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Autore: Azeria    08/12/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo: "Quella sera, allo Smistamento, Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley finirono in Grifondoro. Draco Malfoy, come previsto, finì in Serpeverde. Emma Renard, che venne chiamata subito dopo di lui, dopo lunghi minuti di incertezza per il cappello, venne smistata in Serpeverde con lui. Emma si sedette vicino a Draco quella sera, che le tese la mano. Emma la accettò".
Emma è bella, affascinante e orgogliosa. Ma non indossa l'uniforme verde argento per caso: è una vera Serpe. Ma i serpenti mordono e avvelenano per difendersi, o per il semplice gusto di ferire?
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO 2

Mattina
Emma era al culmine dell’energia quel giorno a colazione. Si riempì il piatto senza badare alla dieta e si sedette con la faccia verso il tavolo di Grifondoro, subito raggiunta da Draco e Zabini.
“Domani si ricomincia” disse sorridendo. Gli allenamenti di Quiddich. Emma era nella squadra sin dal secondo anno, una perfetta cacciatrice. “Manca solo un mese alla partita di apertura. Non vedo l’ora”
La partita di apertura: Grifondoro contro Serpeverde. Era la più attesa dell’anno. Emma era sicura di poterla vincere. Quell’anno era lei il capitano, e perdere non era un’opzione.
Le lezioni passarono interminabili. Emma non fece altro che guardare in cagnesco la Granger durante Incantesimi con i Grifondoro, finire perfettamente la sua Pozione in metà del tempo a Pozioni con i Corvonero, e recuperare il sonno perso della notte precedente durante Storia della Magia.
Quando arrivò l’ora di Trasfigurazione, Emma si rifiutò di partecipare alla lezione. “No, Draco, non ci vengo. Sono così furiosa con quella vecchia strega che potrei usare una maledizione senza perdono”. “Vuoi che ti faccia compagnia?” aveva chiesto subito il biondo. Al cenno negativo della ragazza, Draco aveva alzato gli occhi al cielo ed era andato senza di lei.
Emma perciò iniziò a girovagare per i corridoi senza una meta ben precisa, fino a quando non vide una figura conosciuta china su una marea di carte in un’aula vuote. Aprì con calma la porta ed entrò.
“E come mai non sei in classe?” disse con un sorriso furbo.
“Potrei farti la stessa domanda, Renard” le rispose subito il rosso, senza nemmeno alzare lo sguardo dalle sue carte. Aveva riconosciuto la sua voce.
“In qualità di Prefetto avrei il diritto di toglierti dei punti, Weasley” ribatté la ragazza ghignando, poi con passo svelto si andò a sedere sul banco vicino quello dove Fred Weasley stava lavorando ai suoi progetti.  Fred rimase in silenzio e sospirò, senza guardarla nemmeno. Dopo qualche minuto di silenzio più totale, la rossa si spazientì “Fred, guardami quando ti parlo”.
Fred alzò con riluttanza lo sguardo su di lei. “Ti diverti a torturarmi, non è vero, Emma?” sbottò il rosso. “Adesso ti trovo in un vagone da sola con Malfoy, e l’anno scorso… lo sai cosa è successo. Non sei esattamente la persona che mi fa più piacere vedere, volendo essere onesti”. Emma strinse le labbra. “Draco è come un fratello per me” sibilò “e tu lo sai benissimo”. Fred proruppe in una risata amara. “Oh, andiamo Emma. Prendi in giro sia me che te così. Tu e Malfoy…”.
Emma si spazientì e lo interruppe. “Io e Malfoy niente. Io e Malfoy siamo amici, nient’altro”. Poi, scuotendo la testa, rise sprezzante. “E comunque non capisco cosa possa interessare a te” disse guardandolo, gli occhi chiari ridotti a due fessure.
Fred Weasley la guardò negli occhi per qualche secondo, in silenzio. Poi sospirò. “Nulla. Assolutamente nulla”.
-
Hermione Granger non avrebbe mai pensato di non riuscire a farcela per i troppi compiti. Ok, seguiva il doppio delle materie degli altri suoi coetanei, ma, insomma, era la strega più brillante della sua età!
Entrò in sala comune completamente sfinita dopo la giornataccia, e si sedette sulla sua poltrona preferita. Harry, Ron, Ginny e i gemelli erano già lì da un po’ a chiacchierare tranquillamente, e la salutarono tutti, allegri. Lei aveva un diavolo per capello quel giorno, letteralmente.
Fred le lanciò uno sguardo e scoppiò a ridere. “Hai incontrato uno Schiopodo venendo qui, Hermione?”. La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Ginny era più comprensiva. “È successo qualcosa, Herm?” chiese con aria preoccupata.
“È colpa di quella Serpe!” esplose Hermione. “Emma Renard. Mi sta rendendo la vita un inferno, da quando siamo arrivati. Oggi ad Pozioni mi è esploso il calderone. Fred, George, dovete smetterla di venderle i vostri prodotti!”
George scoppiò a ridere di gusto. “Gli affari sono affari, Granger, anche con le Serpi come la Renard”. Fred invece si rabbuiò improvvisamente.
L’unica a notarlo fu proprio Hermione, che con molto tatto decise di cambiare velocemente argomento, iniziando a inveire contro Ron che intanto stava copiando i suoi compiti di Pozioni.
Harry si alzò, stiracchiandosi “Ragazzi, io credo che andrò a letto. Domani ci sono i provini per la squadra. Sarà una lunga giornata” aggiunse poi di malumore. Con l’aumentare della sua popolarità nel mondo magico, infatti, erano aumentate anche le iscrizioni ai provini per la squadra di Quiddich. Il problema era che si iscriveva letteralmente chiunque: non solo aspiranti giocatori, ma anche un fiume di ragazze –e non solo Grifondoro- che speravano di fare colpo su di lui.
Ron, Hermione, Ginny e George lo seguirono, mentre Fred rimase seduto accanto al fuoco a riordinare i pensieri. Una serie di flashback gli affollarono la mente. Si ricordò del Ballo del Ceppo di due anni prima. A quei tempi erano come inseparabili. Ripensò al giorno in cui lei aveva scoperto che Fred aveva invitato Angelina al ballo. Si toccò la guancia dove lei lo aveva schiaffeggiato, con le lacrime agli occhi. Da quel giorno, se possibile, lei era diventata ancora più intrattabile, con tutti. E non gli aveva rivolto la parola per mesi.
Gettò uno sguardo ad Angelina, seduta poco lontano insieme alle sue amiche. La loro storia era finita dopo pochissimo tempo e per di più in malo modo, con Fred che l’aveva scaricata senza tante spiegazioni, e ora anche lei a stento lo salutava.
“Bel lavoro, Fred. Tu sì che ci sai fare con le ragazze”.
Poi il ricordo dell’anno precedente gli tornò in mente, all’improvviso. Si rabbuiò, e strinse i pugni. Stette così per qualche minuto, a ripensarci; poi sospirò, e seguì gli altri al dormitorio.
 
Giorno dei Provini di Quiddich
Quella mattina Emma era in splendida forma, come non mancarono di ricordarle almeno una decina di ragazzi, Serpeverde e non, solo nelle prime ore della giornata. I capelli rossi erano tirati in una coda alta, e gli occhi ghiaccio lampeggiavano, guardando con aria di sfida i capitani delle altre case.
A colazione non fece altro che parlare, affliggendo Draco con gli schemi delle formazioni che aveva pensato per la prima partita. “Ovviamente” disse rivolta al biondo “tu non riceverai trattamenti di favore da parte mia”, disse calcando sulle parole mia e favore, “perciò se non dimostrerai di essere all’altezza puoi scordarti di far parte della squadra… o devo ricordarti l’anno scorso?” concluse alzando le sopracciglia. L’anno precedente, infatti, la squadra di Serpeverde era stata battuta per una manciata di punti da quella di Grifondoro, e Draco aveva perso il suo ruolo di capitano. Il ragazzo scosse la testa rassegnato, pensando che, tutto sommato, quella mattina Emma era di buonumore.
Al tavolo di Grifondoro, intanto, si avvertiva la stessa tensione. Improvvisamente Harry si girò e si trovò di fianco Emma Renard in persona, che lo fissava con le sopracciglia inarcate. In piedi dietro di lei c’era Draco Malfoy. “Ovviamente” pensò Harry. Il ragazzo li salutò freddamente, mentre invece Emma fece un sorriso furbo “volevo augurarti la buona fortuna, Potter. Temo che sarà difficile trovare dei giocatori decenti a Grifondoro. Mi sa che sarai costretto a far entrare la Granger!”. Hermione finse di non aver sentito la palese frecciatina, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla sua colazione. Fred allora prese la parola per difenderla. “Buona fortuna anche a te, Renard! E ricordati che io e mio fratello saremo i battitori” aggiunse con una strizzatina d’occhio. “Sai, sono quelli che mirano a voi cacciatori”.
Emma gli rivolse uno sguardo carico d’odio, ma non gli rispose. Si rivolse di nuovo a Harry. “Ok, Potter, fine del teatrino. Ti devo parlare” poi aggiunse, dopo aver visto lo sguardo accigliato del ragazzo “niente di cui preoccuparsi, non entrare in paranoia come al solito. È una bella notizia per voi sfigati”. Poi si alzò, scuotendo la testa per sistemare i capelli, e lo guardò, impaziente “muoviti.”
Harry non trovò niente di meglio da dire, così la seguì. Ron si alzò subito per seguirlo, ma Draco lo bloccò “fermo, lenticchia. Solo lo Sfregiato”. Harry si girò a guardarlo, come per scusarsi, mentre Ron ricadeva seduto, sbuffando.
Harry seguì Emma e Draco in un corridoio accanto alla Sala Grande. “Non è poi così nascosto” si disse “probabilmente non è nulla di importante”. Emma rise “oh, andiamo, Potter. Dicono che sei il ragazzo che è sopravvissuto! Come mai quella faccia da cucciolo in trappola? Non volgiamo farti niente, davvero!”.
Harry si sentiva ad ogni parola più irritato, e la mano corse veloce alla bacchetta. Draco se ne accorse, e gli sibilò “attento a quello che fai, Potter”.
Emma li ignorò, e riprese a parlare. “Veniamo al punto. Io e Draco stavamo organizzando un festino per stasera, però ne abbiamo già fatto uno solo tra noi Serpi, e non è più così divertente come lo era all’inizio… tutti fanno sempre le stesse cose, e poi i ragazzi li conosciamo tutti, vero Draco?” e lanciò uno sguardo divertito al biondo, che sorrise maliziosamente. “Perciò” continuò Emma “con la mia mente brillante ho pensato di aprire l’invito anche alle altre case… magnanimo da parte mia, non trovi?”
Harry roteò gli occhi “sappi che non ci saremo, Renard”. Emma gli si avvicinò fino a trovarsi a un palmo dal suo viso “oh, ma andiamo, Harry. Solo per divertirci, non stiamo tramando proprio niente, parola d’onore!”. Bruscamente si allontanò da lui, guardandolo improvvisamente con un’espressione dura “e quando io do la mia parola, Potter, stai certo che la mantengo. Sempre”.
Harry filò via prima che potesse dire altro e tornò dagli altri, curiosi di sentire le novità. Appena gli comunicò l’idea del festino, Hermione scattò in piedi “non se ne parla, Harry! Come puoi anche solo considerare l’idea! Siamo dei Prefetti. Prefetti. Ne farò subito rapporto alla McGrannit e…”.
“Oh, ti prego, Hermione!” la interruppe Fred “Emma Renard dà festini praticamente da sempre, e non è MAI stata scoperta… e poi, se anche ci provassi, lei te la farebbe pagare subito, io non mi metterei contro di lei” disse strizzandole l’occhio. Hermione boccheggiò “la stai forse difendendo, Fred Weasley?! Ma si può sapere da che parte stai?”. Fred sorrise, sornione “dalla parte di chi organizza festini, mi pare ovvio”.
-
Hermione si avviò sugli spalti di fianco a Luna Lovegood per assistere alle selezioni di Quiddich. Anche se era solo Settembre il cielo era già carico di nubi e prometteva un’abbondante pioggia a breve. Mentre si faceva strada tra la calca di studenti di ogni casa, le capitò più di una volta in una conversazione riguardante il festino imminente delle Serpi. Possibile che nessuno avesse un minimo di senso del dovere in quella scuola? Vide persino i prefetti di Tassorosso e Corvonero che parlottavano tra di loro emozionati, lanciando occhiate adoranti a Emma che, poco lontano, si stava avviando verso il campo. Hermione la osservò a lungo. Era davvero una bellezza mozzafiato, pensò con una punta di invidia. I lunghi capelli rossi erano fermi in una coda alta che ondeggiava quando lei muoveva il capo o rideva, e il volto affilato era acceso dall’emozione. La spilla di Prefetto le scintillava al petto.
I primi a scendere in campo furono i Corvonero, per le selezioni. Si svolsero con la disciplina e la compostezza tipica di quella casa; ad Hermione saltarono all’occhio soprattutto i due nuovi battitori del settimo anno: alti, muscolosi e sorridenti alle occhiate delle ragazze che li indicavano ridacchiando.
Le selezioni di Tassorosso si svolsero invece più lentamente, dato che gli aspiranti giocatori erano tanti e il capitano aveva il cuore troppo tenero e concedeva a tutti una seconda -o anche una terza- possibilità.
Poi scesero in campo i Grifondoro. Hermione si alzò per applaudire, sorridendo a Ron che invece sembrava sul punto di vomitare. Fred, George e Ginny, invece, erano perfettamente a proprio agio, nonostante la miriade di studenti che assistevano alle selezioni. Per prima cosa Harry contò uno per uno i partecipanti, mandando pazientemente via le streghe che non appartenevano neanche a Grifondoro, e che correvano via sghignazzando, alcune non dopo averlo abbracciato o persino baciato sulla guancia, inseguite dalle occhiate furenti di Ginny. Poi, piuttosto perplesso, iniziò le selezioni vere e proprie.
Mezz’ora dopo, Hermione stava applaudendo alla neo-squadra di Quiddich per l’anno scolastico: Harry come cercatore, Fred e George battitori, Ginny, Angelina e Dean i cacciatori e, fortunatamente, Ron come portiere.
Poi scesero in campo i Serpeverde. Emma e Fred si incrociarono, e si guardarono a lungo negli occhi. Poi lei voltò la testa, sprezzante, mentre Fred si rabbuiava istantaneamente.
I partecipanti alle selezioni erano tantissimi, ma tutti seri e anche abbastanza terrorizzati a causa della conosciuta rabbia del loro nuovo capitano. Emma li decimò in poco tempo. Poi li mise alla prova singolarmente. Quelli che finirono peggio furono gli aspiranti portieri, perché Emma gli ordinò di provare a parare i suoi tiri; erano terrorizzati, non sapendo se dovessero provare davvero a parare, o evitare la palla per non incorrere nella sua ira per una sua eventuale palla sbagliata.
Hermione osservò Draco, che cercava di essere scelto per il ruolo di cercatore, che ritornava indietro con il boccino stretto tra le dita, seguito da altri aspiranti dall’aria afflitta. Quando lo vide avvicinarsi con un’espressione soddisfatta impressa sul volto, Emma gli strappò il boccino di mano sbuffando, fingendosi irritata, ma quando gli fu vicina gli disse tra i denti “ben fatto, Malfoy”. A selezioni concluse, Emma osservò preoccupata la squadra avversaria: Draco Malfoy come cercatore, Tiger e Goyle come battitori, Emma Renard, Blaise Zabini e un’altra ragazza dall’aria mascolina come cacciatori e un colosso biondo di due metri come portiere.
-
“Ben fatto, Draco” urlò Emma dal bagno, mentre Draco, steso sul letto della ragazza, aspettava sonnecchiando che finisse di prepararsi per andare al festino. A parte loro, il dormitorio era completamente vuoto: tutti erano già andati.
“Andiamo, Emma, ti vuoi muovere? Siamo gli organizzatori e non siamo neanche lì! Non potevi prepararti prima?” borbottò, mentre la porta del bagno si apriva. Ne uscì Emma, in pantaloncini e un top così corto da lasciarle la pancia piatta completamente scoperta, con i capelli appena lavati che le scendevano ribelli fino alla vita e gli occhi chiarissimi che risaltavano sul volto affilato.
Draco la osservò, cercando di tenere la bocca chiusa, e disse la prima cosa che gli passava per la testa. “Come mai ci metti così tanto, se non ti trucchi nemmeno un po’?”. Emma sbuffò, annoiata. “I capelli, Draco. Non è facile averli così perfetti” spiegò “adesso fammi il favore di chiudere la bocca e muoviti, siamo in ritardo!”. Draco assunse un’espressione indignata, sul punto di dire qualcosa, ma poi decise che non ne valeva la pena e, sbuffando, la seguì.
Raggiunsero in un attimo la stanza delle Necessità, passando per i corridoi deserti e silenziosi. Appena entrarono, la folla esplose in un boato, e in un attimo uno dei ragazzi della squadra scelta quel pomeriggio si caricò Emma sulle spalle, portandola al centro della folla. Ridendo, ma anche attenta a chi c’era e chi no, Emma notò che quasi tutti gli studenti degli ultimi anni si erano presentati.
“Burrobirra?”. Draco le porse un bicchiere pieno, che Emma bevve tutto d’un sorso ridacchiando “stai cercando di farmi bere una pozione d’amore, Malfoy? Se è così, sappi che non può funzionare, sono troppo innamorata di me stessa per pensare agli altri”. Draco ridacchiò. Intanto stavano camminando tra i gruppetti di ragazzi che ballavano, si baciavano o facevano a botte. Improvvisamente Emma si bloccò. Davanti ai suoi occhi c’era Fred Weasley, che rideva beatamente con una ragazza del suo anno di Corvonero. Strinse i pugni per la rabbia. Si rivolse a Draco, sibilando “torno subito”. L’attimo dopo era già pronta a fronteggiare la ragazza.
Si chiamava Vicky. Emma ricordava vagamente che era nella sua stessa classe di Storia della Magia, ma a dire la verità non aveva mai fatto molto caso a lei. Ora invece mentre fissava i suoi occhi a mandorla e i suoi capelli lisci e scuri si sentì invadere da una fitta di rabbia. Si parò davanti a Fred, stando però bene attenta che la ragazza sentisse quello che aveva da dire, spostandosi i capelli all’indietro con una mano e sorridendo il più affabilmente possibile. Appena la riconobbe, il ragazzo trasalì leggermente, fissandola con sguardo imbambolato.
“Ehi, Fred. Prima che mi dimentichi, ti sta cercando la tua ragazz…”
Non riuscì a concludere la frase che qualcuno la afferrò per un braccio e la trascinò in un corridoio adiacente alla sala principale. Quando si girò verso George Weasley, Emma era rossa in viso dalla rabbia.
“Si può sapere che cavolo ti è preso?” sibilò al ragazzo, che dal canto suo la guardava con diffidenza. “Si può sapere invece che cavolo è preso a te, Emma? Ti ho sentita e ho capito benissimo quello che stavi facendo. Che cosa speravi di ottenere?”. Mentre George parlava, Emma si era ricomposta, e ora aveva la sua solita aria strafottente, ma quando parlò, la voce le si incrinò; solo per un secondo, ma la cosa non sfuggì a George, che la conosceva bene. “Era uno scherzo, George. Niente di cui allarmarsi troppo”. George sbuffò. “Emma, stavi sabotando la serata di Fred, non è così? Non è molto carino da parte tua”.
Emma gli lanciò uno sguardo carico di odio. “Gli piace?” sussurrò.
George rimase per un attimo pensieroso, poi scosse la testa, incredulo. “Non ci posso credere. Sei una vera vipera, Renard, una vipera velenosa. Dopo quello che hai fatto…”. In un secondo si trovò la bacchetta di Emma puntata contro “Smettila”. George non parve per nulla turbato “che cosa c’è, Emma? Soffri per amore? Come ci si sente quando non sei tu quella che ha il coltello dalla parte del manico?” le sputò contro. Emma rimase come pietrificata. George continuò “Se vuoi un consiglio, invece di continuare a trattare gli altri come se fossero inferiori e stupidi, dovresti preoccuparti un po’ di più dei loro sentimenti. Altrimenti finirai per ferirti da sola, Emma Renard”.
In un attimo scomparve, per gettarsi di nuovo tra la folla, lasciando Emma da sola, nel corridoio deserto, a dare sfogo alla sua rabbia.
-
Fred tornò in stanza più tardi, quella sera. Quando entrò, vide che George lo guardava con un’espressione furba incollata al viso. “Ti ho visto con una ragazza stasera al festino, fratello”. Fred inarcò le sopracciglia, poi si lasciò andare in una risata.
“Sì, carina. E anche molto disponibile, se sai cosa intendo” strizzò l’occhio al gemello. Poi, allo sguardo di incitamento di George, si strinse nelle spalle. “Non è il mio tipo però, troppo intelligente. Sai Corvonero…”. George sbuffò, irritato, alzando gli occhi al cielo. “No, non dirmelo. Di grazia, qual è esattamente il tuo tipo di ragazza? Acida e con i capelli rossi? Magari porta anche di cognome Renard e il suo nome inizia con la E” concluse con una smorfia. Lo sguardo di Fred si illuminò, come se si fosse ricordato di qualcosa. “A proposito di Emma, George, non indovinerai che cosa strana che mi è capitata al festino”. George, facendo del suo meglio per non dare a vedere la sua inquietudine, cercò di sembrare interessato. “Mentre parlavo con Vicky, la Corvonero, si è messa in mezzo e ha cercato di dirmi qualcosa. Però poi deve aver cambiato idea” concluse pensieroso, fissando il gemello per avere un parere. George valutò per un secondo l’opzione di raccontargli del suo faccia a faccia col nemico. Invece si strinse nelle spalle, dicendo semplicemente “andiamo, Freddie, sai bene di chi stiamo parlando. Probabilmente era uno dei suoi soliti scherzi di pessimo gusto. Non ti lasciare ingannare”.
Fred si portò entrambe le mani al viso, stropicciandosi gli occhi. Quando li riaprì aveva un’espressione quasi sofferente. “George, sai quello che provavo per Emma. E sai che non è cambiato nulla. A volte penso che dovrei semplicemente…”.
“Fred” lo interruppe il fratello con voce dura “Emma Renard è un serpente velenoso. Stai attento a non essere morso, non per la seconda volta. 
-
Dalla mattina successiva al festino, Emma fu più intrattabile che mai. In classe rimaneva silenziosa fremendo di rabbia ad ogni risposta esatta di Hermione Granger, e spesso e volentieri saltava le lezioni per starsene da sola in riva al lago. Evitava con cura le classi vuote, dove sapeva che avrebbe probabilmente incontrato i gemelli. Durante gli allenamenti di Quiddich era rabbiosa e irritabile, e aveva persino fatto mettere a piangere la ragazza/uomo della squadra.
Draco non aveva idea della causa del suo malumore. A dirla tutta, nessuno, fatta eccezione per George Weasley, l’aveva. Lei, ovviamente, non dava spiegazioni; i suoi compagni di casa si limitavano a cercare di irritarla il meno possibile, assecondandola in tutto quello che potevano.
-
Una mattina, Fred e George Weasley avevano deciso di saltare l’ennesima lezione di Storia della Magia. Mentre si avviavano per i corridoi vuoti, cercando una classe vuota dove perdere tempo, parlavano delle solite cose, degli affari, dei M.A.G.O. di quell’anno, come se la conversazione avvenuta a tarda notte di qualche giorno prima non ci fosse mai stata.  
“Weasley!”
I gemelli si bloccarono improvvisamente, irrigidendosi. Riconoscevano benissimo quella voce strascicata, che però quella volta aveva una sfumatura diversa. Si voltarono, trovandosi di fronte Draco Malfoy, apparso da chissà dove. Lentamente, i gemelli misero mano alle bacchette, ma il loro gesto venne notato dal biondo, che con un’espressione scocciata alzò entrambe le braccia. “Devo parlarvi. Mi serve un favore”. George fece un’espressione incredula. “Non facciamo favori alle Serpi, Malfoy” gli disse seccamente Fred. Draco sembrava turbato; serrò la mascella.
“Riguarda Emma. È scomparsa”.


Spazio Autrice
Ciao a tutti, vecchi e nuovi lettori. Ho deciso di aggiornare oggi perchè, anche se il primo capitolo non ha ricevuto recensioni, alcuni hanno inserito la storia tra le ricordate/preferite, ma anche per eventuali nuovi lettori. Fatemi sapere cosa ne pensate, magari lasciando una recensione!
Vi abbraccio, voi che siete arrivati fin qui!
#C

 
  
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