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Autore: Lisa Lawer    05/12/2016    1 recensioni
Un matrimonio andato a monte, due ragazzi troppo giovani per sopportare il peso di una unione forzata, la voglia di crescere come individuo... e l'amore sempre e comunque che trionfa su tutto, anche sul tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi!!! Ciao a tutte e scusatemi per l’attesa ma ho traslocato e per giorni sono stata senza internet! Ma tra un pacco e l’altro ho scritto! Spero che il lavoro e il trasloco non mi portino via molto tempo, ma la storia è quasi alla sua conclusione, non temete! Spero che vi piacciano anche questi capitoli! Un bacione!
 
 
*6 anni prima*
- ti auguro tanta fortuna, Akane Tendo. Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto. –
Ranma chiuse la porta e la sentì scendere per le scale. Non riuscì a stare fermo in camera e seguì Akane di nascosto fino alla stazione. Lei prese il treno un’ora dopo e solo allora Ranma rientrò a casa. Si rimise sul futon ma non riuscì più a dormire. Stava lasciando andare l’unica persona che lo capiva e che in un modo o nell’altro lo considerava normale, peccato che lui non si considerasse tale.  Riusciva a vedere chiaramente tutte le sue mancanze come fidanzato e come la sua maledizione fosse diventata anche quella di lei.
 
Indistinte furono le urla di Kasumi, la mattina dopo, la quale trovò per prima la lettera della sorella, poi fu la volta di quelle di Soun, il quale iniziò a piangere disperato. Intanto si svegliò anche Genma e a quel punto non poteva più far finta di dormire.
Ben presto la famiglia fu al completo nella sala da pranzo a decidere il da farsi. Soun era già intenzionato a riprendersi la figlia, non poteva accettare che fosse partita così nella notte, da sola! Chi avrebbe badato a lei? Chi Le avrebbe dato un tetto sopra la testa? Quella sua figlia era identica alla sua defunta moglie: era terribilmente testarda, quando decideva qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Ranma rimase in silenzio per molto tempo, poi prese la parola.
- Sig. Tendo, lasci andare Akane. –
- MA come Ranma! Proprio tu mi dici questo? La mia bambina! –
- Akane non è più una bambina, ora è il momento che diventi  una donna. Lei vuole fare questa esperienza anche per crescere nel campo delle arti marziali. –
- ma il matrimonio… -
- Sig. Tendo, è mia intenzione sposare Akane, ma prima devo togliermi la maledizione. Tornerò come un uomo migliore, come un vero uomo e… e io la amerò, la rispetterò fin che morte non ci separi. – Ranma era un peperone. Non sapeva da dove fossero uscite quelle parole.
- Akane ha scelto! Ha disonorato questa famiglia scegliendo un’altra scuola. Sono irremovibile, il vostro matrimonio è annullato, sarà Nabiki a sposarti! –
- cosaaaa? – gridò la figlia sentendosi chiamata in causa – io non lo voglio sposare! –
- non subito figlia mia, intanto Ranma patirà e appena tornato vi sposerete. Ne hai di tempo per abituarti all’idea. Akane sapeva a cosa andava incontro decidendo di partire! –
- Soun, amico mio, sei sicuro? –disse Genma, il quale stranamente non parlava. Cosa stava succedendo a quel padre strampalato? Come mai, si chiedeva Ranma, lui non stava intervenendo con qualche frase inopportuna? Anzi sembrava anche favorevole a quanto stesse accadendo.
La discussione andò avanti per molto. Soun voleva indietro la sua “bimba” ma allo stesso tempo, ferito nell’orgoglio, per lui Akane era fuori dalla linea di successione alla scuola. Andando via di casa aveva rinnegato tutto, aveva rinnegato i Tendo.
Ranma  riuscì a rifugiarsi in camera, ma presto venne seguito a ruota dal padre.
- figliolo, è il caso di parlare. – Genma era molto serio. Era raro per il figlio vederlo così.
- papà non mi farai cambiare idea. –
- non sono qui per questo. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. È da quando è saltato il matrimonio che ci pensi, non è vero? –
- si –
- senti – disse aprendo il suo armadio ed uscendo una cassettina dal suo interno – io non ho molto,ma ho cercato di risparmiare il più possibile. Prendi questi soldi, non sono molti ma come inizio potrebbero essere utili. –
- papà… -  Ranma era senza parole
- ti chiedo una promessa in cambio. Ti prego torna, fai quello che devi fare, ma torna. Fallo per questo tuo povero vecchio e fallo per Soun che ti ha accolto come un figlio. Fallo per Akane che a modo suo ti ama e che tu… beh sono certo che a modo tuo la ami anche tu. – il padre si inchinò sul tatami di fronte al figlio – io non sono un bravo padre, ma fidati quando ti dico che questo matrimonio sarà la cosa migliore per te, Akane ti salverà il cuore. –
Ranma avrebbe voluto rispondere a modo suo, sprezzante come sempre, ma non ne ebbe le forze. Il padre che aveva sempre desiderato era li davanti a lui, finalmente. – te lo prometto. –questo fu quello che riuscì a dire.
Qualche ora dopo fu la volta di Nabiki – Allora questa storia della partenza è seria… -
- Come vedi tua sorella è già partita e presto lo farò anche io… ma prima devo fare ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare e che mi ha portato via Akane: devo dire chiaro e tondo a quelle pazze che non le ho mai considerate le mie fidanzate. –
- tornerai Ranma? –
- si, l’ho promesso.
- mi riporterai indietro Akane? Lo sai che potrai riuscirci solo tu. Lei ragiona solo con te! –
Ranma rise, nonostante fosse sempre lui a far arrabbiare la ragazza, si rendeva conto che il loro rapporto era unico nel suo genere e che riuscivano sempre a far ragionare l’altro.
Nei giorni successivi prese il coraggio a due mani ed andò  a parlare con le ragazze, la prima fu Kodachi. La pazza ginnasta fece fatica a capire quanto lui le stesse dicendo, rifiutava di ascoltare ogni sua parola. Ma Ranma fu irremovibile, voleva iniziare il suo nuovo percorso di vita come una persona nuova, con un po’ di ordine nella sua vita, sempre dominata dal caos.
Ukyo fu la più comprensiva, in fondo al suo cuore era consapevole del fatto che lei e Ranma erano solo buoni amici. Lo abbracciò aspettandosi da un momento all’altro un altro invito al matrimonio tra lui e Akane. La voce della partenza di quest’ultima non si era ancora diffusa.
Con Shampoo fu un disastro . La cinesina urlò, pianse e fu quasi più teatrale di Kodachi. Cercò in tutti i modi di convincerlo. Dopo un’ora, Ranma era esausto – Shampoo, amo un’altra persona e tu non potrai mai eguagliarla ne per bellezza, intelligenza, simpatia e calore. Io non ti ho mai considerata la mia fidanzata e nemmeno come amica. Stai sprecando la tua giovinezza con me che non sarò mai interessato a te. Noi non abbiamo un futuro e mi dispiace non aver mai avuto il coraggio di dirti queste cose prima. Addio, ti auguro tanta felicità. – forse non aveva mai visto l’amazzone senza parole. Lo guardò piena di odio. Effettivamente Ranma con lei aveva dovuto essere più brutale. Ma non aveva nessuna intenzione di fare l’ennesimo discorso inconcludente.
Voleva lasciare a Nerima il Ranma adolescente e iniziare finalmente il percorso per diventare uomo.  Già l’aver parlato alle ragazze lo faceva sentire meglio.  Doveva ammettere che molte volte era lusingato da tutte quelle attenzioni, che andavano a colmare il vuoto creato dalla sua metà donna.
Dopo la consegna dei diplomi il ragazzo intraprese il viaggio che ora lo aveva portato ad essere una persona migliore e che gli aveva permesso di diventare qualcuno nel campo delle arti marziali. Nonostante non si trasformasse più in donna, gli mancava una parte di lui: ed era Akane. I sei anni separati lo avevano solo reso più consapevole dell’amore provato per lei ed ora doveva riaverla con se, questa volta per sempre.
 
Eccoci! Eh si, questo capitolo intermedio porterà tutte voi ad uccidermi! :) ma ripubblico presto! Baci e grazie ancora per le recensioni!
  
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