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Autore: Universe_    07/12/2016    1 recensioni
Il lato malinconico e poetico di un'amicizia tra due ragazze costrette a stare lontane a causa degli avvenimenti della vita.
Una se ne va, l'altra scrive di lei.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed io dove troverò un'altra come te?

Lauren fu l'ultima persona a cui mi legai fortemente.

Dopo di lei, nessun altro.

Forse perché ho sempre avuto paura delle altre persone, o forse perché lei non fu l'unica ad essere il mio sole e poi ad andarsene. Prima di Lauren venni già abbandonata.

Io non faccio altro che perdere legami, nella vita. Qualsiasi cosa accada, prima o poi mi attende una fine.




Mi sentivo così vuota che non avevo alcuna parola con cui spiegarmi il mio umore.

Non sapevo quali fossero le vere cause del dolore al petto, dei singhiozzi e degli occhi rossi, un continuo lacrimare caldo.

Sapevo solo che Lauren fece molto per me, mentre io, invece, riuscii soltanto a comportarmi da imbranata, sempre.

Se stavo male io, lei c'era. Sapeva prendermi, capirmi, e calmarmi perché somigliava a me.

Se stava male lei, io facevo del mio meglio. Un meglio che per il mio punto di vista non fu mai abbastanza.

Eppure, nonostante tutto, io sapevo che quando stavo con lei non mi serviva nient'altro, persino nei momenti in cui avrei voluto dire delle parole più giuste di quelle che dissi o fare cose che solo nella mia mente riuscii a compiere.

Come un abbraccio, per esempio. Tante volte avrei voluto abbracciarla, ma non lo feci.

Avrei voluto ringraziarla, ma non lo feci.

Avrei voluto migliorare per lei, ma non lo feci.

Lasciai trasparire il peggio di me nonostante sapessi della mia antipatia verso me stessa.

Lauren, invece, era il mio meglio e neanche lo sapeva.

O forse sì, ma mai avrebbe potuto vedersi come la vedevo io.




Avrei voluto ascoltare le sue risate e i suoi pianti per ancora moltissimo tempo, dar retta ai suoi sfoghi, stare attenta alle sue confidenze anche se parlava più lei di me.

Ma forse era meglio così, che io non parlassi troppo. Spesso dicevo cose senza senso, cose che non avevano alcuna logica e che mi facevano sentire stupida. Lei, invece, sì che sapeva parlare.




Venni a sapere troppo tardi che se ne andava. Doveva partire per un'altra città per studiare.

Quando la vidi per l'ultima volta aveva già preparato tutto, ed io neanche me lo immaginavo.

Mi disse che aveva paura del cambiamento, che sarebbe stata via per cinque anni.

A quel numero mi sentii crollare il pavimento sotto i piedi. Perché me lo disse soltanto il giorno prima della partenza? Non capivo niente.

Nonostante il bruciore di quella sensazione, quella di esser stata l'ultima a sapere della novità, lasciai tutto scorrere. Volli mettere da parte la delusione e pensare a quegli ultimi attimi con lei, perché poi avrei dovuto lasciarla andare e vederla chissà quando.

Là, sotto i portici, ci fu il suo ultimo sfogo. Mi parlò del suo ragazzo e delle difficoltà avute per la sua imminente partenza. Lui stava male, lo potevo capire.

Lei anche, sembrava volesse piangere mentre mi parlava ininterrottamente. I suoi occhi verdi mi parvero più chiari del solito e non riuscivo più a smettere di guardarli mentre lei si confidava con me.

Mi disse anche che le sarebbe mancata Jane. Lei, che andava così d'accordo con Lauren e che io vedevo come una persona migliore di me.

Oh, certo. Jane ti mancherà. Ed io?

Non ebbi il coraggio di chiederglielo, mi sembrava stupido farlo.

Forse perché mi vergognavo, o forse perché non avrei voluto sentire la risposta.




Quando arrivò il momento di salutarla, ci ritrovammo ancora faccia a faccia, dopo aver camminato verso la mia macchina.

Parlammo di nuovo della situazione con il suo ragazzo.

Dove troverò un altro come lui?”

Io non seppi come risponderle, ma provai a comprenderla.

Il nostro ultimo abbraccio fu uno dei più stretti che lei mi abbia mia dato. Sorrisi quando mi promise che sarebbe tornata a trovarmi, ma adesso mi chiedo come io sia stata capace di farlo.

Cosa sorridi, stupida? Tu non sei felice, cazzo!

Sapevo bene che per lei non sarebbe stato facile, quindi feci un po' fatica ad immaginarla di nuovo con me, in un futuro.

Non avrei voluto lasciarla andare.

La vidi allontanarsi da me mentre avanzavo affianco al marciapiede con la macchina.

Mi chiesi chissà quando l'avrei rivista, quando l'avrei riabbracciata, quando avrei riso ancora con lei, quando l'avrei aiutata goffamente nei momenti bui.

Il mio tempo era scaduto e probabilmente avrei dovuto lasciare il mio posto ad un'altra persona.

Lasciare che qualcun altro mi superasse e che fosse più bravo a prendersi cura di Lauren.

Lasciare che qualcun altro fosse come Jane.

Quando ormai ero lontana, cominciai a piangere.

Piansi per ore, da quel momento.

Vuota, nera dentro, abbandonata di nuovo.

Ci risiamo.




Dove troverò un altro come lui?”

Lauren si chiese questo. Io, invece, qualcos'altro.

Ed io dove troverò un'altra come te?

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