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Autore: Morrigan    06/04/2005    11 recensioni
* Harry&Hermione ff *
'L'amore è un concetto estensibile che va dal cielo all'inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l'infinito.'
[Carl Gustav Jung]
Genere: Romantico, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Of Light and Darkness

Of Light and Darkness

 

 

Si ritrovò a pensare a quanto fosse bella la pioggia, quanto fosse bello vedere quelle lacrime di cielo appoggiarsi sui vetri. Sentì le guance bagnate, stava piangendo di nuovo. Indietreggiò fino al letto e si stese supina. Aveva freddo, ma non aveva voglia di coprirsi, rimase li tremante mentre tutto intorno le scivolava addosso.

Bum. Bum. BadaBUM.

Ginny...

Scendendo le scale arrivava sempre in quel modo davanti alla sua porta, facendo un gran frastuono. Hermione non si girò, rimase con gli occhi chiusi nella speranza che la ragazza andasse via. La porta si aprì di colpo e Ginny la vide sul letto, dava le spalle alla porta. Pensò immediatamente che stava dormendo, poi notò qualcosa e si bloccò sulla porta. Hermione stava tremando.

Analizzò la stanza in cerca di una coperta e la trovò sul letto della Brown. La afferrò immediatamente e la adagiò sul corpo infreddolito di Hermione. Poi fece il giro del letto per sistemarla e notò le guance umide e le palpebre arrossate. Aveva pianto. Si avvicinò al suo viso e le tolse una ciocca di capelli che le ricadeva sulla bocca.

"Mi spiace, Herm..." le sussurrò piano, poi lasciò la stanza.

 

 

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"Come sta?" le chiese Ron sedendosi vicino a lei.

"Come vuoi che stia..."

"Lo so Gin...ma io non riesco a farla reagire. Le chiedo di venire a fare una passeggiata e mi dice che deve studiare, le chiedo se vogliamo studiare insieme e mi risponde che vuole dormire un pò...non so più cosa fare e la settimana di riposo che le ha dato Madama Chips sta finendo, domani dovrà tornare a frequentare le lezioni".

"Forse tenersi impegnata le farà bene" gli rispose la sorella.

"Credi che..." iniziò Ron indicando poi con la testa il suo migliore amico.

"Toglitelo dalla testa. Harry non deve vedere Hermione. E poi ti ha chiesto di lei durante questi sette giorni?? Ma crede che Herm stia facendo un giro turistico ad Hogsmade? Andiamo Ron, se avesse voluto sapere come sta, ce lo avrebbe chiesto".

Ron annuì. Sapeva che quelle della sorella erano parole sacrosante.

"E poi Ron, anche se lo vedesse sappiamo entrambi come andrebbe a finire. Herm gli chiederebbe perchè le ha fatto questo e lui le risponderebbe che non la ama più. Non credo che migliorerebbe la condizione della nostra amica, anzi!".

"Ha mangiato stamattina?"

"Non si è mossa dal dormitorio e ha mandato via l'elfo in malo modo quando le ha portato la colazione in camera".

"Non la riconosco più. Credi che Silente e la McGranitt stiano facendo caso a quello cui stiamo facendo caso noi?"

"Loro non la vedono mai Ron, noi si. Ma credi sia il caso di andare da Silente a dirgli che i jeans che Herm indossava due mesi fa ora sono di tre taglie più grandi? Non credo che sia affare della scuola. E Silente farebbe l'unica cosa che potremmo fare benissimo anche noi."

"Cosa?" le chiese suo fratello.

"Avvisare i suoi genitori".

Ginny aveva ragione. Le uniche persone che potevano aiutare Hermione erano i suoi genitori. Ron prese un foglio e iniziò a scrivere.

 

 

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Quelle nuvole....com'era bella la pioggia quella mattina...

Scese gli ultimi gradini che portavano al portone principale e si ritrovò nel cortile. Gli occhi chiusi. La pioggia che le bagnava i capelli.

Non voleva più soffrire. Mai più. Aprì gli occhi e guardò il cielo, scuro come la notte. Un lampo squarciò il cielo, ma lei rimase immobile.

I suoi abiti ormai erano completamente zuppi e il vento del Nord, di cui la mamma le parlava da bambina stava soffiando più forte che mai. Si mosse, anzi sarebbe meglio dire che il vento la mosse. Era diventata un fuscello, ormai.

Portami a casa... chiese al vento mentre iniziava a piangere. Il vento non le rispose.

Portami a casa...chiese di nuovo.

Un sussurro, un altro lampo. Poi non vide più nulla.

 

 

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Libro di ... Libro! Quaderno degli appunti...Libro di Aritmanzia. Si fermò un attimo a guardare quest'ultimo assorto nei suoi pensieri, poi lo appoggiò sul tavolo.

Una folata di vento fece aprire e sbattere le vetrate. Harry corse velocemente verso la finestra e la richiuse. Poi, un puntino nero giù nel cortile attirò la sua attenzione. Guardò attentamente e notò una figura stesa per terra. Una strana sensazione gli aggredì lo stomaco.

La testa non volle sentire il nome che il cuore gli inviava. Scattò verso la porta e fece la scale a due a due.

Incrociò Ron davanti all'entrata della Sala Grande.

"Dov'è Hermione???"

"Non lo so..." gli rispose l'amico stupito da quella domanda. Poi notò il volto tirato di Harry. "Che succede??"

Harry già era scappato, non ci aveva messo molto a raggiungere il portone, ma quando arrivò sulla soglia il suo cuore si fermò insieme a tutti i suoi arti.

Ron lo raggiunse e quando vide la figura stesa in mezzo ad una pozzanghera corse verso di lei.

"Herm?? Mio Dio Herm, mi senti??" le chiese Ron alzandole la testa e scuotendola istericamente per le spalle.

Harry nel frattempo si era avvicinato. Era come se la guardasse per la prima volta. Quella non era la ragazza di cui si era innamorato. Il viso scavato e la pelle che sembrava quasi trasparente. Si inginocchiò vicino a lei. Non sentiva neanche più le urla di Ron che cercava di rianimarla.

La prese istintivamente in braccio rendendosi improssisamente conto di quanto fosse diventata esile nonostante i vestiti impregnati d'acqua. Oltrepassò il portone e la guardò di nuovo, mentre dentro di sè implorava il Signore di non portargliela via.

 

 

 

 

 

  
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