Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: TheCube    08/12/2016    1 recensioni
Tutti sono bravi a dare dei giudizi quando non sono loro a trovarsi al centro di tutte le tempeste del mondo.
Tutti, fin dalla sua nascita, non avevano fatto altro che giudicare Draco Malfoy, come la mela marcia di tutti gli alberi, la pecora nera di tutte le famiglie.
Tutti, fin dalla nascita, avevano etichettato Hermione Granger come la ragazza più intelligente, la migliore strega della sua generazione, seppur mezzosangue.
Quindi, partendo da queste premesse, chi mai avrebbe potuto dire che due persone tanto diverse, che si erano odiate per così tanto tempo, avrebbero potuto trovare in qualche modo qualcosa in comune?
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville, Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4.
 
POV HERMIONE.

 
 
Dalla mia ultima chiacchierata con Draco passarono ancora molti giorni.
Sembrava che le cose tra noi andassero così ormai: dopo un’intensa conversazione non ci rivolgevamo la parola per interi giorni, ma questa volta rivolgersi la parola sarebbe stato molto più imbarazzante.
Quel giorno sulle rive del lago nero non era successo niente di eclatante, ma entrambi sapevamo quello che sarebbe potuto accadere se io non fossi scappata.
Con il passare di giorni non potei che essere convinta nel fatto di aver fatto la cosa giusta nell’evitare quel bacio, ma ogni volta che camminavo nei corridoi della scuola, che era ancora del tutto vuota, non appena vedevo un ciuffo di capelli biondi o un’ombra sospettosa, non potevo evitare di andare nella posizione opposta per evitare ogni tipo di incontro.
Quella mattina, non appena mi ero svegliata, avevo trovato nella camera del mio dormitorio, sul comodino vicino al mio letto, una lettera dall’attuale preside del castello, la professoressa Minerva Mcgranitt.
Nella lettera la preside mi invitava a presentarmi nel suo studio alle undici del mattino e in oltre, sempre nella lettera era allegata la parola segreta che mi avrebbe permesso di entrare in quella camera.
Mentre ero nei corridoi pe recarmi alla mia meta, iniziavo a chiedermi cosa mai volesse da me la professoressa.
Ormai era passato un mese dalla fine della battaglia e da quel giorno nessuno dei professori, o nessuno degli adulti in generale mi aveva rivolto la minima parola per chiedermi qualcosa a proposito dei miei futuri piani.
Avevano semplicemente accettato in modo tacito la mia permanenza per un altro anno all’interno della scuola, ma ora che avevo ricevuto quel richiamo iniziavo a credere che la mia permanenza non era poi tanto accettata come pensavo.
Mentre facevo le mie riflessioni ero già arrivata d’avanti alla statua alla quale avrei dovuto pronunciare la parola magica per poter entrare.
 
-Silente.-
 
Dissi quasi in un sussurro.
Strano come una semplice parola potesse portarti alla mente tanti ricordi.
Potevo capire come mai la professoressa avesse scelto proprio quel nome per accedere in quella camera.
Ripetere il nome di una persona morta ti aiutava a mantenerla nella mente, ti aiutava a non dimenticare, anche se non credevo possibile che qualcuno potesse dimenticare il più grande preside di Hogwarts.
Albus Silente.
Interruppi tutti questi pensieri quando finalmente entrai nella stanza.
Qualunque cosa avessi in mente si perse nel nulla alla vista delle persone che avevo d’avanti.
Harry, Ginny, Luna e Neville si trovavano di fronte a me e in quel momento mi accorsi che avevo portato nel petto un peso che in quel momento mi abbandonò, facendomi sentire molto più serena.
Senza pensarci due volte abbandonai la mia posizione per precipitarmi nelle loro braccia e nel giro di pochi secondi tutti noi ci ritrovammo in un grande abbraccio consolatorio. E nonostante mi sentissi così bene in quella compagnia, sentivo contemporaneamente che c’era qualcosa che non andava.
Avevo notato ciò già dalla mia entrata nella stanza.
Sentivo la mancanza di qualcuno di importante.
Sentivo la mancanza di Ron, il quale ovviamente non era presente.
Cercavo di trovare una spiegazione alla sua assenza guardando Ginny negli occhi, sperando che almeno lei potesse dirmi qualcosa che avesse un qualsiasi senso.
Magari Ron le aveva lasciato un messaggio per me, ma le mie domande non avrebbero trovato risposta in breve tempo in  quando il disordine che si era andato a creare in quello scambio di effusioni venne rapidamente rimesso in riga dallo schieramento di voce della preside Mcgranitt.
 
-E un piacere rivedervi tutti qui, di nuovo insieme. – furono queste le parole che uscirono dalla sua bocca. – Abbiamo affrontato tempi difficili, ma queste sono passati, lasciandoci infinite strade da percorrere d’avanti a noi. Ma ora mettiamo da parte i convenevoli. Vi ho richiamati qui, così in anticipo dall’inizio della scuola per chiedervi un aiuto. Noi professori e altri volontari, tra auror e alcuni genitori degli altri studenti, c’è la stiamo mettendo tutta per rimettere in piedi la scuola, ma oramai è passato quasi un mese dallo scontro, e siamo molto indietro con la messa in piedi della scuola e proprio per questo volevamo chiedervi un aiuto. -
 
-Ma, professoressa, cosa potremmo mai fare? – A parlare questa volta fu Harry.
 
-Oh, niente di brutto o di molto difficile. Per quanto vi sembrerà brutto ascoltarlo a voi toccherà fare tutte quelle cose un po’ più pesanti e noiose, ma che comunque sono di piena importanza per la stori della scuola.-
 
-Del tipo?.-
 
-Dato che per tutti gli incantesimi di protezione e la ricostruzione completa di alcune aule del castello ci siamo già noi, a voi toccherà ripulire i dormitori, spolverare le aule e i pavimenti e infine dovrete anche risistemare la biblioteca. La maggior parte dei libri sono stati recuperati, ma nessuno vuole rimetterli in ordine. –
 
-E noi dovremmo fare tutto questo da soli? Senza l’aiuto di nessuno? –
 
-Harry Potter! Qualche mese fa hai sconfitto una delle più grani minacce di questo mondo, non credo che un po’ di polvere dovrebbe spaventarti. –
 
-Già, ho sconfitto il più grande nemico del mondo magico e al mio trionfale ritorno nella scuola vengo premiato con una punizione! –
 
-Beh, risistemare la biblioteca non è proprio una punizione! –
 
In quella conversazione mi aggiunsi anche io, non mi sembrava del tutto una cosa negativa dare una mano a dare un ordine in tutto quel caos.
Dopo un lungo perito della mia vita così frenetico, iniziavo davvero a sentirmi così annoiata da tutta quella calma.
 
 -Per ora ho da dirvi solo queste parola, ma a breve riceverete altre disposizione sui lavori che dovreste svolgere. –
 
La Mcgrantitt disse queste ultime parole con aria rassegnata, ma in fondo io ero sicura che lei era felice per quello spiritoso dibattito che si era andato a creare con noi.
In fondo era un po’ come ritornare ai vecchi tempi.
 
 


 
 

POV DRACO

 
Quella mattina mi sveglia molto presto.
Avevo dimenticato di chiudere le finestre e a luce più intensa che filtrava dalle acque del lago iniziava a darmi fastidio.
Non appena mi risvegliai del tutto dal lungo sonno, mi accorsi che ai piedi del mio letto era stata posta una lettera nella quale mi veniva detto che alle dieci di quel mattino mi sarei dovuto recare nello studio del preside.
Mentre mi incamminavo nei diversi corridoi, iniziai a pensare al perché di quello strano richiamo.
Forse avevano finalmente deciso una punizione adeguata alla mia situazione.
Forse avrei scontato il resto della mia vita all’interno della prigione di Azkaban.
I miei vagheggiamenti vennero interrotti dalla figura della Mcgranitt che si stagliava d’avanti a me.
Evidentemente, seppur ero in perfetto orario, la donna mi aspettava li già da un po’ e non appena mi vide si girò per pronunciare alla statua che si trovava alle sue spalle a parola che ci avrebbe permesso di entrare nella stanza, a bassa voce, in modo tale che io non potessi sentire.
Una volta entrati nello studio rimasi in silenzio, aspettando che a parlare fosse la professoressa.
 
-Signor Malfoy, si sieda pure. –
 
-Preferisco restare in piedi. –
 
Dissi ciò perché quando avrei dovuto affrontare il duro colpo della punizione che mi sarebbe stata affibbiata da lì a breve, l’avrei fatto nel pieno delle mie forze.
 
-Come preferisce. Come lei sa, la sua permanenza all’interno della scuola è molto in dubbio. Negli ultimi giorni ho discusso molto con gli altri professori su questo argomento, per farti restare qui, e se sei d’accordo siamo giunti ad una conclusione per questa storia. –
 
Rimasi in attesa delle sue successive parole.
Da un lato quel tono distaccato mi incitava una leggere agitazione, mentre dall’altro il fatto che lei avesse detto di aver lottato per farmi restare all’interno della scuola mi rassicurava.
 
-Siamo giunti alla conclusione che tu potrai restare all’interno della scuola per terminare il tuo anno scolastico, ma non ti fare illusioni, verrai trattato in modo diverso rispetto agli altri studenti. E inoltre, lo dico per il tuo bene, qualsiasi lettera invierai o riceverai sarà letta in primo luogo da me stessa e sarai tenuto sotto stretto controllo da tutti gli altri professori. So che possono sembrare delle regole rigide, ma devi tener conto che lo facciamo per il bene di tutti. –
 
-Capisco perfettamente professoressa, anche se avrete meno lavoro da fare di quanto pensate, ma non credo che qualcuno si prenderà la briga di scrivermi e io non ho nessuno a cui scrivere. –
 
-Sbaglio o li fuori ci sono ancora i tuoi genitori? –
 
-Si, ma loro sono un capitolo chiuso. –
 
Quello dei miei genitori sarebbero stato un tasto dolente.
In un certo senso era stato come se li avessi traditi quando, invece di seguirli nella loro fuga, decisi di restare ad Hogwarts.
Da quel giorno non ebbi alcuna notizia diretta su di loro, sapevo solo che erano ancora in clandestinità, che non erano ancora stati trovati e quindi, puniti.
Non provavo rimorso per quello che avevo fatto, prendere una posizione in quella battaglia sarebbe stata sempre una delle mie scelte migliori, ma perdere le persone che ti avevo cresciuto, tradendole in quel modo, sarebbe sempre stata una ferita aperta.
Quando mi sembrò che il dibattito tra me e la Mcgranitt era finito, feci per andarmene ringraziando la professoressa, ma nel momento stesso in cui la porta stava per aprirsi sentì delle voci fin troppo conosciute avvicinarsi a noi e, prima ancora che i personaggi entrassero nella stanza, io avevo già raggiunto il mio nascondiglio.
Nella stanza entrarono: Harry Potter, Ginny Weasley, Neville Longbotton e Luna Lovegood.
Quella d essermi nascosto era stata una mossa vincente: trovarmi faccia a faccia con quelle figure avrebbe voluto dire aprire un dibattito che non mi andava di sostenere.
Vedere tutti quegli abbracci che si scambiavano i ragazzi fra di loro fece nascere nel mio stomaco un senso di disgusto e ciò mi fece ricordare il motivo per cui non avevo nemmeno un amico.
Avrei preferito sopportare una maledizione cruciatus piuttosto che tutte quelle smancerie.
Dopo qualche minuto fece irruzione nella stanza Hermione Granger la quale, senza pensarci su più di qualche secondo andò a buttarsi nelle braccia del prescelto e in seguito in tutte quelle degli altri.
Quando la Mcgranitt riprese tutte quelle manifestazioni di gioia per poter mettere in atto il suo discorso, la scena aveva già perso il mio interesse.
La vista della grifondoro mi aveva fatto riportare alla mente l’ultimo momento che avevo passato con lei, li sulla riva del lago nero
Mi chiesi cosa mi era passato per la mente quando avevo cercato di baciarla.
Chiaramente avevo perso di vista la mia vera identità.
Certo, avevo scelto io di passare, almeno per una volta, dalla parte del bene, ma questo non voleva dire che sarei dovuto diventare tollerante verso tutto ciò che mi circondava, giusto?
Eppure non potevo negare che quando avevo visto Hermione correre nelle braccia dello sfregiato mi aveva fatto nascere una nuova e strana sensazione nello stomaco e immediatamente mi ero chiesto cosa mai si potesse provare mettendo le mani in quella matassa di capelli ricci, e se a stringere quel fragile corpo fossero state le mie braccia.
Iniziai a pensare che fosse un bene la mancanza del terso membro del trio, di quel rosso malpelo, non credo che avrei avuto una risposta positiva nel vedere lui toccare in quel modo la ragazza.
Vederla nelle braccia di lui sarebbe stato ancora peggio di vederla nelle braccia degli altri.
Sapevo che fra di loro c’era qualcosa, fatto che mi apparve ancora più ovvio quando la vidi cercare il ragazzo nel viso degli altri, ma non riuscendo a trovarlo, dipingersi sul suo viso un’espressione delusa.
Il mio cervello riprese coscienza di quello che stava accadendo quando tutti i ragazzi uscirono dalla stanza, con un'unica frase che mi riecheggiava nella testa: “A breve riceverete altre disposizioni sui lavori che dovrete fare.”
Non mi ero interessato più di tanto a quelle parole e dopo aver aspettato qualche altro secondo nel mio “nascondiglio”, per essere sicuro che il branco di idioti, esclusa la Granger, si fosse allontanato abbastanza da rendermi sicuro del fatto che, un volta uscito dallo studio, non li avrei incontrati, abbandonai il mio rifugio.
Alla mia rivelazione la Mcgranitt, al contrario della sfuriata che mi ero immaginato, non disse nulla, parlò con me solo quando oramai ero arrivato all’uscita.
 
-Signor Malfoy, credo che ai ragazzi servirà anche il tuo aiuto. Ti verranno date le indicazioni su quello che dovrai fare a breve. –
 
-Contribuire ad una buona causa non dovrebbe farmi poi così male. –
 
Al termine di quelle battute uscì immediatamente dalla stanza pensando che, di qualsiasi cosa si fosse trattato, avrei lavorato duro per avere un numero di possibilità maggiori da sfruttare per avvicinarmi alla grifondoro, prima ancora che uno dei suoi stupidi amichetti avesse avuto la possibilità di allontanarla ancor più da me e da quell’instabile legame che avevamo creato nelle giornate precedenti.
Perché, per quanto ancora poco chiara potesse apparirmi l’idea che si stava andando a creare nella mia mente, avevo iniziato a credere che conquistando la fiducia della ragazza, avrei conquistato facilmente quella del resto della comunità magica.
 
 
 
 
 
 


HARRY POV.

 
 
Nonostante fossi mancato solo per poco tempo dal castello sentivo già a sua mancanza.
I giorni trascorsi nella casa della madre di Tonks mi furono molto utili per stringere un legame col piccolo.
Scoprì che il nome del piccolo era Ted, come quello del nonno materno, e che tutti molto presto avevano iniziato a chiamarlo con il nomignolo di Teddy.
Scoprì che aveva ereditato gli stessi poteri da mutaforma della madre, e che con un semplice starnuto era in grado di cambiare il colore dei suoi capelli.
Riferì queste semplici informazioni ai miei compagni che, da quando avevamo preso posizione nel dormitorio dei grifondoro, non avevano smesso di farm queste domande.
Avevamo deciso di rilassarci in questo dormitorio perché, nonostante fra di noi ci fosse una corvonero, avevamo ritenuto che questo fosse il luogo più adatto per sentirci completamente a nostro agio e la presenza di Luna per noi non era assolutamente un problema.
Lo scopo della guerra, almeno in parte, era stato quello di unirci portandoci a credere che nonostante nella scuola ci fosse una divisione per casate, le differenze che erano presenti fra di noi erano irrilevanti.
La scena che mi si presentava d’avanti in quel momento mi riempiva il cuore di gioia.
Nelle settimane precedenti potevo solo sperare in una ricongiunzione pacifica tra tutti noi, mentre ora era tutto così ver oche quasi mi sentivo male.
Io, finalmente, ero vicino a Ginny senza avere i timore che da un momento all’altro qualcosa me l’avrebbe potuta portare via per sempre, e forse questo sentimento di sicurezza lo sentiva anche qualcun altro.
Negli ultimi momenti della guerra Neville aveva preso il coraggio per avvicinarsi a Luna, anche se ancora non aveva trovato il coraggio di dichiararle quelle che erano le sue vere intenzioni; ma ora a vederli così vicini, a ridere e scherzare come se avessero avuto quel legame così stretto da sempre, mi faceva pensare che sarebbero potute essere anche anime gemelle.
L’unica che mostrava dispiacere nella camera era Hermione.
Potevo capire come mai fosse in quello stato.
Quando era entrata nell’ufficio della Mcgranitt era stata evidentemente felice nel trovarci tutti lì di fronte a lei, ma l’assenza di Ron si era fatta notare.
Il trio magico non era completo senza il rosso, come non lo era il cuore della ragazza e io, che ero nel mezzo dei due fuochi non sapevo proprio come comportarmi.
Per essere chiaro su come erano andare propriamente le cose, dovrei iniziare a spiegare da quando, una volta che stavo ancora della casa della madre di Tonks, venni contattato da Ginny.
 
La minore dei fratelli Weasley mi aveva scritto chiedendomi se potevo passare dalla loro casa per vedere se potevo tirare su di morale Ron.
Da quella lettera avevo subito capito che c’era qualcosa che non andava, ma avevo dato la colpa di ciò al fatto che probabilmente Ron non si era ancora ripreso dalla morte del fratello, ma quando arrivai nella dimora trovai ad accogliermi una situazione molto più strana rispetto a quanto mi ero immaginato.
Sapevo che i fratelli Weasley sarebbero rientrati insieme a scuola prima dell’inizio dei corsi, ma questa mia convinzione venne sfatata dalle parole del rosso il quale mi aveva detto che non sarebbe venuto insieme a noi nel castello, e che ancora non sapeva cosa avrebbe fatto il primo settembre.
La sua risposta mi aveva spiazzato talmente  tanto da farmi credere che fosse diventato pazzo, ma il modo lucido in cui pronunciò quelle parole aveva fatto cancellare subito quell’idea dalla mia mente.
Avevo cercato di farmi rivelare il perché di quella sua decisione, ma senza avere alcun successo, allora cambiai argomento focalizzando i nostri discorsi sulla figura di Hermione.
Li chiesi che intenzioni aveva con lei, se si erano sentiti da quando lui aveva lasciato il castello e altre cose.
Nemmeno questa volta ebbi delle risposte.
L’unica cose che mi disse fu che non dovevo preoccuparmi, che non aveva bisogno di portavoce, che avrebbe risolto quella situazione da solo.
Finito il nostro colloquio mi recai all’esterno della casa dove, insieme a Ginny, aspettavo il nostro passaggio per il castello.
 
-Cosa li è preso?-
 
Iniziai col dire.
 
-Non lo so, da quando la guerra è finita lui è diventato così freddo e rigido. La mamma dice che questa è solo una sua reazione alle cose che sono avvenute, alla morte di Tonks, di Lupin e di Fred.-
 
Pronunciando quell’ultima parola la ragazza ebbe un sussulto ed io non potei evitare di avvolgerla nelle mie braccia.
Quanto mi era mancato stringerla in quel modo, con la convinzione che nessuno avrebbe potuto portarmela via.
Ma la mia ragazza era forte, superò velocemente quel momento di malinconia e riprese a parlare.
 
-Io non penso che sia solo per quello. Tutti noi abbiamo sofferto per tutto quello che è successo e George ne è rimasto completamente distrutto, guardandolo ora mi sembra impossibile immaginare un tempo in cui rideva. Comunque, nella mia famiglia ho visto l’evolversi di diverse reazioni e quella di Ron ha un qualcosa di diverso, mi appare più fredda. Anche i suoi occhi sembrano cambiati e tutto quello che possiamo fare è sperare che questa sia solo una cosa passeggera.-
 
-Dovremmo dire qualcosa di tutto questo a Herm?-
 
-Non credo. Da un lato queste sono solo mie supposizioni, non vorrei far preoccupare per niente Hermione, mentre dall’altro, se tutto ciò fosse vero, ho paura della reazione che potrebbe avere mio fratello.-
 
-Potremmo anche evitare di parlare con Hermione di tutto ciò, ma sai bene che ci farà delle domande.-
 
Quando finimmo il nostro discorso attendemmo silenziosamente il nostro passaggio,  ma pochi minuti prima che c’è ne andassimo venni raggiunto da un Ron affannato
Per la corsa, il quale mi riferì semplicemente che avrebbe inviato una lettera a Hermione.
Di avvisarla di questo.
E intanto l’unica cosa che ero in grado di pensare era che il carattere del rosso mi ricordava tanto quel periodo buio in un era sotto l’effetto della maledizione dell’Horcrux.
 
 
Ora mi ritrovavo nel mio dormitorio che era andato a svuotarsi.
Ginny e Luna, con la quale avevamo deciso che avrebbe passato la notte con noi, per non restare sola nel suo dormitorio, erano già andate a dormire da un pezzo e lo stesso aveva fatto Neville.
Il caso aveva voluto che a restare soli nella sala fossimo io ed Hermione, è questo voleva dire che era arrivato il momento di confidare alla ragazza quello che sapevo.
 
-Coraggio Harry, ho capito già che devi dirmi qualcosa, fallo solo velocemente.-
 
Sagace come al solito la ragazza.
 
-Herm, non c’è modo per spiegare semplicemente quello che sta accadendo, l’unica cosa che posso dirti è che chiarirete col tempo quello che sta accadendo. E Ron mi ha detto di riferirti solo che ti invierà una lettera per dirti tutto.-




SALVE RAGAZZI!
Ecco a voi il nuvo capitolo della storia. Spero che vi possa piacere.
Nel prossimo capitolo troverete delle novità importanti!

P.S. Il nuvo capitolo verrà pubblicato DOMENICA.

-Marta.


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: TheCube