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Autore: Diana924    06/12/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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Da quell’incontro con Eulalia padre Carlos aveva deciso di emendarsi.

Sapeva bene che si tratta di un semplice peccato veniale, desiderava la compagnia della ragazza, la sua vicinanza e che lo guardasse ma non avrebbe mai e poi mai osato qualcosa, lo scandalo poteva colpirlo e il destino che la sua famiglia e i suoi superiori avevano immaginato non ammetteva errori di sorta, lui non doveva farsi traviare.

Aveva escluso che la giovane lo stesse volutamente seducendo, bastava osservarla per comprendere che Eulalia Valdes era completamente priva di malizia ed innocente come una bambina eppure entrambi non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso e quello era sbagliato. Avrebbe dovuto rinunciare a lei, per il suo bene doveva rinunciare a lei e a tutte quelle sciocche fantasie che aveva ogniqualvolta incrociava il suo cammino ma non riusciva ad essere così forte. Era una prova, una prova per entrambi, solo se si sarebbero dimostrati degni degli abiti che indossavano l’avrebbero superato, motivo per cui aveva cercato di non vederla e di combattere quelle sensazioni ma si stava rivelando troppo difficile.

Non riusciva a smettere di pensare a lei e quando nella sua parrocchia ascoltava le confessioni dei suoi parrocchiani riguardanti adulterio ed eccessi della carne non riusciva più a tenere la mente sgombra, immaginando sé stesso ed Eulalia. Sapeva fin troppo bene che quei pensieri e i sogni erano opera del maligno ma per quanto pregasse non riusciva a mandarli via, si svegliata accaldato, con la testa pesante e una conseguenza ben visibile che detestava.
Aveva cercato una risposta nei libri, troppo timoroso di rivolgersi ai suoi superiori o ad altri religiosi suoi pari decidendo alla fine di superare tutto quello semplicemente recandosi più spesso al convento, più tempo avrebbe trascorso in compagnia di Eulalia Valdes e più lei gli sarebbe sembrata insignificante e imperfetta come tutte le altre donne, almeno così aveva pensato.

Aveva invece miseramente fallito dato che ogni volta che si vedevano sentiva quell’istinto di protezione unito a tenerezza nei confronti della giovane novizia aumentare sempre più tanto che alla fine non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Forse era tenerezza, forse amore, o peggio ancora passione e lussuria, Carlos non lo sapeva ma sapeva che desiderava Eulalia, che desiderava udire la sua voce, vedere la sua figura, sentire i loro corpi vicini e quello era sbagliato, era tutto sbagliato. Sentiva quegli occhi su di sé e si era imposto di restare impassibile, non poteva disonorare così l’abito che indossare e non poteva assolutamente portare l’altra al peccato, non lui, ogni volta che cercava di evitarla finiva sempre per ritrovarsi vicino a lei.

Col tempo aveva deciso di rinunciare, non avrebbe commesso alcuna sciocchezza ma almeno sarebbe stato accanto a lei, avrebbero goduto della reciproca compagnia e quelle idee pazze lo avrebbero abbandonato si era detto fiducioso nella propria resistenza alle tentazioni.

Aveva ricevuto attestati di stima sia dalla badessa ché dalla decana e aveva compreso che tra la nobile monacata contro la propria volontà e la popolana felice della sua vita vi era una guerra feroce, le due donne si detestavano con la passione che solitamente è propria degli innamorati, non vi era niente che potesse unire due donne così diverse per mentalità, condizione sociale e per idee, la badessa leggeva libri in francese e si mormorava che avesse un amante sebbene lei non avesse mai ammesso nulla in confessione, la decana sapeva a malapena leggere e scrivere e non aveva mai pensato all’appagamento dei sensi in vita sua.

Tutte le suore erano costrette a schierarsi, era quasi inevitabile aveva notato Carlos, persino la sua Eulalia, sua … come se lei gli appartenesse, sembrava aver scelto, durante uno dei piccoli scambi di parole che via via avevano iniziato a concedersi la giovane aveva ammesso di parteggiare per suo Maria Rafaela, la quale si era sempre presa cura di lei fin dal suo arrivo al convento.

Nel corso dei suoi arrivi al monastero sempre più spesso si ritrovavano a passeggiare invece di rimanere nel confessionale, forse così sarebbe riuscito a smettere di pensare a lei come un prete non doveva assolutamente fare, sapeva che molti religiosi infrangevano il loro voto di castità, con donne sposate, con prostitute o peggio ancora si mormorava che i monaci cedessero al peccato della sodomia, ma lui si era sempre mantenuto casto, fino ad allora.

<< Hai smesso di pensare a me? >> le chiese quel pomeriggio, erano trascorsi sei mesi dal loro primo incontro e Carlos si era presto reso conto che amava Eulalia dell’amore puro che si riserva agli angeli e ai santi ma in quell’amore vi era qualcosa che poteva distruggere lui e rovinare lei e non l’avrebbe permesso, doveva rimanere padrone del suo corpo, forte e storico nel respingere la tentazione che gli era stata inviata sotto forma di quella novizia bellissima e ignara del mondo.

<< No, io lo vorrei tanto padre ma … no, è più forte di me, perdonatemi ma non riesco ad impedire alla mia mente di pensare a voi, di pensare a me e a voi insieme >> aveva invece confessato a voce bassa Eulalia, imbarazzata ed evitando di guardarlo. Dunque anche lei pensava a lui, non era così innocente come aveva sempre immaginato pensò Carlos, erano entrambi due peccatori anche se cercavano con tutte le loro forze di resistere al peccato e di esorcizzarlo.

Gli fu spontaneo aprire le braccia e fu altrettanto spontaneo per lei stringersi a lui come se ne andasse della sua vita, era poco più di una bambina pensò Carlos, gli arrivava alle spalle e si stringeva a lui spaventata e timorosa, se avesse più paura di lui o del mondo esterno era difficile dirlo ma non si pose la domanda, si limitò ad assecondarla non lasciandola andare, lei nemmeno lo desiderava, bastava sfiorarle la pelle per accorgersi che era completamente rilassata in quel momento.

Fu disattenzione quella di alzarle il volto con le mani per poterla guardare negli occhi, quegli occhi così particolari in terra spagnola, così chiari i quali lo fissavano devoti e con espressione innamorata, almeno Carlos credette così. Lo fissavano come se lui fosse l’unico uomo esistente sulla faccia della Terra, come se lei gli appartenesse, quegli occhi lo stimavano, lo rispettavano, lo amano appassionatamente e castamente.

Non fu però un errore quando dopo un istante di timore e di incertezza padre Carlos Duncan cercò timidamente le labbra di Eulalia Maria Valdes. Non seppe spiegarsi quel gesto, perché avesse sentito il bisogno di baciarla, sapeva solo che tutto il suo corpo gli stava chiedendo di poter compiere quel gesto e alla fine lui aveva ceduto. Le labbra di lei erano piccole, sottili e dolci, era la prima volta che si avvicinava così tanto ad una donna e mai in tutta la sua vita ne aveva baciata una e sebbene sapesse che era peccato, che lo scandalo li avrebbe travolti e che era sbagliato non riusciva a staccarsi da lei. Rimase sorpreso ed entusiasta quando la sentì ricambiare il bacio, era come se fossero nati per poter vivere quei pochi istanti, solamente loro due, dimentichi nel mondo mentre le loro labbra sigillavano una promessa segreta e terribile, seducente come il peccato e proibita come la trasgressione.

Quando si separarono Carlos si rese conto che ormai era fatta, sarebbe stato dannato per l’eternità ma almeno avrebbe avuto Eulalia assieme a lui, la colpa era sua, solo sua e non era giusto che entrambi dovessero soffrire di quel peccato, era una prova e lui l’aveva appena fallita ma poteva aiutare lei, poteva aiutarla ad emendarsi e a pentirsi prima che la sua anima fosse perduta e l’avrebbe fatto, amava troppo Eulalia per vederla all’inferno a soffrire per tutta l’eternità.

<< Io … so che non avrei dovuto ma … è sbagliato ma non sono riuscito a fermarmi, perdonami >> disse continuando a sfiorarle la guancia, le labbra di lei erano gonfie e i suoi occhi scintillavano di desiderio, era una bellezza allo stesso divina e terrestre.

<< Non … lo volevo anch’io, padre. L’ho desiderato tanto e … ne voglio ancora, non mi consideri una peccatrice ma … >> replicò Eulalia continuando a fissarlo, erano soli, soli.

<< Vuoi altri baci, nevvero? >> le chiese, attese la risposta di lei prima di avvicinarsi una seconda volta, sarebbe stato dannato ma almeno sarebbero stati insieme.

Eulalia Valdes si sentiva sempre più stanca, fisicamente e mentalmente.

I sogni diventano sempre più forti, intensi e ogni volta che si svegliava si scopriva sudata dalla testa ai piedi e con il fiato grosso, e a differenza di prima quei sogni tornavano a tormentarla durante il dì perché la notte era troppo impegnata a combatterli per poter dormire serenamente.

Aveva accennato a suor Maria Rafaela che negli ultimi tempi non riusciva bene a dormire a causa dei troppi pensieri e la decana l’aveva abbracciata per poi ricordare quando decenni prima lei stessa aveva preso i voti, un po’ di paura è normale Eulalia le aveva confidato, devi solo avere fede e ricordare che non c’è niente di più bello che servire Nostro Signore ed Eulalia non aveva osato confidarle che non aveva paura della cerimonia ma di come non riuscisse a smettere di pensare a padre Carlos.

Costui arrivava sempre puntuale e ormai era divenuta un’abitudine per entrambi cercarsi con gli occhi e talvolta fermarsi a conversare, mantenendo sempre una distanza dignitosa Eulalia sebbene si sorprendesse a cercarlo con gli occhi. Era come se dipendesse dalle sue visite, come se padre Carlos fosse una parte di lei e lei nel non vederlo avvertisse dentro di sé una mancanza.

Alexia si sarebbe sposata un mese prima della sua cerimonia, per quanto avesse scritto, supplicato e pregato sembrava che suo padre non avesse cambiato parere, Alexia Buenavente si sarebbe sposata nonostante il suo desiderio di prendere i voti e i deboli tentativi di suor Maria de la Paz che si era molto affezionata alla nipote negli anni. Non ne aveva parlato nemmeno con Alexia, quel segreto era solo suo e temeva che la sua migliore amica l’avrebbe fraintesa pertanto era rimasta in silenzio offrendole il suo sostegno.

Quando quel giorno aveva rivisto padre Carlos aveva cominciato ad incamminarsi verso il confessionale prima che lui le facesse segno di seguirla e dopo pochi istanti si erano ritrovati a camminare insieme senza una destinazione precisa, in silenzio ma era come se quella mancanza di parole fosse tangibile.

<< Hai smesso di pensare a me? >> le chiese lui. Eulalia avrebbe potuto mentire, negare che pensava a padre Carlos tutti i giorni e in modi che erano sicuramente proibiti e sconvenienti, negare che si sentiva sempre più attratta da lui ma non era qualcosa di fisico, non solamente fisico, desiderava di sentirlo, voleva che lui la proteggesse dal mondo, non voleva che lui la lasciasse e aveva così tanto bisogno di lui da star male.

<< No, io lo vorrei tanto padre ma … no, è più forte di me, perdonatemi ma non riesco ad impedire alla mia mente di pensare a voi, di pensare a me e a voi insieme >> aveva ammesso, non era amore, non doveva essere amore ma per quanto avesse tentato era inutile negare quello che provava anche solo a sentir nominare il nome di padre Carlos, era come se il suo cuore si gonfiasse e le ginocchia le divenissero cedevoli come il burro.

Era stata la debolezza a non farla ribellare quando lui le aveva alzato dolcemente il volto e aveva piantato i suoi occhi nei suoi, Eulalia non aveva mai visto occhi simili, sembrava quasi che la attraessero, che volessero che lei facesse qualcosa ma lei non aveva idea di cosa fare, desiderava solamente che quell’istante non finisse mai.

Era stata incoscienza invece non allontanarsi o respingerlo quando padre Carlo aveva dolcemente premuto le sue labbra contro le sue. Eulalia Valdes non aveva mai ricevuto un bacio in vita sua, non così almeno, e in quell’istante comprese che ne desiderava altro, era peccaminoso e sbagliato ma desiderava altri baci da Carlos. Le sue labbra erano timide, spaventate e inesperte ma a lei quello sembrò il miglior bacio del mondo, si godette quel lieve contatto per qualche secondo prima di rispondere, non lo aveva mai fatto ma sembrava che ogni fibra del suo corpo la stesse guidando. Aveva lentamente ricambiato il bacio, con gesti imbarazzati e via via sempre più sicuri, godendo di quel momento, di quelle labbra che la sfioravano con reverenza e di quelle mani che le sfioravano la schiena, mai il suo velo di novizia le era sembrato così pesante e d’impiccio come in quel momento.

Tutto quello era un errore, lui poteva tentarla ma lei doveva essere forte, doveva lasciarlo cadere nel peccato o aiutarlo? Doveva pentirsi di tutto quello o chiedere altri baci come quello? La testa le vorticava velocemente ma si sentiva in pace, per la prima volta in vita sua Eulalia Valdes si sentiva completamente in pace con sé stessa.

Si separarono solo per mancanza d’aria altrimenti sarebbero rimasti avviluppati in quell’abbraccio peccaminoso per ore, giorni, era come se la sua intera vita dipendesse da lui, non aveva mai provato sensazioni simili in vita sua. Si sentiva bene, si era sentita felice e sebbene sapesse che era peccato in quell’istante non le importò, era con padre Carlos e lei … provava qualcosa per lui, tenerezza, amore, desiderio, sentiva chiaramente di avere dei sentimenti per l’uomo di fronte a lei e non voleva più tenerli celati nel suo cuore, desiderava che lui ne fosse a conoscenza e che la ricambiasse.

<< Io … so che non avrei dovuto ma … è sbagliato ma non sono riuscito a fermarmi, perdonami >> le rivelò padre Carlos, le sue mani le sfioravano dolcemente il volto con la premura di un padre e la gentilezza di un amante, anche lui dunque provava qualcosa per lei si disse e anche lui si sentiva colpevole per quel sentimento che lei aveva trovato nei pochi libri profani che le erano stati permessi di leggere al convento sotto l’occhio severo delle suore.

<< Non … lo volevo anch’io, padre. L’ho desiderato tanto e … ne voglio ancora, non mi consideri una peccatrice ma … >> ammise lei, che lui lo sapesse, non le importava, le importava solo di non essere più separata da lui, il suo corpo e il suo cuore avevano bisogno di padre Carlos. Non le importava se era sbagliato, sentiva dentro di sé che non poteva esserlo, un sentimento così forte non poteva in alcun modo essere sbagliato,  era il suo cuore a suggerirle se c’era una legge contro quello che provava doveva essere una legge sbagliata.

<< Vuoi altri baci, nevvero? >> le chiese padre Carlos ed Eulalia sorrise, padre Carlos provava gli stessi sentimenti di lei, la ricambiava e niente era più importante di quello, niente le importava in quel momento, né la condizione di lui né il suo imminente giuramento.

<< Si … ne voglio altri, padre >> ammise Eulalia prima di sentire nuovamente le labbra di padre Carlos su di sé, questa volta rispose al bacio all’istante. Se sarebbe andata all’inferno almeno non sarebbe stata sola pensò Eulalia Valdes.

   
 
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