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Autore: Altair13Sirio    06/12/2016    3 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Riley stava finendo la sua porzione di patatine fritte, mentre Andy sembrava pranzare a rilento; nei suoi occhi c’era uno strano riflesso, e di fronte all’espressione spensierata e vitale della ragazza sembrava quasi che quel ragazzo non fosse più sé stesso. La ragazza afferrava le patatine con la mano destra, mentre il ragazzo teneva il braccio sinistro disteso in modo che lei non avesse limitazioni nei movimenti a causa delle manette. Erano seduti a un tavolino in alluminio fuori da un piccolo fast food, ed avevano poca compagnia attorno a loro. Avevano abbassato i cappucci delle felpe per il momento, ma la ragazza continuava a tenersi addosso gli occhiali da sole.
<< Quelle non le finisci? >> Chiese Riley indicando con una patata tra le dita la vaschetta di plastica di fronte al posto di Andy. Sembrava essere stata sfiorata appena, mentre accanto ad essa c’erano i resti dell’hamburger ordinato dal ragazzo, riposti dentro al piccolo contenitore dentro cui gli era stato consegnato.
Andy sembrò non sentire le parole di Riley e alzò lo sguardo come per chiederle di ripetere. Dopo un’occhiata turbata della ragazza, tornò a guardare con delusione le proprie patatine.
<< Che cosa c’è? >> Chiese Riley rendendosi conto che c’era qualcosa di strano nel comportamento di Andy; avrebbe dovuto occuparsene.
Andy sbuffò stancamente. << Mi sembra di non essere al posto giusto… >> Rispose senza rivolgerle lo sguardo. Adesso cominciava ad avere qualche risentimento? Sarebbe stato un problema se il suo lato “onesto” fosse tornato a comandare.
Riley cercò di farlo ridere e disse in tono ingenuo:<< Ma se lo hai scelto tu, questo tavolo! >> Sorrise aspettandosi una minima reazione dal ragazzo, ma Andy le rivolse una misera occhiata come per dirle che non era in vena di ridere. Tornò ad appoggiarsi al tavolo con i gomiti e decise di non fare più battute. << Allora? Qualche risentimento per quello che hai fatto? >> Bofonchiò con disappunto pensando ancora alla sua battuta sprecata.
Andy sembrò non comprendere la domanda. Alzò lo sguardo spalancando gli occhi e chiese:<< Come scusa? >>
Riley si guardò intorno con disinvoltura per cercare di individuare qualche pericolo in zona, ma a quell’ora non c’era quasi nessuno per le strade e poteva distendere i nervi. << Per uno come te, abituato a rispettare sempre la legge e a dire sempre la verità, immagino che sarà stata dura affrontare questi giorni in mia compagnia… >>
Andy sembrò voler ribattere. << Per niente! >> Disse. << E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita, ma… >>
Riley piegò un labbro per accennare a un leggero sorrisetto, mentre negli occhi del ragazzo scorgeva un piccolo bagliore quando rammentava la loro avventura nella biblioteca. << Ma senti che qualcosa non sia giusto. >> Lui annui con arrendevolezza.
<< Scusa, Riley… So che sono una palla al piede, e senza di me saresti molto più al sicuro… >> Mormorò Andy prendendosi la colpa di qualcosa che non era mai accaduto. << Ma non riesco a pensare di star facendo qualcosa di terribilmente sbagliato. >> Riley poté vedere la tensione nei suoi occhi, quando alzò lo sguardo per fissarla, e allora capì che quello era il momento per tentare di conquistare la libertà.
<< Non devi scusarti di niente. >> Commentò noncurante appoggiandosi allo schienale della sedia e dondolando un po’ una gamba poggiata sopra all’altra. << Anzi, devo ammettere che mi hai davvero sorpresa in questi giorni… Sinceramente, non capisco perché tu sia così solo come dici! >> Strinse le spalle assumendo un tono scherzoso, menzionando i racconti di Andy sulle sue giornate passate in solitudine, quando lui si era confidato con lei. << Ma capisco che tu provi tutte queste incertezze: anche io, quando lasciai San Francisco, pensai di aver fatto la cosa sbagliata. Molte volte. >> Si piegò in avanti e sorrise ad Andy di fronte a sé. << Ma sai una cosa? Se mi fossi voltata e fossi tornata indietro, piangendo ai piedi dei miei genitori, a quest’ora non sarei ciò che sono diventata! >>
<< Ne valeva la pena? >> Chiese Andy poco convinto di quella sua affermazione. Riley lasciò andare quell’espressione sicura di sé che aveva assunto poco prima e gli rivolse uno sguardo interrogativo, non che potesse veramente notarlo sotto agli occhiali da sole. << Come sarebbero andate le cose, se ti fossi fermata? >>
La domanda di Andy suscitò un turbinio di emozioni dentro Riley che la ragazza ci mise più tempo del previsto per ristabilire il controllo sul proprio corpo e fornire il ragazzo di una risposta soddisfacente. Dopo aver fissato il vuoto per alcuni secondi e aver sentito la temperatura aumentare sul proprio viso, la ragazza si mosse come se fosse stata percossa dai brividi e prese un bel respiro. Si tolse gli occhiali dal viso, scuotendo la testa per agitare i capelli e ravvivarli, e li ripose sul tavolino alla sua destra:<< Non molto bene, se è come penso io. Forse peggio di adesso. >> Dopodiché si appoggiò alla propria mano, piantando il gomito nel tavolino. Rimase a fissarlo con uno sguardo serio per alcuni istanti, come se volesse dirgli qualcosa; poi sul suo viso affiorò un sorriso scherzoso e diede una spinta amichevole alla spalla del ragazzo.
Andy non comprese il perché di quel gesto.
Riley scosse la testa sorridendo spensieratamente. Ora. << In ogni caso, se non te la senti di andare avanti, puoi scendere dal treno quando vuoi. >>
Quella frase riuscì ad attirare l’attenzione del ragazzo. << Che cosa vuol dire? >> Chiese inarcando un sopracciglio.
<< Quello che hai capito. >> Ribatté con calma lei. << Se credi che tutto questo sia troppo, sei libero di lasciarmi da sola e non dovrai più preoccuparti per me. >> Sorrise scuotendo la testa. << Non ce l’avrò con te per avermi abbandonata; probabilmente io lo avrei già fatto da tempo, fossi stata nei tuoi panni. >> Tirò fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni il coltellino che aveva rubato a uno degli scagnozzi di Bad Dog e finse di limarcisi le unghie con fare disinteressato, mentre intanto teneva d'occhio i movimenti del ragazzo senza farsi notare.
Andy abbassò lo sguardo corrucciato; non sembrava per niente convinto di quella idea. Da come rimase immobile, in perfetto silenzio, a fissare la propria vaschetta di patatine fritte, sembrava che stesse valutando le sue alternative, che stesse veramente pensando di lasciare Riley da sola, e la ragazza ci sperò anche per un secondo. Ma poi, quando alzò lo sguardo fissandola serio negli occhi, il ragazzo distrusse tutte le sue speranze:<< No. >>
Riley cercò di non far notare tutto il suo disappunto e tornò ad appoggiarsi allo schienale della sedia, ma questa volta si sedette in modo scomposto, accavallò le gambe e tirò indietro la mano destra per grattarsi una guancia con l’indice; il tutto era un tentativo di infastidire Andy grazie all’aiuto delle manette, che continuavano a tirargli i polsi. << Come vuoi. >> Commentò con voce noncurante. << Allora sarà meglio che ci sbrighiamo, prima che la polizia cominci di nuovo a pattugliare le strade… >> Si guardò intorno con circospezione e si preparò ad alzarsi dopo essersi infilata le stanghette degli occhiali sulle orecchie.
La ragazza lasciò ad Andy il tempo di finire il suo pranzo, ma il ragazzo sembrò non voler lasciare quel posto. Riley si era già alzata dalla sedia e stava tirando le manette per fare segno al ragazzo di seguirla, ma lui le rivolgeva uno sguardo triste e non dava alcun segnale di volersi alzare da lì. Quando aprì la bocca, le sue parole suonarono gelide e prive di profondità, e piene di incertezza. << Pensi che io ti stia rallentando, vero? >>
Riley si mostrò sorpresa tutto a un tratto e cercò di capire cosa volesse intendere Andy con quella domanda. Si tolse lentamente gli occhiali dalla faccia cercando di decifrare la sua espressione.
Andy ripeté. << Pensi che io sia inutile, e che a quest’ora dovresti essere già lontana, vero? >>
Una parte di Riley, per qualche ragione, avrebbe voluto rispondere affermativamente: era vero che il suo obiettivo era scappare e andare il più lontano possibile, ma dopo quei giorni passati assieme a lui, la ragazza non se la sentiva di rispondere in quel modo ad Andy, l’unica persona che – nonostante le bugie – aveva deciso di aiutarla. Non aveva voglia di farlo sentire male, anche se questo avrebbe potuto guadagnarle la libertà…
<< Che stai dicendo, Andy? >> Chiese in tono stupito. Si avvicinò al ragazzo per poterlo guardare direttamente negli occhi. << Tu sei stato la mia salvezza più volte in questi giorni: pensa al nostro primo incontro… >>
<< Secondo. >> Rettificò lui. Il loro primo incontro era stato in mezzo alla strada, mentre lei era inseguita da un agente, e in quel caso l'aveva quasi rallentata

<< Secondo incontro. >> Ripeté lei. << Pensa a come sei riuscito a distogliere l’attenzione di quei teppisti da me, per lasciarmi così la possibilità di scappare! Oppure a quando, in prigione, tu sei stato l’unico che mi ha creduto… >>
Andy sentì il bisogno di chiedere:<< Quindi neanche il tuo amico Duncan ti avrebbe aiutata…? >> Ma Riley evitò di proposito quella domanda; non le andava di parlare di Duncan dopo la telefonata della sera prima.
Riprese a parlare, decisa ad andare fino in fondo alla questione:<< Andy, tu mi stai facendo un grandissimo favore, accompagnandomi in questa fuga, e… >> Si fermò per tirare un lungo respiro, quasi imbarazzata da quello che stava per dire. << Sono davvero felice che tu sia ancora qui accanto a me. >>
Andy la fissò quasi deluso dalle sue parole; sembrava quasi che si aspettasse qualcos’altro, ma poi arrossì leggermente e piegò la testa dall’altro lato. << Non lo pensi realmente… >> Mormorò intimorito; sembrava che avesse paura di una possibile reazione di Riley. Eppure, incredibilmente, questa volta lei era sincera.
<< Andy… >> Mormorò sorridendo divertita dall’imbarazzo del ragazzo. Era così innocente e adorabile
… << Tu devi credermi… E anche in te stesso. >>
<< Che vuol dire? >> Chiese subito il ragazzo, non capendo il senso di quell’ultima frase.
Riley sorrise, sapendo che il suo incoraggiamento avesse avuto l’effetto desiderato su di lui, e alzò una mano come per mostrare tutto il ragazzo di fronte a lei. << Dentro di te c’è molto di più di quanto si possa credere! >> E poi concluse mostrando un sorriso rassicurante ad Andy. Gli diede una piccola spinta sulla spalla per rianimare il suo spirito, in quel momento a terra.
Andy rivolse prima lo sguardo incerto verso di lei, poi abbassò la testa sorridendo leggermente e commentando:<< Bé… Se lo dici tu, a questo punto non so quanto possa fidarmi… >> Rivolse uno sguardo furbetto a Riley e la ragazza aprì la bocca con approvazione.
<< Ah! E’ questo il ragazzo che ho visto in quel vicolo, sicuro di sé e sempre pronto a sorridere! >> Aspettò che Andy si fosse alzato per stringergli la mano con convinzione. << Bentornato tra noi, Andy coraggioso! >> Esclamò prima di tirargli su il cappuccio della felpa.
<< Vediamo quanto dura la cosa… >> Rispose lui mostrandosi positivo, ma sapendo di non poter rimanere quel ragazzo sicuro di sé che aveva mostrato di poter essere. Riley strinse il braccio attorno al collo del ragazzo e lo tirò a sé per andare via da quel posto, e così si misero a camminare lungo il marciapiedi, alla ricerca di un posto dove passare il tempo e nascondersi fino alla sera. Ancora una volta.
   
 
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