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Autore: adorvlou    08/12/2016    0 recensioni
Nella piccola cittadina di Bend, c'era un piccolo bar per i giovani e ogni weekend, finita la scuola, i ragazzi si riunivano lì per svagarsi un po'.
Il parcheggio dietro il bar era vuoto quella sera. C'erano solo due macchine posteggiate e sui parabrezza si rifletteva la luce della luna e di tutte le stelle che splendevano meravigliose nel cielo.
Il vento soffiava sulla chioma bionda della ragazza che, immobile, teneva la stretta ben salda sulla pistola.
-Grace, non farlo. Ti prego, ascoltami, metti giù la pistola.- il ragazzo la pregava quasi con le lacrime agli occhi, mentre lei non distoglieva lo sguardo dalla figura davanti a se. -Perchè vuoi farmi questo? Abbassa la pistola e parliamone.- nonostante tutti i tentativi di dissuaderla, Grace teneva il dito fermo sul grilletto, pronta a sparare una pallottola dritta nel cuore del ragazzo. Un solo colpo, ne bastava solo uno e lui sarebbe morto.
La ragazza non sapeva esattamente cosa stesse facendo e perché, ma sentiva di doverlo fare. Era ciò che le aveva chiesto il suo grande amore e non poteva rifiutarsi, non dopo che lui le aveva promesso una nuova vita insieme.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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"Capì perché la gente si teneva per mano. Aveva sempre pensato che fosse questione di possesività, un modo per dire: 'Questa è mia proprietà'. Invece era un modo per mantenere il contatto. Un modo di comunicare senza parole. Un modo per dire 'Ti voglio con me e non te ne andare.' "
(Cassandra Clare) 
 

-Grace, svegliati.- la ragazza sentì un sussurro, seguito da uno strano calore all'orecchio.
Si stiracchiò, strofinò gli occhi e quando li aprì, si accorse che qualcuno le stava seduto accanto al letto. -Harry, che ci fai qui?- la voce era ancora roca e sentiva la testa pesante, come se avesse dormito con un macigno sopra la fronte. -Che ore sono?- chiese poi guardando fuori dalla finestra.
-Pomeriggio inoltrato.- rispose lui sospirando e distogliendo lo sguardo dagli occhi della ragazza.
-Com'è possibile che io abbia dormito così tanto?- Grace era confusa. Ricordava di essere andata in bagno per poi ritornare dritta in camera e dopo il vuoto più totale. -È passato un giorno intero, non mi è mai successa una cosa del genere.
-Non ricordi nulla?- Harry sembrava preoccupato, e la sua espressione non rassicurava di certo la ragazza.
-Cosa dovrei ricordare se ho dormito così a lungo?
-Dici davvero, Gracie?- la ragazza sussultò nel sentire quel nome. Non era più abituata a sentirsi chiamare così, soprattutto da Harry.
-Si, dico davvero. Adesso puoi dirmi cosa diavolo mi è successo?- il tono di Grace fu duro, era arrabbiata e Harry non stava migliorando la situazione con tutto quel mistero.
-Ieri è venuto il medico a visitarti. All'inizio andava tutto bene, eri tranquilla, rispondevi alle domande, a volte anche in modo sarcastico. Poi qualcosa dentro te si è...smosso. Da quel momento, sei impazzita. Hai cominciato a urlare e dimenarti, nonostante gli infermieri ti tenessero. Oltre Ethan sono dovuti venire altri due uomini per riuscire a spostarti dalla sedia al letto. Poi ti hanno messo quelle- disse Harry indicando le fibbie tanto odiate da Grace che pendevano ai lati del letto -e dopo ti hanno iniettato un tranquillante e sei crollata.- concluse il ragazzo. -Ho avuto davvero paura, non ti avevo mai vista così. Era come se qualcun altro fosse in possesso del tuo corpo. Urlavi così forte e i tuoi occhi erano come quelli di una pazza, per non parlare dei versi che facevi. Grace, cosa ti sta succedendo? Perché io non riesco a darmi una spiegazione ragionevole. Non sei mai stata così...- il ragazzo sembrava davvero terrorizzato.
-Io...io non ne ho idea. Non ricordo davvero nulla, nemmeno ora che me lo hai raccontato. È come se il mio cervello fosse andato in stand-bye. Non ho idea di quale fosse l'aspetto del dottore, né di chi ci fosse in camera con me. E queste- Grace si mise a sedere e toccò le fibbie -me le hai tolte tu o...- le parole le si ruppero in gola.
-No, tranquilla, le ho tolte io, ma nessuno sa che sono qui, perciò, quando andrò via dovrò rimettertele.- Harry le fece una leggera carezza sulla guancia, fu un gesto istintivo e Grace lo capì dal modo in cui la guardò e ritrasse subito la mano. 
-Harry- sussurrò la ragazza -rimani con me ancora per un po'? Ho paura e non so perché. 
-Certo, fin quando vuoi tu.- lui le sorrise e Grace tornò indietro nel tempo, ricordando quei momenti in cui il suo cuore batteva più forte ad ogni sorriso che le rivolgeva il ragazzo e si accorse che anche in quell'istante le successe la stessa cosa. -A cosa pensi?
-A noi. A come eravamo prima che succedesse tutto questo. C'è una parte di me che prova ancora una marea di emozioni e di sentimenti, ma l'altra parte, non riesce ad accettare quello che mi hai fatto, quello che continui a farmi. Io ti ho aiutato perché ti amavo e tu mi hai abbandonata, lasciando che le accuse ricadessero su di me. Ci sono momenti in cui vorrei carezzarti il viso, abbracciarti, baciarti, e altri in cui vorrei non aver mai acconsentito quella sera. Vorrei prenderti a schiaffi e urlare a tutti la verità, ma chi crederebbe ad una pazza?- Grace si sentiva più leggera, come se quelle parole l'avessero liberata da un peso che portava dentro da troppo tempo, ormai.
-Non so cosa dire se non che sono stato uno stronzo e merito tutto quello che vorresti farmi passare.- Harry sembrava davvero convinto di quella risposta. Non stava facendo finta, non stava recitando una parte, o almeno così le aveva fatto credere. Ma quel ragazzo era stato un grande attore da sempre e bastava pensare a quella notte per rendersene conto.
-Harry, tu credi che io sia pazza? Sii sincero, per favore, perché non sopporterei altre bugie.
-No, non lo sei, non per me.- rispose il ragazzo dopo qualche secondo. 
-Perchè gli altri credono che lo sia? Cos'hanno di differente da te?- sul viso di Grace comparve una lacrima.
-Loro non ti capiscono, non sanno chi sei realmente. In questo posto è inevitabile non impazzire, ma tu sei sana di mente, senza alcun dubbio. Il problema è che loro non riescono a guardarti come ti guardo io, è come se avessero delle lenti che gli impedissero di vedere la realtà, ma in qualche modo, preferiscono non toglierle perché rendono tutto più facile. A volte le persone preferiscono rifugiarsi in una bugia più che affrontare la realtà.
-Vorrei poterlo fare anche io. Vorrei riuscire a fuggire da questo mondo, ogni tanto.- rispose Grace alzandosi e guardando fuori dalla finestra. -Mi manca così tanto...- il suo sguardo era malinconico e questo faceva stare male Harry, lo faceva sentire ancora più in colpa.
-La tua vita?- chiese mentre Grace continuava a guardare il mondo all'esterno. 
-Sentirmi libera.- rispose lei. -Ricordi quella giornata al lago?
Harry sorrise al pensiero. Eccome se la ricordava, era impossibile non farlo. Lui era così felice di averla portata in quel posto ed era rimasto ancora più felice quando aveva visto lo stupore negli occhi della sua ragazza. -Non potrei mai dimenticarla.- sorrise e si alzò andandole vicino. -Ricordo i tuoi occhi e il tuo sorriso, non smettevi di ridere, era come se fossi in paradiso. Ricordo anche quando ci baciammo in acqua, e a come ogni tuo tocco mandasse piccole scosse lungo la mia spina dorsale. Ti strinsi a me a tal punto da poter sentire il tuo respiro, e ad ogni bacio speravo non fosse mai l'ultimo, sarei rimasto a baciare le tue labbra per ore.- le mani di Harry erano sulle spalle di Grace e la sua bocca sfiorava l'orecchio della ragazza. -La sera ti riaccompagnai a casa e ti baciai sull'uscio della porta nonostante tuo padre ci fissasse da dietro la finestra. Presi il tuo viso fra le mani e ti baciai nuovamente, poi tu sorridesti e rientrasti in casa dandomi la buonanotte, a quel punto tuo padre mi lanciò uno sguardo minaccioso e quando scomparve non potei far altro che ridere. Per quanto potesse essere alto e robusto, non riusciva a incutermi terrore, perché quello che provavo per te mi aiutava a battere ogni tipo di paura.- la voce di Harry era diventata un sussurro. Doveva rimanere tutto fra loro, nessuno poteva conoscere la loro storia d'amore. Era un segreto fra Harry e Grace, e chiunque sarebbe stato geloso se ne avesse assaporato anche un solo istante.
-Provavi davvero tutte queste cose?- la ragazza quasi non poteva crederci. Sapeva che lui l'amava, ma non fin questo punto. -Non mi hai mai detto nulla. Ho sempre pensato che fra i due fossi io quella che più ci teneva.
-Beh, hai sempre pensato male. So di non averti mai dimostrato molto, ma speravo lo capissi ugualmente. Ti ho sempre amata, Grace.- rispose lui dandole un leggero bacio sulla guancia. La ragazza sussultò e si scostò tornando verso il letto. 
-Credo sia arrivata l'ora che tu vada. Fra poco arriverà l'infermiere per darmi le pillole e non credo tu voglia farti trovare qui.- Harry la guardò intristito, non pensava che un innocuo bacio sulla guancia, potesse rovinare quel momento. 
-Si, hai ragione. Allora, a dopo, credo.- le si avvicinò per farle una carezza, ma lei si scansò. -Va bene Grace, ho capito.- girò i tacchi e deluso uscì dalla stanza cercando di non farsi notare dagli inservienti.

Per Grace diventava sempre più difficile accettare la situazione generale. Era come se il mondo intero si fosse accanito su di lei, ponendole davanti prove sempre più complicate da affrontare. Nonostante fosse felice del fatto che Harry ricordasse ancora quella giornata che per lei era stata tanto importante, una piccola parte di se, sperava che il ragazzo avesse cancellato tutto, almeno sarebbe stato più facile odiarlo. Purtroppo, non era andata così e questo distruggeva Grace. Sapeva che tutto ciò che stava passando era solo colpa di Harry ma nonostante tutto non riusciva ad odiarlo e questo la faceva stare male, a tal punto che avrebbe preferito non rivederlo mai più, forse le cose sarebbero state più semplici. 
I suoi pensieri vennero interrotti quando la porta si aprì. Una figura alta di nascondeva fra le ombre del corridoio. -Come diavolo hai fatto?- la voce del burbero Ethan pervase la stanza. -Le tue mani...
In un attimo Grace si accorse di non essere più legata al letto e cercò di trovare una scusa plausibile, ma nulla le sembrava abbastanza credibile. -Io...Io.- cominciò a balbettare e sentì le mani sudaticce mentre gli occhi dell'uomo la fissavano sconvolti e furiosi. -É stato il dottor- si interruppe prima di commettere il secondo errore più grande della sua vita.
-Il dottor chi?- l'uomo si diresse verso la ragazza con tale furia da farla terrorizzare sempre di più. Grace sentiva tutto il corpo talmente pesante da non riuscire a muovere nemmeno un dito. -Rispondi!- urlò Ethan prendendola per le spalle e scuotendola. 
-Io...ehm, io non...non lo so.- a quelle parole gli occhi dell'infermiere sembrarono ardere come il fuoco. L'uomo la spinse sul letto e la paura di Grace aumentò sempre di più. -Aiu...- cercò di urlare ma Ethan le mise una mano sulla bocca.
-A nessuno importa di te, non lo vedi? I tuoi genitori non sono venuti a farti visita, hanno paura di te, non hanno voluto nemmeno sapere come fosse andato l'incontro con il medico. Ormai sei in trappola, non ci sarà nemmeno una persona disposta a venire qui per portarti indietro.- Grace si morse la lingua per evitare di piangere. Quelle parole furono dure e in parte sapeva che non erano delle bugie. Nessuno l'avrebbe riportata a casa, nessuno a parte Harry, ma anche quella piccola sicurezza cominciava a barcollare. -Ascoltami bene, io non ho idea di come tu sia riuscita a toglierti quelle- disse indicando le cinghie -e non lo voglio nemmeno sapere, ma tieni bene a mente che se dovesse riaccadere non sarà del dolore delle fibbie che ti dovrai preoccupare.- tenne ben salda la presa sulle spalle della ragazza prima di legarla di nuovo al letto. -Per oggi rimarrai qui, non meriti di uscire da questa stanza e probabilmente non meriti nemmeno la cena.- disse l'uomo ridendo. 
-Tu non mi fai paura.- le parole di Grace furono interpretate come una sfida da Ethan che subito la fulminò con lo sguardo. -Nè tu né nessun altro in questo lurido posto mi fate paura. Potete farmi quello che volete; lasciarmi a digiuno per giorni, imbottirmi di pillole, farmi fare docce ghiacciate quando mi comporto male, non farmi uscire da questa stanza o persino legarmi a questo letto, ma niente mi farà mai avere un briciolo di terrore nei vostri confronti. Non sono debole, non come tutti quelli che subiscono le stesse angherie che devo sopportare io. Potrò non avere nessuno al dì fuori di queste mura, ma avrò sempre fiducia in me stessa, di questo non può farmi dubitare anima viva. Io so di cosa sono capace, so come sono fatta e cosa può e non può ferirmi, ed è per questo che sono sempre un passo avanti a tutti voi, stupidi animali.- sputò quelle ultime parole come fossero veleno e Ethan non ne fu felice. 
-Credi ciò che vuoi, ragazzina, ma sappi che dopo oggi ti sei assicurata un ingresso gratuito all'inferno.- la porta venne chiusa con tale violenza che le sembrò potesse creparsi il muro.

-Harry...sei tu?- Grace era ancora assonnata e con gli occhi chiusi, ma riuscì ugualmente a riconoscere il suo tocco quando le sfiorò la guancia con il dorso della mano.
-Non sei da sola, non lo sarai mai finché avrai me al tuo fianco.
-Non ne sono più così certa. Sento che tutti nella mia vita continuano a voltarmi le spalle.- teneva gli occhi a fessura, ma riusciva a scorgere qualche parte del viso del ragazzo. Ne vedeva la mascella, perfettamente delineata e una parte delle labbra, quelle che un tempo amava baciare, poteva notare anche l'espressione preoccupata sul suo viso, come se avesse paura per quello che le avrebbero potuto fare. -Cosa c'è?- chiese strofinandosi gli occhi.
-So che sei coraggiosa e che non vuoi mai mostrarti debole, ma devi smetterla di provocare quel tizio, è un folle e chissà cosa potrebbe farti!- Grace capì che Harry era arrabbiato con lei per quello che aveva detto ad Ethan e non aveva tutti i torti. -Che tu ci creda o meno, sei importante per me e non voglio ti capiti niente di brutto. Devi comportarti meglio o non sarà facile portarti via di qui, lo capisci?
Grace lo capiva bene, sapeva che quel suo comportamento non l'avrebbe aiutata, ma non sopportava che qualcuno le mettesse i piedi in testa. Era abituata a scacciare la tristezza, la sofferenza, ma questa volta faceva ancora più male. Ad Harry bastò uno sguardo per accorgersi che la ragazza stava cercando di non piangere, sapeva bene che odiava farlo in presenza di persone, ma quando era con lui non si tratteneva mai, e vederla così lo faceva soffrire perché sentiva di essere troppo distante dalla ragazza di cui era sempre stato innamorato. Allungò una mano e prese quella di Grace; era fredda, fin troppo e tremava leggermente. -Sai che con me non devi fingere, puoi piangere, sfogarti. Fa ciò che senti, io rimarrò al tuo fianco.- lei lo guardò e il ragazzo, d'istinto, ritirò la mano, quasi come sapesse già che lei lo avrebbe respinto.
-No, non farlo, non andare via anche tu.- le parole di Grace lasciarono Harry sorpreso. -Tienimi la mano, mi fa stare meglio sentirti vicino.
-Sono qui con te.- strinse forte la mano della ragazza nella sua e lei si sentì subito meglio, come se il tocco del ragazzo fosse un calmante.
-Harry?
-Si, Gracie?- chiamarla in quel modo gli venne naturale, non lo fece di proposito. In momenti come questi usava sempre questo nomignolo.
-Rimani a dormire con me? Se ci sei tu, è tutto meno difficile, lo sai. Nonostante tutti i sentimenti che in questo momento provo per te, contrastanti e non, so che tu sei l'unica cosa e persona in grado di far passare il dolore.
Il ragazzo sorrise ma cercò di nascondere il fatto che la richiesta e le parole da lei dette, lo avevano reso l'uomo più felice della terra. Forse non erano poi così distanti. -Senza dubbio.- rispose. -Io non ti lascio sola, non più.

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Buonasera :) finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare ahah
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate della storia finora. Come ho sempre detto, sono aperta a tutti i tipi di consigli/critiche😘

Ci tenevo inoltre a dire che sto scrivendo una storia a cui tengo molto intitolata 1987 (è un thriller) nel caso vi andasse, passate a dare un'occhiata. 
Nel caso ci fossero errori l correggerò il prima possibile👍🏼
Well, detto questo, vi auguro un buon fine settimana :) 
Ps: dicembre è alle porte e sono felicissimaaa

-Vals💕

   
 
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