina, ancora nessun messaggio di Sesshomaru, ma avevo ben altro a cui pensare, al mio nuovo gatto per esempio, oppure iniziare a fare gli scatoloni.
Non credevo di avere cosi tante cose a casa, sarà perché le ho sempre cumulate in un angolo senza mai metterle a posto.
Quanti ricordi di famiglia: fotografie, lettere scritte a babbo natale, addirittura dei vestitini di carnevale di quando io e Kagome eravamo piccoline.
Chissà perché io avevo queste cose, perché mai me le sono portate dietro da casa, sarà forse per non sentire la nostalgia, oppure per tornare indietro nel tempo anche per un solo istante nei ricordi più lontani.
C'era una foto che forse era una delle migliori: io e Kagome, palesemente adolescenti, sopra al letto di quella che potesse sembrare la mia vecchia stanza, a leggere forse una rivista, con uno sguardo alquanto sorpreso , probabilmente avevamo visto il nostro mito della musica, oppure qualche abito assurdo, un trucco troppo stravagante o forse una frase di qualche giornalista troppo esplicito e arrogante.
Ma la cosa più bella era la nostra unione, la serenità, ci volevamo bene era ovvio, ma ora cosa è cambiato non lo so.
-Cosa sarà cambiato fra noi?-.
Mentre chiudevo gli scatoloni, attaccandomi lo scotch fra i capelli e sulla maglia, evitando di cadere sul fatto che mi gironzolava dietro, presi il cellulare e finalmente Sesshomaru si era degnato di chiamarmi.
-Pronto?- maledetto scotch.
-Ma che stai combinando?- sapessi Sesshomaru.
-Chris sta buono!- cavolo e ora che gli dico a Sesshomaru.
-Chi è adesso Chris?!- non ti scocciare Sesshomaru, è solo un...
-Gatto- appunto.
Sentì un lungo sospiro, ormai arreso all'inevitabile realtà che il gatto sarebbe diventato un nuovo membro di casa.
-Bene quindi adesso anche un gatto, ti avviso non ho molto amore per quelle bestie-.
-Andiamo Sesshomaru, i cani non sono esseri superiori ai gatti?- fino a prova contraria ero io che dovevo occuparmi di due "animali".
-I gatti mi scocciano-.
-Suvvia non ringhiare- da dove mi è uscito? Ora mi uccide sicuro, ma che ci posso fare se è un demone cane.
-Comunque sono in riunione, ti ho chiamato per sapere poi se sei andata al ristorante o no-.
-Si, sono andata e mi sono licenziata, ora sto facendo gli scatoli, sapessi che casino-.
-Bene, ti aiuterei ma devo stare qui-.
-Mi fa piacere che hai chiamato, già mi manchi-.
-Non sono tipo da cose sdolcinate, ma anche tu-.
Nonostante quella frase così schietta, mi si sono illuminati gli occhi, non me lo sarei mai aspettata da lui.
-Non dici il mio nome perché c'è Kagome?-prevedibile.
-Si, solo lei e Inuyasha non sanno di noi, mio padre lo ha capito-.
-È difficile prenderlo per i fondelli, prevedibile. Comunque io ora continuo a mettere a posto, Chris inizia ad avere fame-.
-Stupidi gatti-.
-Ciao amore- che strano, l'avrei chiamato con il suo nome, invece a quanto pare sto iniziando a sciogliermi sul serio.
-Ciao piccola- me lo ha detto come un sussurro, come il vento caldo d'estate che ti scompiglia i capelli e ti scotta la pelle , ma è così piacevole che vorresti che non smettesse mai.
"Dio, quanto lo amo".

Direi che dopo aver riempito una decina di scatoloni, potevo anche fermarmi: non mi sembrava vero che presto mi sarei trasferita, la casa era ancora piena, non avevo ancora quella sensazione nello stomaco quasi di addio.
Sarebbero rimasti tutti i mobili, ma vuoti, solo con qualche coperta e cuscino, con solo le stoviglie per mangiare, ma per il resto sarebbe stata vuota.
-Meglio che chiamo mamma-.
Da quanto tempo non la chiamavo, forse un mese, mi limitavo ai messaggi, che schifo di figlia ingrata che sono.
Squillava il telefono e mai come allora avevo bisogno di parlare con mamma, c'erano così tanti cambiamenti che neanche io riuscivo a stare tranquilla.
-Pronto?-eccoti, mamma.
-Mammina..-.
-Ehi Rin, piccola come stai? Che succede perché questa voce?- mamma sapessi, ho tanta paura, ho paura che questo cambiamento sia sbagliato.
-Mamma sai ho tante cose da dirti- anche troppe.
-Ho tutto il tempo per te, dimmi-.
Non basta un giorno per dirle tutto, ma proverò a farle un riassunto.
-Ho incontrato Kagome, è venuta al ristorante ma non è andata proprio bene..-.
-Quando la smetterete voi due di litigare?-.
-Aspetta, poi ho conosciuto un ragazzo, fratello di Inuyasha, ti ricordi di lui vero?-.
-Me lo ricordo bene, mi da sempre l'idea del teppista. Dimmi come è invece questo ragazzo?-.
-Ha tutto ciò che un ragazzo di classe può avere mamma: è alto, capelli perfetti e lunghi, occhi magnetici, classe da vendere, soldi a palate ma quello mi interessa poco, è dolce e romantico, insomma è tutto! Si chiama Sesshomaru-.
Non mi sono neanche accorta che ho arrotolato il filo del telefono fra le dita, mi fa questo effetto Sesshomaru.
-Piccola sono felice per te, sei innamorata, e dimmi poi?-.
-Mi ha chiesto di andare a vivere con lui, sapessi mamma, mi ha dato il mondo in meno di due giorni, si è fatto dire da Kagome dove abitavo e mi ha regalato anche delle rose bellissime-.
Mia mamma fece un sospiro, un silenzio pesante, quasi come se non fosse d'accordo.
-Rin, ormai sei grande e decidi tu della tua vita, io ti appoggio sempre sappilo. Quella ingrata di tua sorella ormai si è dimenticata di noi, ma lei lo sa che vai a vivere con questo Sesshomaru?-.
-No e non deve saperlo finché non sarò pronta, lei potrebbe mettermi in croce per questo e già non la sopporto-.
-Ma poi con la casa? La vendi ?-.
-Nono, la terrò come seconda casa, non voglio venderla, non me la sento, è casa mia, me l'avete comprata voi, non lo farò mai-.
-Piccola decidi tu sul serio-.
-Ho già deciso mamma, io non sono come Kagome, voglio tenere ciò che voi mi avete dato con i sacrifici-.
Sentì dal telefono la voce di mio padre che chiedeva a mia mamma con chi stesse parlando, anche il mio papà mi mancava tanto, avrei voluto parlare anche con lui.
-Mamma passami papà-.
In un attimo sentì la sua voce e scoppiai in lacrime, felice come non mai di sentire finalmente i miei genitori.
-Papà..-.
-Piccola perché piangi?-.
-Niente papà sono felice, mi mancate tantissimo-.
-Ho sentito che ti trasferisci , dove vai e con chi ?-.
Il solito papà, come mi mancava.
-Con Sesshomaru, il fratello di Inuyasha, e vado a New York, però non vendo la casa, sarà la mia casa per sempre-.
-Fa ciò che è più giusto Rin, noi ci siamo-.
Improvvisamente mamma penso si prese il cellulare, dicendo a mio padre di voler chiedermi una cosa importante, povero papà sempre succube.
-Rin dici a tua sorella che a Natale se non viene a trovarci va a finire male!!-.
-Mamma la vedo improbabile come cosa, a stento parla con me-.
-Rin siete sorelle, prima o poi dovete fare pace- disse mio padre prendendo il telefono da mano a mia mamma.
-Papà non lo farà mai-.
-Tesoro comunque noi ora dobbiamo andare, però chiamaci qualche altra volta e cerca di parlare con tua sorella-.
-Va bene, ciao mamma , ciao papà-.
-Ciao piccola, ti vogliamo bene-.
-Anche io -.
Chiusi la chiamata, sospirando alla grande impresa che dovevo compiere: parlare con mia sorella in modo civile e pacato senza mandarla a quel paese.
Visto che ero in vena di chiacchierate, le inviai un messaggio, scrivendole di venire a casa mia per parlare di cose serie, possibilmente senza astio.
Non mi rispose ma dopo due abbondanti ore si degnò di presentarsi a casa, bussando come una pazza.
Le aprì il portone e nascosi gli scatoloni nella camera da letto, non doveva capire nulla di quello che stava succedendo, ma figurati è così stupida che non ci arriva neanche da sola.
Aprì la porta e vidi la sua faccia palesemente sforzata di essere dolce e carina , pessima riuscita.
Entrò prepotente come suo solito, buttando la borsa sul divano insieme a quella enorme pelliccia, guardandomi con uno sguardo per dire mi hai disturbato.
-Cosa vuoi?-.
-Bel modo di rispondermi Kagome, comunque non ti terrò molto-.
-Si meglio, quest'aria plebea mi fa venire il prurito-.
Giuro che adesso la uccido a sangue.
-Mamma e papà vogliono che a Natale andiamo lì, da loro-.
-Non se se parla proprio, vado in Thailandia con Inuyasha a Natale, se lo scordassero-.
-Sei una ingrata con loro, non li chiami e non te ne frega niente, dopo tutti i sacrifici-.
-Parli a me di sacrifici?! Tu hai sempre cercato di togliermi da sotto al naso la carriera che mi sono costruita da sola, tu sempre vista come quella più dolce e brava, poi quando ho avuto tutto , tu volevi il mio mondo e non avendolo hai solo fatto i capricci-.
Ora aveva superato il limite.
-Sai cosa ti dico? Puoi uscire da quella porta e dimenticarti di avere una sorella e una famiglia, se pensi questo tu di me non hai capito nulla e pensare che oggi avevo visto delle nostre foto da adolescenti, quando ancora ci volevamo bene, macché tu mi hai sempre odiato e io forse ti ho ammirato troppo, non sono invidiosa del tuo mondo, vorrei essere come te certo ma non muoio se non lo sono, non sono morta fino ad ora-.
Feci le spallucce, mantenendo le lacrime, mi pizzicavano tremendamente gli occhi ma non dovevo darle questa soddisfazione.
-Meglio così, tanto di una sorella così odiosa non me ne faccio nulla, c'è di meglio-.
C'è meglio di una sorella a cui la fama è andata così tanto al cervello da essersi dimentica di chi l'ha solo ammirata e voluto bene.
Prese le sue cose e uscì, sbattendo la porta e lasciandomi sola, in lacrime, triste e arrabbiata, quasi mancata di rispetto.
Ma perché tutto questo?!.
Chris mi miagolò vicino alla gamba, strusciandosi dolcemente.
Lo guardai e lo presi in braccio, coccolandolo come se fosse un peluche.
-Hai fame vero?-.
Sesshomaru, dove Sei..
Perchè deve andare sempre così, perché deve essere così ostile con me, come può pensare che io sia invidiosa di lei, della persona a cui volevo più bene al mondo e invece ora la odio, maledizione Kagome sei una stupida!!!.
-Sei una grandissima idiota!!-.
Urlo e sto male, quanto vorrei parlarti di me Kagome, quanto vorrei raccontarti della mia vita, ma tu non me lo permetti.
Quanto vorrei parlarti senza doverti urlare contro o piangere per le tue parole taglienti e pungenti peggio del gelo dell'inverno.
Sarai sempre una di quelle crepe che non si riparano da sole oppure che non si ripareranno mai.
La fame mi mancò, diedi il pranzo a Chris e mi misi la tuta: quella casa così calda e quel divano così comodo mi accompagnarono nel mondo dei sogni e sentì Chris che dopo aver bevuto il suo latte, si mise sotto le coperte con me.
L'amore di un gatto, meno male che avevo lui.
   
 
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