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Autore: EmilyW14A    07/12/2016    2 recensioni
Succede spesso di convincerci che le persone ci guardano e critichino ogni singola cosa che facciamo, ma non è così. La verità è che gli esseri umani sono tutti perfettamente egoisti e non hanno tempo da dedicare agli altri, anche se si tratta di uno sconosciuto seduto nel sedile davanti sul treno. Noi ci convinciamo che gli altri passino il loro tempo a commentare i nostri abiti, i nostri capelli, i piercings, i tatuaggi, i nostri lineamenti, il nostro fisico; in realtà nessuno si sofferma veramente a giudicare cosa fanno gli altri. Nonostante ciò, in questo momento non riesco a togliermi di dosso la sensazione che tutti i passeggeri della metropolitana si siano accorti di quello che ho appena fatto e mi stiano fissando con sguardo indagatore. Cerco di darmi velocemente un contegno, sistemo la camicia e la giacca, e proseguo nel mio cammino. Controllo l'orologio e mi accorgo che tra meno di due ore devo iniziare il turno a lavoro. Decido di fermarmi qualche fermata prima per pranzare in un posto tranquillo. Ho bisogno di riflettere da solo su tutto quello che è appena successo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita, Ruki, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XVII.





















Parcheggio la moto davanti all'enorme parcheggio della Todai facendo rombare fortemente il motore. Giro la chiave in senso antiorario e la sfilo con un colpo secco. Mi tolgo il casco appoggiandolo sul manubrio della mia Yamaha. Controllo l'ora dal mio orologio da polso. Mancano due minuti alle 18. Kouyou sarà qui a momenti. Scendo dal sellino in pelle e mi appoggio alla fiancata destra della motocicletta guardando distrattamente il telefono. Trovo un messaggio dalla signora Wazuka che mi avvisa di passare nel suo ufficio il giorno dopo a recuperare due ordini per due clienti molto importanti. La padrona è sempre così precisa e severa quando si tratta di soddisfare le richieste della clientela. Tuttavia spesso questo lavoro la rende molto nervosa e tende a sfogarsi con noi pasticceri ingiustamente. Non voglio vantarmi, ma ammetto di non essere quasi mai stato brontolato dalla signora; anche se Yuu avrebbe qualcosa da ridire al riguardo. Il mio collega pensa ormai da più di un anno che la nostra capa abbia un debole per il sottoscritto e che in qualche modo cerchi sempre di non far ricadere le colpe su di me. In verità credo solo che la signora, sotto il suo strato ghiacciato di severità e professionalità, sia una donna molto sensibile e  dopo aver saputo per intero tutta la mia storia, tenda a trattarmi con un po' più di riguardo rispetto agli altri. Ovviamente io non mi lamento.
Mentre rispondo velocemente al messaggio scorgo il mio migliore amico uscire a passo svelto dall'entrata principale dell'università di Tokyo e raggiungermi a grandi falcate. Metto via il telefono  e lo osservo. I suoi capelli castano scuro gli arrivano ormai sotto le orecchie, i suoi occhi sono nascosti da due lenti abbastanza spesse e la sua camicia perfettamente stirata lo identifica come un lavoratore impiegato in una posizione importante. Kouyou Takashima lavora come impiegato nella segreteria studenti della Todai, l'Università più famosa e prestigiosa del Giappone, da ormai dieci anni. Quando eravamo più giovani non avrei mai detto che Kouyou potesse finire a fare un lavoro simile eppure sembra piacergli molto visto che non l'ho mai sentito lamentarsi della sua posizione. Io credo che apprezzi molto la sua posizione perchè non è un lavoro così impegnativo. Passa il tempo seduto alla scrivania a rispondere al telefono oppure a fotocopiare fogli e documenti importanti. A volte mi scrive messaggi sulla chat di Facebook o di Line durante il turno di lavoro e così mi ricorda costantemente come il suo lavoro sia così noioso e lento da potessi permettere di navigare su internet quando vuole. Un giorno ci sentimmo addirittura attraverso skype mentre lui era ancora di turno, chiuso nel suo piccolo ufficio. Se io facessi una chiamata Skype mentre sono di turno in pasticceria sono sicuro che la signora Wazuka mi infilerebbe il telefono dentro un forno acceso e probabilmente riuscirebbe a trovare un posto anche per me dentro quella scatola bollente.
Saluto Kouyou che mi abbraccia calorosamente sottolineando involontariamente la differenza di altezza tra di noi. Non sono un uomo basso, tuttavia Kouyou ha un corpo così slanciato che mi sento costantemente al pari di un fratello minore.
“Ehilà biondo! Che si dice? Sono esausto mamma mia” dice lui sbottonandosi i primi bottoni della camicia.
“Tu esausto? Allora io dovrei essere in coma a quest'ora. Raccontami come ci si stanca a stare seduti su una sedia girevole per otto ore al giorno”
“Taci Suzuki. Il mio culo si è appiattito” risponde regalandomi una linguaccia.
“Ti va se andiamo a berci una birra in un locale qui vicino?” propongo infilando le mani nelle tasche della felpa.
Kouyou risponde con un cenno affermativo del capo e così, dopo essermi assicurato di aver chiuso perfettamente la moto e averla parcheggiata correttamente, ci avviamo in direzione ovest rispetto all'ingresso del grande edificio universitario. Kouyou mi mette al corrente della sua vita privata. Umi, la ragazza con cui sta uscendo da ormai otto mesi, gli ha confessato di aver deciso di voler andare a vivere con lui. Tuttavia Kouyou non è mai stato un tipo molto aperto alla convivenza. Da quando lo conosco ha sempre voluto fare tutto da solo e non vuole che gli altri si impiccino delle loro cose. Ora che 37 anni non è ancora convinto circa il fatto di andare a vivere insieme alla sua ragazza. Probabilmente perchè ha paura di perdere la sua libertà. In fondo un po' lo capisco. Anche io amo essere indipendente e non se sarei disposto a sacrificare totalmente tale indipendenza per vivere con la persona che amo. Ma forse l'amore non è proprio questo? Sacrificare un pezzo di noi stessi? Parlo proprio io che di amore non me intendo.
Mentre parliamo, entriamo nel nostro pub di fiducia e ordiniamo due birre grandi ghiacciate. Ci sediamo su due sgabelli rivolti verso il bancone del bar e ci giriamo leggermente l'uno verso l'altro. Kouyou toglie gli occhiali da vista riponendoli nella tasca della sua camicia. Continua a parlare della sua ragazza anche quando il cameriere appoggia i due lunghi bicchieri di vetro spumeggianti davanti a noi.
“Secondo me sei solo confuso Kou. Magari non ti aspettavi una proposta del genere. Però in effetti è così che fanno le coppie no? Ci si frequenta per un po', poi si decide di andare a vivere insieme e poi, chissà, magari di sposarsi”
“Lo so è che...così tutto d'un botto. Non ne avevamo mai parlato prima. Mi sento come se mi avessero licenziato da un momento all'altro. Non credi che sia un po' troppo avventato? E se non è la persona della mia vita? E se incontrassi qualcun altro tra un paio di mesi?”
Ingurgito un bel sorso di birra sporcandomi il contorno labbra con la schiuma bianca della mia bevanda preferita. Mi asciugo con un fazzoletto mentre lo guardo negli occhi.
“Kouyou. Smettila di fare il paranoico ok? Mi hai sempre brontolato perchè mi faccio troppi problemi e ora...si sono invertiti i ruoli?!”
Scoppiamo a ridere, ma veniamo interrotti dal suono del mio telefono. Mi accorgo di aver ricevuto un messaggio. Prendo l'iPhone e noto un sms da parte di Takanori.
Da: Takanori

Sembra proprio che sabato sia il compleanno
di una certa persona :) che ne dici se usciamo?

Sorrido come un ebete fissando lo schermo. Elaboro frettolosamente una risposta dotata di senso logico.
Da: Akira

Non so proprio chi sia questa 'persona' che compie gli anni
però mi farebbe molto piacere uscire con te ;)

Blocco la tastiera e rimetto l'iPhone al suo posto. Alzo lo sguardo sapendo già cosa aspettarmi dal mio interlocutore.
“Non vedevo una faccia così da pesce lesso sul tuo volto da...quindici anni? Wow Suzuki stai facendo progressi.”
“Zitto Takashima”
“Sputa il rospo.”  dice con aria seria socchiudendo gli occhi. Quando Kouyou assume quell'espressione significa che vuole sapere ogni cosa per filo e per segno e, che io ricordi, non sono mai riuscito a sfuggire al suo sguardo indagatore. È la fine per me.
Prendo un grosso respiro. Immetto più ossigeno possibile nei miei polmoni. Bevo un altro sorso abbondante di Asahi e finalmente decido di spiccicare parola.
“Mi sono innamorato Kouyou.” dico tutto d'un fiato.
Il mio migliore amico in tutta risposta posa con violenza il bicchiere sul bancone del bar e tossisce rumorosamente. Gli do qualche pacca sulla schiena per far sì che si riprenda il prima possibile.
Solleva lo sguardo e in pochi secondi leggo un turbine di emozioni attraversare i suoi occhi.
“E' chi penso che sia Akira?”
“Ah perchè, tu pensi?” dico sarcastico. Devo togliermi il vizio di sputare fuori battute sconvenienti nei momenti meno opportuni.
“Takanori. Merda.” si gratta il mento e assume una posa pensierosa. “Lo sai che questo è un gran casino vero?”
“Vuoi la verità? Non ci ho mai pensato. Ho lasciato andare le cose come dovevano andare. Lo so, ho sbagliato. Sono stato un coglione e sicuramente ne pagherò le conseguenze. Ma ti giuro...io ci ho provato. Ho provato a spingere contro la corrente e di tornare a riva. Ma la corrente mi ha travolto e io mi sono lasciato trascinare via. Non si può tornare indietro.”
Kouyou mi tira un pizzicotto fortissimo sul fianco facendomi saltare dallo sgabello per il dolore.
“Sì, sei un vero coglione. Hai fatto un casino e ora devi rimediare Akira. Ma ti rendi conto di quello che sta succedendo? Ti sei preso una cotta potente per l'unica persona con cui non avresti mai dovuto aver a che fare. E ora cosa farai? Continuerai a nascondere tutto a Takanori per sempre?”
Merda. Non ci avevo pensato. Improvvisamente sento la mente completamente vuota. Come quando si apre una scatola di latta che dovrebbe contenere i famosi biscotti al burro danesi e poi la si scopre orribilmente vuota.
“Non ho pensato ad un cazzo Kouyou. Mi sento rinchiuso in un labirinto dai sentieri troppo intricati. Non so davvero cosa fare. So solo che se mi chiedessi di allontanarmi da lui, potrei soffrirne. Anzi, cosa dico. Non riesco a smettere di pensarlo.”
Afferro il bicchiere di birra e trangugio tutto il suo contenuto senza curarmi di stare attento a non bagnarmi la felpa sportiva. Alcune gocce cadono sul mio mento e le asciugo via con il dorso della mano.
“Akira. Ascoltami. Non voglio brontolarti ne farti sentire un'idiota. Capisco cosa provi. Però se ti dico certe cose è perchè ti voglio bene. Non puoi continuare a nascondere una cosa del genere, lo capisci? Più eviti il problema e più diventa grande. E poi cosa farai? Sei ancora in tempo per dire tutto. Immagina cosa potesse succedere se Takanori scoprisse tutta quanta la verità tra un paio di anni...”
Rifletto attentamente sulle parole che Kouyou ha appena espresso. Se Takanori non sapesse nulla, tutto filerebbe liscio come l'olio; ma ad un certo punto il problema spunterà da qualche parte e allora lì sarà la fine. Ripenso al suo volto, al suo sguardo dolce, alla sua risata e al suo bacio. Non riuscirei a sopportare di vedere quel volto angelico trafitto dalla delusione e dal dolore tra un paio di anni. Forse ha ragione Kouyou; sono ancora in tempo.
Una mano del mio migliore amico si posa sulla mia guancia obbligandomi a posare lo sguardo su di lui.
“Parlaci Akira. Digli tutta la verità. Fallo il prima possibile. Takanori non si merita tutte queste bugie. E nemmeno tu meriti tutte queste inutili paranoie.”
“E se lui...non lo accetta?”
“Significa che doveva andare così. Meglio stroncare una cosa sul nascere piuttosto che rovinare un rapporto ormai consolidato da tempo”
Mi rassegno a tutto ciò che Kouyou mi ha detto. Osservo il mio bicchiere ormai vuoto cercando di pensare lucidamente a cosa fare. Non posso più aspettare. Devo parlare con Takanori e dirgli tutto. Sono stato un vero idiota e sicuramente pagherò caro questo mio sbaglio. Ma voglio essere onesto con lui. Takanori non merita una persona come me; un uomo che si nasconde dietro le sue stesse menzogne.
“Credo di...aver bisogno di stare un po' solo” sussurro guardandolo.
Mi lancia un'occhiata complice, come a volermi dire ce ha capito esattamente come mi sento e non ha nessuna intenzione di ostacolarmi.
Lascio Kouyou nel locale a terminare la sua birra, lo saluto e corro fuori verso il parcheggio dell'università. Ho bisogno di salire sulla mia Yamaha e sfrecciare per le strade di Tokyo. Ho bisogno di pensare.













 
~

















“Su e dai chiudi gli occhi! Non spiare!”
“Va bene.”
“Non sono completamente chiusi. Stai barando!” dice mettendomi una mano sulle palpebre. Il contatto della sua pelle fredda sulla mia mi fa trasalire leggermente. Sorrido nonostante non riesca a vedere nulla.
“Quante sono queste?” dice con voce squillante Takanori, probabilmente agitando la sua mano davanti ai miei occhi chiusi.
“Non saprei....cinque?” chiedo cercando di indovinare quale numero stia indicando con le dita.
“Ok non ci vedi” Takanori ride furbetto e lo sento allontanarsi leggermente da me.
I suoi passi si fanno più lontani, poi più vicini. Appoggia qualcosa di morbido tra le mie mani. La cosa morbida che ora stringo tra le dita è accuratamente avvolta da uno strato di carta liscio e non troppo spesso.
“Benissimo Suzuki. Ora inizia a scartare lentamente e...non aprire gli occhi!”
“Ma come faccio a-”
“Ho detto che non devi aprire gli occhi!”
La voce stupidamente seria di Takanori mi fa ridere e mi mette di buonumore. Inizio delicatamente a tastare il piccolo pacco regalo che mi ritrovo tra le mani. Cerco con i polpastrelli un lembo di carta da cui posso partire per strappare il rivestimento colorato. Scarto una parte, poi l'altra e infine rimuovo la parte centrale. Il rumore secco della carta mi rende sempre più impaziente.
Cosa avrà combinato quel piccolo uomo?
“Posso aprire gli occhi Taka?”
“Va bene!”
Riapro le palpebre concentrandomi immediatamente sul contenuto morbido del mio regalo. Noto che è un pezzo di stoffa. È bianco e sopra c'è stampato qualcosa...forse una foto, in bianco e nero.
Stendo per bene il tessuto e riconosco che ha la forma di un grembiule, un grembiule da cucina. Su tutta la superficie è stampata una foto di dimensioni enormi di Sid Vicious, rigorosamente in bianco e nero. La famosa posa del mio bassista preferito. Guardo il mio regalo compiaciuto.
“Un grembiule con il faccione di Sid stampato sopra? Non ci posso credere! Takanori è...è bellissimo.” dico senza nascondere l'emozione.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio. Accolgo il suo piccolo corpo tra le mie braccia beandomi del suo calore corporeo. Takanori sorride contento.
“Davvero ti piace Akira?”
“Certo...è il grembiule più punk che abbia mai visto. Ma senti un po'. Me lo hai regalato perchè vuoi che lo indossi?”
“Certo! Stupido” risponde tirandomi uno schiaffetto sulla spalla.
“E ti pare che possa indossarlo durante il turno di lavoro?!”
“Forse no...ma potrai indossarlo un giorno che cucinerai solo per me” risponde avvicinandosi al mio volto.
I nostri nasi si sfiorano dolcemente anticipando il tocco sensuale e intenso delle nostre labbra. La sua bocca si incastona perfettamente nella mia. Assaporo il suo labbro inferiore tirandolo leggermente con i denti. Il suo alito profuma di menta e le sue labbra sanno di frutta. Lo avvolgo con le mie braccia avvicinandolo sempre di più a me; non mi interessa se siamo in mezzo di strada. Le mani di Takanori si posano sulle mie spalle mentre le nostre lingue si incontrano in una danza lenta e magica. Non ho più ossigeno. È incredibile come Takanori riesca a farmi mancare l'aria tutte le volte. Non riesco a fare a meno di lui. Lo sento mugolare nel bacio, è così chiacchierone che non riesce a stare zitto nemmeno per pochi secondi. Ci stacchiamo guardandoci negli occhi.
“Un giorno cucinerò solo per te allora. E so già come prenderti per la gola” sussurro sulle sue labbra.
“Wow Suzuki, fai sul serio allora!”
Scoppiamo a ridere entrambi.
Takanori si sposta afferrando la mia mano e stringendola forte.
"Tanti auguri Akira.” sussurra con voce profonda e suadente. Lo ringrazio silenziosamente facendo un leggero movimento del capo. Rimaniamo in silenzio, mano nella mano. 
“Allora festeggiato? Dove andiamo?” mi trascina per tutto il marciapiede continuando a stringermi saldamente. “Io avevo pensato di andare al cinema. Tu che dici?”
“E' da tantissimo tempo che non metto piede in un cinema...direi che va più che bene.” concludo sorridendo.
Camminiamo per una buona mezz'ora prima di arrestare il passo davanti all'ingresso di un enorme edificio. La multisala sembra molto scura all'interno, così come anche il pavimento e le pareti. Sulla facciata di ingresso sono appese decine di locandine di tantissimi film di ogni genere. Alcuni film sono americani sottotitolati in giapponesi, altri sono film di animazione e altri ancora sono film giapponesi usciti da poco nei cinema.
Decidiamo di entrare senza aver deciso il film da guardare. Oggi sono così di buonumore che non ho voglia di farmi rovinare la giornata da niente e da nessuno. Ho accantonato tutto quello che Kouyou mi ha detto. Lo so, lui ha dannatamente ragione. Ha ragione su tutto e ormai ho preso la mia decisione. Ma oggi, il giorno del mio compleanno, vorrei non pensarci. Non voglio pensare a nulla, se non a me e Takanori. Oggi esistiamo solo noi. Il mondo potrebbe esplodere per quanto mi riguarda; rimarrei a fissarlo inerme senza nessuna emozione.
È passato così tanto tempo da quando ho festeggiato il compleanno in maniera spensierata. Da quando mi sono ammalato ho messo da parte ogni cosa. Non ho più festeggiato nulla, nemmeno capodanno. Ho evitato ogni tipo di feste, ricorrenze, compleanni. Non mi interessava più nulla. Mi ero addirittura dimenticato il giorno del mio compleanno. Mia sorella mi faceva trovare una torta gigante preparata da lei sul tavolo della cucina insieme al solito maglione, regalo da parte sua e di mia madre. Quelle due sono sempre state incorreggibili. Ma apparte la mia famiglia, ammetto di non aver smesso totalmente di trascorrere il giorno del mio compleanno fuori con gli amici. Kouyou ha cercato di trascinarmi da qualche parte ma con scarsi risultati. Con Takanori invece è tutto diverso. Ho voglia di uscire con lui, stare con lui, andare ovunque con lui. Non mi interessa nemmeno dove, come o quando.  
“Akira ma non abbiamo ancora scelto il film! Cosa facciamo?” chiede lui guardandomi. La sua espressione è così dolce che vorrei baciarlo qui e ora. Davanti a tutti.
“Ma chi se ne frega, no? Prendiamo il primo della lista!”
Dopo dieci minuti ci ritroviamo in una grande sala proiezione immersi in decine e decine di sedili cercando il nostro posto nella penombra dei corridoi. Dopo pochi secondi strattono Takanori verso di me.
“Che ne dici se andiamo in ultima fila?” sussurro guardandolo. Lui non risponde, mi sorride e mi segue silenzioso, accomodandosi negli ultimi posti.
Non ricordo nemmeno il titolo del film che abbiamo scelto. Probabilmente è una pellicola della saga di Transformers, e lo riconosco solo da qualche piccolo spezzone su cui riesco a concentrarmi per solo pochi attimi. Non saprei proprio raccontare la trama del film che stanno proiettando ma posso benissimo descrivere il sapore e la dolcezza delle labbra di Takanori che si intrecciano intimamente alle mie. Il suo respiro caldo emana un dolce tepore sulle mie guance. La sua lingua accarezza il mio palato mandando in tilt ogni piccola porzione di razionalità che avrei voluto conservare.
Fanculo.
Lo stringo a me completamente inebriato dal suo profumo e dalla sua aurea magica. Takanori deve sicuramente avermi fatto un incantesimo. Non mi ero mai sentito così. Mi sento totalmente diverso. Provo un turbine di emozioni: paura, felicità, terrore, piacere, tenerezza, gelosia. Continuo ad assaporare le sue dolci labbra, succhiando ogni singolo centimetro di pelle. Ogni tanto apro gli occhi gettando qualche occhiata qua e là, ma intorno a noi c'è solo il buio. Non sento nemmeno i rumori provenienti dagli enormi altoparlanti. Anzi, ad essere sincero, non percepisco più il mondo intorno a me. Esistiamo solo io e Takanori. Mi stacco osservandolo attentamente. I suoi occhi continuano a risplendere anche se in un luogo così poco illuminato. Le sue labbra carnose sono di un colore ancora più rosa e sono più invitanti che mai. Mi abbasso per posare un bacio leggero sul suo naso. Poi lo avvicino a me e sento la sua testa poggiarsi timidamente sulla mia spalla. Cingo il suo corpo con il mio braccio destro e mi beo nel nostro contatto. Takanori guarda con interesse le scene di azione sullo schermo. Io cerco di concentrarmi su qualche personaggio o battuta del film, ma invano. Niente è più interessante dei capelli corvini di Takanori. Le mie dita giocano distrattamente con una ciocca. Adoro la morbidezza dei suoi capelli.
Senza neanche rendermene conto il film è terminato e tutti i presenti si stanno alzando, dirigendosi verso l'uscita. Takanori si alza raccogliendo il suo piccolo maglioncino color verde scuro e indossandolo subito dopo. Recupero la mia giacca grigia sportiva e finalmente usciamo dal cinema. Appena metto piede fuori, vengo investito dal rumore del traffico cittadino e dagli odori più disparati di una Tokyo notturna. Ci guardiamo negli occhi per secondi che mi sembrano interminabili.
“E' stato un film dannatamente interessante!” esclamo con la faccia più seria che riesca a mimare.
Takanori ride divertito dandomi un'amichevole spinta.
“Certo. Infatti non abbiamo seguito la trama nemmeno per cinque minuti” ridacchia il più piccolo.
“Forse perchè avevamo di meglio da fare” sussurro lanciandogli un'occhiata complice.
Restiamo zitti entrambi per un bel po’ di minuti. Si crea un silenzio intimo tra di noi.  Nessuno di noi due ha bisogno di dire qualcosa. A volte le persone capiscono quando non è necessario parlare. Perché rovinare la delicata purezza del silenzio con la volgarità delle parole? Il mio suono preferito è quello del silenzio, delle nuvole che si muovono senza farsi sentire, del fiore che cresce dal terriccio timidamente. Adoro il rumore del silenzio.  Adoro il rumore del battito di ciglia di Takanori. Adoro il rumore del suo sorriso. Inspiro profondamente. 
“Bene e ora cosa facciamo?” chiede interrompendo la piacevole complicità creatasi tra i nostri corpi.  Mi guarda intensamente negli occhi. 
“Mh.  Non saprei…” 
“Sei tu il festeggiato.  Non posso mica decidere io! È il tuo compleanno,  su via! Puoi fare quello che vuoi. ” 
Sorrido appena ascolto le sue parole.  Delle immagini sfuocate mi passano davanti alla mente.  Vorrei afferrarle prima che svaniscano del tutto. 
Lo guardo. Senza pensarci troppo su, lo afferro per la vita sottile e lo alzo da terra con impeto appoggiando il suo corpo sulla mia spalla sinistra. È così leggero che non sento il minimo fastidio.  Lo sorreggo saldamente. 
“Akira cosa fai mettimi giù!” urla dibattendo le gambe e cercando un modo per scappare dalla mia presa.  Lo stringo forte assicurandomi che non cada. Lo trasporto per un paio di metri camminando a passo svelto. 
“Sono o non sono il festeggiato? Decido io cosa facciamo. E ora andiamo in un posto a fare una cosa.” Sorrido tra me e me affrettando il passo. Takanori continua a lamentarsi dandomi dei piccoli pugni sulla schiena.  Dopo un paio di minuti ci accorgiamo di come i passanti ci fissano stupiti e scoppiamo a ridere come due ragazzini. Continuo a camminare trascinando Takanori sulle mie spalle.  Ormai siamo quasi arrivati.  
Mentre cammino il piccolo uomo inizia a raccontare la sua giornata lavorativa lamentandosi dei clienti rompiscatole. Sembra molto preso dalla discussione, tanto che non lo sento mai riprendere fiato.  Sorrido senza neanche aver ascoltato una parola di quello che mi ha appena detto.  Mi beo del contatto con il suo corpo morbido e leggero. È così minuto che sembra un piccolo gattino che si lascia prendere in braccio dal suo padrone.  È proprio questo il bello di Takanori: è piccolo e indifeso ma allo stesso tempo possiede una grinta strabiliante ed è pronto a graffiare quando si trova in pericolo. Questo è ciò che lo rende speciale.  Con il suo corpo magro ed effemminato scioglie ogni mia difesa. Ogni volta che lo guardo vorrei semplicemente stringerlo a me per sempre.  Eppure… lui è l’uomo più forte che conosca.  Non ho mai conosciuto una persona così. Takanori è una pietra preziosa e rarissima e io ho avuto la fortuna di scavare nella roccia giusta e rimanere abbagliato dalla sua splendida lucentezza. Non mi sembra ancora possibile di riuscire a pensare queste cose.  Eppure è così. Lui ha illuminato ogni angolo buio della mia anima. 
“Parlaci Akira. Digli tutta la verità. Fallo il prima possibile. Takanori non si merita tutte queste bugie. E nemmeno tu meriti tutte queste inutili paranoie.”
Le parole di Kouyou mi colpiscono come un fulmine che trapassa il mio corpo da capo a piedi. Il mio corpo trema al solo pensiero.  Mi concentro e mando via ogni nuvola grigia. Solo così posso scorgere la luce delle stelle. Una di loro è goffamente appoggiata sulla mia spalla e non smette un attimo di parlare e lamentarsi. 
Annuso una familiare aria salmastra e capisco di essere arrivato a destinazione.  Quando le mie scarpe affondano su un letto sabbioso appoggio delicatamente Takanori in terra.  È sera inoltrata e l’assenza di luna nel cielo nega la visuale del mare davanti a noi.  Inspiro profondamente.  Ho sempre adorato l’odore del mare.  Quell’odore di sale e di buonumore. Fin da piccolo ho sempre adorato le località marittime; mia madre portava spesso me e mia sorella in spiaggia e ricordo che in quei momenti ero il ragazzino più felice del pianeta.  Amo ogni cosa del mare; in particolare amo l’atmosfera che si crea durante la notte quando la sabbia è fresca e l’acqua è tiepida e misteriosa. 
“Ma siamo arrivati in spiaggia!” asserisce fissando un punto davanti a sé. 
Non rispondo ma inizio a correre verso la battigia ad una velocità fenomenale. Sento Takanori sbiascicare qualche parola dietro di me. Non riesco ad afferrarne il senso.  Mi tolgo le scarpe,  i calzini e la felpa, lanciandoli da qualche parte sulla sabbia. Appoggio la borsa e i miei effetti personali,  tra cui il portafogli e il telefono,  sulla stoffa della mia felpa assicurandomi che non cadano sulla sabbia. 
“Akira cosa stai facendo?! Aspettami!”
Mi raggiunge in pochi secondi e appena capisce le mie intenzioni mi strattona la maglietta. 
“Non vorrai—”
“Oh sì.”
Senza aspettare una sua reazione mi fiondo verso l’acqua correndo e tuffandomi poco dopo.  L’acqua è tiepida e piacevole. Una bella sorpresa considerando che non è ancora estate.  Mi rilasso tra le onde e una brezza di fine Maggio accarezza le mie guance. 
“Akira ma non ti sei nemmeno tolto i vestiti! Sei completamente pazzo!”
“Sbaglio o hai detto che è il mio compleanno e posso fare quello che voglio?” urlo per farmi sentire dal più piccolo che è rimasto fermo sulla riva e mi guarda con aria preoccupata. 
È indeciso. Si guarda intorno,  si volta dietro di sé per capire se qualcuno ci sta guardando e poi torna a fissare i propri piedi.  Nel frattempo inizio a nuotare distrattamente godendo dell’acqua notturna di Tokyo. 
“Sai cosa ti dico? Vaffanculo ai pantaloni nuovi!” esclama liberandosi frettolosamente delle scarpe e della borsa e raggiungendomi in acqua. Appena si avvicina lo afferro stringendolo forte a me. È tutto così perfetto. Le nostre labbra si cercano immediatamente ritrovandosi in un bacio dal sapore salato e intenso. Vorrei rimanere qui per sempre.  Mi stacco lentamente osservandolo. Gli occhi di Takanori brillano e riflettono le luci delle insegne dei ristoranti situati vicino alla spiaggia. Perdo ogni briciolo di me stesso in quegli occhi. 
Mi concentro per trovare le parole giuste,  per dirgli cosa provo in questo momento; vorrei riuscire almeno a dirgli questo. Ma appena la sua bocca si appoggia sulla mia mi lascio trascinare da quella delicata carezza,  abbandonando ogni singolo pensiero tra le onde dell’acqua lasciando che il mare lo porti via con sé. 













































Buongiorno! Non vi aspettavate un mio aggiornamento vero? u.u e invece eccomi qua 💕 insomma.... Siamo arrivati a delle confessioni belle grosse! Akira è innamorato ;; e probabilmente non sa nemmeno spiegare da quanto e in che modo ci è cascato ;; quanto è dolce *_* invece Kouyou non sembra molto d'accordo e d'altronde ha ragione... Come farà Akira a dire tutto a Takanori? Si accettano scommesse u-u 
Ma quanto sono carini insieme Akira e Takanorino? Sono due angeli 🐇 e quando stavo scrivendo questo capitolo mi si è fermato il cuore un sacco di volte perché sono perfetti e boh ;; sono l'otp della vita.  A proposito di vita: ditemi che anche voi state studiando come delle matte per gli esami così non mi sento la sola ;3; come se non bastasse domenica è il mio compleanno e divento sempre più vecchia (e brutta) ~ in compenso le mie amiche mi stanno riempiendo di dolci e io sono felicissima ;;;;;;; p.s.: ieri io e le mie coinquiline abbiamo fatto l'albero di natale ed è ADORABILE *_* gli ho pure dato un nome,  l'ho chiamato Charlie 💚


   
 
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