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Autore: AngelsOnMyHeart    06/12/2016    1 recensioni
Piccolo racconto che si pone tra la fanfiction "Il Dominio del Caos" ed il suo sequel, attualmente in lavorazione.
Quando il cambiamento giunge, c'è ben poco che si possa fare per fermare la sua inesorabile avanzata. Spesso, la scelta migliore è quella di lasciarsi andare ad esso, cosicché la vita possa riprendere il suo corso verso una nuova direzione.
Ed è proprio da un cambiamento che questa breve storia vuole tracciare il suo inizio.
Due gemelli, Will ed Abigail, stanno affrontando il primo grande viaggio che la vita gli ha posto dinanzi. Il che li condurrà non solo verso un nuovo stato, in una nuova casa, ma anche incontro ad un percorso irto di tanti piccoli segreti tornati a galla, impazienti di essere ripescati, mentre un vecchio rancore a lungo sopito, riemerge dal calmo mare dei ricordi. Questo rancore trascinerà con se una potente tempesta e quando il viaggio sarà giunto al suo termine, nulla resterà più come prima.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO IV
A rainy day to remember.




Il cielo era plumbeo in quel dì di Burgess e, nonostante l'estate avesse ancora un mese per finire il suo corso, alcune gocce di pioggia stavano iniziando ad accennare la loro discesa. 
Stravaccato sul divano del salone, Will sbuffò spostando costantemente lo sguardo dall'orologio, posto sulla parete dinanzi a lui, alla finestra dove la pioggia si frantumava in tanti piccoli rivoli. 
Lo sapeva che avrebbero dovuto evitare di fare quella bravata al lago. Ora erano entrambi in punizione e questo perché Abigail non voleva mai dargli ascolto. Certo, non che lui si fosse tirato indietro all'ultimo ma cosa avrebbe dovuto fare? Forse la figura del fifone, facendo così ricadere tutte le colpe sulla sorella? Abbie non glielo avrebbe mai perdonato, soprattutto in quel momento in cui aveva bisogno di lui. Dopotutto erano gemelli, dovevano restare uniti. 
:-Carte?-. Domandò con marcata esasperazione ad Abigail, anche lei distesa sul divano, al lato opposto del fratello, così da incrociare strategicamente le gambe, standosene entrambi belli comodi. 
:-Abbiamo già fatto una decina di partite da questa mattina, e poi non mi piacciono- rispose la bambina, giocando con alcune ciocche dei suoi ricci -un puzzle?-. 
:-Non ne abbiamo-. 
:-Aaaah!-. Esclamò Abigail abbandonando le braccia lungo i fianchi, in realtà quasi sollevata che non vi fossero puzzle, iniziando a riflettere nella speranza di trovare un altro passatempo. 
Era già da una settimana che in casa vigeva il Divieto Assoluto. Ossia era loro proibita qualsiasi interazione con: cellulari, console di vario tipo, PC. Persino la TV era off limits. Ed avevano ancora un'altra settimana da attendere prima dello scadere della pena. 
La loro unica possibilità di svago era rimasta il giardino, purché si mantenessero entro i limiti delle staccionate. Poi era arrivata la pioggia ed il verdetto fu inevitabile per i due condannati: un noioso susseguirsi di giornate altrettanto noiose, in una casa noiosa. 
Eppure, col senno di poi, si sarebbe nuovamente rituffata nelle acque verdastre di quel lago. 
:-Scacchi?-. Propose ancora Abigail. 
:-Perché sai giocarci?-. Le chiese Will, particolarmente sorpreso. 
:-La Regina si fa il mazzo correndo avanti ed indietro per tutta la scacchiera, mentre il Re si gratta il di dietro, no?-. 
:-Non è che sia proprio così...-. Cercò di spiegarle il fratello. 
:-Come ho detto io-. Esclamò Abbie, alzandosi con un sol balzo e dirigendosi in cucina. 
La mamma si trovava seduta al bancone in simil marmo che occupava il centro della cucina, intenta nello scrivere qualcosa sul suo portatile. 
Probabilmente sta aggiornando quel suo stupido blog” pensò Abigail, infastidita. 
Da quando aveva scoperto di essere incinta, sembrava che si fosse totalmente dimenticata di loro, concentrandosi solo su se stessa e quell'inutile blog che ormai aggiornava ossessivamente quasi ogni giorno. Non aveva nemmeno la minima idea di cosa la donna avesse da condividere con il mondo, con così tanta necessità. In realtà non le interessava nemmeno. 
Will diceva che per lei era un modo di scaricare lo stress, Abbie credeva fosse solo un modo di metterli da parte in attesa del tanto adorato nuovo arrivato. 
:-Mamma, dove sono gli scacchi?-. Domandò Abigail, poggiandosi con i gomiti sul bancone, pigiando i palmi delle mani contro le guance. 
:-Scacchi?-. Chiese la donna, confusa, smettendo momentaneamente di scrivere. 
:-Scacchi-. Ripeté Abbie, scandendo bene la parola, questa volta. 
La donna iniziò a pensare, battendosi l'indice contro le tempie per qualche secondo :-Devono trovarsi in qualche scatolone-. Concluse tornando a battere freneticamente le dita sulla tastiera. 
:-Quali scatoloni? Tu e papà non avevate detto di averli svuotati tutti?-. 
Abigail osservò attentamente il viso della madre, dalla quale non ricevette alcuna risposta. 
:-Sei nel tuo periodo di ispirazione?-. Le chiese infine la bambina, sul suo viso da volpe si dipinse un sorrisetto. 
:-A-ah-. Rispose distrattamente la donna, senza distogliere lo sguardo dallo schermo nemmeno per un secondo. 
Dal nulla, un'idea a dir poco geniale balenò nella mente di Abigail. 
:-Quindi per te non sarebbe un problema se, che ne so, io e Will ce ne andassimo a perlustrare la casa. Magari andando a dare un'occhiata alla soffitta, visto che ancora nessuno è salito a controllarla-. 
Seguirono interminabili attimi di silenzio. 
:-A-ah-. Rispose infine la donna. 
Abbie strinse un pugno in segno di vittoria, poi si allungò sul bancone per afferrare un biscotto :-Grazie mamma-. 
:-Di nulla, tesoro-. 
La bambina tornò quindi dal fratello, entrando con passo trionfale nel salone. 
:-La mamma è nel suo periodo di ispirazione-. Esclamò mordendo un biscotto. 
Will scattò in piedi :-Ti prego, dimmi che possiamo almeno accendere la TV. Mi accontento anche del meteo-. 
:-Come sono strette le tue vedute- gli sorrise soddisfatta la sorella -io ho da offrirti molto di più-. Portò quindi l'indice sopra la testa, indicando il soffitto. 

Non l'avevano nemmeno notata all'inizio, visto che la botola si mimetizzava perfettamente con il soffitto. Solo dopo diversi giorni dal trasloco, mentre erano intenti a rincorrersi per il corridoio, questa si era improvvisamente spalancata, quasi colpendo Will fra capo e collo. Inutile dire che i loro genitori la bollarono immediatamente come zona “rossa”, impedendogli persino di salire dando un'occhiata veloce, sino a quando non avrebbero avuto loro il tempo di controllarla. Questo ovviamente voleva dire che sarebbero dovute trascorrere intere settimane, forse anche mesi, prima di ciò. Con la mamma impossibilitata a fare qualsiasi tipo di sforzo ed il papà alle prese con i lavori per l'apertura della tavola calda, non avrebbero mai visto cosa si celava sopra le loro teste. 
Quindi, in fin dei conti, stavano facendo loro un favore, andando a perlustrare per conto proprio, dimostrandosi maturi abbastanza da togliergli quel gravoso peso genitoriale. 
La luce delle loro torce attraversò con fatica la spessa nube di polvere che si era alzata, non appena avevano fatto discendere le scale, e diversi colpi di tosse seguirono prima che Will ed Abigail riuscissero finalmente a salire gli ultimi scalini, senza rischiare un attacco polmonare. 
I due bambini non credettero ai loro occhi. 
La soffitta era completamente immersa nel buio e l'unica fonte di luce, ossia una finestrella ad oblò, era resa inutilizzabile dalle folte nubi di pioggia, impedendo così ai raggi del sole di attraversare i diversi strati di polvere ed illuminare almeno parzialmente la stanza. Accontentandosi quindi del solo utilizzo delle torce iniziarono a guardarsi attorno constatando che la stanza, priva di pareti, aveva le stesse dimensioni del piano inferiore. Anche se in alcuni punti era impossibile da raggiungere, visto che il soffitto scendeva troppo in basso per poterci arrivare. 
Tutto il piano era occupato da mobili di vecchia data, oggetti indefiniti ricoperti da lenzuola impolverate e, soprattutto, da decine e decine di scatoloni, molti dei quali impilati gli uni sugli altri a formare colonne alte quasi sino ai punti più alti del soffitto. 
Le labbra di Abigail produssero un fischio mentre si lanciava a curiosare sulla prima scatola che le capitò tra le mani, aprendola ed estraendone il prezioso contenuto: vecchi libri scolastici, liceo a giudicare dal loro spessore. 
:-Solo vecchi libri di scuola-. Si lamentò, passando immediatamente ad un altro scatolone. Will, invece, parve particolarmente interessato al suo contenuto. Quindi afferrò un libro ed iniziò a sfogliarlo in silenzio, cosa che fece anche con i successivi. 
Nel mentre Abigail aveva già aperto e frugato in ben altri sei diversi scatoloni, scavando al loro interno nella speranza di trovare qualcosa di veramente prezioso. 
Mappa del tesoro...mappa del tesoro!” Continuava a ripetersi la bambina, forse un po' troppo in fissa con le storie di pirati. 
Purtroppo il suo bottino non soddisfò le sue alte aspettative, trovando soltanto: delle vecchie felpe che, a suo gusto, le sembrarono estremamente calde e comode; alcuni servizi da tè, altri vestiti da donna; CD di gruppi musicali alquanto discutibili e di dubbio gusto; una scatola in particolare sembrava contenere solamente torce, batterie inutilizzate -ormai consumate col passare del tempo- e lampade per il comodino. 
:-Abbie?-. Will richiamò la sua attenzione con tono serio e preoccupato, senza mai staccare lo sguardo dal libro di scienze che stringeva tra le mani :-Guarda cos'ho trovato qui-. 
:-Se ci sono foto di rane vivisezionate, ti do un pugno solo per aver creduto di potermi spaventare-. 
Will alzò gli occhi al cielo :-Nulla del genere malfidata!-. Le piazzò quindi il libro tra le mani, puntando la torcia sulla pagina ed andando ad indicarle un punto preciso. A piè di pagina, accanto ad un lungo paragrafo che voleva spiegare le basi della genetica, c'era uno schizzo fatto a penna raffigurante una belva felina dalle zanne affilate. Sotto di essa era riportata una data ed una frase “7/03/11; questa belva mi braccava stanotte” 
:-Forte-. Mormorò Abigail poco convinta. 
:-E non è finita qui-. Continuò invece Will, porgendole un secondo libro con tanto entusiasmo da stupire sua sorella. Non che il fratello solitamente non avesse interessi, solo che non era solito esternarli a quel modo. 
Senza aggiungere altro, Abigail afferrò il secondo libro, ricercando con lo sguardo ciò che già immaginava di dover trovare. Questa volta il disegno le sembrò più elaborato e vedeva ritratta una ragazza versare lacrime nere mentre delle mani d'ombra le si artigliavano alle spalle. Accanto vi trovò di nuovo una data ed una frase “27/09/12; ancora lo stesso sogno, non mi lascerà mai andare” 
:-Ok. Inizia ad essere stranamente inquietante- commentò infine Abigail -ce ne sono altri?-. Chiese anche lei stavolta, marcando la frase con il particolare entusiasmo che aveva colpito Will pochi istanti prima. 
Il ragazzino iniziò così a porgerle un libro dopo l'altro, ognuno dei quali aveva almeno il disegno di qualche grottesca creatura, nascosta tra le pagine, sempre accompagnata da una data ed una frase. 
Non riuscirono a comprenderne bene il motivo ma era come se, tra quelle figure, fosse celata una storia che non attendeva altro che essere finalmente narrata ad alta voce ed il loro compito quello di ricomporre il puzzle che l'avrebbe riportata alla luce. 
:-Certo che il proprietario di questi libri doveva averne di fantasia, o forse aveva la testa fuori posto-. Disse Abbie dopo aver finito di sfogliare l'ultimo libro rimasto nella scatola. 
:-E se, Abbie, non si trattasse solo di fantasia? Se chi ha fatto questi disegni vedesse veramente quelle cose? E se la casa fosse infestata?-. Le chiese a raffica Will mentre si avviavano insieme a rovistare in altri scatoloni, 
:-L'unica cosa che infesta questa casa sono la noia e le scatole. Non farti suggestionare come quella volta delle scale-. Rise sua sorella, aprendo una scatola. 
:-Senti quella volta è stata soltanto un mal...-. 
:-Will!-. Lo zittì subito Abigail, tenendo lo sguardo puntato all'interno della scatola che aveva appena aperto, allungando entrambe le mani sul suo fondo per estrarne due oggetti a loro già conosciuti. 
:-Li riconosci?-. 
Will annuì, si trattavano dell'orsacchiotto e della cornice caduti sulla testa di Abigail il giorno del trasloco. 
:-Papà aveva detto di averli buttati via...-. Mormorò fra se e se la ragazzina, grattandosi il capricciosi ricci, notando poi che la foto contenuta nella cornice era stata tolta. 
:-Strano- mormorò Will-per quale motivo un adulto come papà dovrebbe conservare un orsacchiotto malandato ed una cornice rotta, toglierle la foto, quando avrebbe potuto semplicemente gettarle via?-. 
:-Non saprei-. Ammise Abbie, stringendosi nelle piccole spalle. 
Dal piano inferiore udirono la porta di casa sbattere, seguita dal suono dei passi stanchi e pesanti del padre che si avviava al primo piano. 
I gemelli si scambiarono uno sguardo accondiscendente :-Chiediamoglielo!-. 

:-Dov'è che vi siete andati a cacciare questa volta?-. Chiese loro il papà, forzando un sorriso stanco sul viso rettangolare quando vide i figli corrergli incontro con quelle faccette furbe, conscio già di suo che ne avessero combinata un'altra delle loro. 
:-In soffitta-. Rispose subito Abigail, sfoggiando uno sguardo da angelo :-La mamma ci ha dato il permesso-. 
L'uomo sospirò, stingendosi le tempie, comprendendo immediatamente come fossero andate le cose :-La mamma è nel suo periodo di ispirazione?-. 
:-A-ah!-. Risposero all'unisono i gemelli, sperando finalmente di poter porre quelle domande che martellavano nelle loro teste. 
:-Vi avevo detto, sì o no, che non volevo rovistasse in giro? Specie là sopra ricordate?-. Domandò loro il padre, mal trattenendo un tono di voce abbastanza alto da mettere i due bambini in soggezione. Di solito era della mamma, il ruolo di rimproverarli a dovere, il papà di solito cercava sempre di sdrammatizzare la situazione. Persino dopo la loro bravata al lago, non era stato così furioso. 
Che l'avessero realmente combinata grossa, stavolta? 
:-Ma papà dovresti vedere- cercò di giustificarsi Abigail, prendendogli la mano- di sopra c'è così tanta roba-. 
:-Cosa? Maledizione!- sbraitò lui, smettendo di ascoltare la figlia, mentre si avviava a rimettere la scala al suo posto -Mi staranno a sentire, quelli della ditta, avevo detto loro di far sparire tutto!-. 
Una volta che la botola fu chiusa, mise il bastone che i due gemelli avevano usato per abbassarla in uno sgabuzzino, chiudendolo a chiave per poi mettersela i tasca. 
:-Fate che non vi becchi di nuovo a rovistare in giro-. Li minacciò l'uomo, puntando l'indice contro di loro. 
:-Papà noi volevamo solo...-. 
:-Non voglio sentire scuse! Siete abbastanza grandi da comprendere il vostro errore. Ora voglio che scendiate e che non facciate parola della faccenda con la mamma, ha bisogno di riposo e non certo di stare a sentire i vostri capricci-. 
Finita la ramanzina l'uomo si avviò nuovamente al piano inferiore. 
:-Quindi non sei salito di sopra?-. Volle sbrigarsi a chiedergli Abigail, sperando che non cominciasse di nuovo a dare di matto. L'uomo si fermò a metà scale, sospirò e scosse il capo, cercando di tornare ad un tono tranquillo :-No, e vedete di fare lo stesso anche voi due-. Disse infine, scendendo le scale. 
Abbie guardò Will :-Ce l'hai vero?-. Gli chiese sottovoce ed il bambino annuì, togliendo le mani da dietro la schiena e mostrando ad Abigail i due oggetti che avevano trovato in soffitta. La bambina li osservò attentamente, poi volse un'occhiata preoccupata al fratello :-Ci sta nascondendo qualcosa-. 

 
* * * * 

:-Quindi è così che fai? Menti ai tuoi figli...che verme-. Mormorò Scarlett dopo aver assistito a tutta la scena, appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta di quella che un tempo era stata la sua camera, incrociando le braccia attorno al petto. 
:-Proprio non vuoi dirmi cos'è che gli sta nascondendo?-. Le domandò Khole, anche lui presente alla scenata, fissandola insistentemente, come solo lui sapeva fare, con i suoi occhi felini. 
Scarlett ricambiò il suo sguardo, poi lo rivolse distrattamente altrove :-A suo tempo, Khole, tutto a suo tempo. Tu fai ciò che ti dico e, quando tutti i tasselli saranno al loro posto, saprai tutto quel che c'è da sapere. Ed anche loro...non saranno più vittime di questi meschini segreti-. 
:-Ma è per loro che lo stiamo facendo, giusto?-. 
La ragazza abbassò lo sguardo, stringendosi nelle proprie braccia :-Per chi altri, se no?-. 
   
 
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